Domenica 10 maggio 1992 - Foggia, stadio Pino Zaccheria - Foggia-Lazio 2-1

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10 maggio 1992 - 2525 - Campionato di Serie A 1991/92 - XXXII giornata

FOGGIA: F.Mancini, Petrescu, Codispoti, Picasso, Matrecano, Padalino, Rambaudi, Shalimov, Baiano, Barone, Signori. A disp.: Rosin, Porro (I), Lo Polito, Musumeci, Kolyvanov. All. Zeman.

LAZIO: Fiori, Corino, Bergodi, Bacci, Gregucci, Verga, Stroppa, Melchiori, Riedle, Sclosa (50' Neri), Sosa. A disp.: Orsi, Vertova, Soldà, Capocchiano. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Stafoggia (Pesaro).

Marcatori: 49' Rambaudi, 52' Baiano, 90' Sosa.

Note: ammoniti Corino, Matrecano, Gregucci, Sosa, Picasso. Antidoping: Mancini, Baiano, Melchiori, Gregucci. Calci d'angolo: 8-7.

Spettatori: paganti 7.351 per un incasso di lire 234.856.000; abbonati 11.870 per una quota di lire 336.363.125.

Una fase della gara
Marcature strette

Metti che a forza di bazzicare calcio si finisca con l'essere maliziosi. Metti che i presidenti Cragnotti e Casillo si ritrovino a colazione - senza far misteri - con i loro staff e con Oscar Damiani, procuratore di Signori, a parlare dell'interessamento della Lazio per il biondo attaccante foggiano più che della bontà di un piatto casereccio, cicoria col purè di fave. Metti un primo tempo in cui le due squadre facciano a gara a chi sbaglia di più , a chi sembra avere meno voglia di dannarsi l'anima in una domenica di afa, con i rossoneri nient'affatto stimolati a sfruttare la penultima occasione domestica prima della "diaspora annunciata" per lasciare un dolce ricordo della irripetibilità del loro gruppo. E se non mancasse un appena accettabile "cui prodest" ti verrebbe perfino l'irrinunciabile sospetto d'esser venuto ad assistere a una sfida al primissimo sangue, tra due contendenti che non hanno alcuna voglia di farsi male. Ma poi ti rendi conto che non è così. Non tanto ricordandoti di quel Riedle che dopo 80 secondi di gioco ha mancato, non certo premeditatamente, un gol da segnare a occhi chiusi dopo esser volato al di là della zona solissimo davanti a Fiori e neppure per le due botte con cui al 25' e al 37' Signori, oggetto del desiderio, riscalda le mani a un attento Fiori, quanto piuttosto per quel che accade in avvio di ripresa con il Foggia a piazzare un uno-due che toglie il fiato ai suoi avversari. E lo fa con due uomini che nel primo tempo s'erano segnalati come autentici fantasmi. Al 4' Rambaudi inventa un numero da cartolina: un passaggio.carezza di Shalimov lo pesca defilato, con una veronica di destro mette Verga a sedere per terra, con un sinistro leccato fa viaggiare il pallone a rientrare e lo piazza nell'angolo alto più lontano. Un minuto e mezzo per sfiorare il raddoppio con lo stesso giocatore, liberato a un qualcosa di assai più facile da Petrescu, un altro minuto e mezzo per confezionarlo, al 7', con Baiano, passando per clamoroso malinteso tra Fiori e Verga. Il portiere chiama, il libero non sente e tocca indietro, la punta si intromette e fa suo un gol che forse sarebbe stato "auto". Sfortunato anche stavolta il biondo caro a Maldini: la cronaca lo condanna come protagonista in negativo dei due episodi che fanno il risultato, ma prima e dopo non ha certo demeritato più degli altri. Poi c'è solo Foggia: altre volate rossonere, altri gol sfiorati (al 34' Corino salva sulla linea di porta), altri interventi pregevoli di Fiori, che non dovrà portare nessuna croce. Fino a tempo abbondantemente scaduto, ovvero al 46' 20" quando la Lazio (priva di Doll, Sergio, Pin e Soldà, sarà il caso di ricordare) pesca l'unica cosa buona nel suo viaggio al Sud, il gol del 2-1 con Sosa, che rappresenta la seconda segnatura nell'arco lungo delle ultime dieci partite in trasferta. L'ultima volta era capitato a Torino con la Juve e ne venne fuori anche l'unico pareggio della serie nera. Basterà per consolarsi e dimenticare l'Europa?

Fonte: Corriere della Sera