15 Febbraio 1974

Da LazioWiki.

Scrive La Stampa:

Uno dei personaggi più suggestivi della Lazio è Umberto Lenzini, soprannominato il « presidente profeta ». In un primo tempo i suoi pronostici venivano sottolineati con benevola ironia. In seguito, però, visto che indovinava quasi sempre il punteggio con cui la Lazio si sarebbe assicurata la vittoria, qualcuno ha cominciato a pensare che il presidente fosse dotato veramente di facoltà fuori del comune. Bene, allora come andrà a finire con la Juventus? Lenzini diventa improvvisamente serio. Domenica scorsa è stato tradito dalla sua vena profetica a Marassi, dove aveva preventivato di portare via almeno un punto. « Stavolta non dico nulla — replica risentito — però prevedo una grossa partita e una Lazio entusiasmante che punterà decisamente alla vittoria travolgendo ogni ostacolo anche se questo si chiama Juventus. Non ci importa nulla di avere di fronte i campioni d'Italia. Meglio loro che un avversario modesto. Se deve essere festa, che sia festa grande ».

Lasciandosi trascinare dalla foga, Lenzini quasi non si accorge di aver formulato anche stavolta la sua brava previsione. Rimane solo da stabilire se ha trovato un'altra valida sfera di cristallo dopo che quella precedente se ne era andata in frantumi a Genova. Ma cosa l'ha spinto in passato a prevedere il futuro della Lazio? « Non lo so esattamente — dice il presidente — forse ho voluto insegnare ai ragazzi ad essere ottimisti, a scoprire la fiducia in se stessi attraverso la fiducia che io riponevo e ripongo in loro. Lo scopo principale della mia vita è quello di essere contento e di vedere gente contenta vicino a me. Un gran giorno sarà quello che sancirà la fine del campionato ». Perché? « Ma è semplice, perché vinceremo lo scudetto ». Va bene la profezia che infonde fiducia. Ma Lenzini, per prudenza, ha pensato di tirare fuori anche un argomento che spesso favorisce la riuscita di una impresa. Ha promesso ai giocatori di mettere mano al portafogli se riusciranno a regalargli una vittoria sulla Juventus. Si parla di oltre un milione. In questi giorni, l'ufficio del presidente ha dovuto sostenere il massiccio assalto di gente che chiedeva biglietti per assistere alla partita. Ad un certo momento stavano per mancargli le energie e aveva deciso di «fuggire» a Viareggio. «Ma alla fine ho deciso di restare al mio posto di battaglia — dice orgogliosamente —. Fino a domenica pomeriggio resteremo tutti in trincea, io, Maestrelli e la squadra».