15 Ottobre 1973

Da LazioWiki.

Da un servizio de La Stampa:

"Sono andato in campo ad abbracciare Wilson per il magnifico gol segnato alla Sampdoria". Questa è stata l'ironica definizione che Marcello Rossetti ha fornito del suo gesto. Il venticinquenne muratore salito alla ribalta della notorietà per aver invaso solitario il terreno di gioco dell'Olimpico quando stava per terminare la partita Lazio-Sampdoria, stamane è tornato al lavoro nel cantiere di Grottarossa. Non gli sarà facile, però, chiudere d'un sol colpo la movimentata parentesi. A Formello, un paesino di tremila abitanti sulla via Cassia, a circa trenta chilometri da Roma, sono continuate anche oggi, fino a tarda sera, le discussioni sul gesto del compaesano uscito improvvisamente dall'anonimato. Il Rossetti vive nel piccolo centro con la moglie Franca, di 23 anni (attualmente ricoverata nell'ospedale Villa S. Pietro per un intervento chirurgico subìto venerdì scorso), la figlioletta Sandra di tre anni e gli anziani genitori. E' un acceso tifoso della Lazio. Per assistere ogni domenica alle partite della sua squadra, ha acquistato una tessera di abbonamento in curva. A sera, quando il giovane è tornato dal lavoro, davanti al bar che sorge nella piazza principale del paese, c'era una piccola folla di amici ad attenderlo. I pericoli che corre la società biancoazzurra in seguito al gesto dell'invasore, cominciano a delinearsi chiari anche ai tifosi di Formello. Qualcuno ha cercato di minimizzare l'episodio tirando fuori dal colorito repertorio del dialetto romano battute di spìrito che tuttavia non cancellano i fatti. "Marcello voleva abbracciare Garlaschelli, l'arbitro ha frainteso le sue intenzioni".

"No, Marcello voleva proprio affibbiargli un pugno sul naso" — ha commentato un altro, "forse non si era ancora dimenticato degli errori commessi da Casarin ai danni della Lazio durante la partita col Bologna dello scorso anno". Nella baraonda generale, soltanto Marcello Rossetti avrebbe potuto chiarire con esattezza le ragioni che lo hanno spinto sul campo di gioco e cosa sia realmente accaduto. "Perché dovrei dire la verità proprio ad un giornalista? — ha commentato ridendo il giovanotto — non so perché l'ho fatto. Però Casarin neppure l'ho toccato. Quando stavo dirigendomi verso l'arbitro ho pensato che avrei potuto arrecare un grosso danno alla Lazio e mi sono trattenuto. Adesso lasciatemi andare, altrimenti perdo la pazienza. Ho tanti guai in famiglia, mia moglie è malata, voglio dimenticare questa storia". Con maniere piuttosto brusche i suoi compaesani hanno lasciato chiaramente intendere di essere pronti a proteggere la tranquillità di Marcello dalle fantomatiche quinte colonne delle società del Nord che per l'occasione sono rappresentate dai giornalisti ficcanaso. Intanto Re Cecconi, Wilson e Chinaglia sono partiti per rispondere alla convocazione in Nazionale.