18 luglio 1973

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CELEBRAZIONI PER IL 40° ANNIVERSARIO DEL PRIMO SCUDETTO

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Perchè Chinaglia e compagni sono rimasti a casa? All'Hilton fatiche tante, scarsi i successi. Perché? Furbizia, equivoci, inghippi tentati (e qualcuno anche perpetrato) fughe indignate e improvvisi ritorni hanno impedito molti affari. Uno dei nomi "grossi" era quello di Chinaglia, appetito da Inter, Bologna, Torino ed in second'ordine anche dalla Juventus. Alla Lazio — ad eccezione del romantico Maestrelli, che non pagava di tasca sua — volevano cederlo. Sbardella era a favore della cessione, il presidente Lenzini anche, se appena appena avesse trovato il coraggio di sfidare le ire dei tifosi dell'Urbe. Ma la capitale vigilava: i rappresentanti del "Corriere dello Sport" — direttore in testa — ammonivano Lenzini, senza bisogno di parlare, semplicemente agitando lo spettro delle maree urlanti e furiose in caso di cessione. Comunque, Lenzini cominciava a trattare con il Bologna, esempio vivente del detto che il coraggio uno se lo può dare, anche perché Montanari offriva Gregori, Landini, Novellini e 650 milioni.

Il presidente laziale — favorevolmente impressionato dalla cifra — si ritirava in camera a decidere con i suoi collaboratori, chiedendo un'oretta di tempo. Montanari aspettava per il tempo fissato e poi bussava alla camera (pare che l'Hilton abbia deciso di murarvi una lapide). Quando entrava, anziché dirigenti della Lazio, trovava un noto giornalista che stava bevendo una birra. "Caro amico — proclamò il giornalista, in quel momento tribuno della plebe — qui ci vuole un miliardo. D'accordo?". Montanari capì, vide alle spalle dell'interlocutore con la bottiglietta in mano, centinaia di facce esagitate, tutti i tifosi di Trastevere e delle borgate. Lasciò la stanza senza un commento.