Domenica 25 febbraio 1996 - Padova, stadio Euganeo - Padova-Lazio 1-3

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25 febbraio 1996 - 2688 - Campionato di Serie A 1995/96 - XXIII giornata

PADOVA: Bonaiuti, Coppola (75' Fiore), Rosa, Giampietro, Cuicchi, Gabrieli, Longhi, Nunziata, Kreek, Amoruso, Vlaovic. A disp.: Dal Bianco, Ossari, Ciocci, Van Utrecht. All. Sandreani.

LAZIO: Marchegiani, Gottardi, Favalli, Di Matteo (83' Marcolin), Negro, Chamot, Rambaudi, Fuser, Casiraghi, Winter (83' Piovanelli), Signori. A disp.: Orsi, M.Esposito, Grandoni. All. Zeman.

Arbitro: Cesari (Genova).

Marcatori: 34' Signori, 66' Casiraghi, 84' Fuser, 90' Amoruso (rig).

Note: ammoniti Nunziata, Fuser. Espulsi: Nunziata al 42' p.t. e Chamot al 47' s.t. Calci d'angolo: 5-10.

Spettatori: 14.000, 3.683 i paganti per un incasso di L. 148.835.000, più 9.811 abbonati, per una quota di L. 290.253.000.

Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: il goal di Casiraghi
Dal Guerin Sportivo: il rigore sventato da Marchegiani

Il cinismo della Lazio, i nervi a fior di pelle del Padova. E la domenica infelice di uno dei collaboratori di Cesari, Carlo Gaviraghi, di Seregno, portato sul banco dell'accusa a fine gara, da dirigenti, tecnici e giocatori veneti, perché colpevole di aver fermato per due volte, alzando la bandierina per presunti fuorigioco, Coppola e Amoruso, lanciati verso la porta di Marchegiani. Predicava Sandreani, alla vigilia: "Dovremo sbagliare il meno possibile, questa è una partita che quasi certamente si risolverà sugli errori dell'una o dell'altra squadra". Parole quasi premonitrici di quanto, a distanza di poche ore, sarebbe accaduto sul campo. Dove la differenza l'hanno fatta proprio gli episodi e, legati ad essi, la qualità superiore degli uomini di Zeman. Episodio numero uno: la massima punizione fallita da Longhi dopo appena sei minuti. Il capitano, primo rigorista del Padova, è stato probabilmente innervosito dalla polemica innescata subito da Vlaovic, il quale insisteva perché fosse Amoruso, e non lui, a battere dal dischetto. "Non mi era mai capitata una cosa simile - rivelerà poi il giocatore - alla fine del primo tempo ho preso Goran e gliel'ho fatto capire. A chiare lettere. Purtroppo ho calciato male e Marchegiani ha fatto il resto". Episodio numero due: il gol del vantaggio laziale, con Gottardi scattato in sospetta posizione di fuorigioco dalla destra prima di cedere palla a Rambaudi dal cui piede è partito il cross (rimpallato) su cui Signori ha colpito indisturbato. Episodio numero tre: l'espulsione di Nunziata, che ha privato il Padova, dopo 41 minuti, del suo perno di centrocampo. "Dopo la prima ammonizione, Cesari si è avvicinato avvertendomi: "Alla prossima, vai fuori". Non è passato neanche un minuto e mi sono ritrovato nello...spogliatoio" si è lamentato il centrocampista. Ma i due falli su Signori erano netti, per cui il cartellino rosso è parso ineccepibile. Qui è cambiata la partita, nel senso che la Lazio ha sfruttato al meglio il vantaggio dell'uomo in più: ripartendo, appena riconquistata palla, con le sue spietate accelerazioni, tenendo larghi Rambaudi e Signori e usufruendo di un eccellente Casiraghi in versione centravanti sponda, quando non addirittura "ariete" distruttore in prima linea (esemplare la preparazione conclusione dell'azione per il 2-0). Al Padova, che nei 20 minuti iniziali della partita aveva sciorinato grande calcio mettendo in serie angustie la difesa biancazzurra, salvata solo dalle prodezze di Marchegiani, si è spenta definitivamente la luce, e i romani hanno maramaldeggiato: una traversa di Rambaudi, un palo scheggiato da Signori, la terza rete di Fuser. A legittimare il secondo successo in trasferta della stagione. Per Signori la soddisfazione di essere tornato a segnare su azione, "per guadagnarmi un posto in Nazionale. D'altra parte è giusto che Sacchi chiami i più in forma. Spero di avergli dimostrato di stare bene". Per il Padova, invece, tanta delusione e una pioggia di accuse sulla terna arbitrale. Come quelle del direttore sportivo Aggradi al guardalinee Gaviraghi: "Forse aveva mangiato un po' troppo. Quel biondo ci ha soltanto resi nervosi. E' un ritardato, nel senso che ci mette due tre secondi per alzare la bandierina una volta rivelato il presunto fuorigioco". E il presidente Giordani: "Prima si abbassa la bandierina, poi la si alza. Ma come si fa? Domenica nera, il rigore sbagliato, l'espulsione accelerata, tutti quegli errori. Mancava solo che nevicasse e sarebbe stata completa". Facile prevedere che ci sarà molto lavoro, oggi, per il procuratore federale.

Fonte: Corriere della Sera