Campionato 1973/74 giorno per giorno - Marzo 1974

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Contesto Storico

A seguito delle dimissioni del ministro del Tesoro La Malfa, si scioglie il IV governo Rumor (coalizione Dc-Psi-Psdi-Pri). Subito se ne forma uno nuovo sempre guidato da Rumor: un tripartito Dc-Psi-Psdi con appoggio esterno del Pri. Moro è confermato ministro degli Esteri, alla Difesa ritorna Andreotti. Viene arrestato a Milano il boss mafioso Luciano Liggio. La Cassazione stabilisce la riunificazione dei processi a Valpreda e a Freda e Ventura per la strage di Piazza Fontana. L’industriale Piaggio è coinvolto e incriminato dalla magistratura per finanziamenti al gruppo Rosa dei Venti. Fiat e sindacati firmano il contratto aziendale dopo tre mesi di agitazioni. Altiero Spinelli riceve all’università di Bonn il prestigioso premio intitolato a Robert Schumann, conferitogli per il suo costante impegno in favore dell’integrazione europea. Muore a 68 anni il cantante Alberto Rabagliati, considerato un vero e proprio mito nell’Italia degli anni Trenta e Quaranta. L’esercito israeliano si ritira dal Canale di Suez che viene riconsegnato all’Egitto. Sulla sponda orientale del Canale un corpo di pace delle Nazioni Unite prende posizione fra le forze armate israeliane e quelle egiziane.

Venerdì 1 Marzo

Scrive La Stampa: Biancocelesti si trovarono con una rete all'attivo dopo pochi minuti di un'offensiva condotta a ritmo frenetico. Accadrà così anche stavolta? « No — ha risposto il tecnico — domenica toccherà ai viola adottare il modulo-Lazio. Sono loro che devono preoccuparsi dei 2 punti. A noi va bene anche un pareggio. Io credo che saremo aggrediti fin dai primi istanti di gioco. Ma abbiamo studiato le contromisure ». Maestrelli sta diventando un po' diabolico. Visto come andarono le cose a Marassi quando i biancocelesti impostarono una gara per lo zero a zero, e se ne tornarono con una rete nel sacco, può darsi che la Lazio tenti di partire di gran carriera Anche la voce, oltre le preziosissime gambe, continua a fruttare al « semiprofessionista » Chinaglia, una barca di soldi. Lo ha confermato ieri lo stesso centravanti. Soddisfattissimo per i numerosi fogli da centomila che gli vengono in tasca dalla vendita del suo disco incluso nella colonna sonora del film L'arbitro. Mentre la burocrazia si mette in moto lentamente, Chinaglia canta e... incassa. Non occorre spendere tante parole per illustrare l'assurdità del caso consentito dagli « allegri » regolamenti del nostro calcio professionistico. I compagni di Giorgio meno fortunati, ma non meno ricchi, si preoccupano, invece, soltanto dei gigliati che li aspettano a Firenze dove si giocheranno una fetta importante dello scudetto. Le baldanzose dichiarazioni di Radice, il quale ha affermato che la sua squadra è sicura di vincere, sono state accolte con la solita serenità da Maestrelli. « Nessuna sorpresa — ha replicato il trainer biancoazzurro — è perfettamente logico che la Fiorentina voglia e speri di batterci. Ma noi non andiamo a Firenze per una gita di piacere ».

Sabato 2 Marzo

Scrive La Stampa: La Fiorentina sente addosso molti sguardi interessati, ma domani vuole battersi solo per se stessa. « Ci interessa superare la Lazio per continuare ad alimentare le speranze nostre e dei tifosi. Non che lo scudetto sia diventato adesso il nostro traguardo — dice Radice — ma è certo che ci farebbe piacere restare in un certo giro, e batterci a questo livello sino alla fine. Il tecnico toscano non sta vivendo una vigilia serena: al problema del dualismo fra De Sisti ed Antognoni, reale anche se non alimentato dagli interessati, si è aggiunto quello relativo alle condizioni fisiche di Roggi.

A Firenze, per altro, tutti sono sicuri che toccherà al « vecchio capitano il ruolo di titolare, mentre il più giovane andrà in panchina. Dopo Roggi e De Sisti, il terzo protagonista della vigilia viola è Giorgio Chinaglia. Radice ed i suoi rispettano la Lazio come complesso, ma pensano che molto dipenderà dall'estro del centravanti, anche lui con una discreta rabbia da smaltire dopo la figuraccia che gli hanno fatto fare all'Olimpico, offrendogli ben pochi palloni giocabili. Su Chinaglia andrà con ogni probabilità Galdiolo (stessa potenza, stesso tonnellaggio), e lo scontro promette scintille. Arrivata a Firenze nella tarda mattinata, la Lazio non ha incertezze. A Maestrelli mancano Re Cecconi e Petrelli: all'assenza del primo il trainer ha ovviato da alcune giornate con il generoso impegno del grezzo Inselvini, mentre al posto del terzino titolare subentrerà Polentes. Squadra fatta — ha detto l'allenatore — é tattica pure. Giocheremo alla nostra maniera, per fare il gol, per fare risultato pieno. A Genova contro la Sampdoria abbiamo forse peccato in prudenza, e siamo stati puniti. Abbiamo studiato tutti Insieme il calendario, ebbene il vantaggio che abbiamo non ci rassicura per nulla. Bisogna proseguire sul ritmo tenuto sinora. Sono sicuro che la squadra non accuserà la pausa internazionale. Le due assenze sono serie, ma ho piena fiducia nei sostituti. E, quello che più conta, l'hanno anche i compagni ». Le caratteristiche delle due squadre sembrano garantire una partita di elevato tono agonistico, giusto quello che occorrerebbe per risollevare il morale dopo la opaca parentesi internazionale. L'attesa è notevole, i biglietti sono esauriti, gli avamposti della truppa dei tifosi romani sono già in città e si fanno sentire. Sulla panchina laziale ci sarà a quanto pare un ragazzo che proprio in Toscana si è fatto conoscere recentemente: quel Borgo che è stato un po' l'eroe della sfortunata finale della Lazio al torneo di Viareggio.

Domenica 3 Marzo

Pareggio per 1-1 fra Fiorentina e Lazio

Lunedì 4 Marzo

Scrive La Stampa: La Lazio tira il fiato, dopo molte paure. La giornata sembrava mettersi male per la capolista (la Fiorentina era andata in vantaggio, sia pure su una-graziosa invenzione di Lo Bello; la Juventus pure, anche se su rigore), e così il pareggio conclusivo non dispiace certo agli atleti di Maestrelli. Del resto, il risultato è giusto per la deludente sfida toscana, ma è certo che il trainer biancazzurro cercherà di guardare al di là del punto guadagnato per vedere come e perché la macchina si sia inceppata. E' significativo notare che i migliori in campo per la Lazio (a parte il moto perpetuo Martini, sempre fra i più generosi) siano stati i due azzurri della, ovvero Wilson e Chinaglia, mentre Garlaschelli ha dimostrato di essere stordito quanto nella gara di Taranto con la Under, e tutti gli altri hanno denunciato preoccupanti pause di ritmo ed una evidente confusione di idee. Forse, lo stesso Maestrelli ha sbagliato. Alla vigilia aveva fatto capire che la Lazio non poteva snaturare il suo gioco per pensare alla prudenza, ma alla prova dei fatti la paura della Fiorentina è venuta fuori evidente, con una tattica a zona nella fascia di centrocampo che non ha fatto che favorire — nel primo tempo — gli spunti di Caso, Merlo e Guerini. La Lazio oltre a denunciare una improvvisa carenza di forze che non può non dare speranze a chi la tallona in classifica, ha fatto nella giornata il gioco degli avversari. Soltanto la storditezza di Saltutti e la menomazione che ha ridotto presto il rendimento di Caso (una botta fortuita di Martini) hanno alleviato il compito della difesa biancazzurra, che per altro è stata salva. Nei momenti non rari di difficoltà da un Wilson quanto mai degno della maglia (di titolare) della Nazionale. Nel finale, quando ormai tutti denunciavano sensibili appannamenti, Wilson ha saputo gettarsi in avanti con intelligenza sulle fasce laterali, proponendo alternative valide per Frustalupi, che spesso non sapeva su chi appoggiare i suoi lanci, visto che Chinaglia alla prese con un Galdiolo favoloso (il duello fra i due è stato uno dei pochi temi di spicco della gara) doveva cercare di svariare, di tornare sulla metà campo, per cercare spazio. Adeguato al quadro è stato l'on. Concetto Lo Bello, che ha dato più che mai l'idea di voler guidare la gara a suo piacere. E' stata una di quelle giornate in cui l'arbitro siracusano si erge a giudice anche sul piano del gioco, al punto da concedere o meno un fallo, decretare o no una regola del vantaggio, a seconda della sua interpretazione sui meriti del momento. E visto che nel primo tempo la Fiorentina aveva premuto di più ecco il «calcio a due» in area che Desolati ha messo a segno; quindi, poiché il forcing della Lazio meritava qualcosa, ecco il penalty sul fallo appena accennato di Beatrice in area. Il pareggio riflette esattamente i meriti in campo, ma la constatazione non cambia il giudizio sul direttore di gara. Le vecchie regole dicevano che più l'arbitro non si fa notare, più è efficace . Ieri, Lo Bello è stato il protagonista, numero uno.

Martedì 5 Marzo

Mercoledì 6 Marzo

Scrive l'Unità: in occasione dell'incontro dell'Under 23 fra Lazio e Napoli che si gioca alle 15,00 allo stadio Flaminio, Maestrelli avrà l'occasione per vedere all'opera Sergio Borgo, il giovane che si è messo in luce nel recente torneo di Viareggio. Per l'incontro che vedrà impegnata la Lazio contro il Cesena, l'allenatore biancazzurro dovrà fare a meno di Petrelli infortunato e Martini che sarà squalificato. Il giovane della primavera è in lizza con Manservisi per un posto da titolare.

Giovedì 7 Marzo

Scrive l'Unità: Un turno di squalifica è stato inflitto a Martini dal giudice sportivo Barbè. Valcareggi sta seriamente pensando di convocare Oddi per i mondiali di Germania al posto dell'infortunato Vavassori. Da registrare una nota stonata. La società e o stesso Maestrelli pare abbiano «richiamato» il «baby» D'Amico per le dichiarazioni da lui rilasciate m TV a proposito del rigore contestato dai « viola ». Qualcuno ha parlato di «multa», ma anche se non pare si sia arrivati a tanto, ci sembra fuor di luogo «censurare» il giovane: fino a prova contraria esiste la libertà di pensiero e d'espressione e ha tutto il diritto di esprimere la propria opinione come qualsiasi altro cittadino. Per quanto riguarda l' incontro di ieri, bisogna dire che i napoletani, soprattutto per quanto hanno saputo fare nel primo tempo, meritavano anche di vincere, ma poi nella ripresa hanno dovuto subire l'iniziativa, se pur disordinata, dei laziali che ha poi fruttato il pari. E' anche vero che i biancazzurri sono stati piuttosto fortunati, allorché al 29' Troja, sfuggito a Di Chiara, si è visto respingere da Moriggi un tiro insidioso e così al 45' quando una punizione bomba di Fotia ha trovato ancora pronto il «guardiano» laziale. La gara ha visto un'ottimo Franzoni in campo, mentre Borgo è sembrato ancora acerbo.

Venerdì 8 Marzo

Scrive La Stampa: A due mesi e mezzo dalla fine del campionato, si prospetta il problema della partecipazione di un club Italiano alla Coppa dei Campioni. Se la Lazio, infatti, riuscisse ad aggiudicarsi lo scudetto, non potrebbe disputare II torneo europeo a causa della squalifica per un anno che le fu inflitta dagli organi disciplinari dell'Uefa per gli incidenti accaduti all'Olimpico con gli inglesi dell'Ipswich. I presidenti delle federazioni di Francia, Svizzera, Spagna e Germania Occidentale, secondo l'inchiesta del quotidiano sportivo milanese, avrebbero proposto di far partecipare - la seconda squadra classificata nel campionato Italiano. Intransigente, invece, la federazione Inglese che si rifiuterebbe di accettare una simile soluzione. Tuttavia II presidente della Lazio Lenzini, anche se con argomenti di discutibile validità, non sembra aver perduto la speranza di una riqualificazione della sua società. Lenzini: Aspettiamo di conoscere il risultato delle partite con Cesena e Inter — ha dichiarato il presidente — che potrebbero chiarire meglio le pretese della Lazio al titolo. Poi mi incontrerò con Franchi e parleremo della questione. La Lazio potrebbe dare alla Nazionale cinque o sei giocatori, è tuttora in corsa nel torneo di Coppa Italia. Sono sicuro che la federazione italiana terrà conto dei nostri meriti sportivi e appoggerà la nostra adesione. Non è certamente colpa della Lazio se qualche scalmanato, approfittando della scarsa protezione dell'Olimpico, è riuscito a crearci dei guai .

Il presidente parò, sembra aver dimenticato che quest'anno la Lazio è stata multata e diffidata due volte per le invasioni solitarie avvenute durante le gare con la Sampdoria e la Juventus. In una intervista rilasciata tempo fa al nostro giornale, Lenzini dichiarò di confidare in una probabile amnistia che verrebbe promulgata in occasione del campionati del mondo. L'ottimismo del presidente non sembra però destinato a trovare conforto nelle decisioni dell'organismo europeo. Finora la grazia non è mai stata concessa a società colpite da provvedimenti disciplinari. Non troverebbe quindi giustificazione una eccezione per il club italiano. Ambienti responsabili della Federcalcio hanno lasciato chiaramente capire che la nostra Federazione si adeguerà ai regolamenti vigenti, ma non si esclude un intervento a favore della società romana se questa ne farà esplicita richiesta. Le probabilità di successo sono pressoché nulle. Basterà ricordare cosa accadde alla squadra dei Rangers di Glasgow la quale, nonostante fosse detentrice della Coppa delle Coppe, non fu ammessa al torneo in seguito agli incidenti accaduti a Barcellona l'anno prima. A questo proposito c'è anche da rilevare che, a parte l'eventuale partecipazione alla Coppa dei Campioni, la Lazio non potrà disputare neppure gli altri tornei europei (Coppa Uefa, Coppa delle Coppe). Se non interverranno quindi fatti nuovi, sarà interessante seguire gli sviluppi di quelle proposte che prevedono la partecipazione alla massima competizione europea della squadra seconda classificata nel campionato italiano. Nella riunione dell'Uefa del 22 maggio verrà presa una decisione.

Sabato 9 Marzo

Scrive La Stampa: il Cesena scende all'Olimpico per verificare se il « perfetto meccanismo laziale » possiede o no quelle famose rotelline di ricambio di cui si è spesso dubitato. La squadra di Maestrelli, ripetutamente baciata dalla sorte che per quasi due stagioni le ha consentito di schierare praticamente la stessa formazione, stavolta si trova nei guai. L'assenza dei terzini titolari Martini e Petrelli è il primo problema che deve risolvere Maestrelli. L'altro riguarda la sostituzione di Re Cecconi finora validamente rimpiazzato da Inselvini chiamato a turare le falle della difesa. Con D'Amico, presumibilmente schierato nel ruolo di mezzo destro e il « tornante » Manservisi all'ala sinistra, si completa il quadro di un pericoloso rivoluzionamento. Maestrelli ha tentato un recupero in extremis di Re Cecconi, proprio perché teme che venga a mancare alla squadra quel sincronismo di gioco a cui e abituata. Ma il trainer non ha avuto il coraggio di rischiare il giocatore dopo le polemiche che infuriarono a Roma quando decise di schierarlo, non ancora guarito, contro il Torino, con il risultato di incassare una secca sconfitta. Quindi niente Re Cecconi. La compagine allenata da Bersellini si è conquistata la fresca fama di « bestia nera » nei confronti dei laziali i quali, su tre incontri fra campionato e Coppa Italia, hanno subito una sconfitta e rimediato faticosamente due pareggi. « Doveva capitarci proprio adesso — diceva ieri con aria sconsolata Maestrelli — non so spiegarmi il motivo, ma quando incontriamo il Cesena non riusciamo a toglierci di dosso uno strano complesso. Dovrà pur finire. Speriamo che accada domani ».

Domenica 10 Marzo

Una Lazio rimaneggiata batte il Cesena 2-0 all'Olimpico

Lunedì 11 Marzo

Scrive La Gazzetta Dello Sport: questa Lazio che secondo alcuni aveva il limite di non aver ricambi ormai vince con una certa tranquillità anche presentando formazioni rammendate come ieri. Maestrelli ne prende atto dimostrandosi svelto a cogliere quelle soluzioni che arrivano a irrobustire la squadra. Dicevano fosse conservatore, taccagno nel variare temi ed uomini, gli rimproveravano nella scorsa stagione di aver stremato di fatica i soliti della catena di montaggio ritenendoli insostituibili. Nella Lazio del boom anno secondo pare invece di riscontrare la grande novità d'una formazione che non è più di undici che cantano e portano la croce. Non è vero? Maestrelli sorride e dice: Ho sempre cercato di lavorare al meglio con quanto passava il convento. Nella scorsa stagione non ho potuto troppo ampliare i quadri più per cause oggettive che per i miei specifici pallini. Poi nell'estate ci siamo dati da fare, abbiamo operato qualche acquisto, sono venuti Borgo, Inselvini ecc. e la Lazio è diventata forse più forte, più tutelata nelle sue possibilità .. Signor Maestrelli: vi siete sbarazzati del Cesena togliendovi un altro sfizio. Il Cesena vi aveva sempre dato fastidio nella stagione prima di ieri. Ora comincia la settimana importante .. Direi che il Cesena anche ieri ha dimostrato d'essere formazione ben attrezzata. Sono servite due prodezze personali, anzi un opportunismo e una prodezza, per sbloccare una sfida che col passare dei minuti poteva diventare sempre più difficile e arruffata. Ora siamo qui a capo di altri sette giorni e speriamo bene. Per me il campionato si vince e si perde ogni domenica, mi sembra di averlo già evidenziato ... . Diciamo che le concorrenti più terribile sono rimaste Napoli e Juventus. Il Napoli soprattutto, secondo alcuni. Bah, è difficile da stabilire; Per quanto mi riguarda ho sempre temuto il Napoli. Mi pare che dissi alla fine del girone d'andata che il Napoli era stata la squadra capace di metterci meglio il bastone in mezzo alle ruote. Ho anche detto che in aprile, allorché giocheremo al San Paolo, sapremo qualche cosa di più concreto in relazione a questo scudetto di cui tanto si parla. Noi continuiamo a vivere alla giornata. Non abbiamo paura di niente, ma allo stesso tempo non sottovalutiamo nessuno. Questo è anche il campionato degli scherzi che non t'aspetti tipo Vicenza a San Siro .... Nell'andata contro l'Inter la Lazio pareggiò proprio per voler strafare. Dopo il gol di Chinaglia infatti si volle dare spettacolo, col risultato di patire la zuccata di Bedin, Era un'altra Lazio quella?. Direi che i giocatori sono sempre quelli, solo che questo a punto da Pulici, a quelli della panchina sono convinti di poter reggere. Una fuga lunga, grande così, destinata a finir bene. Solo io vivo settimana per settimana e cerco di dimensionare e sdrammatizzare Ieri è arrivato il primo gol di Nanni. Il mediano-gol della scorsa stagione potrebbe tornar utile nel concitato finale di stagione .. Nanni - risponde Maestrelli - ha modificato il suo gioco, non è che abbia improvvisamente dimenticato come si tira da mezza distanza. La botta da venti metri è il suo numero preferito, solo che ci sono degli schemi da rispettare. La Lazio non esalta i singoli ma il collettivo. Anche Chinaglia e Wilson sono in funzione del collettivo. Domenica potrebbe rientrare Re Cecconi e Inselvini per contro potrebbe congedarsi tornando nell'ombra in attesa di nuove chiamate. E' importante avere Re Cecconi a San Siro? Comincia una settimana e pertanto lavoreremo per trovare le scelte più opportune. L'Inter è in gran forma e ha cominciato una lunga rincorsa. Re Cecconi giocherà se potrà garantire al cento per cento il suo abituale rendimento. Inselvini, ormai, è uno della squadra e su nessun campo ormai potrebbe sballare. E' stato ampiamente collaudato. Con la sua umiltà e la sua diligenza ha fatto un po' la fortuna della Lazio nel periodo drammatico, allorché molti pensavano che tutte le cose belle dovessero finire crudelmente .

Tom Maestrelli passa e chiude. Da domani rientra con la Lazio nell'habitat di Tor di Quinto. C'è da preparare la prima delle ultime tre partite decisive. Secondo il pensiero comune infatti, superando il doppio esame di San Siro e San Paolo di Napoli senza danni, dopo trentadue anni Roma torna capoccia.

Martedì 12 Marzo

Chinaglia al campo di allenamento

Scrive La Stampa: La Lazio non ha neppure il tempo di gustare la vittoria sul Cesena e già si annuncia un altro scontro ben più impegnativo, sul terreno della lanciatissima Inter. Per la trasferta di S. Siro è in atto un'imponente mobilitazione di tifosi biancoazzurri, che raggiungeranno il capoluogo lombardo con treni, aerei speciali, pullman e auto con targhe dispari. I sostenitori laziali saranno capeggiati come al solito dal loro appassionatissimo presidente Lenzini. Al presidente è stato chiesto il consueto pronostico, ma stavolta Lenzini ha esitato. I gol di Boninsegna hanno messo in allarme la sua vena profetica sempre colorata di ottimismo. « Sarà dura — ha commentato con voce preoccupata —, io spero in un pareggio. Quest'anno la Lazio ha dimostrato che sa farsi rispettare da qualsiasi avversario ». Maestrelli, invece, sembra tornato sulla rigida posizione di prudenza che ha sempre caratterizzato il suo stile. Il trainer ha rispolverato il solito motivo: « Cerchiamo di andare avanti domenica per domenica ». Non ha potuto fare a meno, però, di pronunciarsi almeno su una delle avversarie che inseguono la Lazio: « Con la sconfitta di ieri — ha detto Maestrelli — credo che il Milan sia ormai tagliato fuori. Adesso sono rimaste soltanto Juventus e Napoli a minacciarci ». Quale delle due teme di più? « Fin dall'inizio del torneo pronosticai un Napoli protagonista. Attualmente è la compagine partenopea che ci preoccupa maggiormente, anche perché fra tre settimane dovremo incontrarla sul suo campo. La Juventus è stata molto fortunata a Genova. Ha segnato un gol strano, ha subito una rete annullata con decisione discutibile e Zoff ha parato un rigore ». Quasi certamente per domenica prossima la Lazio potrà recuperare Re Cecconi, oltre a Martini che ha scontato il turno di squalifica. Per Petrelli, invece non ci sono speranze. Maestrelli proverà Re Cecconi mercoledì prossimo nella partita Under 23. « La formazione l'ho già decisa — ha concluso il trainer ma non la conoscerà nessuno fino all'ultimo minuto. Per quanto riguarda l'Inter, spero proprio che Mazzola non giochi ». Un astuto tentativo per indurre Masiero a comportarsi diversamente. Evidentemente Maestrelli teme di più l'Inter che sembra aver trovato il filone del gol facile senza il suo discusso attaccante.

Mercoledì 13 Marzo

Scrive La Stampa: Re Cecconi ha giocato oggi la sua prima partita ufficiale, dopo l'infortunio alla caviglia sinistra che lo ha tenuto lontano per oltre due mesi dalla prima squadra. Il centrocampista è stato incluso nella formazione della Lazio » Under 23 » che ha disputato a Latina l'incontro di campionato contro la compagine locale. Il collaudo aveva un significato particolare. Maestrelli ha voluto accertarsi di persona se Re Cecconi è pronto per affrontare un duro impegno come si prospetta quello con l'Inter in programma domenica prossima a S. Siro. La presenza della mezz'ala azzurra e di altri giocatori della prima squadra come Franzoni, Facco e Moriggi ha suscitato l'entusiasmo degli sportivi che hanno gremito in ogni ordine di posti il piccolo stadio di Latina. Re Cecconi si è impegnato a fondo facendo leva come al solito sulle sue doti di generosità. Nei contrasti non si è tirato indietro, quasi a voler tranquillizzare se stesso sulla totale guarigione. Verso la fine del primo tempo il giocatore ha tentato anche una azione di forza incuneandosi nell'area del Latina, stretto fra tre avversari, che lo hanno atterrato senza tanti complimenti. Mentre l'arbitro sorvolava sul fallo da rigore, Re Cecconi rimaneva a terra stordito lasciando con il fiato sospeso Maestrelli e Lovati. Però si è rialzato quasi subito dimostrando con quel ruzzolone di aver superato anche il temuto handicap psicologico che lo frenava. Nella ripresa Re Cecconi è sembrato più disinvolto. Al termine di una sua caratteristica galoppata ha impegnato il portiere avversario con un bolide dal limite e a tre minuti dalla fine ha dato la vittoria alla sua squadra con un preciso tiro su calcio di punizione che si insaccava proprio all'incrocio dei pali. In precedenza avevano segnato Ceccarelli per la Lazio e l'ala sinistra del Latina Altobelli. Maestrelli non ha voluto pronunciarsi sull'impiego a San Siro del centrocampista. « Re Cecconi sta riacquistando la condizione con il passare del tempo — ha dichiarato il trainer — Oggi ha giocato abbastanza bene. Mancano ancora quattro giorni. Vedremo quale sarà la sua reazione dopo lo sforzo sostenuto oggi ». « Ho cercato di dosare le forze — è stato il commento della mezz'ala dopo la gara — evitando di spingere al massimo. Non ho accusato pause, sono freschissimo. Superato il timore iniziale, non ho tardato a riprendere confidenza con il tono agonistico della gara. Se Maestrelli decide di schierarmi contro l'Inter, io sono pronto. Considerata, però, l'importanza della partita, che potrebbe decidere in gran parte la lotta per lo scudetto, probabilmente il trainer biancoazzurro ci penserà due volte prima di rischiare. La prova di Re Cecconi è stata nel complesso positiva anche se si è notata nella sua azione una certa mancanza di ritmo. I dubbi sarebbero certamente caduti se la Lazio avesse dovuto affrontare un impegno meno severo, sul proprio campo. L'Inter non si può paragonare alla squadra delle riserve del Latina. A Milano ci sarà sicuramente da lottare. Non si esclude quindi che Maestrelli, con il ritorno di Martini che ha scontato il turno di squalifica, finisca per puntare sul sicuro, confermando cioè Inselvini nel ruolo di interno.

Giovedì 14 Marzo

Venerdì 15 Marzo

La Lazio è partita per Milano in treno. Purtroppo c'è da registrare uno spiacevole episodio che ha visto protagonisti alcuni giocatori. I giocatori della Lazio erano in attesa della partenza, quando furono avvicinati da un gruppo di tifosi che chiedevano gli autografi. Garlaschelli appoggiò un pacco che aveva in mano sulla macchina del signor Eugenio Roncari e poi tutti i giocatori si appoggiarono alla stessa vettura per poter firmare gli autografi. Alle proteste del Roncari nacque una discussione finita poi con una denuncia nei confronti dei giocatori della Lazio.

Sabato 16 Marzo

Domenica 17 Marzo

Battuta d'arresto per i biancazzurri che escono sconfitti 3-1 a san Siro contro l'Inter

Lunedì 18 Marzo

Scrive La Stampa: La Lazio perde colpi, ieri a San Siro ha passato un pomeriggio terribile. Alle bordate di un'Inter in piena salute fisica, anche se non trascendentale sul piano del gioco d'assieme, facevano eco (dopo il... confortante zero a zero del primo tempo) i gol juventini che arrivavano da Torino sull'onda delle radio portatili. I nervi a Chinaglia e colleghi non hanno retto. Scesa in campo già agitata da una contestazione interna che avrebbe posto alcuni atleti contro Maestrelli (colpevole di aver scelto Inselvini per lasciare D'Amico in panchina) la capolista ha finito per smarrire sempre più il senso del gioco. Chinaglia, il gigante, l'uomo forte, il trascinatore ha perso la testa per primo, ed è il primo colpevole del crollo della squadra. Contrariamente al solito, è rimasto piantato in mezzo all'area di rigore quasi volesse evitare a Facchetti di avanzare. Ma rinunciando al suo solito movimento, ha finito per fare il suo danno, rimanendo surclassato dall'avversario.. Il cedimento psicofisico del centravanti è un po' lo specchio della situazione generale. Anche se alcuni suoi avanzamenti sono parsi più generosi che realmente efficaci, il più calmo è parso Wilson. Lo stesso Pulici — solitamente freddo — ha alternato momenti felici con incertezze clamorose, come quella che è costata il secondo gol, quello del due a zero, della mazzata. Adesso Maestrelli deve correre ai ripari, con l'aiuto del presidente Lenzini, debbono ridare tono in campo e calma (in campo e fuori) a giocatori che sembrano mostrare la corda dopo due stagioni di ottimo football. E' paradossale che la squadra abbia ceduto proprio nella giornata del rientro di Re Cecconi (non ancora al massimo, ovviamente, ma già buono) e di Martini, ovvero dei pilastri della manovra, assieme a Frustalupi. Il fatto è che tutti, indistintamente, hanno mostrato nel caldo pomeriggio primaverile di San Siro un notevole appannamento fisico. Forse la capolista sta pagando il fatto di non possedere dei cambi validi. Inselvini in questo periodo ha fatto quanto ha potuto, ma gli altri si sono spremuti per sopperire all'assenza di Re Cecconi al punto da essere svuotati proprio adesso che il centrocampista titolare è pronto a rifare la sua parte. Poco protetta dal centro, campo, infilato specialmente sulle fasce laterali dalle proiezioni offensive di Fedele, Bertini e Bedin, la difesa biancazzurra ha vacillato spesso, e nel finale solo il nervosismo e la sfortuna di Boninsegna, unite alla bravura di un Pulici tornato pronto nei riflessi, le hanno evitato un passivo maggiore. Il Pulici del finale, Wilson, Re Cecconi (che è ovviamente destinato a progredire) e D'Amico sono parsi gli unici della Lazio in condizioni efficienti. Gli altri un mezzo disastro, con Chinaglia maggior delusione. Se la Juventus riesce a far sentire per qualche domenica i suoi passi... spietati alla capolista, è probabile che Long John e compagni finiscano per « saltare per aria», pagando la lunga inevitabile usura della corsa di testa. Se, al contrario, Maestrelli saprà raddrizzare la barca, potrà tranquillamente fregiarsi del titolo di mago. Quanto si è visto a San Siro fa pensare che il suo compito sia davvero difficile.


Mesto ritorno da Milano dei giocatori della Lazio, usciti assai scossi dallo scontro con l'Inter e dalle aspre polemiche che sarebbero sorte all'interno della squadra prima e dopo la sconfitta con i nerazzurri. Maestrelli (non è la prima volta) si è messo subito al lavoro con pazienza. Il trainer è rimasto a lungo, stamane, nella sua stanzetta a Tor di Quinto dedicandosi ad una scrupolosa lettura dei giornali. Quindi ha chiamato a rapporto prima Wilson e poi Chinaglia con i quali si è intrattenuto complessivamente per circa due ore. Nulla è trapelato degli argomenti che sono stati discussi. E' chiaro, tuttavia, che deve essere stato concertato un piano mirante a ridimensionare gli episodi accaduti durante la trasferta milanese. Maestrelli fa in pieno il suo dovere di uomo onesto che crede nel faticoso lavoro che gli ha procurato tanti meriti e fa bene a difenderlo. Ma i nervosismi che rischiano di minare le fondamenta della squadra restano. Riferendosi all'episodio che ha rivelato più di altri il disagio psicologico dei giocatori (pallone spedito con rabbia da Chinaglia fuori campo al momento di centrare la palla dopo il terzo gol dell'Inter) il trainer ha così iniziato la difesa dei suoi uomini: « E' stato un attimo di nervosismo, può capitare a tutti. Tengo, però, a chiarire che prima dell'incontro non c'è stato alcun battibecco sulla scelta della formazione. La verità è che i miei giocatori hanno sentito troppo la gara, Il gol incassato a freddo ha contribuito ad aumentare la tensione. E' stata inventata di sana pianta tutta una serie di episodi che mi amareggiano. Non esiste alcun contrasto fra i giocatori. Ho letto su qualche giornale che ci sarebbero state violente discussioni, sabato sera, quando ho comunicato lo schieramento. Per mia abitudine gli atleti conoscono soltanto a mezzogiorno della domenica le mie decisioni. Condivido le critiche alla squadra che non ha giocato secondo il solito standard. Ma non ammetto che venga falsata la verità. La sconfitta, anche se ci amareggia, sarà una preziosa esperienza per noi. La Lazio ha sempre saputo reagire. Dicono che siamo ormai cotti. Anche lo scorso anno molti ebbero questa impressione e invece fino a due minuti dalla fine del campionato eravamo ancora in corsa per il titolo ». Il trainer non deve essere stato tenero neppure con i suoi giocatori. Si è capito dall'autocritica di Wilson, espressa senza mezzi termini: Abbiamo incontrato una grande Inter — ha detto il capitano — però i suoi gol sono stati il frutto dei nostri errori ». — E' vero che Chinaglia ha rimproverato voi difensori con parole aspre? « Se abbiamo commesso delle ingenuità, queste sono da addebitarsi a tutta la squadra ». — Si parla di clan esistenti in seno alla Lazio. Almeno sette di noi posseggono una spiccata personalità — ha replicato con tono duro Wilson — ecco dimostrata, quindi, l'assurdità di tali voci. Piantiamola a voler creare a tutti i costi drammi che non esistono. Il fatto concreto è che noi abbiamo ancora due punti di vantaggio sulla Juventus ».


Martedì 19 Marzo

Chinaglia in allenamento del 19/03

Scrive La Stampa: Due giorni non sono stati sufficienti a Giorgio Chinaglia per sbollire la rabbia. La sconfitta di S. Siro brucia ancora al centravanti laziale che stamane, alla ripresa degli allenamenti a Tor di Quinto, ha rotto improvvisamente il silenzio che si era imposto, lanciandosi in una violenta requisitoria verso i compagni di squadra. L'inattesa esplosione polemica di Chinaglia dà corpo alle voci di un diffuso nervosismo che serpeggia fra i biancoazzurri. Forse si è trattato di uno sfogo causato da un momento di amarezza. Giorgio, come tutti i campioni di razza, spesso non riesce a frenare il suo istinto esuberante quando gli sfugge un traguardo di prestigio. Tuttavia non si può sottovalutare la gravità delle sue affermazioni che mettono a fuoco l'attuale situazione interna della capolista. « E' inutile illudersi — comincia Chinaglia — la Lazio non è più quella di prima. A Milano si è vista una squadra fragile sul piano del carattere, incapace di reagire. Per tutto il primo tempo non abbiamo tirato in porta neppure una volta ». « Siamo tornati — ha proseguito il centravanti — indietro di un anno. Sono emerse tutte le sfasature che ci impedirono di conquistare il titolo. Abbiamo incontrato una fortissima Inter, non lo discuto. Ma la Lazio, compreso me sia ben chiaro, non è riuscita a fare nulla per evitare la brutta figura. Ci siamo comportati come l'anno scorso a Napoli, nell'ultima giornata, quando siamo andati a fondo perdendo l'ultima occasione per lo scudetto senza tentare neppure la più timida difesa ». Quali sono i motivi del presunto cedimento? Chinaglia evita una risposta precisa, non fa nomi, ma si intuisce facilmente che è in aperta guerra con i centrocampisti: « A S. Siro non sono mai stato messo in condizione di creare qualche pericolo alla porta interista. Ho tentato ripetutamente di smarcarmi, di scattare. Niente. Non è facile in queste condizioni restare calmi ». Una vittoria domenica prossima sul Cagliari, magari con un gol di Chinaglia, contribuirebbe a rimettere le cose a posto? Giorgio non ha la minima intenzione di fermarsi. Ormai è lanciato, vuota il sacco fino in fondo. « Non saranno gli eventuali successi — prosegue a cancellare i problemi. A parte il fatto che le gare saranno tutte difficili per noi, non esistono più validi presupposti per poter puntare allo scudetto ». — Si è detto finora che il segreto dei successi laziali ha come basi l'entusiasmo, l'armonia che regna fra i giocatori. Maestrelli ha sempre parlato di una famiglia unita. « E' vero — replica Chinaglia — adesso però, non esiste più niente di tutto questo. Anche l'anno scorso dissi che qualcosa non girava nella squadra. Come allora, anche adesso il mio pessimismo è ragionato. I fatti, purtroppo, mi hanno dato ragione. Se non riusciremo ad imboccare una strada diversa la stagione rischia di chiudersi con un'altra delusione ». La « sparata » di Chinaglia, giunta come un fulmine a ciel sereno in un clima già teso, rischia di esasperare ancora di più l'ambiente laziale in un momento molto delicato del suo campionato. A Milano, prima e dopo la partita con l'Inter, si era parlato di un vivace scontro fra i giocatori. Maestrelli, intuendo il pericolo, aveva tentato di ricucire pazientemente le maglie di una situazione che rischiava di sfuggirgli di mano. Ci era quasi riuscito. Quando sembrava ormai che gli atleti avessero dimenticato la brutta avventura milanese per prepararsi ai futuri impegni, è saltato fuori l'esuberante centravanti biancoceleste a mettere in piazza fatti gelosamente nascosti. La « famiglia laziale », ammirata da tutti per la sua armonia, rischia di trasformarsi in una polveriera. Infatti, secondo voci che circolano nell'ambiente biancoazzurro, non sarebbe soltanto Chinaglia il pomo della discordia. Esisterebbero dissidi anche fra i suoi compagni. Molti di loro si sarebbero opposti all'affrettato ritorno di Re Cecconi; altri avrebbero visto volentieri la conferma di D'Amico e l'esclusione di Inselvini. Probabilmente la vicenda aveva all'inizio dimensioni modeste La secca sconfitta con l'Inter ha fatto precipitare la situazione.

Mercoledì 20 Marzo

Scrive La Stampa: Le aspre critiche rivolte da Chinaglia ai suoi compagni della Lazio sono al centro dei commenti degli ambienti sportivi della capitale. Stamane a Tor di Quinto c'era una piccola folla di giornalisti in attesa di conoscere le reazioni di Maestrelli e della società. Il trainer. dopo un riservato scambio d'idee con il centravanti e con il portiere Pulici, che ieri aveva assistito allo sfogo di Chinaglia, ha tentato per l'ennesima volta di calmare le acque. Si è capito, però, che il dialogo fra Maestrelli e Chinaglia non deve essere stato molto tranquillo. Il tecnico appariva tirato, non riusciva a nascondere la sua amarezza. Ha cercato di difendere il focoso giocatore mettendo in risalto come egli non sappia frenare il suo istinto quando la squadra perde. Lo comprendo il suo stato d'animo — ha commentato Maestrelli —, però c'è stato ugualmente un fermo richiamo. Non credo che in futuro Chinaglia parlerà più in questo tono ». — Ci saranno provvedimenti disciplinari da parte della società? - Questi sono fatti nostri — ha replicato seccamente il trainer —, adesso è importante chiudere questa vicenda ». E' il solito discorso generico che non contribuisce a chiarire una situazione che permane tesa. Coerente con quanto aveva dichiarato ieri, Chinaglia ha ribadito le sue accuse anche dopo l'incontro con Maestrelli.

Giovedì 21 Marzo

Lo stress causa "vittime" illustri Motivi d'allarme per la Lazio Rocco: "Subito una vittoria per la capolista, oppure le bizze di Chinaglia rischiano di contare più dei suoi gol" - Giagnoni: "E' sempre e soprattutto una questione di morale" Nel dopoguerra il massimo campionato di calcio ha fatto registrare alcuni crolli clamorosi delle squadre di testa e, parallelamente, alcune rimonte miracolose delle inseguitrici. Protagoniste di questi incredibili cedimenti sono state il Milan (tre volte) e l'Inter. L'Inter, per contro, ha all'attivo due rimonte e altrettante ne ha collezionate la Juventus. Perdere a Milano, contro un'Inter in gran forma, rientra nella normalità ma è il modo con cui la Lazio è stata sconfitta e certi «scatti» di alcuni suoi elementi (vedi Chinaglia) che suscitano allarme. E' possibile che la sconfitta di domenica scorsa abbia conseguenze sul rendimento della Lazio e «freni» lo slancio della squadra di Maestrelli? I precedenti non mancano e hanno fatto vittime illustri. La Lazio saprà riprendersi? E come è possibile che una squadra possa avvertire, di colpo, un'«impasse» nel motore, perdere terreno? Su questo argomento abbiamo intervistato due personaggi, temporaneamente usciti dalla scena del campionato: Nereo Rocco e Gustavo Giagnoni. Rocco, soprattutto, può parlare per esperienza personale. Il tecnico triestino nega, però, che il Milan sia crollato nella scorsa stagione. «Ci sono attenuanti plausibili — spiega —: bastava che la Federazione ci consentisse di rinviare di qualche giorno la partita di Verona e lo scudetto l'avremmo vinto noi. La Lazio è nelle condizioni del Milan? « E' presto per dirlo. Finora è stata miracolosa. Malgrado le continue "baruffe" tra i giocatori, Maestrelli è riuscito a sistemare tutto e la domenica, in campo, la squadra tornava ad essere unita e a fare I risultati. Domenica, a San Siro, Chinaglia si è reso protagonista di un episodio poco simpatico, poi ha fatto dichiarazioni polemiche, ha mosso accuse ai compagni. Nella Lazio solo lui si concede questi atteggiamenti. Forse è troppo viziato. Se la Lazio riesce, contro il Cagliari, ad ottenere una vittoria convincente, torna la squadra da battere, altrimenti le bizze di Chinaglia conteranno più dei suoi gol. Non è il caso di fare drammi per la sconfitta con una grossa Inter. Però qualcosa si è inceppato nella Lazio. Per esempio, non ho capito perché Nanni sia rimasto fuori nella ripresa contro l'Inter. Nanni è uno dei pilastri della squadra. La risposta varrà dalle prossime partite ». Esperienza Giagnoni ricorda che anche la Juventus, due anni fa, accusò un calo dopo la malattia che mise fuori combattimento Bettega: consentì al Torino di recuperare sei punti, ma poi si riprese: La Lazio si riprenderà? « La Lazio merita la posizione che occupa e bisogna aspettare prima di dire se la sua parabola ha già raggiunto il culmine. E' la capolista ed è braccata dalle avversarie. Sono sorte polemiche in questi giorni e la società deve cercare di tamponarle, ma può riprendersi. Il pericolo di un crollo esiste, perché il vento potrebbe essere favorevole a chi insegue ».

Venerdì 22 Marzo

Sabato 23 Marzo

Contro il Cagliari Maestrelli schiererà la formazione tipo con la conferma di Re Cecconi e il rientro in squadra di Petrelli in difesa e D'Amico. In panchina dovrebbero andare Moriggi, Polentes e Franzoni. Confermata la presenza in tribuna del Principe Ranieri di Monaco e del figlio Alberto che si trovano a Roma.

Domenica 24 Marzo

Vittoria per 2-0 in casa contro il Cagliari

Lunedì 25 Marzo

Maestrelli torna a sorridere dopo la burrascosa settimana che ha preceduto la partita Lazio-Cagliari. I due punti, anche se conquistati con una prova poco esaltante, costituiscono un argomento validissimo per mettere a tacere le polemiche. Questa è l'impressione che sì ricava sul piano ufficiale. Il provvisorio armistizio, sottoscritto dai focosi biancoazzurri, potrebbe tornare in discussione a cominciare da domenica prossima se il derby con la Roma non frutterà un risultato positivo. Al momento il pensiero è rivolto al turno di Coppa Italia con la Juventus, in programma a Torino mercoledì prossimo. Non sembra, però che i laziali vogliano prendere sul serio questo confronto. Si rinnoverà quindi uno dei tanti duelli-farsa che caratterizzano il torneo di quest'anno, soffocato dal campionato. Come era facilmente prevedibile, la Lazio schiererà al Comunale una formazione totalmente rimaneggiata. In fondo i biancocelesti, più che mai in lotta per il titolo, hanno ragione a non rischiare forze preziose in questo momento delicato del torneo. Dovrebbe essere la Lega a preoccuparsi di trovare una formula diversa. Contrariamente alle sue abitudini, Maestrelli ha già fatto conoscere lo schieramento che affronterà la Juventus. La comitiva sì metterà in viaggio per Torino in aereo domani pomeriggio alle 16,50. Chinaglia non avrebbe voluto mancare all'appuntamento con i bianconeri, però Maestrelli si è visto costretto a rifiutare la sua richiesta. Il trainer si preoccupa per il derby ed ha quindi deciso di lasciare a Roma anche altri titolari importanti. « Non è vero che snobbiamo la Coppa Italia — ha detto Maestrelli stamane, rivelandosi poco abile nel nascondere la verità —, un risultato di parità con la Juventus ci potrebbe consentire di sperare ancora nella qualificazione per la finale. Utilizzerò Re Cecconi e Petrelli perché hanno bisogno di giocare per recuperare in pieno la loro condizione fisica ». Il discorso si è spostato sul campionato. Maestrelli, accennando alle critiche sulla prestazione della Lazio contro il Cagliari, ha parlato di logoramento psichico, inevitabile per una squadra che si trova in testa dall'inizio del torneo. Il tecnico non è d'accordo sul presunto calo di gioco e di forma di cui sarebbe rimasta vittima la Lazio, anche se ha dovuto riconoscere che qualcosa ieri non ha funzionato. Quanto alla Roma, i giallorossi, tornati da Napoli con un prezioso pareggio, sì preparano ad affrontare in euforia la Lazio in uno dei derby più attesi della storia calcistica della capitale. I biglietti per assistere al confronto sono quasi esauriti. Sono rimasti soltanto pochi posti di curva e tribuna Tevere non numerata.

Martedì 26 Marzo

La Lazio, giunta a Torino, ha un punto in più della Juventus ma snobba chiaramente la Coppa Italia. Maestrelli ha lasciato a casa sette titolari: Pulici, Martini, Wilson, Garlaschelli, Chinaglia, Frustalupi e Oddi. Anche la Juventus si adegua facendo riposare Spinosi, Cuccureddu, Furino e Anastasi. Avendo saputo che Chinaglia non sarebbe stato utilizzato, Vycpalek ha deciso di concedere una pausa anche ad Anastasi e di rilanciare il giovane Musiello, in coppia con Bettega, con Altafini in panchina. L'atteggiamento dei due allenatori si spiega con gli impegni che Lazio e Juventus hanno in calendario domenica: due derby. Maestrelli preferisce non rischiare alcuni elementi base. Re Cecconi e Petrelli giocano perché sono in rodaggio — dice Maestrelli — ma dovranno essere prudenti. Proprio in Coppa Italia, a Palermo, si era infortunato Re Cecconi. La Lazio, in mediana, lancia il giovane Borgo giudicato il miglior giocatore al torneo internazionale di Viareggio. Borgo è cresciuto, come Re Cecconi, nelle file della Pro Patria. Maestrelli spera che i... resti della Lazio riescano a strappare un pareggio al « Comunale.

Mercoledì 27 Marzo

In Coppa Ialia la Lazio perde a Torino contro la Juventus per 3-0

Giovedì 28 Marzo

La sconfitta della Lazio in Coppa viene archiviata senza molti commenti. Maestrelli non si turba più di tanto, accetta il risultato, ma lo discute: «Poteva Unire 3 a 2 per la Juventus o anche 3 a 3. Non siamo stati fortunati ». Oggi però la Coppa è fuori di moda. Si parla del derby, in rapporto però con le risultanze della gara con la Juventus. Maestrelli difende i suoi titolari che in effetti non hanno brillato molto di fronte ai bianconeri. Dice: « Avevo dato precise disposizioni a Re Cecconi ed a Petrelli. Non dovevano rischiare, ma giocare in "souplesse", correre, ma non strafare. Sono abbastanza soddisfatto di loro. A Nanni ed a D'Amico, assai più giovani, avevo lasciato maggior libertà, ed i due ragazzi mi hanno pienamente convinto ». Dopo questi giudizi verrebbe da pensare ad una conferma della squadra titolare, ma il trainer laziale è assai prudente: Ho tempo per decidere, non precipitiamo gli eventi . Del resto tutti i giocatori più bravi sono a posto. Non si vede perché Maestrelli dovrebbe cambiare squadra. C'è chi sostiene che alcuni atleti di prima squadra accusino una certa fatica, ed a conferma di questa tesi si ricorda come solo quattro titolari siano stati impegnati in Coppa Italia, come stamane l'allenamento sia stato leggerissimo e come nessuno tra i candidati per domenica sia stato impiegato nella formazione Under 23 per la gara contro il Sorrento. Maestrelli si dice tranquillo, i giocatori sembrano sicuri. Solo Chinaglia ha qualche dubbio: « Non faccio pronostici perché non voglio creare polemiche. Il clima del derby è già troppo acceso per attizzare il fuoco con dichiarazioni inopportune ». Wilson pare certo della vittoria laziale. Frustalupi è tranquillo: « Sono un veterano nei derby. Prima a Genova, poi a Milano ed ora a Roma. Per me sono partite come tutte le altre ». Come abbiamo già accennato, la formazione laziale non dovrebbe mutare rispetto a quella solita: Pulici; Petrelli, Martini: Wilson, Oddi, Nanni; Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico. Negli ambienti laziali si dice che arbitrerà Gussoni.

Venerdì 29 Marzo

Tifosi riuniti in una delle cene prima del derby

Tutto è pronto ormai per l'atteso derby, che potrebbe addirittura decidere il campionato. I biglietti sono praticamente esauriti. Si parla di un incasso di quasi 250 milioni e i tifosi intrecciano scommesse, anche le più strane. E' la storia di sempre, ma stavolta la Lazio «gioca» il suo campionato mentre la Roma mette in palio il prestigio e la supremazia cittadina per concludere bene una stagione piuttosto sfortunata. Non c'è dubbio che domenica l'Olimpico sarà tutto esaurito per la festa dello sport romano. Si preparano le armi e si discute. Sull'argomento derby, sulle previsioni di chi vincerà, sono già intervenuti i dirigenti, i tecnici e i giocatori. Noi abbiamo voluto ascoltare anche la voce dei tifosi invitando nella nostra redazione romana i presidenti o gli esponenti dei clubs delle due parti, scegliendoli nei vari quartieri della città e della immediata periferia. Per la Lazio hanno aderito alla « tavola rotonda »: Gino Camiglieri, impiegato, presidente dei clubs biancoazzurri; Giacomo Battistoni, impiegato, dell'Eur laurentino; Fernando Fedeli, macellaio, per la borgata Focaccia; Benedetto Ouagliotti, vigile notturno, per Casal Bertone; Bruno Cotti, artigiano, per la zona del Trionfale. Per i clubs giallorossi c'erano: Claudio Mercuri e Elio Ceccarelli, impiegati, per il Nomentano; Pietro Morrone, impiegato, per la Garbatella; Gianfranco Belli, operaio, club Fedelissimi viale Marconi; Luigi Giovenchi, operaio, per il Forte Bravetta; Mariano Papaleo, impiegato metalmeccanico, per il S. Lorenzo; Aldo Sbaffo, bancario, di Santa Marinella. Era rappresentata praticamente tutta Roma sportiva. In cagnesco Sono arrivati dopo i tifosi della Lazio e quasi non hanno salutato i loro colleghi romanisti a dimostrazione di un clima di tensione, del resto giustificato, in queste ore di vigilia. Le prime battute sono state piuttosto polemiche e soltanto nel prosieguo del discorso il ragionamento si è fatto più pacato al punto che uno di loro, naturalmente di fede giallorossa, ha parlato di « Nord-Sud » quasi per ammettere la possibilità di accettare uno scudetto laziale in contrasto con i grandi clubs di Milano e di Torino. Una ammissione a denti stretti subito contrastata da tutti gli altri: « Lo scudetto sì al Sud, ma non alla Lazio ». Ma andiamo con ordine. La prima nostra domanda era: che significato ha questa partita? La prima risposta è stata dei romanisti. Papaleo e Giovenchi hanno detto: Abbiamo subito per troppo tempo; per noi è la partita della resurrezione. Questa volta faremo male al nostri cugini. A rafforzare questa tesi è intervenuto Morrone: « Vivo in un quartiere popolare. Sono due anni che aspettiamo questo momento e ci prenderemo la rivincita. Sbaffo: « Maestrelli quando giocava nella Roma perdeva sempre con la Lazio. Oggi che allena la Lazio vince sempre contro la Roma. Sfateremo questa tradizione ». Separati naturalmente i laziali sono stati di parere opposto, non disdegnano una polemica su presunti incidenti accaduti in circostanze analoghe e accusando i romanisti di violenze. « Per questo — ha dichiarato il presidente dei clubs biancoazzurri Camiglieri — lasciate a noi la curva nord e prendetevi tutto il resto dello stadio. Eviteremo così incidenti » i romanisti hanno accettato. Così, questa «tavola rotonda », potrebbe essere servita a portare le due fazioni in settori opposti. A proposito della partita si è notata una certa sicurezza fra i laziali: «O dimostrate di accontentarvi di un pareggio, oppure vi daremo due gol ». Curiosa la dichiarazione di Quagliotti il quale ha affermato come la Roma sia in ritardo di due mesi e mezzo rispetto alla Lazio. Sulle recenti e discusse prestazioni dei biancoazzurri, Cotti e Fedeli hanno respinto la nostra domanda se la Lazio sia attualmente in regresso. Hanno detto: Sono leggere flessioni che ogni squadra lamenta in un torneo logorante come il nostro. Non abbiamo alcuna preoccupazione. La reazione dei romanisti è stata immediata. Per Morrone, Papaleo e Sbaffo, la « Lazio è scoppiata ». Il discorso si è acceso quando abbiamo chiesto ai nostri interlocutori se ritengono la Lazio veramente una grande squadra. Si sono uditi dei ' no ' secchi, frammisti ad alcune precisazioni come quella di Sbaffo che ha giudicato la Lazio « una buona squadra, ma non all'altezza dei grandi clubs del Nord ». Pacato anche l'intervento del laziale Camiglieri: « Non siamo ancora abituati ai grandi traguardi. Però mi sembra esagerato affermare che la Lazio sia inferiore a Juventus, Inter e Milan ». I giudizi su Liedholm e Maestrelli sono stati egualmente elogiativi. I laziali hanno detto che Maestrelli « ha fatto bene. I risultati confortano il suo lavoro. Siamo primi in classifica ». Per i giallorossi lo « svedese » ha fatto quello che ha potuto. « Da quando ha preso in mano le redini della squadra, la Roma nei girone di ritorno ha conquistato tanti punti come la Lazio ». Era venuta l'ora dei pronostici e la domanda non poteva che interessare la lotta per lo scudetto. Chi vincerà, la Lazio, la Juventus o l'Inter? Il tifo è tornato ad esplodere. I romanisti Belli e Giovenchi hanno detto: « Per noi lo vincerà la Juventus ». La reazione laziale è stata immediata: « lo scudetto è nostro. Nessuno ce lo toglierà ». Non poteva mancare la nota di colore portata da Sbaffo: «Ho scommesso con i laziali cento cene. Chi perderà, sarà costretto a servire le vivande indossando un mantello con i colori della squadra avversaria. Il convivio è fissato per domenica alle ore 20,30 a Santa Marinella. Come chiusura il pronostico sulla partita: per tutti i giallorossi presenti, vincerà la Roma con il massimo di due gol di scarto. Inutile dire che di parere opposto sono stati i laziali che — salvo il presidente dei clubs biancoazzurri Camiglieri, che ha previsto un pareggio per zero a zero — si sono pronunciati per un successo degli uomini di Maestrelli sia pure con il minimo scarto. La discussione si è conclusa con un simpatico brindisi. Le polemiche stavano ormai spegnendosi in un clima divenuto cordiale. Romanisti e laziali hanno alzato i calici inneggiando alle loro squadre, felici di essersi incontrati, di aver confrontato le loro idee sull'argomento appassionante del derby. « Siamo grati a "La Stampa" — hanno detto infine — che ci ha fornito questa occasione. Purtroppo a Roma iniziative simili non vengono mai prese. E' la prima volta, infatti, che viene offerta a noi tifosi delle due sponde la opportunità di parlare intorno ad un tavolo ». I nostri simpatici interlocutori domenica torneranno ad essere nemici sugli spalti dell'Olimpico. E' normale. Ma noi speriamo che il ricordo di un dialogo franco e sereno, un'arma civile che spesso riesce perfino ad evitare le guerre, riesca a contenere le esuberanze mettendo al bando la violenza che non ha niente in comune con lo sport.

Sabato 30 Marzo

Si arriva all'albergo-ritiro della Lazio con venti minuti di macchina. La località è isolata, c'è silenzio, piove, ma non fa freddo. Su uno spiazzo verde e umido Maestrelli guida i più solerti biancoazzurri nell'allenamento di rifinitura. I più stanno o riposando o pigramente leggendo: sul prato scalpitano Chinaglia, Wilson, Oddi e Franzoni. Chinaglia è l'ultimo a lasciare, vuol prepararsi bene, poi si infila nei lunghi corridoi dell'albergo sudato ma soddisfatto: « Siamo pronti a giocare la partita che potrebbe essere decisiva. Non faccio mai pronostici penso però che se dovessimo battere la Roma il campionato sarebbe nostro. Gli altri si smonterebbero, convinti che la Lazio sia irraggiungibile. A noi basterebbe anche un pareggio, ma faremo tutto per vincere ». Gli chiediamo cosa pensa del derby torinese. Chinaglia non ha dubbi: « Tra noi e la Juventus c'è una netta differenza: a noi basta un pari con la Roma, loro invece devono battere il Torino. Da ciò nascono le nostre speranze ». Interviene Wilson e focoso come sempre sbotta: « Ale Toro ». Poi, forse pentito aggiunge: « Ne abbiamo diritto. Questa Juventus ci disturba un po ». Anche il capitano biancoazzurro non vuol parlare di pronostici, assicurando però i suoi tifosi che « la Lazio farà di tutto per vincere ». Sentiamo Re Cecconi che tra tutti appare il più pacato: » La Lazio sta disputando un buon campionato. Penso proprio che sia l'anno buono. Prendiamo ad esempio la partita di domenica scorsa con il Cagliari. Non abbiamo giocato bene, ma abbiamo vinto, e quando si superano senza danno giornate così brutte, vuol dire che è l'anno-si ». Maestrelli (forse il meno tranquillo di tutti) si forza di entrare nel personaggio: Giocheremo per vincere. Ne abbiamo i mezzi. I miei sono in buone condizioni di forma . Vogliamo ricordargli che qualcuno parla di regresso se non addirittura di una piccola crisi. Il trainer respinge l'accusa: " Ma che crisi, ma che regresso. Al massimo si potrebbe accettare il discorso su un certo logorio psicofisico, dovuto alle difficoltà del primato. Contro di noi tutti si battono alla morte, per la Lazio non ci sono partite tranquille ». Portiamo il discorso sulla Roma. Maestrelli giudica così la squadra giallorossa: « Liedholm ha fatto bene ed ora la Roma è in pieno ricupero. Penso che sia forte a centrocampo. I nostri avversari usano creare una ragnatela di gioco, difficile da spezzare. Comunque noi cercheremo di non perdere l'iniziativa in modo da poter sfruttare la nostra superiorità tecnica ed il nostro ritmo ». Arriva la notizia che arbitrerà Gonella. I laziali sono tutti soddisfatti. Considerano Gonella « un arbitro amico ». Forse perché è di Torino ma notoriamente non simpatizza per la Juventus.

Domenica 31 Marzo

Derby ai biancazzurri che battono i giallorossi per 2-1