Domenica 10 settembre 2017 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 4-1

Da LazioWiki.

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10 settembre 2017 - Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, III giornata - inizio ore 16.00 (previsto inizialmente ore 15.00)


LAZIO: Strakosha, Wallace (15' Bastos), de Vrij, Radu (80' Luiz Felipe), Basta, Parolo, Leiva, Milinkovic, Lulic (65' Lukaku), Luis Alberto, Immobile. A disposizione: Guerrieri, Vargic, Patric, Marusic, Crecco, Murgia, Di Gennaro, Palombi, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.

MILAN: G. Donnarumma, Calabria, Musacchio, Bonucci, Rodríguez, Kessié, Biglia, Montolivo, Suso (73' Bonaventura), Cutrone (55' Calhanoglu), Borini (56' Kalinic). A disposizione: A. Donnarumma, Storari, Abate, Antonelli, Zapata, Romagnoli, Locatelli, Mauri, André Silva. Allenatore: Montella.

Arbitro: Sig. Rocchi (Firenze) - Assistenti Sigg. Vuoto e Valeriani - Quarto uomo Sig. Guida - V.A.R. Sig. Massa - A.V.A.R. Sig. Aureliano.

Marcatori: 38' Immobile (rig), 42' Immobile, 48' Immobile, 50' Luis Alberto, 56' Montolivo.

Note: la gara, originariamente programmata per le ore 15.00 è stata posticipata alle ore 16.00 a causa di un forte nubifragio che ha colpito Roma nella mattinata. Esordio in serie A per Luiz Felipe Ramos Marchi. Espulso al 90'+3' Parolo per doppia ammonizione. Ammonito al 58' Lulic, al 70' Parolo, all'88' Bonaventura tutti per gioco falloso. Angoli: 3-5. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 40.000 circa.


Ciro Immobile, tripletta odierna per il bomber campano
Foto LaPresse
Wallace in azione di contrasto
Foto Getty Images
Il calcio di rigore trasformato da Ciro Immobile
Foto Fotonotizia
Luis Alberto e Ciro Immobile
Ciro Immobile alla conclusione
La terza rete del bomber biancoceleste
Foto Ansa
Senad Lulic
Lucas Leiva
I marcatori odierni della gara
Esultanza biancoceleste
Ciro Immobile con il pallone "da portare a casa" frutto della tripletta odierna
I "Primavera" a disposizione dell'allenatore: Crecco, Palombi, Murgia e Guerrieri
Il manto dello stadio Olimpico coperto dai teloni anti pioggia prima della gara

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Immobile grandina sul Milan. Tripletta di Ciro. Lazio travolgente, Montella dominato senza attenuanti. Luis Alberto completa la festa biancoceleste, per i rossoneri in gol Montolivo. Gara cominciata un’ora dopo per il maltempo".

Continua la "rosea": Passiamo alle cose reali. Inevitabile parafrasare lo slogan dell'estate milanista, densa di acquisti a suon di milioni. Piovono gol all’Olimpico, il Milan subisce un’imbarcata. C’era chi premeva affinché non si giocasse per il nubifragio che ha colpito Roma in mattinata, ma l’ondata di maltempo è passata e bene hanno fatto autorità, Coni e Lega a posticipare di un’ora l’inizio: problema risolto con poco, senza isterismi. La Lazio in Serie A non rifilava quattro gol ai rossoneri dal lontano 1999, nel quadro di un 4­-4. Stavolta vittoria piena. La partita ha detto una verità elementare: la Lazio è squadra consolidata, di forte identità; il Milan brancola nella foresta della vaghezza. Messosi alle spalle i trionfi agostani contro romeni di terza fascia e improbabili macedoni, incasellati i sei punti contro Crotone e Cagliari, non proprio Real Madrid e Barcellona, di fronte al primo avversario di spessore il Milan si è squagliato. Non bisogna però lasciarsi andare a sentenze anticipate. La classica batosta da cui apprendere e ripartire, lo schiaffo salutare che riporta sulla terra e abbassa il tasso di presunzione.

Il Milan è stato massacrato. I "montelliani" avevano cominciato bene, 10­-15 minuti iniziali in cui la Lazio era stata repressa nella propria metà campo. Non che i rossoneri avessero combinato chissà che cosa, ma si percepiva la pressione, la voglia di tenere "basso" l’avversario. Simone Inzaghi se ne è accorto e ha ordinato a Milinkovic-Savic e Luis Alberto di non cedere alla timidezza e i due, come già successo contro la Juve in Supercoppa, hanno minato autostima e sistema immunitario altrui. Il risultato si è sbloccato per via di un rigore su Luis Alberto, terzo episodio da moviola in area rossonera nel giro di quasi 40 minuti, il sintomo di un malessere. La gara si è poi incanalata verso la vittoria laziale col secondo gol di Immobile, bellissima girata ad esecuzione agevolata. Alla punta della Nazionale è bastato fare due passi indietro, per scoprirsi libero di preparare con calma e cura la prodezza di giornata. Una linea "seria", attenta e sincronizzata non difende così su un cross. Dov’era Calabria, responsabile per zona di campo? Come ha organizzato i suoi il leader Bonucci, avvistato in disperato tackle su Immobile quando il tiro era scoccato?

Neppure l’intervallo ha scosso i rossoneri. Nei primi quattro minuti della ripresa la Lazio ha stroncato ogni buon proposito milanista, prima con una scavallata di Lulic rifinita da Parolo e conclusa dall’Immobile-ter, poi con un contropiede vecchio stampo da area ad area, azione basica e di lungo raggio che ha portato al gol Luis Alberto e che si può subire in Prima categoria, non ad alti livelli. Eppure, se si guardano le analisi del match, la partita sembra che l’abbia telecomandata il Milan e sottolineiamo il "sembra". Chiariamo: non bastano buoni report per fare risultato. Montella ritorna a casa con quattro gol sul groppone e con tre indicatori di gioco a favore: possesso palla (60,1 contro 39,9), baricentro medio (59 metri contro 41,5) e vantaggio territoriale (63 a 37). Numeri che affondano le radici nel buon avvio rossonero e nella reazione d’orgoglio al 4-0, una serie di attacchi rabbiosi che hanno portato alla rete di Montolivo. Nella mezz’ora cruciale, tra la metà del primo tempo e l’inizio della ripresa, il Milan "tocchettava" senza costrutto e difendeva senza equilibrio, la Lazio imperversava con ripartenze alte e/o accelerazioni improvvise, a scoperchiare la profonda vulnerabilità rossonera in non possesso palla. Milan inerme nel momento in cui perdeva il pallone, incapace di reagire.

La chiave di volta usata da Inzaghi è stata la solita: Milinkovic e Luis Alberto doppiogiochisti, un po’ trequartisti e un po’ mediani, per cui la teorica superiorità numerica milanista in mezzo, tre contro due, si rovesciava in una inferiorità 3 contro 4, mentre sulle fasce Suso e Borini brillavano per latitanza e mancanze. Dai due attaccanti esterni non un cross pericoloso né un taglio come si deve. Non si capisce bene che cosa abbia in mente Montella, quale sia il suo ideale punto di arrivo, motivo per cui il Milan va rimandato, non bocciato. L’annuncio del passaggio alla difesa a tre, già in Macedonia, assomiglia a una mossa auto-protettiva, in attesa che il gruppo si formi e acquisisca conoscenze. Di sicuro qualcosa bisogna fare. Il campionato non aspetta e il Milan non può permettersi un’altra annata in rosso-grigio. Passiamo alle cose essenziali, grazie.


Il Corriere dello Sport titola: "Lazio come voli! Che spettacolo all’Olimpico. Un’altra lezione firmata da Simone Inzaghi e i suoi ragazzi con tutto lo stadio in festa. La squadra di Montella incassa quattro gol e la difesa traballa. Milan letteralmente annientato: dopo l’avvio rossonero, i biancocelesti alzano il ritmo e dilagano surclassando gli avversari".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: La Lazio è da sogno come la tripletta di Immobile, l’attaccante azzurro più in forma, tripletta e assist a Luis Alberto, ma non solo: è diventato un vero trascinatore. L’Olimpico applaude, quattro gol al Milan come non succedeva dal '99 (stagione scudetto), scavalcato Montella, schiantato l’ex Biglia, fischiatissimo dai suoi vecchi tifosi. All’alba del campionato sorride Inzaghi, di nuovo proiettato nei piani alti della classifica. Dopo l’impresa in Supercoppa con la Juve, un altro capolavoro. La candidatura Champions è scontata pensando di dover inserire ancora Nani e Felipe Anderson, ma l’allarme è suonato in difesa con l’infortunio di Wallace: dietro la coperta è corta e gli impegni con l’Europa League si moltiplicheranno. Per il Milan è una botta durissima, s’è vista una squadra lenta e forse troppo presuntuosa, palleggiava convinta prima o poi di trovare il varco giusto, ma era poco decisa e cattiva davanti, con spazi larghissimi nella fase difensiva. Immobile, accompagnato da Luis Alberto, Milinkovic e Lulic, entrava quando voleva nell’area di rigore rossonera. Bonucci e Musacchio sono stati travolti, Biglia camminava, lo stesso Kessié è apparso stordito e poco solido nei contrasti.

Montella, con il recupero di Romagnoli, punterà sulla difesa a tre, già invocata e annunciata ieri all’Olimpico, dove era persino spuntato un pallido sole dopo il nubifragio della mattinata, il rischio di rinvio della partita, alla fine spostata di un’ora per consentire ai tifosi di raggiungere lo stadio in una città sconvolta dal diluvio. L’avvio è stato rossonero, la Lazio per dieci-quindici minuti è rimasta raccolta nella propria metà campo, non concedeva corridoi liberi, ma non riusciva a ripartire bene. Inzaghi aveva costruito la fase difensiva per togliere respiro a Biglia e Bonucci con Luis Alberto e Immobile, Milinkovic guardava Kessié. All’intervallo Musacchio era il rossonero ad aver lavorato il maggior numero di palloni, ma la Lazio aveva vinto 25 duelli su 38 in mezzo al campo senza avvertire contraccolpi dopo l’uscita di Wallace (sostituito da Bastos) per infortunio. La svolta s’è consumata quando la squadra biancoceleste ha deciso di alzare il baricentro e di andare a pressare Bonucci e Musacchio nell’avvio dell’azione. Luis Alberto riceveva la palla tra le linee e il suo movimento era la chiave per aprire il gioco sulle corsie esterne. Lo spagnolo è andato vicino al gol su angolo, ha gridato al rigore per un contrasto con Musacchio e poi lo ha guadagnato al 38' per un intervento rude di Kessié. Immobile dal dischetto è stato lucidissimo, ha battuto forte e angolato alla destra di Donnarumma. Quattro minuti dopo è arrivato il raddoppio con un’azione travolgente.

La palla ha girato intorno all’area sino a quando Lulic non l’ha rimessa dentro da destra con un cross lungo sul secondo palo. Ciro si è avvitato e ha sbattuto di prepotenza e in mezza rovesciata in rete. Bonucci guardava, Donnarumma non ha avuto il tempo per intervenire. Sopra di due gol all’intervallo, l’Olimpico è andato in estasi con il terzo e il quarto gol in apertura di ripresa. Lulic ha sfondato sulla fascia sinistra, Parolo s’è inventato un tocco liberando davanti alla porta Immobile, così lucido da spiazzare Donnarumma che cercava di riguadagnare il centro della porta. Non c’è stato tempo di mettere la palla a centrocampo e il Milan, tutto sbilanciato in avanti, ha preso il quarto. Immobile se n’è andato in contropiede e ha servito Luis Alberto che stava arrivando di corsa, tocco dello spagnolo con Donnarumma in uscita e gol del 4-0. La Lazio, a quel punto, si è fermata. Montolivo, tenuto in gioco da Bastos, ha raccolto un tiro di Calhanoglu e ha infilato Strakosha. Montella aveva provato a rianimare il Milan inserendo il turco al posto di Borini e Kalinic per Cutrone, poi non si è ben compreso il cambio tra Suso (che stava creando qualche problema alla Lazio) e Bonaventura. Era impossibile riaprire la partita. Immobile e Lukaku nel finale hanno sfiorato la cinquina. E’ ancora presto per vedere sul campo i 227 milioni spesi sul mercato dalla nuova proprietà cinese. Il Milan deve diventare una squadra, la Lazio lo è già da un pezzo.


Il Messaggero titola: "La Lazio è una meraviglia. Tre gol di Immobile e uno di Luis Alberto, i biancocelesti umiliano il Milan e si confermano protagonisti tra le grandi. È il successo contro il mercato milionario dei rossoneri. Inzaghi ha formato un gruppo che può arrivare in Champions.

Prosegue il quotidiano romano: Dall’iniziale incertezza sul giocare o no, alle certezze del campo: la Lazio è una squadra, il Milan no. Inzaghi ha il toccomagico e in un colpo solo annichilisce il mercato milionario rossonero, batte l’incubo Montella e fa tornare il cielo biancoceleste sulla Capitale. In delirio i tifosi laziali, che si stropicciano gli occhi guardando il tabellone dell’Olimpico: 4-1, tripletta di un gigantesco Immobile, Luis Alberto e Montolivo per il gol della bandiera milanista. Ma andiamo con ordine. Prima il mezzo pasticcio sulla decisione di giocare o no, poi il fischio d’inizio ritardato di un’ora. In campo il Milan si vede per 10 minuti, netta la prevalenza territoriale, ma senza produrre occasioni da gol. I rossoneri hanno un baricentro molto alto e giocano molto sbilanciati nella metà campo laziale. Pressing alto e terzini (Rodriguez e Calabria) che spingono molto. La Lazio aspetta, poi colpisce con la trappola preparata da Inzaghi. Leiva recupera palloni su palloni, Milinkovic li ricicla e Luis Alberto li trasforma in oro. Lo spagnolo è l’uomo in più di Simone. Tra le linee manda al manicomio una difesa milanista da mani nei capelli. Prende un rigore, ce ne sarebbe almeno un altro che Rocchi non vede e firma il poker che manda in estasi il mondo biancoceleste.

Ma il Re è sempre lui: Ciro Immobile, anima e cuore della Lazio. Un rigore, un destro al volo e uno d’astuzia per il tris che gli consente di portarsi il pallone a casa e di schiantare il Milan. Chissà cosa avranno pensato i dirigenti rossoneri che lo avevano chiesto a Lotito in estate. Il patron non ha nemmeno ascoltato l’offerta perché Ciro è l’oro della Lazio. Perfetto l’impianto difensivo. Radu copre tutti i tagli di Suso, de Vrij e Leiva intercettano tutte le imbucate centrali di Biglia (fischiatissimo) e i lanci di Bonucci. A centrocampo, la diga alzata da Parolo e dal nuovo Lucas ha consentito a Lulic di scatenarsi nelle discese. Primo tempo da applausi, ripresa show. Roba da manuale del calcio perché con due ripartenze lampo la Lazio dopo 50 minuti aveva segnato 4 gol e chiuso definitivamente la partita. Diavolo al tappeto e tanti saluti al tabù rossonero, a quello contro le big (battute Juve e Milan), all’incubo Montella e all’ex Biglia. Inzaghi non sbaglia una mossa, Vincenzo le sbaglia tutte. Schiera un Milan troppo sbilanciato che facilita i compiti dei laziali. Persiste nell’errore e cambia solo quando la partita è compromessa. La Lazio vola a 7 punti in classifica, a due punti dalla vetta. È presto per dire quello che sarà, ma non per sognare.

I biancocelesti hanno dimostrato di essere una squadra compatta e in grado di poter affrontare chiunque. Ieri mancavano Anderson e Nani, due top player, eppure Inzaghi è stato bravissimo a compensare con l’intelligenza tattica. Una meraviglia. Figuriamoci quando potrà contare su tutti gli effettivi. Tre punti presi ad una diretta concorrente per il quarto posto e applausi infiniti per Simone che è molto di più di un semplice allenatore. Unici nei: l’infortunio di Wallace e il rosso al minuto 93 per Parolo. Lui ingenuo, ma si poteva davvero evitare il secondo giallo. Montella invece dopo le fiamme d’agosto si ritrova incenerito. Dovrà immediatamente correre ai ripari: il diktat societario e i soldi spesi non lasciano via di fuga.


Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

L’ovazione dell’Olimpico, il bacio a bordo campo della compagna Gaia, la corte della Juve. Simone Inzaghi è sempre più il condottiero della Lazio. Quattro gol al Milan come ai tempi dello scudetto, allora era in campo, ieri in panchina. Un’altra impresa. "Ora si parlerà di noi, fino alla Supercoppa non ci mettevano neanche tra le prime otto. Dopo ho notato che hanno cambiato idea, magari ora ci vedranno al sesto posto... Giocando con questa umiltà possiamo compiere imprese come sono state le vittorie meritate con Juve e Milan, squadre che sulla carta dovrebbero essere superiori". Perde pezzi la Lazio, ma si rialza ogni volta. "Abbiamo bisogno di Nani e Felipe, siamo corti con le rotazioni, Wallace s’è fatto male, speriamo non sia uno stop lunghissimo, potremmo entrare in difficoltà. Radu aveva i crampi, l’ho tolto per non rischiare altri infortuni, altrimenti sarebbe entrato Murgia per Parolo. Lulic non lo avrei mai tolto, ma era ammonito e sul 4-1 non volevo rischiare di rimanere in dieci". La Lazio s’è sorretta con l’orgoglio. Il sogno Champions è possibile? "L'anno scorso siamo riusciti ad arrivare in alto, quest'anno dovremo cercare di rimanerci, ce la metteremo tutta. Vedendo uno stadio così viene da pensare che siano i tifosi a meritarselo".

Benissimo Leiva. "Si è inserito bene, ha fatto una partita straordinaria, di solito l’inserimento degli stranieri richiede tempi lunghi, dovevamo togliere le linee di passaggio del Milan e lui è stato bravo nel leggere le traiettorie". Ha sorriso quando gli è stato chiesto dell’interesse della Juve. "Fa piacere, si vede che stiamo lavorando bene ma la Lazio è casa mia, sono tifoso di questa squadra ed è il mio punto di arrivo, poi nel calcio non si sa mai". I gol di Immobile sono pesantissimi. "Non ho più parole per Ciro. Mi ha colpito come si è inserito nel gruppo e la sua disponibilità. Ora è un leader". Presto punterà sul tridente. "Nani avrà tempo per sistemarsi, non ha problemi a giocare nelle due punte, può fare l’esterno. Poi starà a noi cercare di farlo inserire nel minor tempo possibile". Simone ha abbracciato Biglia. "Ci siamo salutati, lo stimo come giocatore e persona. L’ho rivisto con piacere, gli auguro tutto il bene possibile". Inzaghi e la Lazio hanno riportato il sole all’Olimpico. "Quando mi avevano parlato di rinvio ero dispiaciuto. Eravamo organizzati, con la testa e le gambe giuste. Ho sperato fino all’ultimo di scendere in campo, grazie al Coni che ci ha dato la disponibilità di farlo. E’ stato bello vivere una giornata così, come lo era stato con la Juve. Non dimentichiamoci che la Lazio ha battuto sia Juve sia Milan con due partite magistrali". Sorpresa Luis Alberto. "E’ stata un’intuizione del ds Tare, ci ha sempre creduto. Ha fatto un po’ di fatica ad inserirsi, oggi è un grandissimo valore aggiunto: ci dà qualità e quantità. Grazie a lui abbiamo compiuto dei mezzi miracoli con Juve e Milan".


Dategli il pallone, la porta e il mondo. Ciro da capogiro, Ciro da Mondiale, San Ciro ha fatto spuntare il sole sull’Olimpico dopo il diluvio universale. Due gol alla Juve in Supercoppa. Tre gol e tanti saluti al Milan pigliatutto, voleva anche lui e non è riuscito ad averlo. Tre gol e un assist per Luis Alberto. Tre gol a Donnarumma, immobile davanti a Immobile: "Il pallone della tripletta? Saranno contente le mie figlie che ci giocheranno a casa, lo porto a loro...". Ciro, il pallone, s’è l’è portato a casa come da prassi, spetta al triplettista. E’ da coccolare in famiglia, da accarezzare, continuerà a giocarci con le sue bimbe da papà dolce qual è. Ci ripensi e viene la pelle d’oca. Tre gol, un rigore perfetto, una frustata aerea che è stata un gioiello balistico, una zampata precisissima, mirando seraficamente. La difesa del Milan s’è aperta come il Mar Rosso. Ciro Immobile è tutto italiano, sarà il bomber degli azzurri ai Mondiali (si spera), raccoglie una vecchia eredità e la rilucida: "L’Italia è stata patria di grandi bomber, è una responsabilità grande essere l’attaccante titolare, specie nell’anno dei Mondiali! Io capocannoniere? Nell’anno in cui ho vinto il titolo con il Toro (2014) ho segnato una tripletta e in questa stagione ci sono già riuscito. Vediamo...". E’ stato bello, è stato tutto bellissimo, di struggente intensità. Ciro Immobile è lo stakanovista del gol. Il suo inizio di stagione è uno spensierato tiro al bersaglio: sei reti segnate in scioltezza, in sette partite ufficiali (due in Supercoppa, quattro in campionato, una con l’Italia).

Cinque dei sei gol segnati dalla Lazio in campionato portano la firma di Immobile (quattro reti, un assist). E con il rigore di ieri il conto complessivo fa nove penalty segnati su 11 calciati in serie A (sette su sette trasformati con la Lazio). San Ciro Immobile, vice capo-cannoniere dietro Dybala e Icardi (a quota 5), ha centrato la seconda tripletta in carriera dopo quella rifilata al Livorno nel marzo 2014 (con il Torino). E per la prima volta, nel giro di 90 minuti, ha messo lo zampino in quattro reti. Ciro Immobile ha fatto girare la testa a Bonucci e a tutto il Milan. Le sue parole sono state una serenata per i tifosi laziali, le sue corse sotto la Nord sono l’inno della gioia: "Quattro gol segnati dalla Lazio al Milan, bellissimo! Vedremo quanti ci riusciranno! La squadra aveva dimostrato di essere all’altezza anche l’anno scorso, la classifica era stata bugiarda. Anche noi nella corsa Champions? Potete pure continuare a parlare delle altre quattro squadre, anzi fatelo. Noi arriveremo a piccoli passi, gli obiettivi si raggiungono solo giocando in questo modo. Credo che la strada giusta sia quella intrapresa, è la strada della compattezza del gruppo e dello spirito di sacrificio". Ciro ha chiuso da eroe e capitano: "La fascia non l’avrei voluta indossare, avrei preferito che l’espulsione di Parolo non ci fosse. Sono contento di averla portata perché è una gioia, sono il terzo capitano di questa gloriosa società". Ciro, da quando è a Roma, ha avuto tutto e ancora di più desidera.

C’è un segreto: "Lo staff è serio, la gente magnifica, lavoriamo tutti bene. E io sono felice, ho raggiunto la maturità, lo sento dentro! Ero sereno anche dopo il ko con la Spagna, sapevo che le qualità della squadra sarebbero venute fuori. Dopo la partita con la Spal era difficile rialzarsi, pensavano tutti che avevamo mollato dopo la Supercoppa vinta. Invece abbiamo vinto a Verona e abbiamo messo sotto una squadra fortissima come il Milan, non tutti faranno 4 gol ai rossoneri". Ciro Immobile è arrivato alla Lazio al modico prezzo di 9 milioni. Il match di ieri valeva anche come contesa filosofica fra il mercato delle idee e dei soldoni. Lotito, sul 4-1 al Milan cinese, rideva a salvadanaio.



Galleria di immagini sulle reti della gara
Ciro Immobile trasforma il calcio di rigore che val l'1-0
Il raddoppio del bomber campano
Tripletta di Ciro Immobile: è il 3-0
La rete del 4-0 di Luis Alberto
La rete milanista



La formazione biancoceleste:
Strakosha, Immobile, Wallace, de Vrij, Milinkovic-Savic, Luis Alberto;
Leiva, Radu, Parolo, Basta, Lulic.
La formazione biancoceleste iniziale in grafica





► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:




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