Domenica 12 gennaio 1930 - Torino, campo Torino via Filadelfia - Torino-Lazio 1-0

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12 gennaio 1930 - Campionato di Serie A 1929/30 - XIII giornata - inizio ore 14.30.

TORINO: Bosia, Monti III, Martin II, Martin III, Colombari, Aliberti, Masetto, Baloncieri, Libonatti, Rossetti, Silano. All. Sturmer.

LAZIO: Sclavi, Tognotti, Bottacini, Valenti, Furlani, Caimmi, Ziroli, Malatesta, Pastore, Rier, Sbrana. All. Piselli.

Arbitro: sig. Giorgi di Milano.

Marcatori: 41' Libonatti.

Note: cielo grigio e aria fredda e umida. Terreno scivoloso. esordio in serie A per Giuseppe Valenti. Nel secondo tempo: Sclavi ha parato un calcio di rigore a Rossetti; incidente a Valenti che abbandona il terreno di gioco e viene visitato all'Ospedale Mauriziano, dove gli viene riscontrata la frattura della tibia destra, giudicata guaribile in 40 giorni.

Spettatori: 9000.

La tredicesima giornata del campionato di calcio prevede lo scontro incrociato fra le città di Roma e Torino. La Lazio è ospite dei granata che nonostante i 16 punti in classifica temono i romani attestati sui 12.

Nonostante questa disparità la squadra che si presenta di fronte al Torino si dimostra alla prova dei fatti più forte di quanto si prevedeva. La Lazio, come scrive Vittorio Pozzo, cronista de La Stampa di Torino “ … non possiede appieno le doti dell'equilibrio, che qua e là e di tanto in tanto emergono in essa incertezze di funzionamento ed interruzioni di rendimento. Ma, considerati uno per uno, quasi tutti gli uomini che compongono la squadra risultano provvisti di doti tecniche superiori alla media. Doti tecniche che non si rivelano in nulla di coreografico, ma che si concretano in lavoro positivo e redditizio. Contrariamente a quel che avviene presso la maggioranza delle altre squadre italiane, la Lazio possiede una linea mediana omogenea nella composizione, nel lavoro e nel rendimento. Valenti, Furlani e Caimmi sono tre bei lavoratori. Tenaci e robusti in difesa, essi son pronti e duttili all'attacco.

Dei tre, certo il migliore, è Furlani, che gioca bene di testa quando la situazione lo comporta, ma che predilige tener la palla a terra quando la scelta dei tipo di gioco viene a lui lasciata. Questo giocatore dal morale un po' malfermo, è anche il migliore dei tre in quanto riguarda l'appoggio pratico da fornire agli avanti: Furlani, se si rinfranca senza inorgoglirsi, dovrebbe far parlare di sé in un avvenire ben lontano. L'attacco è guidato da Pastore, ben noto al pubblico torinese. Irregolare come al solito nel rendimento, l'ex-juventino ed ex-milanista svolse una attività priva di carattere, forse appunto perché per ben due domeniche consecutive egli si era ben comportato per la propria squadra. Il suo lavoro a metà campo quasi non esistette, e di quei tiri in porta improvvisi, diritti e potenti che rappresentano un po' una specialità sua, uno solo se ne vide, nel primo tempo. Pastore, o vince la partita quasi da solo, o compromette le possibilità di funzionamento dell'attacco. Ma il rimanente della linea è veloce, pronto, spigliato. E buono è Sclavi in porta, e sicuri i due terzini, e veloci le due ali. Comune a tutta la squadra, è la buona padronanza della palla, lo scatto ed lì modo pratico di sgusciar via all'avversario. L'unità, ripetiamo, è in complesso più che discreta, forse migliore di quanto essa stessa ritiene, dato che se un difetto morale salta all'occhio in essa, è quello della non sufficiente fiducia nei propri mezzi e nelle proprie possibilità. Come andarono le cose ieri, questo maggior slancio e questa maggior fiducia sarebbero stati sufficienti per strappare il pareggio: che l'ala sinistra Sbrana, quando si vide presentare improvvisamente nel secondo tempo una occasione spettacolosamente allettante di segnare, rimase come incredulo e come colpito dalla responsabilità della situazione, ed esitò quel tanto che bastò per non trarne profitto. La partita fatta dal Torino va classificata nella categoria di quelle senza infamia e senza lode”.

L'incontro, quindi, viene disputato a sprazzi ed intermittenze, intercalando periodi scialbi e monotoni.

“La parte destra della difesa, Monti III e Martin III lottò contro difficoltà di posizione e di difesa per buona parte dell'incontro – prosegue nella sua cronaca Pozzo - i lunghi traversoni dei laziali a Sbrana trovavano i due uomini regolarmente battuti e tagliati fuori d'azione. Martin II, che è in piena ripresa, fu l'elemento più saldo della difesa, sicuro del piede destro e del sinistro, felice nell'intuito e preciso nell'intervento. Colombari fu ancora una volta un ottimo centro di seconda linea, ed Aliberti fu il giocatore più intelligente in campo ogni qual volta sì trattò di giocare di posizione, di studio e di precisione. All'attacco, le due ali, Masetto e Silano sono in progresso. Acquistando fiducia in sé stesse migliorano. Il trio ebbe il suo uomo migliore in Baloncieri, un giocatore che si rifiuta energicamente di invecchiare. Rossetti, al confronto, fu più coreografico ma meno utile. All'inizio della partita pare sempre che la mezz'ala sinistra granata la possa spuntare nella lotta che si deve svolgere nel suo interno per convertirsi all'altruismo: ma alla ripresa, il suo comportamento tradisce che egli si confessa vinto. Verso la metà della ripresa Rossetti è protagonista di un'azione tipica del suo stile di gioco attuale: da solo, a base di agilità e di lavoro finissimo, fabbrica una situazione che lo porta fino a due passi dalla porta della Lazio, un piccolo capolavoro di abilità tecnica, che da solo riesce a guastare per aver voluto strafare. Il trio ebbe qualche buon momento nel primo tempo e condusse un'azione degna in tutto del suo passato nella ripresa quando Baloncieri iniziò una avanzata nel modo guizzante che gli è caratteristico, e Libonatti la terminò con un tiro fulmineo in piena corsa. Un nitido accenno allo stile di un anno fa”.

“Come spesso avviene al giorno d'oggi (n.d.r. Ci si riferisce all'anno 1930) e contrariamente a quanto dovrebbe verificarsi secondo le leggi della logica e della tecnica, il primo tempo fu migliore del secondo. - sottolinea il giornalista torinese - In un ambiente calmo ed ordinato, le squadre si dovrebbero studiare, pur combattendo, nel primo tempo, dovrebbero gettar sulla bilancia tutto il peso del loro valore e del loro studio, nella ripresa. Il secondo tempo è quello in cui emerge o dovrebbe emergere la classe del giocatore. Succede ora viceversa che nel primo tempo si gioca con relativa calma e quindi con ordine e discernimento, e che nella ripresa, non appena le possibilità del risultato si delineano all'orizzonte, l'attività si arruffa completamente. Segno questo, che uomini e squadre sono in balìa dell'emozione e dell'apprensione che fan capo al risultato”.

Ed proprio al 14.o del primo tempo che viene segnato l'unico, ma decisivo, goal dell'incontro.

Una rapida avanzata della palla da sinistra a destra dell'attacco granata permette a Masetto di mirare deciso alla rete difesa da Sclavi. Il tiro viene parato dall'estremo difensore laziale proprio sotto la facciata interna del palo superiore, ma la palla torna in campo e viene raccolta, da Libonatti, e spedita in rete.

Nell'azione seguente per poco i biancazzurri non segnarono il punto dei pareggio. L'ala sinistra, Sbrana, sgusciato via a Monti, sferra un tiro in porta che colpisce il palo della porta. Poco dopo, l'ala destra Ziroli, che già all'inizio dell'incontro aveva minacciato da vicino il portiere granata Bosia, offre una palla lunga a Sbrana che giunto in corsa si veniva a trovare tutto solo davanti alla porta: ma solo per sciupare una bella occasione.

La ripresa vede il Torino prevalere in campo giungendo in più di una occasione ad insaccare la palla in rete. Ma di risultati concreti non si parla, un po' per merito della difesa della Lazio ed un po' per opera dell'imprecisione dell'attacco del Torino. Rossetti sbaglia un calcio di punizione sul limitare dell'area di rigore, e subito dopo sbaglia anche un calcio di rigore, tiro debole parato da Sclavi, concesso dall'arbitro per un fallo di mano.

Da sottolineare che la Lazio dovette giocare in dieci uomini per buona parte del secondo tempo a seguito di un infortunio toccato a Giuseppe Valenti. Il mediano destro della Lazio, scontratosi in modo violento ma del tutto fortuito con il terzino sinistro del Torino Martin II. Trasportato in autolettiga all'ospedale Mauriziano, al giocatore viene riscontrata la frattura del terzo inferiore della tibia destra e dichiarato guaribile in quaranta giorni. In serata è ripartito con i compagni per Roma.

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