Domenica 15 dicembre 2002 - Torino, stadio Delle Alpi - Juventus-Lazio 1-2

Da LazioWiki.

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15 dicembre 2002 - 3021 - Campionato di Serie A 2002/03 - XIV giornata

JUVENTUS: Buffon, Thuram, Iuliano (30' Ferrara), Montero, Birindelli, Zambrotta, Tacchinardi, Davids, Nedved (46' Camoranesi), Del Piero, Salas (56' Di Vaio). A disposizione: Chimenti, Conte, Baiocco, Zalayeta. Allenatore: Lippi.

LAZIO: Peruzzi, Oddo, Negro, Stam, Favalli (74' Pancaro), Fiore (81' D.Baggio), Simeone, Stankovic (90' Giannichedda), Cesar, Corradi, C.Lopez. A disposizione: Concetti, Colonnese, S.Inzaghi, Chiesa. Allenatore: Mancini.

Arbitro: Sig. Pellegrino (Barcellona Pozzo di Gotto).

Marcatori: 34' Nedved, 35' Fiore, 50' Fiore.

Note: ammoniti: Salas, Negro, Simeone e Lopez per gioco falloso.Calci d'angolo: 12 - 3. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.

Spettatori: paganti 4.576, incasso 131.525 euro; abbonati 33.438, quota 473.446 euro.

Negro contrasta Del Piero
L'esultanza di Fiore dopo il suo secondo goal
Un'azione di gioco
La partita ai raggi X da il Messaggero
Stankovic e Del Piero
Bernardo Corradi e Davids

La Gazzetta dello Sport titola: "Nessuno resiste alla Lazio. La doppietta di Fiore vale la settima vittoria esterna consecutiva: la Juve scivola a -6 dal Milan, Mancini sogna Nedved-gol illude. Poi è lo show di Fiore e di una grande Lazio. Il 2-1 è striminzito. E anche Lippi commette qualche errore".

Continua la "rosea": Dalla nebbia del "Delle Alpi" sbuca abbagliante una grandissima Lazio. Dopo aver pareggiato contro tutte le altre grandi (spesso mettendole in difficoltà), ieri sera i ragazzi di Mancini hanno compiuto un capolavoro, andando a vincere in casa della Juve con un 2-1 che rende appena in parte la superiorità dimostrata in tutta la partita. Se quello con la Juve poteva considerarsi l'esame di laurea in proiezione scudetto, ebbene questo esame è stato superato a pieni voti. E proprio nell'occasione più difficile, nella prima sfida al vertice lontana dall'Olimpico. È stato di parola Mancini. Aveva dichiarato alla vigilia che sarebbe andato a Torino per vincere ed ha impostato subito una partita di attacco totale. La Juve è stata investita da una valanga di azioni velocissime e condotte da non meno di quattro uomini alla volta. Quando conquistavano il pallone i difensori, c'erano sempre, da destra a sinistra, Fiore, Corradi, Lopez e Cesar a pressare i quattro difensori bianconeri ed in più Stankovic si aggiungeva ai compagni con rapidissimi tagli al centro che gettavano scompiglio nell'area avversaria. Non fosse stato per un Buffon in stato di grazia, la Juve sarebbe crollata al tappeto più volte nella prima mezz'ora. E invece, come spesso accade nel calcio, alla prima azione efficace dei bianconeri al 34' è stato Nedved, l'ex di lusso, a trafiggere Peruzzi con un perfetto diagonale dalla sinistra.

Per la verità l'azione è sembrata viziata (il dubbio è lecito per la nebbia che gravava sul Delle Alpi) da un fallo di mano di Del Piero nella preparazione all'assist, ma la Lazio non ha fatto una piega e un minuto dopo ristabiliva una situazione di parità che era comunque inadeguata ai meriti esibiti sino a quel momento. Corradi si lanciava di testa su un lungo traversone e spostava il pallone verso Fiore che in corsa faceva partire un proiettile nell'angolino alla destra di Buffon che nell'occasione non poteva assolutamente metterci riparo. Anzi il portiere bianconero tornava ad essere protagonista poco dopo esibendosi in altre due straordinarie parate su tiri a ripetizione di Stankovic. Ma la rete della vittoria laziale era soltanto rimandata: al 5' della ripresa, su azione iniziata sinistra da Cesar, ancora Fiore agganciava il pallone nella stessa posizione dalla quale aveva fatto partire il tiro dell'1-1. L'unica differenza è che la mira era diversa, l'obiettivo era l'angolino alto sempre alla destra di Buffon, angolino centrato alla perfezione. Un successo raggiunto grazie al gioco e che ha avuto in un movimento continuo degli attaccanti in sincronia con i centrocampisti la sua valenza maggiore. E la chiave di questa manovra è stata Corradi, ormai elemento fondamentale di questa Lazio. L'ex giocatore del Chievo tornava sempre a centrocampo quando il pallone era lanciato dai propri difensori e grazie alla sua totale supremazia negli stacchi di testa metteva in chiara difficoltà gli avversari e poi un attimo dopo si gettava nell'area della Juve a creare sconquassi. Un meccanismo ormai collaudato che è difficile disattivare. Ieri sera semmai è mancato un po' Lopez, specie nella ripresa quando la Juve si è rovesciata in avanti alla ricerca disperata del pareggio e lasciava ampi spazi al contropiede laziale. Ma il resto della squadra ha funzionato a meraviglia, anche la difesa stretta attorno a Stam che ha giganteggiato. Forse un po' di stanchezza ha prodotto qualche situazione di rischio davanti a Peruzzi, ma qui il portiere e alcuni difensori si sono superati blindando una vittoria strameritata. Lippi non è riuscito a trovare le contromisure giuste per domare l'avversario.

Ha commesso anche qualche errore, come l'utilizzazione di Salas che ormai è l'ombra del grande centravanti che proprio nella Lazio si è messo in luce. Inoltre ha lasciato inizialmente in panchina un Camoranesi che, con la sua freschezza atletica e i suoi guizzi imprevedibili, avrebbe potuto ottenere qualche risultato in più di uno Zambrotta troppo monotono e scarsamente brillante. Poi è stato sfortunato, perché ben presto si è fatto male Iuliano e Nedved non ce l'ha fatta a giocare anche nel secondo tempo. E senza una punta valida (quanto si sente l'assenza di Trezeguet), visto che anche Di Vaio non incanta, solo Nedved può dare una mano a Del Piero nell'attacco della Juve. Ieri sera poi è saltato anche il centrocampo (qui ci voleva qualche invenzione del tecnico nel settore centrale) e così è arrivata la seconda sconfitta consecutiva in campionato. Non sarà crisi perché non sempre l'avversario si chiama Lazio, ma il momento è molto delicato: le prime in classifica si allontanano e Chievo e Bologna sono una fastidiosa compagnia.