Domenica 15 novembre 1987 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Arezzo 0-1

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Stagione

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15 novembre 1987 - 10 - Campionato di Serie B 1987/88 - X^ GIORNATA

LAZIO: Martina, Marino (61' Brunetti), Beruatto, Camolese, Gregucci, Caso, Savino (72' Muro), Pin, Rizzolo, Acerbis, Monelli. A disp. Salafia, Piscedda, Nigro. All. Fascetti.

AREZZO: Facciolo, Minoia, Rondini, Ruotolo, Pozza, S.Butti, Mangoni, Allievi, Nappi (70' Ugolotti), De Stefanis (84' Ermini), Incarbona. All. Bolchi.

Arbitro: Sig. Dal Forno (Ivrea).

Marcatori: 77' Allievi.

Note: giornata fredda con cielo coperto; terreno in buono stato. Ammoniti: Incarbona, De Stefanis, Gregucci e Rondini. Calci d'angolo: 6-0 a favore della Lazio.

Spettatori: 20.000 circa.

Alcuni ritagli di giornale della gara (Gent.conc. Giovanni Pantano)
Il biglietto della gara
Due immagini della partita

La Lazio ha conosciuto la prima sconfitta stagionale all'Olimpico, contro l'Arezzo che sta diventando la sua bestia nera. Infatti la serie negativa che l'anno scorso condusse la formazione di Fascetti sull'orlo della serie C cominciò proprio dopo la partita perduta in casa con l'identico punteggio di 1-0 contro gli aretini, quando il torneo si stava avviando verso la conclusione.

La Lazio è sembrata soprattutto vittima dell'assurda guerra scatenata da Fascetti contro tutti. Pur di smentire le previsioni del giornalisti, il tecnico ha mandato in campo una formazione squilibrata, destinata fatalmente a far registrare il risultato più clamoroso della giornata. Con una manovra verticale troppo affollata per sperare di trovare il giusto equilibrio, la squadra ha finito per infilarsi regolarmente in un imbuto senza sbocchi. Il giovane centravanti Rizzolo, che sostituiva Galderisi squalificato, ha mantenuto la promessa di grande speranza solo per i primi 10 minuti.

La giornata negativa di Fascetti, la tardiva utilizzazione di un fantasista come Muro, la posizione errata di Acerbis che ha giocato in zona centrale, invece di impegnarsi sulle fasce, e l'incomprensibile ritorno di Caso «libero» contro l'Arezzo che schierava una sola punta, hanno completato il quadro negativo della formazione romana che pur attaccando in prevalenza, raramente ha dato l'impressione di riuscire a rendersi pericolosa.

All'inevitabile pressione degli avversari, la formazione di Bolchi ha opposto un gioco semplice e sbrigativo, impostato prevalentemente sulla difesa. Il successo pieno è sembrato un premio eccessivo per i toscani i quali tuttavia, se non avessero peccato di ingenuità, avrebbero potuto dare alla Lazio un dispiacere di proporzioni maggiori. Al 38' Gregucci si faceva soffiare la palla probabilmente finita fuori. L'esitazione, in attesa del fischio arbitrale che non arrivava, dava la possibilità a Nappi di presentarsi tutto solo in area. Invece di tirare, il centravanti aretino passava male e debolmente verso Allievi sul quale rinveniva alla disperata Acerbis sventando il grosso pericolo. Nella ripresa, pur mantenendosi su livelli non proprio eccelsi, l'Arezzo tirava fuori un pizzico di spavalderia, sufficiente per mettere maggiormente in risalto il disagio della Lazio. Dopo un veloce contropiede condotto da tre uomini contro uno, sciupato banalmente al 53' con il passaggio di Ruotolo a Nappi colto in fuorigioco, la squadra toscana intuiva che avrebbe potuto portarsi via in tutta comodità almeno un pareggio. Al 78' gli uomini di Bolchi centravano addirittura il gran colpo approfittando della distrazione collettiva degli avversari: calcio di punizione di De Stefanis battuto a spiovere dalla trequarti. Mentre i difensori laziali restavano fermi a guardare, la traiettoria della palla, arrivava in corsa dalle retrovie Allievi che infilava di testa a fil di traversa.

Fonte: La Stampa



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