Domenica 19 maggio 1985 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 3-3

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19 maggio 1985 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1984/85 - XXX giornata

LAZIO: Orsi, Calisti, Podavini, Vianello, Filisetti, Manfredonia, Fonte, Garlini, Giordano (78' D'Amico), Laudrup, Dell'Anno (83' G.Marini). A disp. Cacciatori, Storgato, Torrisi. All. Oddi. D.T. Lovati.

JUVENTUS: S.Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Koetting, Tardelli (68' Prandelli), P.Rossi (78' Limido), Platini, Vignola. A disp. Bodini, Pioli, Dolcetti. All. Trapattoni.

Arbitro: Magni (Bergamo).

Marcatori: 3' Giordano, 12' Platini, 34' Brio, 61' Scirea, 68' Giordano (rig), 74' Podavini.

Note: ammoniti Laudrup e Koetting. Angoli 10-7 per la Lazio.

Spettatori: 35.000 circa di cui 17.156 paganti.

La schedina del Totocalcio
Il centravanti Rossi stavolta è rimasto a secco

Retrocessione in B al termine di una stagione che prometteva ben altro. Ultima all'Olimpico contro la Juventus, pochissima voglia di festeggiare con la consueta invasione di fine campionato: la gente laziale accoglie l'invito del presidente Chinaglia, inneggia a lui e gli si affida per l'immediata ricostruzione. Partita d'addio per Giordano e Manfredonia, i gioielli di casa, che saranno ceduti come i due stranieri Batista e Laudrup. Se il clima sugli spalti è malinconico, sul campo ne esce una partita molto bella: un 3-3 pirotecnico, una delle migliori prestazioni stagionali dei biancocelesti. che impediscono così in rimonta alla Juventus (stavolta priva di Boniek e Briaschi) di classificarsi in zona Uefa. Platini negli spogliatoi appare furioso: "E' assurdo, a un certo punto, con due gol di vantaggio, siamo impazziti e ci siamo gettati ancora all'attacco, facendoci infilare come polli". Bianconeri già proiettati verso Bruxelles: allo stadio Heysel dovranno affrontare il Liverpool nella finale della Coppa dei Campioni.

Sei gol, dunque. Ma non solo. Una girandola di emozioni. Lazio subito a segno con Giordano, che riprende una respinta corta di Tacconi su Garlini e va a festeggiare in modo polemico sotto la Nord. Quasi volesse dire: non sono io che voglio andarmene ma è la società a cedermi. Qualche minuto dopo è la traversa a negare il raddoppio al centravanti trasteverino, capace di un gran tiro dal limite che strappa applausi e rimpianti. Poi, come spesso già accaduto, la Lazio si addormenta: pareggia Platini su punizione, con Orsi mal posizionato, poi Brio è lasciato libero in area biancoceleste per l'inevitabile raddoppio. Il 3-1 di Scirea, sempre su servizio dell'indisturbato Brio, sembra chiudere il match dopo un'ora di gioco. Confermando le enormi carenze dei vari Vianello, Storgato e Filisetti e la mancanza di un frangiflutti davanti alla difesa. Ma la Lazio stavolta si scuote, reagisce con rabbia, si procura con Garlini un rigore che Giordano realizza e, nel giro di dieci minuti completa l'opera con Podavini, che indovina da fuori area la botta del pari. Un peccato che non segni Dell’Anno, diciassettenne di belle speranze, che gioca con il piglio del veterano: lui Calisti e Fonte sembrano i giovani su cui costruire il futuro in B, dopo questa quinta, amarissima, retrocessione. Finisce infine di un soffio a lato il pallonetto con cui Laudrup avrebbe potuto firmare il 4-3: trenta presenze e un solo gol il bilancio del danese, che lascia la Lazio proprio per la Juventus. Anche lui, come tanti, avrebbe potuto dare molto di più.