Domenica 1 maggio 1994 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Sampdoria-Lazio 3-4

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1 maggio 1994 - 2607 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1993/94 - XXXIV giornata

SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini (46' Dall'Igna), Serena, Gullit, Rossi, Sacchetti, Lombardo, Jugovic, Platt, Bertarelli (76' N.Amoruso), Evani. A disp. Nuciari, Bucchioni, Bellucci. All. Eriksson.

LAZIO: Marchegiani, Corino (57' Luzardi), Negro, Bacci, Bonomi, Favalli, Fuser, Boksic, Casiraghi, Winter (76' Di Mauro), Signori. A disp. Orsi, Nesta, Sclosa. All. Zoff.

Arbitro: Treossi (Forlì).

Marcatori: 21' Casiraghi, 23' Corino (aut), 54' Lombardo, 59' Dall'Igna (aut), 64' Signori, 68' Bertarelli, 70' Signori.

Note: ammoniti Di Mauro, Pagliuca. Calci d'angolo: 10-3.

Spettatori: 26.146 (3.002 paganti per un incasso di lire 98.750.000 e 23.144 abbonati per una quota di lire 484.257.474).

Dal Guerin Sportivo: foto della partita
Dal Guerin Sportivo: foto della partita
Dal Guerin Sportivo: foto della partita
Dal Guerin Sportivo: foto della partita
Il biglietto della partita

Nel giorno in cui a Imola perde la vita Ayrton Senna, la Lazio chiude il suo campionato al quarto posto e conferma, per il secondo anno consecutivo, l'accesso alla Coppa UEFA nella stagione successiva. Lo fa con una brillante vittoria a Genova contro i doriani, che si classificano, pur con gli stessi punti dei biancocelesti, al terzo posto della classifica, traguardo che aggiungono alla Coppa Italia conquistata a febbraio, a ribadire la forza e la qualità della squadra genovese condotta dai fuoriclasse Gullit e Mancini.

Conferma anche per Giuseppe Signori, che si laurea capocannoniere del torneo con 23 reti, bissando il traguardo della stagione precedente.

E' anche l'ultima partita di Dino Zoff sulla panchina biancoceleste, dopo quattro anni di lavoro volto alla progressiva crescita della squadra, da tutti punti di vista, quello tecnico, così come quello della personalità e dei valori del campo. Lo sostituisce il boemo Zdenek Zeman, attuale tecnico del Foggia, mentre per il Dino nazionale inizia una nuova avventura, sempre nella Lazio ma in un nuovo e prestigioso ruolo, quello di Presidente.

La Gazzetta dello Sport, nella scheda dedicata all'incontro, descrive fasi e protagonisti di una partita pirotecnica.

GENOVA — Sette gol (di cui due del capocannoniere Signori) e applausi ai portieri. Non è strano, è il frutto di una partita molto spettacolare, giocata a “difese allegre” che avrebbe potuto finire con un punteggio ancora superiore se in porta non ci fossero stati i “preferiti” da Sacchi. Pagliuca non ha sbagliato praticamente nulla e addirittura, nel finale, si è spinto all'attacco alla ricerca del pareggio. Più impegnato Marchegiani, autore di due o tre interventi di valore assoluto.

Ha vinto la Lazio grazie alla determinazione del suo “tridente”, ma anche e soprattutto a un secondo tempo giocato scriteriatamente dalla Samp, costantemente sbilanciata in avanti. Alla ricerca di gloria, i blucerchiati hanno fatto poco filtro a centrocampo e scoperto troppo la difesa. E di questo ha approfittato con giudizio la squadra di Zoff. Belli i gol di Casiraghi, pur col sospetto di un fallo di mano, e il primo di Signori. Spettacolare il dribbling in area di Lombardo che ha propiziato il provvisorio 3-3 di Bertarelli. Inutilmente la Samp ha cercato il gol del pareggio, nella speranza che fosse Gullit (inizialmente fischiato, ma poi applaudito dai doriani) a segnarlo.

Per II secondo anno consecutivo Giuseppe Signori si laurea capocannoniere uguagliando le prestazioni di Borel II, di Boffi, di Nordahl, di Gigi Riva, di Boninsegna, di Paolo Pulici e di Pruzzo, autori anche essi di un bis. Solo il milanista Nordahl e Io juventino Platini sono riusciti a vincere il titolo per tre anni di seguito. L'attaccante laziale nelle due stagioni nella capitale ha segnato la bellezza di 49 reti, quest'anno è andato a rete 23 volte in 24 gare e con una media di 0,958 reti a partita si colloca al quinto posto tra i cannonieri: Borel (Juventus 32-33) 29 gol e 28 presenze, 1,036 di media; Angelillo (Inter 50-59) 33 gol e 33 presenze, 1,000; Pivatelli (Bologna 55-56) 29 gol e 30 presenze, 0,967; Guaita (Roma 34-35) 28 gol e 29 presenze, 01906; Signori (Lazio 93-94) 23 gol e 24 presenze, 0,958; Nordahl (Milan 49-50) 35 gol e 37 presenze, 0,946 di media.

► Il Corriere della Sera, nel racconto della partita, rende omaggio alle figure di Dino Zoff, Ruud Gullit e Giuseppe Signori.

Un allenatore, Dino Zoff, che diventa presidente; Ruud Gullit, che ritorna a Milano dopo una trionfale stagione nella Samp; Beppe Signori, che si conferma straordinario cannoniere. Questo e altro ha regalato Samp-Lazio, sette gol segnati, emozioni e vittoria laziale dopo 19 anni. I biancazzurri non battevano i doriani a Marassi dal 5 ottobre 1975, regalo più bello non potevano fare a Dino Zoff, che dopo 204 panchine in serie A smette di fare l'allenatore per diventare presidente.

"Di questa squadra - confidava - sono fiero. Senza infortuni saremmo più vicini al Milan". Strana atmosfera quella che si respirava a Marassi. Molti, ad esempio, si chiedevano come i tifosi sampdoriani avrebbero reagito all'annuncio dato alla vigilia da Gullit del suo ritorno al Milan. Qualche timido fischio, tiepidi applausi, uno striscione più polemico ("Peccato, poteva essere amore"), l'evidente rammarico per la partenza di un campione che in pochi mesi è stato amato come Vialli e Mancini. "I tifosi - ha spiegato Ruud - mi hanno capito. Milano è la mia città, il Milan ce l'ho nel cuore. Ma ora devo pensare ai Mondiali. Arrivai a Genova con un ginocchio di cristallo, ora sono tornato il vero Gullit e lo devo alla Samp". Gullit alla fine è andato sotto la curva sampdoriana ed ha applaudito i tifosi che gli hanno risposto con timidi incoraggiamenti. Ma Ruud è sereno, caricato, e nemmeno si arrabbia quando qualcuno maligna che a influenzarlo sia stata la moglie che a Milano è voluta tornare. Sorride Gullit, non ha voglia di arrabbiarsi, parla di Mandela, delle elezioni in Sudafrica, dei Mondiali, anche di Signori e della nazionale italiana.

Già, l'incredibile Beppe Signori, per la seconda volta di seguito capocannoniere, 23 gol in 24 partite, una media eccezionale. In tutto 49 reti in 56 incontri con la Lazio, prodezze da autentico fuoriclasse, la definitiva consacrazione di "un cannoniere moderno", parola di Zoff.

Eriksson non drammatizzava la sconfitta. "É stata - si rallegrava il tecnico sampdoriano - una stagione felice per la mia squadra. Il quarto posto e la Coppa Italia conquistata, 60 gol segnati, il miglior attacco del campionato. Il futuro? Sarà rosa". Solo Pagliuca osservava che 30 gol subiti forse sono troppi, anche se in fondo l'amico Marchegiani di reti ne ha beccati ben 40. Sicché, strano a dirsi, proprio i due portieri della nazionale sono nella classifica dei più "bucati" del campionato. Ma Signori scherzando dice che a entrambi la cosa porterà fortuna.