Domenica 1 marzo 1987 – Roma, stadio Olimpico - Lazio-Pescara 3-0

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1 marzo 1987 - 2311 - Campionato di Serie B 1986/87 - 22ª giornata

LAZIO: Terraneo (60' Ielpo), Podavini, Acerbis, V.Esposito, Gregucci, Marino, Poli, Caso, Magnocavallo, Pin, Mandelli (75' Fiorini). A disp. Piscedda, Brunetti, Camolese. All. Fascetti.

PESCARA: Gatta, Benini, Camplone, Bosco, Ronzani (69' Di Cara), Bergodi, Pagano, Gasperini, Berlinghieri, Loseto I, Gaudenzi (60' L.De Rosa). A disp. Minguzzi, F.Mancini, Marchegiani. All. Galeone.

Arbitro: Sig. Casarin di Milano.

Marcatori: 14' Marino, 20' Poli, 59' Mandelli.

Note: tempo buono. Ammoniti Ronzani per proteste e Benini per gioco scorretto. Osservato un minuto di silenzio in ricordo del presidente Umberto Lenzini. Angoli 5-2 per la Lazio.

Spettatori: 45.000 circa.

Il biglietto (verde) in "Tribuna Tevere"
Caso, Gregucci e Ielpo a fine partita
Il biglietto (giallo) in "Curva Nord"
La rete di Mandelli
Poli in azione
Poli raddoppia
Fabio Poli a fine gara
(Gent.conc. Lorenzo D'Amario)

Il sorprendente Pescara ammirato appena 15 giorni fa nella partita vittoriosa contro il Genoa, che consentì agli abruzzesi di balzare in testa alla classifica insieme con la Cremonese, è improvvisamente crollata all'Olimpico sotto i colpi di una Lazio apparsa padrona assoluta del campo. Per la gara-spettacolo promessa dalle due squadre, nobilitata dalla presenza di un arbitro di fama come Casarin, erano presenti sulla gradinate dello stadio romano quasi 50 mila persone. Lo spettacolo non è mancato, ma solo per merito della formazione di Fascetti, che non finisce di alimentare rimpianti per i 9 punti di penalizzazione. Senza l'handicap, i biancocelesti ora sarebbero primi in graduatoria, con ottime probabilità di centrare il traguardo della promozione. Il Pescara ha pagato più del previsto le assenze del suo cannoniere Rebonato e del libero Ciarlantini squalificati, i quali costituiscono due autentiche colonne della squadra, tuttavia si è avuta l'impressione che contro la Lazio di ieri ben poche avversarie, anche di categoria superiore, sarebbero riuscite ad opporre una valida resistenza.

Consapevole dell'attuale stato di grazia, la formazione romana partiva di scatto fin dai primi minuti di gioco. Oltre all'ottima condizione fisica, si imponeva anche l'efficacia dello schema tattico con Mandelli e Poli di punta e Magnocavallo centravanti arretrato, dotato di una autonomia che gli consentiva di spaziare in ogni zona del campo. La squadra si muoveva a tratti con perfetta sincronia, riservando gloria per tutti. Protetti alle spalle da uno splendido Gregucci, i biancocelesti davano inizio ad una girandola di azioni in cui emergevano più marcatamene Poli e Caso. Ma la mossa più astuta di Fascetti è stata quella di non dare respiro agli avversari impedendo loro di ragionare. Condizionati dalla carica agonistica dei laziali, gli uomini di Galeone hanno tentato inutilmente di organizzare il loro gioco impostato sulla velocità di manovra che però si spegneva sul nascere. Partiti come furie, i padroni di casa già al 14' si portavano in vantaggio: per un fallo di Bosco su Caso, il direttore di gara concedeva una punizione che lo stesso Caso batteva per la testa di Gregucci appostato in area. La palla, appena sfiorata, giungeva a Marino che stoppava di petto e centrava il bersaglio da corta distanza.

Trascorsi appena 6 minuti, gli abruzzesi subivano la seconda marcatura che praticamente metteva fine alle loro speranze: una perfetta triangolazione fra Mandelli e Poli metteva quest'ultimo nella condizione di avanzare lateralmente verso l'area avversaria. Dal piede di Poli partiva uno strepitoso diagonale carico d'effetto che si insaccava fra la mano protesa inutilmente del portiere Gatta e il secondo palo. Un gol bellissimo che faceva esplodere l'entusiasmo sugli spalti. Negli ultimi minuti del tempo, il Pescara dava segni di riscossa impegnandosi con qualche bella iniziativa di Bosco, Pagano e Gaudenzi. Le premesse, però, non trovavano un seguito nella ripresa contro la Lazio decisa a giocare fino in fondo la sua più bella partita di campionato. La terza rete giungeva puntualmente al 59': cross di Poli, bolide di testa scagliato da Mandelli, imparabile per Gatta. Tuttavia il Pescara aveva una impennata d'orgoglio che non trovava amica la sorte. Al 64' Berlinghieri si destreggiava assai bene in area, passava la palla all'accorrente Gasperini il cui violento tiro veniva respinto sulla linea di porta da Magnocavallo.

Le redini della gara restavano saldamente nelle mani dei laziali al punto che Fascetti si permetteva di far entrare Fiorini, assente da due mesi per infortunio, con la chiara intenzione di tentare altre marcature. Lo. stesso Fiorini, dopo aver impegnato Gatta con un tiro in corsa, allo scadere del tempo colpiva il palo suggellando una partita che aveva fatto vertiginosamente girare la testa al Pescara.

Fonte: La Stampa