Domenica 20 luglio 1997 - Vigo di Fassa, stadio Comunale - Fassa Calcio-Lazio 0-14

Da LazioWiki.

Stagione

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20 luglio 1997 - Amichevole precampionato 1997/98

VAL DI FASSA: 1° tempo - Bernard, Zanoner, Damolin, Mazzei, Globo, Gabrielli, Ghetta, Rason, Rizzi, Rason G., Casari. 2° tempo - Bernard, Sommavilla, Chenetti, Dantone, Lucchi, Dantoni D., Lasagna, Weis, Corradini, Lorenz, Gros.

LAZIO: 1° tempo - Marchegiani, Negro, Favalli, Lopez, Nesta, Fuser, Venturin, Jugovic, Mancini, Casiraghi, Boksic. 2° tempo - Ballotta, Negro, Gottardi, Lopez, Grandoni, Buso, Marcolin, Nedved, Rambaudi, Casiraghi, Boksic.

Arbitro: Sig. Laterza (Trento).

Marcatori: Casiraghi (5), Marcolin (2), Mancini, Boksic, Jugovic, Buso, Rambaudi, Negro, Chenetti (aut). I gol sono stati realizzati al 11' e 14' Casiraghi, 24' Jugovic, 32' Mancini, 34' Casiraghi, 42' Boksic, 50' Buso, 55' Negro, 60' Chenetti (autorete), 67' Marcolin, 71' e 74'Casiraghi, 85' Rambaudi (rigore), 88' Marcolin (rigore).

Note:

Spettatori:

Il tabellino de "Il Messaggero"
Un cartolina riferita alla gara



Un poster inglese con la formazione iniziale e altri 4 componenti della rosa: Lopez, Favalli, Nesta, Casiraghi, Negro, Marchegiani; Fuser, Jugovic, Boksic, Venturin, Mancini. Nelle immagini inserite: Nedved, Rambaudi, Pancaro, Almeyda e l'allenatore Eriksson



La Gazzetta dello Sport titola: "Il primo test dei biancocelesti mette subito in luce due protagonisti. La Lazio sposa potenza e fantasia. Casiraghi va in gol 5 volte, Mancini segna e ispira il gioco. La squadra di Eriksson convince e segna 14 reti, con Mancini già leader. Signori bloccato da un mal di pancia".

Continua la "rosea": Ecco la Lazio ed è già spettacolo: 14 gol, alcuni splendidi, e tanti sprazzi di bel gioco. E se parli di godimento calcistico non puoi che cominciare da Roberto Mancini, già perno della nuova Lazio. Non solo per il bellissimo gol, o i tre assist dati a Jugovic, Casiraghi e Boksic, ma per tutto quello che si è visto in questi primi giorni di ritiro. Il Mancio ha calamitato attorno a sé la squadra, in maniera naturale, con i suoi modi di fare dentro e fuori dal campo. Con Mancini, 10 di nome e di fatto, la Lazio più che al 4-3-3 zemaniano somiglia di più al 4-3-1-2 dell'Inter con Djiorkaeff dietro le punte. Roberto, leggermente alle spalle di Casiraghi e Boksic, è nelle condizioni ideali per sfornare assist in quantità, ma tutti forgiati da un grande artigiano del pallone. E con Signori indisponibile per un mal di pancia (che delusione per i tifosi), ecco che Eriksson ha subito schierato la sua idea di squadra, eccezion fatta per gli assenti argentini Almeyda e Chamot.

Dunque, davanti ai quattro difensori Venturin a impostare nella posizione di vertice basso di un ideale rombo, con Fuser e Jugovic esterni e Mancini punto più avanzato. Davanti, Boksic e Casiraghi si incrociano spesso con quest'ultimo più centravanti. E accanto a Mancini è proprio Casiraghi l'altro protagonista che fa sognare i tifosi. Per lui cinque gol: tre di testa, uno in perfetta rovesciata e il capolavoro con un pallonetto morbido da circa 25 metri, di destro. Da raccontare anche il gol di Mancini. Roberto, spalle alla porta, al limite dell'area, di tacco destro chiede il triangolo a Casiraghi che fa da sponda: la conclusione al volo di destro è da manuale.


Sempre tratti dalla "rosea", altri articoli sulla gara:

E' tornato il bisontino. Comincia con uno stacco perentorio di testa. Poi raddoppia con una splendida rovesciata. Dunque triplica con un delizioso pallonetto di destro da lontano. Quindi altre due incornate delle sue. Gigi Casiraghi è il Ronaldo della Lazio, nessuna recriminazione fra i tifosi per il mancato arrivo del brasiliano. Ma quando gli sottolinei la bellezza dei suoi gol, lui preferisce ironizzare: "Il pallonetto era un tiro sbagliato e poi quella rovesciata mi è riuscita così male che ho preso una botta al fondoschiena". La Lazio gioca più un 4-3-3 o un 4-3-1-2? "Mancini è giocatore con grandi qualità di rifinitore. Dunque a volte agisce alle spalle delle punte, ma spesso ci troviamo anche in linea. Io non ne farei una questione di posizione, meglio lasciare spazio alla sua fantasia. Roberto può stare dove vuole, se i risultati sono quelli visti in tanti anni alla Sampdoria. L'unico problema vero sarà la fase difensiva. Giocando in pratica con tre attaccanti, bisognerà a turno sacrificarci per dare una mano al centrocampo".

Eriksson promuove la sua nuova creatura, anche se invita a non eccedere in superlativi. La Lazio gli è piaciuta e lo dice chiaro: "Dobbiamo migliorare in tutto, ma la partenza mi sembra buona. Ai ragazzi prima della partita avevo dato solo alcune indicazioni di comportamento. Mi interessava vedere più un gioco collettivo e così è stato. Ho visto belle giocate, e anche tanti gol di ottima fattura. Alla fine sono stati 8 ad andare in rete e questo è un altro dato confortante". Signori ha dato forfait, ma se fosse stato disponibile chi sarebbe rimasto fuori degli attaccanti? "Avrebbero giocato tutti e quattro dall'inizio...", bluffa lo svedese sempre molto attento a non toccare la suscettibilità dei suoi fuoriclasse. Sui probabili titolari l'allenatore non aveva dubbi, ma in questa prima uscita ha guardato soprattutto le alternative in ogni ruolo: "Buso e Rambaudi sono buone soluzioni a centrocampo. Quest'ultimo, per giocate, è quello che meglio può ricoprire la posizione di Mancini. Mi hanno impressionato positivamente Grandoni e Gottardi, giocatori che sto imparando ad apprezzare. Anche Lopez è stato molto tranquillo e preciso nello svolgere il suo ruolo, anche se la difesa non è stata impegnata".

Una parola particolare per Negro: "Ha giocato bene, segnando una bella rete. E' bravo e molto utile perché può fare anche il centrale. Se dipende da me, Paolo è fuori dal mercato, ma l'ultima parola spetta alla società. Mi auguro, anzi penso che lui resti alla Lazio". In effetti i segnali vanno in questa direzione. E sabato l'allenatore si è fatto una chiacchierata a quattr'occhi col giocatore, apparso rinfrancato dalle assicurazioni avute. Intanto dalla Spagna non si sono dati per vinti. Il nuovo tecnico del Real Madrid, Heynckes, ha affermato di volere Negro o in alternativa addirittura Nesta. Cragnotti sembra invece intenzionato a dichiarare incedibili i propri difensori. A meno che arrivi una di quelle proposte indecenti, cui non si possa dire di no.


Dal Corriere della Sera:

Lazio, Casiraghi fa il Ronaldo: segna cinque dei 14 gol. Sognare è possibile, pure ad occhi aperti. La Lazio di Eriksson impressiona alla prima uscita non tanto per i 14 gol segnati ad un gruppo di dilettanti di questa valle dolomitica, ma per la capacità di costruire gioco e gol dei suoi fuoriclasse. Siamo a luglio ed i giudizi possono sembrare affrettati, ma questa squadra mostra già grande personalità dovuta ad un ottimo livello tecnico dei suoi giocatori. Eriksson cerca di frenare gli entusiasmi: "Non voglio utilizzare troppi aggettivi per questa prestazione. Ma sono soddisfatto perché i ragazzi hanno saputo esprimere un buon calcio, fatto di belle azioni e di gol di ottima fattura". Roberto Mancini si è subito mostrato uomo cardine in uno schema che lo vede appena dietro le due punte, ieri Boksic e Casiraghi visto che Beppe Signori ha dovuto dare forfait per un mal di pancia che lo aveva colpito al mattino. Ma l'ex sampdoriano (sugli spalti c'era la mamma per questa sua prima uscita in biancoceleste) minimizza: "Questi test sono poco attendibili, per la debolezza degli avversari. Sì, ho realizzato un bel gol e ho fatto degli assist, ma aspettiamo i primi impegni veri".

Chi si è presentato alla sua maniera è il "bisontino" Casiraghi: 5 gol e tutti belli. Alla Ronaldo, viene da dire. Ed in effetti nella tifoseria nessuno rimpiange il mancato arrivo del brasiliano. Anzi, proprio in maggio, quando Cragnotti inseguiva invano il suo affare pubblicitario fra Rio e San Paolo, la curva nord espresse il suo parere con un enorme striscione: "E' Casiraghi il vero Ronaldo". Oggi Gigi è più che mai nel cuore della gente, ma se alla fine gli dici se è contento di essere fra i migliori cannonieri estivi, ecco l'autoironia: "Già, perché questi 5 gol saranno molto importanti in campionato... Dite che sono stati belli? No, la rovesciata m'è venuta male, visto che ricadendo mi sono fatto male al fondo schiena. Il pallonetto non volevo farlo: ho cercato di tirare in altra maniera e mi è venuto così. No, lasciamo perdere Ronaldo". Si disserta se quello della Lazio è più 4-3-3 o 4-3-1-2: "Mancini, aggiunge Casiraghi, è giocatore con grandi qualità di rifinitore. Dunque a volte agisce poco dietro le punte, ma spesso ci troviamo anche in linea. Io non ne farei una questione di posizione, meglio lasciare spazio alla sua fantasia. Roberto può stare dove vuole, se i risultati sono quelli visti in tanti anni alla Sampdoria. L'unico problema vero, che non può essere rilevato in amichevoli del genere, è la fase difensiva. Giocando in pratica con tre attaccanti, bisognerà a turno dare una mano al centrocampo". Il tutto aspettando un Signori che freme per la partita di giovedì a Trento. A proposito, Eriksson: ma se ci fosse stato anche Beppe a disposizione chi avrebbe lasciato fuori? "Nessuno. Avrebbero giocato tutti e quattro...". Svedese meridionale.


Da la Repubblica:

Tutto troppo facile per la Lazio contro i dilettanti del Vigo per poter cercare indicazioni sul modulo Eriksson. Quattordici gol (cinque Casiraghi, due Marcolin, uno Mancini, Boksic, Jugovic, Buso, Rambaudi, Negro più un autogol), due pali, gol sbagliati ad un passo dal portiere e nessun tiro nella porta difesa da Marchegiani e Ballotta. Più che una partita è stata una festa per i circa tremila vacanzieri tifosi laziali (il caro prezzi comincia dal calcio d'estate: ventimila lire per un posto nel prato...) che provenienti dalle valli vicine non si sono voluti perdere la prima uscita della nuova Lazio. E loro si sono divertiti. Perché Casiraghi, che gioca col massimo dell'impegno sia in nazionale che le sfide scapoli-ammogliati, ha segnato cinque gol mettendo in mostra tutto il suo repertorio: stacco di testa, sforbiciata al volo "ho fatto un bel gol ma che male al sedere", tiri di destro e sinistro. Si sono divertiti perché la classe di Mancini non si esaurisce neanche in allenamento e i suoi tocchi, le sue aperture e colpi di tacco divertono più di qualsiasi schema. Ha segnato anche un bel gol: colpo di tacco per Casiraghi, triangolazione e tiro al volo di destro in mezza girata sotto l'incrocio.

Nel frattempo aveva servito un assist sulla testa di Boksic e uno sul destro di Jugovic. E prodezza dopo prodezza tra il popolo laziale è già Mancinimania. Alla fine si è divertito anche Eriksson che nelle pieghe di una partita tecnicamente insignificante ha cominciato a cogliere aspetti positivi della sua Lazio. Jugovic ha dimostrato tutta la sua importanza a centrocampo: cattura una quantità infinita di palloni e le sue ripartenze diventano immediatamente pericolose azioni offensive. Il tecnico svedese ha ammirato anche Lopez che conosceva poco: "Mi ha colpito la tranquillità e la sicurezza con cui sta in campo. Non aveva avversari impegnativi ma non ha sbagliato il tempo di un intervento o di una chiusura". L'indicazione, che almeno sulla carta, poteva rivelarsi interessante per il futuro era la scelta delle tre punte da mandare in campo nel primo tempo. Poteva rappresentare un piccolo segnale sulla gerarchia degli attaccanti nella mente di Eriksson, ma tre righe di bollettino medico risolvevano il primo problema del tecnico: Signori colpito nella notte da disturbi intestinali non era in grado di scendere in campo e quindi via libera al tridente Mancini, Boksic, Casiraghi. Ma già dalla prossima partita con il Venezia (il 26 a Moena) in panchina si vedrà qualche ospite illustre. Eriksson non vuole caricare di eccessiva importanza queste partite: "Servono per conoscerci, per provare nuovi schemi, non è importante chi gioca. Abbiamo una rosa ampia, quasi due squadre praticamente, il campionato è lungo e ci sarà spazio per tutti. Ora dobbiamo solo pensare ad allenarci". Per il momento il clima nella Lazio è di grande serenità, i posti sono ancora tutti in palio. E la continua richiesta da parte del Real Madrid di Nesta e Negro non disturba nemmeno più di tanto.




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