Domenica 22 febbraio 1942 - Torino, stadio Filadelfia - Torino-Lazio 1-1

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22 febbraio 1942 - 668 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1941/42 - XVII giornata

TORINO: Bodoira, Piacentini, Ferrini, Cadario, Ellena, Baldi III, Menti II, Borel II, Gabetto, Petron, Santià.

LAZIO: Gradella, Romagnoli (II), Monza (II), Baldo, Ramella, Ferri, Gualtieri, Pisa (I), Piola, Flamini, Puccinelli. All. Popovic.

Arbitro: sig. Scotto di Savona - Guardalinee: sigg. Andreoni e Bernardi.

Marcatori: 14' st Pisa (I), 18' Menti (II).

Note: terreno pesantissimo e cosparso di neve che è caduta per tutto l'incontro. Al 15' st Gradella ha parato un calcio di rigore tirato da Menti (II). Calci d'angolo 6 a 5 per la Lazio.

Spettatori: 9.000.

Il rigore parato da Uber Gradella
una foto della gara presa del Littoriale
Il titolo del Littoriale

Sotto la neve dal primo all'ultimo minuto, davanti ad un pubblico di ottomila persone al massimo, che proprio la temperatura non era invitante. Si è giocato sotto la neve, e non sulla neve, perché, scomparso subito il primo strato sotto il calpestio del giuoco, non rimase per tutto il tempo che una superficie di fanghiglia biancastra e gelata a ricoprire il terreno. Primo tempo in bianco. Un simile quadro invernale di ambiente pareva dovesse essere totalmente a favore del Torino, che non è proprio sui terreni difficili ed in giornate così rigide che le compagini romane e meridionali si trovino a loro miglior agio.

L'andamento del giuoco doveva, invece, dimostrare che la Lazio non si trovava troppo disorientata dal fango e dal gelo; certamente meno disorientata del Torino. Un primo tempo in bianco, con leggera prevalenza dei laziali. Più che col predominio territoriale, la squadra romana dimostra una certa superiorità col comportamento tecnico dei suoi singoli componenti e colla impostazione tattica del giuoco. Il Torino, al confronto, dà l'impressione di brancolare un po', di non avere idee chiare sul da fare. Manca, all'ala sinistra, Ferraris, che non si è ritenuto opportuno far scendere in campo dopo la ferita riportata domenica. Manca lui ed i suoi compagni pare non si siano accorti che al suo posto c'era un sostituto, tanto essi trascurano Banthià.

Nemmeno l'altra ala viene rifornita con frequenza e se Menti vuole farsi notare dal pubblico deve ricorrere allo sfruttamento dei tiri di punizione. Cosa davvero spettacolosa, il modo in cui l'ala sinistra granata spara in porta in queste occasioni. Poco prima del riposo, Piola riusciva finalmente a sfuggire alla sua guardia d'onore ed a farsi luce sulla sinistra: il vercellese giungeva in area di rigore tutto solo — la capitolazione di Bodoira pareva oramai cosa sicura — ma il laziale si attardava sulla palla e finiva per calciare direttamente nelle gambe del portiere. Una rete gettata via.

Alla ripresa, il giuoco dei Torino migliorava di tono. Petron prendeva a servire la sua ala e questa immediatamente rispondeva con centri di ottima traiettoria. Su uno di questi, Gabetto vedeva finalmente presentarsi una occasione favorevole: tirava al volo, ma falliva il bersaglio. Chi non lo mancò il bersaglio, fu, poco dopo, la mezz'ala destra della Lazio, Pisa. Puccinelli avanzava sulla sinistra, sgusciava via ad un paio di avversari e centrava un po' all'indietro. Piola attirava su di sé un paio d'uomini e lasciava passare, di modo che la palla giungeva a Pisa tutto libero sul limite dell'area. Il laziale prendeva la mira, e con un forte tiro batteva Bodoira. Si era al 15° minuto di giuoco. A questo smacco, il Torino reagiva con viva energia, e nel volgere di quattro minuti ristabiliva l'equilibrio del punteggio. Autore del pareggio, Menti; l'occasione, ancora una volta, un tiro di punizione. Questa volta, l'ala destra granata, invece che la forza, usava l'astuzia. Formatosi il solito muro degli avversari davanti a lui, egli, con precisa traiettoria, mandava la palla al di sopra della testa di tutti, a finire nell'angolo alto sulla sinistra di Gradella-. Dall'uno a uno, il risultato non doveva muoverai più, malgrado gli attacchi alterni.

L'occasione di modificarlo, capitava si, e madornale, ma i beneficiari la sciupavano miseramente. Un rigore a favore dei granata, a dieci minuti dalla fine, per fallo di Ferri su Menti. Tirava Menti stesso, e colui che aveva fatto il difficile, non riusciva a fare il facile: il tiro, debole, andava a finire direttamente nelle mani del portiere.

I granata devono riprendersi. Il giuoco non ha raggiunto, né nel primo, né nel secondo tempo una levatura tecnica eccezionale. La Lazio si è portata meglio del suo avversario. Su certi terreni difficili, vince chi sa star meglio in piedi, ed i laziali questa superiorità l'hanno dimostrata. Anche l'impostazione da essi data al giuoco è stata più pratica, più adatta alle circostanze d'ambiente: azioni a più larga respiro e chiamanti al lavoro con immediatezza le ali, movimenti d'assieme più calmi e miranti a mettere in imbarazzo, sul difficile terreno, i terzini avversari. Questa Lazio si trova effettivamente in periodo di ripresa: Piola è a posto, le due ali hanno velocità; Ramella sta migliorando ed il portiere Gradella possiede ottime qualità. Il solo Romagnoli appare incerto e poco convinto, come terzino. Il prezioso punto portato via da Torino, la Lazio non lo ha certo rubato. Il Torino non ha mostrato ieri la franchezza di comportamento dei suoi momenti migliori. Nei confronti dell'avversario, è apparso più lento, meno resistente, ma soprattutto meno pratico. Quell'insistere sul giuoco stretto e centrale, in una giornata in cui, per mettere in difficoltà i difensori avversari, il giuoco largo è l'ideale — quel tenere la palla fino all'esasperazione su un terreno che non permette lavoro di precisione — quella tendenza delle mezze ali a portare la palla ai compagni di punta invece che spedirla loro di urgenza- mentre essi sotto smarcati — erano tutte cose che non potevano rendere il giuoco veloce e sbrigativo. Era come si fossero ricercate le difficoltà del campo, per darvi di cozzo, non per evitarle. E, difatti, di occasioni vere da rete, i granata ne fecero maturare una sola nei novanta minuti: quella mancata da Gabetto.

I granata hanno bisogno di scuotersi fin dal primo accenno di questa ripresa di torpore tecnico, se vogliono ritornar al rendimento di qualche settimana fa.


Fonte: La Stampa firmato Vittorio Pozzo

Alcune foto del match