Domenica 22 marzo 1970 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Inter 3-1

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22 marzo 1970 - 1936 - Campionato di Serie A 1969/70 - XXV giornata

LAZIO: Di Vincenzo, Papadopulo, Wilson (58' Fortunato), Governato, Polentes, Marchesi, Massa, Mazzola (II), Chinaglia, Ghio, Morrone. A disp. Fiorucci. All. Lorenzo.

INTER: Vieri, Bedin, Facchetti, Bertini, Landini (I), Cella, Jair, Vanello (10' Guarneri), Boninsegna, Suarez, Corso. A disp. Girardi. All. Heriberto Herrera.

Arbitro: Francescon (Padova).

Marcatori: 39' Chinaglia, 64' Ghio, 72' Boninsegna, 89' Massa.

Note: giornata di sole, terreno in discrete condizioni. Ammonito Ghio per gioco scorretto. Infortuni per Vanello, Wilson e Bedin tutti costretti ad abbandonare il terreno di gioco. Calci d'angolo: 7-5 (4-4) a favore dell'Inter.

Spettatori: 55.000 circa con 28.782 paganti e 12.500 abbonati per un incasso di £.54.731.000.

L'Inter scende all'Olimpico con l'obiettivo dei due punti per potere ancora sperare di dire la sua nella lotta per lo Scudetto. La squadra neroazzurra non schiera gli infortunati Burgnich, Mazzola e Bellugi, mentre la Lazio, a parte Facco fuori da settimane, ha l'organico al completo. Gli ospiti partono molto bene impadronendosi del centrocampo dove i biancocelesti appaiono in difficoltà. Al 24' Mariolino Corso colpisce la traversa con una punizione magistrale, quindi Di Vincenzo è bravo con un'uscita a valanga sul sempre pericoloso Boninsegna. In avanti la Lazio si fa vedere in due circostanze: con Governato, di testa, e con Wilson di piede, ma le conclusioni escono a lato. Al 37' un errore di Papadopulo dà il via libera a Bertini che centra un palo clamoroso con una violenta battuta. Tre minuti più tardi la prima e importante svolta del match. Chinaglia arpiona la palla a metà campo e inizia una progressione sulla sinistra. Landini tenta invano di resistere e ingaggia un duello in corsa, ma Long John resiste e quando il libero Cella gli si fa incontro lo supera di forza. Giunto all'intersezione delle linee dell'area avversaria, da posizione estremamente defilata, il numero 9 lascia partire un sinistro devastante, una sorta di "grosse Bertha" che s'insacca a mezza altezza tra il palo e la mano invano protesa di Lido Vieri.

E' un goal sensazionale che ai più anziani tifosi della Lazio fa ricordare le memorabili prodezze di Silvio Piola. Antonio Ghirelli, direttore del Corriere dello Sport scrive sul suo giornale che lo scatto di Chinaglia ha richiamato alla sua mente la definizione che Ernest Hemingway diede alla carica di un bisonte: "una locomotiva carica di odio". Prima del fischio di chiusura della prima frazione Chinaglia ci prova ancora, ma stavolta Landini riesce a rimediare. L'Inter torna in campo molto decisa, ma la difesa laziale fa buona guardia anche se Wilson al 55' riceve un duro colpo alla testa da Papadopulo ed è costretto ad uscire. Entra Fortunato che mostra subito di essere in palla. Chinaglia continua a essere imprendibile con le sue progressioni e tenta il goal fotocopia a quello del primo tempo ma stavolta la conclusione è fiacca. Si registra quindi un infortunio per Bedin che abbandona il campo lasciando la sua squadra in dieci uomini poiché Heriberto Herrera ha già effettuato la sostituzione consentita. Al 64' arriva il raddoppio e l'azione è di quelle da manuale del calcio. Fortunato riceve da Massa e con un guizzo fa fuori prima Corso e quindi Cella per giungere sulla linea di fondo, invitare Vieri fuori dai pali e toccare all'indietro all'accorrente Ghio che non deve fare altro che appoggiare in rete nella porta sguarnita. La Lazio appare paga e l'Inter, mai doma, accorcia le distanze con Boninsegna che con una secca girata al volo fulmina Di Vincenzo. A un minuto dal termine Massa, dopo una triangolazione con Governato e Ghio, batte con un astuto tocco d'esterno il portiere neroazzurro. Finisce tra il tripudio dei tifosi che inneggiano a una Lazio a cui l'arrivo della primavera ha portato una forma splendente.