Domenica 23 aprile 2017 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Palermo 6-2

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

23 aprile 2017 - Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXXIII giornata - inizio ore 15.00


LAZIO: Strakosha, Wallace, de Vrij, Hoedt, Felipe Anderson, Parolo (46' Lukaku), Biglia, Milinkovic (70' Crecco), Lulic, Immobile, Keita (83' Lombardi). A disposizione: Vargic, Adamonis, Patric, Basta, Bastos, Cardoselli, Luis Alberto, Djordjevic, Javorcic. Allenatore: S. Inzaghi.

PALERMO: Posavec, Sunjic, Gonzalez, Goldaniga, Rispoli, Gazzi, Jajalo (66' Chochev), Morganella, Sallai (25' B. Henrique), Lo Faso (74' Trajkovski), Nestorovski. A disposizione: Fulignati, Marson, Andelkovic, Cionek, Vitiello, Ruggiero, Pezzella, Balogh, Diamanti. Allenatore: Bortoluzzi.

Arbitro: Sig. Fabbri (Ravenna) - Assistenti Sigg. Tegoni e De Pinto - Quarto uomo Sig. Peretti - Assistenti d'area Sigg. Rocchi e Ghersini.

Marcatori: 8' Immobile, 10' Immobile, 21' Keita, 24' Keita (rig), 26' Keita, 46' Rispoli, 52' Rispoli, 90'+1' Crecco.

Note: ammonito al 59' Milinkovic per simulazione, al 53' Gazzi per gioco falloso. Angoli 5-2. Recuperi: 0’ p.t., 2’ s.t.

Spettatori: 30.000 circa.


Ciro Immobile, oggi doppietta per il bomber biancoceleste
Foto LaPresse
La rete dell'1-0 di Ciro Immobile
Foto LaPresse
Sergej Milinkovic-Savic
Foto LaPresse
Un momento della gara
Foto LaPresse
Senad Lulic
Foto Getty Images
La terza rete di Keita Balde Diao
Foto Getty Images
Caccia alla sfera
Foto Getty Images
Esultanza biancoceleste
Foto Getty Images
Keita Balde Diao e Stefan de Vrij
Foto Getty Images
Felipe Anderson
Foto Getty Images

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Con Keita è spettacoLazio. Palermo sommerso di gol. I rosanero, rassegnati, non lottano e Inzaghi esce dal momento no: tripletta dell’ex Barcellona, due di Immobile, prima gioia per Crecco".

Continua la "rosea": Cinque gol dopo appena 26 minuti. Erano quasi ottant’anni che non accadeva in Serie A. La prima (e unica fino a ieri) volta era successo nel 1938, quando la Juve ne fece appunto 5 in 26 ad una malcapitata Fiorentina. A eguagliarla, quasi un secolo dopo, è la Lazio di Inzaghi che così aggiunge questa perla (platonica, ma fino a un certo punto) alla sua già lunga collezione stagionale. E soprattutto porta a casa tre punti che la confermano al quarto posto e che, grazie ai k.o. di Inter e Milan, sanno tanto di allungo decisivo nella corsa all’Europa League. Tutto tremendamente facile per la squadra di casa. Merito di un approccio che più giusto non si può, ma anche di un Palermo che ha palesemente già staccato la spina e che capitola senza neanche provare a combattere. Atteggiamento comprensibile con una salvezza che era già una chimera prima di cominciare e che ora è un’impresa impossibile, ma pure Bortoluzzi ha le sue colpe perché il 3­-4­-2­-1 escogitato per l’occasione lascia praterie nelle quali i biancocelesti affondano che è un piacere. Quando il tecnico rosanero si corregge, i gol al passivo sono già quattro e diventeranno cinque nel giro di pochi secondi prima ancora che il nuovo assetto (un 3­-5­-2 più abbottonato) sia effettivo.

Avversario troppo debole e remissivo, dunque, ma a renderlo tale è una Lazio che archivia la "crisetta" dell'ultimo mese (5 punti in 4 partite) con una prova degna della sua stagione sopra le righe. Ancora una volta c’è la mano di Inzaghi. Il ritorno al 3­-5­-2 (e soprattutto l’utilizzo di Anderson come quinto di centrocampo) pareva una mossa poco illuminata. Aveva invece capito, il tecnico, che la sua squadra aveva perso certi equilibri e che andava ridisegnata in maniera più logica. Tanto dietro (con la difesa a tre) quanto davanti con le due punte. Bingo. Perché col nuovo assetto ecco esplodere proprio i due terminali offensivi: Immobile (doppietta più assist di tacco) e Keita (prima tripletta della carriera, due gol da antologia e un rigore che lui si procura). Il Palermo in versione balneare non riapre la gara neppure con i due regali che la Lazio gli confeziona in avvio di ripresa. Una squadra ancora "online" ne approfitterebbe per tentare almeno la rimonta impossibile. Il Palermo invece quasi si scusa di aver osato. E così i due gol sono buoni solo a santificare la prima doppietta in A di Rispoli. E, anche, a sottolineare che certe amnesie difensive dei biancocelesti non sono ancora sparite. Ma la Lazio riparte e alla fine trova pure il modo di far segnare a Crecco il primo gol in A. E tra una settimana c’è il derby...


Il Corriere dello Sport titola: "Sì, questa è una Lazio scatenata. Dai sei gol con cui i biancocelesti travolgono il Palermo, un messaggio in vista del derby".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Sei squilli per lanciarsi verso il derby e avvicinarsi all’Europa. Immobile e Keita hanno avvertito la Roma. Cinque gol da urlo in meno di mezz’ora. Alla festa, dopo il novantesimo, si è aggiunto Crecco, un altro dei baby prodigio di Inzaghi. La Lazio ha fame, ha ricominciato a correre, divertirsi e stabilire nuovi record, segnando a raffica. Non molla niente, s’è rialzata dopo Marassi e un periodo un po’ così. Inzaghi ha concesso all’Atalanta di Gasp solo un sorpasso notturno, ieri si è ripreso il quarto posto e ha staccato Milan e Inter, creando il vuoto. Ora alla squadra biancoceleste mancano otto punti nelle ultime cinque giornate per la certezza dell’ingresso in Europa e dieci per garantirsi la qualificazione diretta ai gironi, automatica se riuscisse nell’impresa di sfilare la Coppa Italia alla Juve. La partita dell’Olimpico ha di fatto certificato la retrocessione in B del Palermo dopo tre stagioni, non ancora ufficiale solo per un semplice calcolo aritmetico, ma 13 punti dall’Empoli sono irrecuperabili, a dimostrazione di come fosse inutile l’ultimo cambio in panchina. Lopez, se non altro, aveva provato a dare un’anima ai rosanero. Il povero Bortoluzzi firmerà il tracollo. Se possibile, la situazione è peggiorata: solo 0-0 con il Bologna e una resa indecorosa di fronte alla Lazio. Baccaglini e il fondo americano dovranno impegnarsi a fondo per ricostruire le macerie lasciate da Zamparini e a restituire ai palermitani il calcio che meritano, non certo questo scempio.

Non c’è mai stata partita, è durata appena otto minuti, giusto il tempo che serviva a Immobile per portare in vantaggio la Lazio. Angolo di Biglia, colpo di testa di De Vrij e Ciro, in agguato, è piombato come un falco e ha incornato a sua volta in rete. Sono passati appena 96 secondi per timbrare la doppietta. Inserimento di Milinkovic a sinistra e passaggio all’indietro. La difesa del Palermo era ferma. Immobile è arrivato in corsa e ha piazzato di destro nell’angolo più lontano: un colpo da biliardo. Ventesimo gol in campionato. A quel punto è entrato in scena Keita. Inzaghi aveva sorpreso mollando il 4-3-3 per tornare al 3-5-2 e ancora una volta ha dimostrato di avere ragione, perché questo è l’assetto che nel complesso offre le maggiori garanzie. Immobile ha più aria per muoversi, può attaccare meglio la profondità e ha il sostegno di un’altra punta, Milinkovic s’inserisce, la difesa sembra più solida. L’unico sacrificato è Felipe, che proprio non digerisce l’intera fascia. Ma con il Palermo non si correvano rischi e se n’è avvantaggiato Keita. Al 21’ primo gol del senegalese, servito da una sponda di de Vrij, s’è bevuto Sunjic e Gonzalez in dribbling e ha incrociato nell’angolo. Al 24’, steso da Morganella, il senegelase si è procurato il rigore e ha preteso di trasformarlo: destro non troppo angolato, toccato ma non trattenuto da Posavec. Biglia generoso, Immobile ancora di più, perché poi lo ha mandato di nuovo a rete con un delizioso colpo di tacco. Scavino con il portiere del Palermo in uscita e prima tripletta in carriera di Keita.

Da vent’anni (Lazio-Reggiana 6-1) la squadra biancoceleste non segnava almeno 5 gol nel primo tempo, ma il dato ancora più interessante è un altro. Tutto in 26 minuti di gioco. L’ultima e unica squadra di serie A ad aver realizzato cinque gol in un arco così breve di tempo era stata la Juve nel lontanissimo 1938. La Lazio, alla mezz’ora, ha mollato e la partita si è trasformata in allenamento. In previsione del derby fuori il diffidato Parolo per Lukaku. Il Palermo ha avuto un sussulto d’orgoglio. Rispoli, complici le distrazioni degli olandesi, ha firmato una doppietta in avvio di ripresa. Prima ha approfittato di un errore di de Vrij per battere Strakosha e poi è stato più veloce dell’albanese intuendo il retropassaggio fiacco di Hoedt. Contrasto e gol. Sul 5-2 la Lazio ha ripreso a gestire la palla. E al primo minuto di recupero è arrivato il sesto gol, firmato in tap-in da Crecco. Troppa grazia verso il derby.


Il Messaggero titola: "Lazio, goleada verso l'Europa. Palermo travolto con sei reti, quarto posto ritrovato e milanesi più lontane. Tripletta di Keita, 2 gol di Immobile e uno di Crecco per preparare il derby".

Prosegue il quotidiano romano: La Lazio di Simone Inzaghi è un ciclone. Travolge il Palermo per 6-2, si riprende il quarto posto e fa sognare i suoi tifosi. Dopo il ko contro il Napoli e il pari di rabbia in casa del Genoa, i biancocelesti cercavano una vittoria: detto fatto. Bastano 26 minuti per segnare 5 gol e salutare i rosanero. Doppietta di Immobile, tripletta di Keita e baciamo le mani. Ciro vola a quota 20 in classifica marcatori, a meno 2 dal suo record di sempre. Balde raggiunge quota 11, suo primato personale da quando è professionista. Ma c’è di più perché il giovane talento senegalese firma la tripletta in appena 7 minuti, mai nessuno con la maglia della Lazio ci era mai riuscito. Nel finale c’è spazio anche per il giovane Crecco, al suo primo gol con i biancocelesti. Sedicesimo marcatore stagionale. La domenica diventa perfetta con le notizie che arrivano da Milano, dove i rossoneri cadono per 2-1 contro l’Empoli scivolando così a -6. Ko ci era finita sabato anche l’Inter a Firenze, spegnendo i suoi sogni europei. S’infiammano invece quelli della Lazio, sempre più saldamente al quarto posto in classifica. Solo l’Atalanta dei miracoli continua a tenere il passo.

Il primo tempo assomiglia ad una scampagnata, complice anche il sole primaverile. Giusto il tempo di sgranchirsi un po’ che i biancocelesti danno il via al festival del gol. E così passano 26 minuti e il passivo è di 5-0, solo la Juventus nel 1938, contro la Fiorentina, ci era riuscita prima di ieri. Erano 20 anni, inoltre, esattamente dal 20 aprile del 1997, che la Lazio non chiudeva un primo tempo con 5 gol all’attivo. Allora a fare le spese fu la Reggiana: Signori, Nedved e tre volte Protti. Una passeggiata di salute che in un colpo solo ha il duplice effetto di far ritrovare i 3 punti a Biglia e compagni e mandare in estasi i tifosi laziali, che applaudono ebbri di gioia. La domenica ha certificato l’enorme disparità che c’è nel campionato di serie A, con un Palermo che ha addirittura 48 punti in meno della squadra di Inzaghi. I rosanero non hanno nemmeno il tempo di rendersi conto della situazione, che la partita è già archiviata ed è tempo di pensare alla prossima. Nemmeno i due gol di Rispoli, complice la difesa laziale, riescono a riaprire in qualche modo la gara. Le differenze tra le due squadre sono abissali. Il Palermo è in caduta libera verso la serie B e a fine gara la squadra va sotto il settore dei propri tifosi per chiedere scusa della debacle.

Fanno festa invece i giocatori laziali sotto la Curva Nord. Questo è il tempo di vincere con te, cantano i tifosi che ora hanno un doppio sogno: il derby contro la Roma e la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Lo stadio è tornato a riempirsi perché l’impresa più grande che Inzaghi sta portando a compimento è quella di aver riallacciato un filo biancoceleste con la tifoseria. Il piccolo uomo ora è un gigante. Un esempio di lazialità da sventolare come una bandiera. L’agosto rovente è ormai un ricordo lontano, la primavera è sbocciata e con lei la Lazio, un trionfo di colori. L’Europa, sogno quasi proibito in estate, ora è un obiettivo alla portata. Bravo il tecnico a sfruttare la sua fame e quella dei suoi ragazzi per rovesciare il mondo e renderlo più biancoceleste che mai.


Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

E’ un mago Simone Inzaghi, straccia e riscrive i record, cambia moduli, indovina i cambi. Tanto per dirne una: a Marassi aveva pareggiato con Luis Alberto, ieri la Lazio ha segnato il sesto gol con Luca Crecco, uno dei suoi gioielli della Primavera. Non giocava in serie A da più di tre anni, s’era riaffacciato nel grande calcio entrando negli ultimi minuti della semifinale di Coppa Italia. Simone lo ha abbracciato. "Sono contento sia stata una giornata speciale per Crecco: ha segnato all’Olimpico, con la maglia della squadra che ha sempre tifato. In settimana ci permette di lavorare nel migliore dei modi, a fine gennaio è rientrato dall’Avellino e si è messo a disposizione". Tutta la squadra lo segue. "Il segreto è il gruppo, ogni giocatore si impegna e per un allenatore è il massimo. Mi danno disponibilità, mi permettono di cambiare modulo". La goleada al Palermo ha allontanato le ombre. "Ottima partita, avevo chiesto di non sbagliare approccio, era importante partire bene, i ragazzi sono stati bravissimi, la partita è stata chiusa in mezzora. Dopo ci siamo rilassati, abbiamo preso due gol evitabili, non fanno piacere, ma è normale. Già da Genova avevo visto segnali giusti e una squadra che produceva gioco e occasioni".

Chissà che il 3-5-2 sia il preludio al prossimo derby. "Non lo so, ci dovrò pensare, ho varie soluzioni, ho valutato con il mio staff che fosse il modulo più congeniale per affrontare il Palermo. L’abbiamo preparata bene". Inzaghi questa sera si metterà davanti alla tv a guardare la Roma. "Sappiamo cosa ci aspetta, sarà il quarto derby stagionale, è come se ci fossero state due stagioni in una, l’attesa non passa mai. Noi arriviamo con una buona condizione, la Roma è seconda, cercheremo di prepararlo a dovere". Ancora con l’appoggio di una Curva ritrovata. "I tifosi saranno al nostro fianco come lo sono stati nei precedenti tre, l’ultimo era in trasferta e non ci sembrava di giocare fuori casa. Sappiamo che troveremo questa Curva anche domenica alle 12,30". Orario insolito. "Non mi piace il derby a mezzogiorno. Gli ultimi due li abbiamo giocati in notturna ed erano uno spettacolo, le tifoserie avevano fatto una grande cornice e si erano comportate benissimo. A parer mio una partita così dovrebbe essere giocata la sera". E’ già diventato allenatore dell’anno, Inzaghi ha condiviso con giocatori e tifosi il premio assegnato da Football Leader. "E’ una grandissima soddisfazione, fanno piacere complimenti e riconoscimenti. Dico grazie al mio staff, ai calciatori che stanno facendo una stagione meravigliosa e anche ai tifosi. Lo stadio era bellissimo, sono venuti in tanti, ci hanno aiutato in una partita che si poteva sottovalutare, li sentiamo vicini".

Ora servirebbe un segnale da Lotito, trattenendo i migliori. Gli chiedevano di Keita, Simone ha allargato il discorso. "Io questi ragazzi li tratterrei tutti. Parlo di Keita, dello stesso Biglia e De Vrij. Sono importantissimi, la società lavora e sa che per me sono tre top player che farebbe bene a tenersi". Sul senegalese ha approfondito il tema calcistico. "Keita ha quasi sempre giocato, salvo quando ho cambiato il modulo. Si tratta di una grande risorsa e cambia le partite. Sono contento per come si sta allenando, lo dimostra il fatto che Biglia e Immobile gli hanno lasciato il rigore. Il ragazzo si fa ben volere dal gruppo. Su 40 partite con me il senegalese ne ha fatte 32 dall’inizio. Non lo considero una riserva e non penso che sia devastante solo quando entra in corsa". Europa vicina, traguardo ancora da tagliare. "Per l’Europa mancano cinque partite. Noi e l’Atalanta abbiamo un buon vantaggio ma il calendario non è semplice".


Tutto ciò che tocca Inzaghi diventa oro. Tutto ciò che Inzaghi dice, la Lazio fa. Tutti i giovani che Inzaghi lancia, segnano o danno soddisfazioni. E’ accaduto anche con Luca Crecco, novello goleador. Il sesto gol l’ha realizzato lui, dopo un’incursione in area. Era rientrato a Formello poco prima del gong del mercato invernale, quando stavano per scadere gli ultimi secondi utili per il tesseramento. Inzaghi l’aveva voluto per tenersi un’alternativa in più a sinistra, fascia da sempre tribolata. Crecco è stato il sedicesimo goleador della Lazio in questo campionato, è un record tutto biancoceleste: "Non mi aspettavo questo gol - ha detto ieri in zona mista - ho esultato davanti alla mia famiglia, era in tribuna ed è stato emozionante. Dopo aver visto la palla entrare in porta ho solo pensato ad esultare, sono davvero contentissimo. Dedico questa rete ai miei genitori". Crecco, emozionatissimo, ha raccontato l’attimo in cui s’è trovato davanti alla porta del Palermo: "Appena ho visto la palla lì mi ci sono fiondato. Aspettavo questo momento da tre anni, fare gol con la maglia della Lazio è una gioia immensa. Il gol lo avevo cercato molto anche in B, non era arrivato. La gioia è stata doppia". Crecco, a gennaio, era ad Avellino. Nella notte in cui s’è chiuso il mercato s’è ritrovato di nuovo con la maglia della Lazio addosso, la squadra che tifa da sempre, la squadra che l’ha cresciuto nel settore giovanile: "Non potevo sperare in una giornata migliore. Ho vissuto un momento difficile, ora sono contento di essere qui e di aver sfruttato questa occasione, ringrazio Inzaghi. Ci siamo allenati bene in settimana e abbiamo risposto benissimo sul campo. Volevamo questa vittoria e continueremo così, sino alla fine della stagione".

Crecco s’è goduto il momento di celebrità e ha esultato per una vittoria che avvicina la Lazio all’Europa: "Abbiamo allungato sulle milanesi e speriamo di fare grandi cose anche nel derby. Ci godiamo questo momento, lavoreremo al meglio per tutta la settimana con l’obiettivo di arrivare pronti domenica". Crecco, vale come curiosità, era in panchina il 26 maggio 2013, nel giorno del trionfo in Coppa Italia, il derby della storia l’ha vissuto da vicino: "Spero di portare di nuovo fortuna a questa squadra. Vorrei rimanere nella Lazio, se ci sarà spazio il mio desiderio si conosce. E’ restare fino a quando vorrà la società". Crecco, classe 1995, è l’ultima delle sorprese uscite fuori dal cilindro di Simone Inzaghi. L’ha sganciato al posto di Parolo, in una giornata sicuramente favorevole, con la partita ormai chiusa, ma la sua scelta ha comunque meritato un elogio ed è stata premiata. Simone Inzaghi è un allenatore che crede nei baby realmente, non a parole. C’entra la sua esperienza nel settore giovanile, ma non dice tutto. Inzaghi, in una stagione così delicata, avrebbe potuto infischiarsene dei giovani. E invece no, ci ha puntato in momenti decisivi, in partite clou. E i baby, da parte loro, non fanno altro che pendere dalle labbra del l’allenatore-maestro. Inzaghi quest’anno ha fatto esordire Lombardi e Murgia, da entrambi ha ricevuto risposte e gol. Ha promosso Strakosha da titolare. Tra gli esordienti ci sono stati anche il difensore Prce, l’attaccante Tounkara (praticamente ha vissuto un nuovo debutto) e il bomber Rossi della Primavera. E’ la stagione delle intuizioni.



Galleria di immagini sulle reti della gara
Ciro Immobile sblocca la partita
Il raddoppio del bomber biancoceleste
La rete di Keita Balde Diao per il 3-0
Keita, su calcio di rigore, sigla il 4-0
Keita marca la rete del 5-0
La prima rete palermitana
La seconda rete rosanero
La rete del definitivo 6-2 di Luca Crecco



La formazione biancoceleste:
Strakosha, Immobile, de Vrij, Hoedt, Wallace, Milikovic-Savic;
Lulic, Parolo, Felipe Anderson, Keita, Biglia





► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:



<< Turno precedente Turno successivo >> Torna alla Stagione Torna ad inizio pagina