Domenica 25 settembre 1949 - Como, Stadio Sinigaglia - Como-Lazio 1-0

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25 settembre 1949 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1949/50 - III giornata

COMO: Cardani, Travia, Predoni, Maronati, Bosco, Susmel, Maesani, Rabitti, Ghiandi, Stua, Lipizer. All. Varglien I.

LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Remondini, Furiassi, Sentimenti (III), Montanari, Puccinelli, Magrini, Hofling, Flamini, Penzo (I). All. Sperone.

Arbitro: sig. Silvano di Torino.

Marcatori: st 26' Rabitti.

Note: giornata ancora calda, cielo coperto; nessun incidente di rilievo, eccetto uno scontro tra Cardani ed Hofling che al 15’ del st li costringeva alle cure del caso, ma poi entrambi riprendevano regolarmente fino al termine; Remondini falliva un calcio di rigore, concesso al 33’ per un fallo di Lipizer su Magrini; calci d’angolo 3-3.

Spettatori: 13.000 circa

Da "Il Calcio Illustrato", cronaca e foto della gara

Da "La Gazzetta dello Sport" del 26 settembre 1949:

Con un goal gioiello a 27 minuti dal termine il Como s’è assicurato il successo in virtù di una rete che avremmo voluto imprimerla sulla celluloide al fine di poterla rivedere per la sua bellezza. Con una rete gioiello questa partita si è così sbilanciata a favore dei lariani, gara che alla vigilia, e non a torto, era ritenuta di grande equilibrio. A conti fatti si può ben dire che se il Como, e non immeritatamente, ha vinto l’incontro, nella seconda parte la Lazio lo ha perso, di moto proprio, mentre nella prima parte ha confermato in pieno l’altra previsione che tendeva ad annunciare l’arrivo di una Lazio dal dente avvelenato per la sconfitta patita in casa otto giorni fa ad opera della Lazio-Juventus 1-3. Pensate per un attimo ad un Como in condizioni di rimontare due reti, e ad una Lazio che avrebbe potuto godere di tale vantaggio. Infatti i lariani hanno corso realmente il grosso pericolo di trovarsi in tale situazione. Infatti alla mezz'ora Bosco aveva colpito male un pallone di testa, si trattava dell’unico errore del centromediano comasco, artefice peraltro di una nuova brillante prestazione, la sfera veniva sfruttata magnificamente da Nyers (II). Il laziale operava una veloce conversione al centro e lasciava partire di destro un’autentica staffilata dal limite dell’area. Sibilo breve, poi il colpo secco della palla che batte sul legno: nonostante il tuffo tempestivo il portiere non sarebbe mai riuscito ad evitare il gol. I lariani non hanno gomiti a sufficienza per il tradizionale segno della croce, mentre i laziali fanno un pasto di unghie. E non è finita. Tre minuti più tardi in uno scambio in corsa tra Puccinelli e Magrini, quest’ultimo taglia diagonalmente, da sinistra a destra, la difesa, sfiorando il bersaglio. A metà strada, in piena area, incontra Lipizer retrocesso in aiuto dei difensori: corto duello, ha la meglio Magrini, ma il lariano, vistosi superato, tenta un mezzo sgambetto ed una mezza carica che sbilanciano nettamente l’avversario. Silano fischia indicando il dischetto del rigore. Si appresta a tirarlo Remondini, uno specialista in materia. Quindi, Lazio in vantaggio? Nossignori, la sventola del centromediano è forte, ma è pure completamente fuori bersaglio. È umano, la Lazio si affloscia, se finora senza far nulla di trascendentale la squadra ospite si era comportata discretamente, dimostrandosi ordinata, anche se poco conclusiva, ora invece, fallendo il calcio di rigore, palesa lacune anche a centrocampo. Le sue azioni tendono al ribasso, mentre il Como prende lentamente, ma progressivamente, quota. Si va all'intervallo a reti inviolate: gioco discreto, ma entrambi i quintetti di punta hanno le polveri bagnate. Pochi i tiri a rete, anzi soltanto uno, opera di Puccinelli all'8’: la palla stava per infilarsi nell'angolo destro della rete di Cardani, ma il portiere scattava come una molla e riusciva a deviare in corner, subissato dagli applausi. Ma gli effetti deleteri delle due reti mancate, nella ripresa si ripercuotono sul morale della Lazio, mentre il Como, assai più preparato e con una stupefacente riserva di fiato, passa decisamente all'attacco. La Lazio reagisce a sprazzi, ma anche nelle controffensive è sensibilmente debole, soprattutto per la cattiva giornata, o per la cattiva forma, del suo centravanti. Ma non è l’unico difetto di un quintetto avanzato che manca per decisione e peso. Assai meglio i settori difensivi che ben resistono, ma non possono nulla nella stupenda trama del 27’ sfociata in gol: palla a terra che corre da Stua a Lipizer, questi indovina Ghiandi rasoterra, che piroettando tocca verso sinistra dove s’è spostato velocemente Rabitti, il quale con una carezza dolce deposita la palla nel sacco. Crollano le tribune. La Lazio reagisce, ma il Como in difesa è robusto: non molla. Travia giganteggia; Pedroni è in ripresa; Bosco è continuo e Susmel non è facile da superare. La Lazio tenta seriamente per dieci minuti di recuperare, poi è il Como che rinviene alla distanza mettendo in risalto Ghiandi, un centravanti giovane quanto bravo. Tentativo inutile. Il Como resiste bene e conduce in porto con bella sicurezza quella vittoria che non ha certo demeritato.