Domenica 26 aprile 1981 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Genoa 2-2

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26 aprile 1981 - 31 - Campionato di Serie B 1980/81 - XXXI^ Giornata

LAZIO: Marigo, Pighin, Citterio, Perrone, Pochesci, Simoni (34' Ghedin), Garlaschelli, Manzoni, Chiodi, Viola, Greco. A disp. Nardin, Scarsella, Cenci, Marronaro. All. Castagner.

GENOA: Martina, Testoni, Caneo, Corti, Onofri, Nela, C.Sala, Lorini, Russo (88' Manueli), Manfrin, Todesco (65' Boito). A disp. Favaro, Conti, Odorizzi. All. Simoni.

Arbitro: Sig. Bergamo (Livorno).

Marcatori: 20' Greco, 42' Corti, 64' Russo, 75' Greco.

Note: cielo parzialmente coperto. Terreno in buone condizioni. Ammoniti: Onofri e Garlaschelli (proteste), Pighin e Manfrin (gioco falloso), Lorini (ostruzione) e Caneo (comportamento non regolamentare). Angoli 10-5 per il Genoa.

Spettatori: 30.000 circa di cui 18.364 paganti.

Il biglietto della gara
Nando Viola
Claudio Sala tenta di superare Citterio
Il pareggio di Corti
La rete di Russo

Simoni ha mantenuto la promessa che aveva formulato alla vigilia. Il tecnico rossoblu ha presentato all'Olimpico un Genoa che ha dato filo da torcere alla Lazio, la quale soltanto ad un quarto d'ora dalla fine è riuscita a pareggiare un incontro che appariva compromesso. Su quest'ultimo episodio, pesa l'ombra di una doppia irregolarità non rilevata dall'arbitro Bergamo. E' sembrato infatti che Greco si trovasse in posizione di fuori gioco al momento di scagliare in rete, da corta distanza, il cross partito dal piede di Citterio e toccato in precedenza dalla mano di Chiodi. I genoani hanno reclamato vivacemente, ma il direttore di gara è rimasto fermo sulla sua decisione suscitando molte perplessità. Lo stesso Bergamo, in giornata negativa, sorvolava su un atterramento di Greco in area e considerava involontaria una respinta di mano di Testoni. A parte questi episodi, il campo ha fornito una indicazione incontestabile: il Genoa ha giocato meglio.

Se la squadra di Simoni avesse saputo amministrare la gara tenendo la palla con maggiore freddezza, quando è venuta a trovarsi in vantaggio per 2-1. quasi certamente si sarebbe portata via due punti preziosi. Il confronto si è sviluppato secondo il copione pronosticato. Emozioni, altalena di gol occasioni mancate da entrambi i contendenti, un palo colpito da Greco all'85', hanno tenuto vivo l'interesse del pubblico. Fin dalle prime battute il Genoa è apparso deciso a tentare il colpo grosso. La squadra rossoblu si distendeva a tutto campo con manovre fluide, precise, ispirate dal solito Sala che forniva ripetutamente saggi della sua classe cristallina, coadiuvato da Corti, Onofri, Nela, Manfrin, animato di una costruzione che prendeva sempre più consistenza.

Todesco si faceva applaudire per la sua vivacità che creava ripetuti imbarazzi al diretto avversario Pighin. Però alla prima linea rossoblu veniva a mancare l'apporto del suo cannoniere Russo, che raramente riusciva a sfuggire alla tenace marcatura dello stopper Pochesci. La Lazio stentava a ritrovarsi. Alla spumeggiante manovra genoana, i biancoazzurri opponevano l'orgoglio della «grande» in pericolo. Non era facile, infatti, per la compagine di Castagner, superare disinvoltamente l'handicap di assenze importanti come quelle di Sanguin, Mastropasqua, Spinozzi, ma soprattutto di Bigon che in questi ultimi tempi aveva risolto da solo parecchi problemi. Per fortuna dei biancoazzurri, Greco e Garlaschelli riuscivano ad azzeccare la giornata giusta coprendo in parte i grossi squilibri accusati dai compagni.

Nel complesso si è vista una Lazio ancora immersa nel buio sul piano del gioco. La partita non sembrava riservare grossi pericoli per il Genoa, quando al 20' scattava l'imprevedibile legge del calcio: per un fallo di Onofri su Viola, l'arbitro concedeva un calcio di punizione dal limite. Viola passava a Manzoni che a sua volta toccava per Greco il quale faceva partire un autentico bolide che si insaccava in rete nonostante l'intervento di Martina che sfiorava di pugno la palla. Il gol di vantaggio metteva le ali ai piedi della Lazio che finalmente offriva qualche sprazzo di gioco. Ma non durava molto. Al 34' Sala cominciava a «gelare» gli entusiasmi: il genoano dribblava un paio di avversari, entrava in area e faceva partire un tiro secco che Marigo non tratteneva. Entrava a colpo sicuro Todesco che però spediva incredibilmente sopra la traversa. Il «campanello d'allarme» induceva Castagner a sostituire il fragile Simoni con Ghedin, che si rivelava fin troppo esuberante con le sue entrate al limite del regolamento. Il Genoa, intanto, pur denunciando qualche sfasatura sul piano della determinazione, dava l'impressione di poter ugualmente riuscire a riequilibrare le sorti del confronto per la sua superiorità di gioco.

Ci riusciva al 43' restituendo la giusta fisionomia al risultato: Caneo effettuava dalla sinistra un lungo passaggio orizzontale verso Corti che avanzava a larghe falcate nella zona lasciata incustodita. Il giocatore rossoblu colpiva la palla in corsa «bucando» Marigo con una palla che dopo aver sfiorato il terreno, si insaccava a fil di palo. Nella ripresa la Lazio si gettava in una disordinata offensiva. A questo punto Simoni indovinava la mossa giusta sostituendo Todesco che aveva speso molto, con il fresco Boito. La prima linea genoana acquistava una vivacità che metteva in serio pericolo la difesa laziale, costretta ad alzare bandiera bianca al 64': Corti passava di precisione a Russo appostato al centro dell'area. Tiro secco del centravanti e vantaggio che sembrava schiudere la porta del successo. Ma l'arbitro al 75' convalidava il discutibile gol di Greco che più tardi colpiva il palo infondendo al risultato una parvenza di legittimità accettata con scarsa convinzione dai genoani.

Fonte: La Stampa