Domenica 3 settembre 1967 - Roma, stadio Flaminio - Lazio-Perugia 0-0 (d.t.s. sorteggio vince Lazio)

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Stagione

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3 settembre 1967 - Coppa Italia.

LAZIO: Cei, Marchesi, Castelletti (46' Carosi), Ronzon, Pagni, Governato, Sassaroli, Cucchi, Morrone, Gioia, Fortunato. A disp. 12° Di Vincenzo. All. Gei.

PERUGIA: F.Cacciatori, Panio, Olivieri, Azzali, Polentes, Bacchetta, Lolli (46' Cartasegna), Turchetto, Balestrieri, Piccioni, Dugini. A disp. 12° Magnanini. All. Mazzetti.

Arbitro: De Robbio (Torre Annunziata).

Note: serata calda, terreno ottimo. Ammonito Pagni per scorrettezze. Incidenti di varia entità a Pagni, Dugini, Cucchi e Cartasegna. Nel 2° tempo grave incidente a Bacchetta che in uno scontro con Cucchi riportava la sospetta frattura del perone destro. La Lazio ha giocato con il lutto al braccio per la recente morte di un fratello del presidente Lenzini. Calci d'angolo: 9-1 per la Lazio.

Spettatori: 20.000 circa con 16.255 paganti per un incasso di £. 16.761.400.

La formazione laziale: Pagni, Governato, Sassaroli, Ronzon, Gioia, Fortunato, Cucchi, Castelletti, Morrone, Marchesi, Cei
Capitan Pagni esulta dopo il lancio della monetina

Centoventi minuti di gioco non bastano per decidere la squadra che tra Lazio e Perugia debba passare al turno successivo della Coppa Italia che inaugura la stagione ufficiale 1967/68. Alla fine la monetina lanciata da De Robbio premia la Lazio tra il giubilo dei suoi atleti e dei suoi tifosi. Le indicazioni del match con gli umbri non sono però molto confortanti considerando che i biancocelesti partono con i favori del pronostico alla vigilia del campionato cadetto. Se la difesa appare robusta e ben registrata, il centrocampo mostra lacune nella fase d'impostazione con un Gioia impreciso e spesso fuori posizione. L'attacco desta ancor di più molte preoccupazioni. Out per menisco Bagatti, ci si affida a Sassaroli nella speranza che egli possa dare un contributo significativo in fase realizzativa. Ma la nota più stonata riguarda Morrone a cui Gei affida la maglia numero 9. Il "gaucho" è uomo di manovra, non una prima punta come vorrebbe il tecnico, e la prova statica e priva di guizzi dell'argentino conferma le molte perplessità sollevate dalla critica nelle settimane del ritiro estivo. La partita, giocata a buon ritmo e con un agonismo a tratti un po' fuori dalle righe, vede un Perugia che non sfigura e che si lascia anche preferire quanto a razionalità di manovra. Tra i laziali in evidenza Ronzon, impeccabile nel ruolo di battitore libero, mentre tra i grifoni il migliore appare l'interno Piccioni, infaticabile motorino a centrocampo.