Domenica 6 giugno 1982 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Varese 3-2

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6 giugno 1982 - 2126 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie B 1981/82 - XXXVII giornata

LAZIO: Moscatelli, Spinozzi, Chiarenza, Pochesci, Pighin, Sanguin, Vagheggi, Badiani, D'Amico, De Nadai, Surro (62' Bigon). A disp. Marigo, Mirra, Montesi, Meluso. All. Clagluna.

VARESE: Rampulla, G.Vincenzi, Salvadè (78' Palano), Strappa, Limido, Cerantola, Di Giovanni, Mauti (32' Scaglia), Mastalli, Bongiorni, Turchetta. A disp. Zunico, Fraschetti, Zubiani. All. Fascetti.

Arbitro: Sig. Agnolin di Bassano del Grappa.

Marcatori: 6' Turchetta, 14' Bongiorni, 26' D'Amico (rig), 28' D'Amico, 73' D'Amico (rig).

Note: pomeriggio afoso, terreno in buone condizioni. Al 12' D'Amico ha riportato una ferita alla gamba destra ed è stato tre minuti fuori campo. Ammoniti Strappa e Sanguin (gioco falloso) e Badiani (ostruzionismo). Angoli 10-2 per il Varese.

Spettatori: paganti 6.699 per un incasso di £. 23.299.500. Abbonati 7.167 per una quota partita di 44.440.

Il biglietto della gara
L'articolo de La Stampa
Il rigore di D'Amico
La seconda rete di D'Amico
La terza rete di D'Amico

Con una tripletta siglata da D'Amico (protagonista assoluto anche sul piano del gioco) contro due gol messi a segno dal Varese, la Lazio ha tolto alla squadra lombarda l'ultima speranza di promozione. I «fuochi d'artificio» all'Olimpico si sono completati con un palo per parte colpito dalle due squadre. Il vistoso punteggio non è stato tuttavia frutto di una partita esaltante, caratterizzata in prevalenza da un gioco convulso, a tratti frenetico, a scapito dello spettacolo. Le emozioni sono venute soltanto dall'alternarsi delle marcature. Il Varese, tuttavia, può recriminare per aver gettato al vento una grossa occasione. Basti infatti considerare che la formazione di Fascetti, dopo appena 14 minuti di gioco, conduceva la gara con il punteggio di due a zero. Il vantaggio sembrava il chiaro risultato di una netta, prevalenza che aveva messo, alle corde una Lazio caotica e fragilissima in difesa.

Con una andatura spumeggiante (emergevano Turchetta, Mastalli, DI Giovanni, Mauti) i lombardi filtravano con disinvoltura fra le maglie del centrocampo avversario, segnando il primo gol al 6': il terzino Salvadè si avviava velocissimo sulla fascia sinistra a fondo campo, da dove faceva partire un cross «sbucciato» da Mastalli. Con la difesa laziale in «panne», l'accorrente Turchetta centrava il bersaglio da corta distanza. Al 12' Agnolin sorvolava su un fallo da rigore commesso da Cerantola ai danni di D'Amico. Ma era ancora il Varese, con la sua rapida manovra, ad andare in gol per la seconda, volta al 14': Di Giovanni effettuava un cross dalla destra, Bongiorni, attorniato da tre avversari, riusciva a trovare lo spiraglio giusto per battere: Marigo in uscita. A questo punto, considerato anche il tono dimesso della Lazio che non riusciva a trovare una minima organizzazione di gioco, per il Varese si profilava nitidamente il successo della speranza.

Forse è stata l'eccessiva sicurezza a tradire la formazione lombarda che però ha trovato sul suo cammino un formidabile D'Amico, svegliatosi improvvisamente. Dopo aver trasformato di precisione al 26' un calcio di rigore, concesso per atterramento di Surro da parte di Bongiorni, D'Amico si esibiva due minuti più tardi in un autentico pezzo di bravura, consentendo alla Lazio di pareggiare. Il centrocampista, biancoceleste otteneva una punizione per fallo di Di Giovanni dalla linea laterale destra dell'area, invece di crossare, D'Amico tirava direttamente in porta a fil di palo, sorprendendo nettamente il portiere Rampulla, ingannato anche da una leggera deviazione di De Nadai. La partita si accendeva. Il gioco scadeva ancora di tono per le numerose mischie. Tuttavia nella ripresa, con il Varese che sembrava aver esaurito la sua carica di entusiasmo e di energie, la Lazio, pur non brillando, prendeva in mano le redini della manovra guidata magistralmente da D'Amico aiutato dal dinamico Vagheggi. Al 48' Chiarenza mancava un gol sicuro centrando il palo. I lombardi fiutando il pericolo, tentavano il tutto per tutto gettandosi in avanti ma con idee non brillanti come quelle ammirate nel primo tempo. Al 73' la Lazio riusciva a raccogliere il frutto della sua generosa reazione. Su un calcio di punizione battuto lateralmente da Chiarenza, stava per colpire di testa Bigon che veniva spinto da un avversario. Per Agnolin era fallo da rigore che dopo molte proteste del varesini D'Amico trasformava con un tiro debole ma astuto.

Fonte: La Stampa