Giovedì 27 settembre 1973 - Spalato, stadio Stari Plac - Hajduk Split-Lazio 3-0

Da LazioWiki.

Stagione

Amichevole precedente - Amichevole successiva

27 settembre 1973 - Amichevole pre-campionato 1973/74

HAJDUK SPLIT (Jugoslavia): Katalinic, Muzinic (46' Dzoni), Rozic, Peruzovic, Holcer, Buljan (46' Boljat), Zungul, Jovanic (66' Dalov), Oblak (33' Jurisic; 57' Malkovic), Jerkovic (46' Boldrugovac), Surjak. All. Ivic.

LAZIO: Pulici, Inselvini, Martini (33' Tripodi), Oddi, Petrelli, Nanni, Garlaschelli, Borgo (17' Tinaburri), F.Mazzola, Frustalupi, D'Amico. All. Maestrelli.

Arbitro: Sig. Kurir.

Marcatori: 10' Zungul, 30' Surjak, 75' Zungul.

Note: numerosi incidenti di gioco di cui sono stati vittima Borgo, Martini e Jurisic. La partita è iniziata con la direzione arbitrale del Sig. Zannovic, un arbitro che ha dato il fischio iniziale in modo simbolico perché ieri sera lasciava l'attività arbitrale. La direzione effettiva è stata poi assunta dal Sig. Kurir.

Spettatori: 20.000.

28set73b.jpg
La cronaca della gara tratta da l'Unità

► Il Corriere dello Sport titola: “La Lazio battuta (3-0) dall’Hajduk e Martini infortunato a una caviglia”.

Spalato – A poco più di mezz’ora dall’inizio, la Lazio aveva due gol al passivo e due titolari in meno. Borgo e Martini erano usciti per infortunio, sostituiti da due baldi ragazzoni della “Primavera”, Tripodi e Tinaburri promossi sul campo per l'esiguità del parco rincalzi. A questo punto il risultato era deciso: il resto era pura formalità.

L'Hajduk ha infierito con grinta e slancio agonistico e soltanto un Pulici in splendida vena ha contenuto entro limiti accettabili il passivo. Gli jugoslavi hanno segnato un terzo gol, hanno sfiorato almeno altre 5 volte la segnatura con un bombardamento al tappeto. In alcune occasioni Pulici ha messo riparo; in altre soltanto errori di mirino hanno impedito il gol.

Per la Lazio è stata una serataccia. La trasferta non ara nata sotto un buon segno. Alle assenze di tre nazionali (Re Cecconi, Wilson e Chinaglia, cioè l’ossatura della squadra) si erano aggiunte la mancata disponibilità di Manservisi e, in linea di ripiego, degli scossi Labrocca e Chimenti, bloccati dalle autorità militari. Maestrelli aveva dovuto arrangiare una formazione di ripiego sperimentando Oddi libero, spostando Petrelli a stopper e facendo esordire in centrocampo il giovane Borgo, un ventenne proveniente dalla Pro Patria, e chiedendo a Mazzola di assumersi i compiti di centravanti manovra a sostegno delle due punte D'Amico e Garlaschelli.

Lo stesso viaggio di trasferimento iniziato in mattinata aveva contribuito a creare le avvisaglie di una serata poco felice. L'aereo era partito da Ciampino in ritardo per una burrasca in corso sulle coste dalmate e la Lazio è arrivata a Spalato stanca e nervosa soltanto all'ora di pranzo per giocate poche ore dopo.

Troppi fattori negativi che hanno finito col favorire il 3-0 mascherato dalle parate di Pulici ma più chiaramente espresso dal disagio tecnico agonistico di una Lazio tanto raffazzonata da sembrare irriconoscibile. La sfortuna ha poi voluto che nel giro di 15' venissero a mancare anche due elementi come Martini e Borgo, quest'ultimo impossibilitato ad esprimersi per l'infortunio, proprio nel momento in cui la situazione gli aveva offerto su un piatto dorato la “grande occasione”, come si dice in gergo.

Dall'altra parte del... risultato c'è poi l'Hajduk. E un po' la Juventus della Jugoslavia per il seguito di tifosi che vanta, per meriti sportivi ed anche per significati e simboli cui assurge nel contesto storico-politico. L'Hajduk “la squadra della libertà”, avendo rifiutato di giocare nel periodo dell'occupazione tedesca e diventando un mito nazionale per questo suo gesto di protesta. Stasera Ilic, il neo allenatore, per onorare la partita ha schierato la formazione al completo buttando in mischia i nazionali che ieri erano stati convocati per l’incontro contro l’Ungheria e cioè Jerkovic, Oblak, Bulijan e Olcer. Ma soltanto i primi tre avevano giocato.

L'Hajduk sviluppa un calcio agonisticamente su di tono, sempre teso all'offensiva, impostato dal regista Jerkovic, l'uomo di spicco, e da Bulijan, un pedalatore a tutto campo. Due punte abili e scattanti Zungul (il Corriere dello Sport indica il calciatore "Bungul", ma trattasi di refuso, nota LW) e Suriak azionano sulle fasce laterali una manovra a largo raggio, sostenuta dall'incitamento degli spettatori che ritmano sugli spalti di legno del vecchio stadio che sorge nel cuore della città.

Contro questa squadra in formazione tipo e dal ritmo continuo, non priva di cesellature di gioco, la rimaneggiata Lazio ha accusato il colpo denunciando i limiti di una difesa troppo improvvisata per essere buona. Già all’8’ l'Hajduk è in vantaggio. Jovanic dal centrocampo avanzava rifinendo un pallone filtrante che coglieva alla sprovvista la difesa laziale. Zungul veniva forte dal settore destro, approfittava del mancato contrasto dei difensori laziali e segnava con un diagonale. Era per la Lazio una doccia fredda che problematizzava una squadra già abbastanza pensierosa sul modo di salvare faccia e risultato.

Oddi libero non trovava la posizione tra avversari che venivano avanti a folate. I marcamenti (Martini ed Inselvini sulle ali, Petrelli su Oblak falso centravanti) non erano rigidi ma effettuati parecchio alla buona. Ballava anche il centrocampo dove Frustalupi non si inseriva nel crogiolo della lotta. Nanni era lento e Mazzola, dopo le recenti polemiche, non sfruttava agonisticamente i galloni da titolare. Cercava il bulino mentre c'era da prendere la zappa: ma anche lui era inserito in un marasma del quale era più vittima che autore.

E le punte? Isolate. Garlaschelli e D'Amico si producevano in qualche spunto personale, poi venivano sopraffatti. Restava qualche numero di D'Amico, non intimidito dalla truculenza avversaria: troppo poco. Era questo il cliché della partita: il resto dei minuti non I’avrebbe alterato, anche se poi nella ripresa l'Hajduk non insisteva con veemenza, limitandosi a calligrafiche esibizioni non prive però di nerbo e di contenuto atletico.

Che la Lazio non sarebbe riuscita a rimettere a galla la partita lo si era capito subito dopo il primo gol. Al 10’ e al 14' (quando cioè Borgo si infortunava ed usciva) era infatti... Pulici a meritare la copertina a colori con due parate a sensazione. Al 10' raddoppio per uno scatenato Hajduk: su lancio dello scatenato Jovanic (marcato da Frustalupi), contemporaneo intervento mancato da parte di Inselvini e Martini. Suriak veniva fuori dalla sinistra, si impossessava del pallone, rientrava verso il centro e tirava in corsa l'altrettanto solito ed efficace diagonale. Quattro minuti dopo si infortunava Martini ed usciva.

La Lazio giocava con una formazione raffazzonata e completata da due ragazzotti non svezzati alla prima squadra né tanto meno ad esperienze internazionali. I ragazzi cercavano di darsi coraggio ma i risultati erano modesti. La Lazio andava in barca e non veniva fuori l'uomo di esperienza, il regista per cercare di congelare il gioco, di rallentarlo, permettendo recuperi nelle pause.

In zona gol la Lazio si faceva viva soltanto una volta (al 40': Garlaschelli non approfittava di un errore di coordinazione tra stopper e libero su traversone di Frustalupi, imbeccato da Mazzola). Altrettanto può dirsi nella ripresa: al 16’ con Nanni. Erano i due soli gettoni di presenza in area di rigore. Era viceversa Pulici a meritare ancora citazioni ed onore al 34', 43' del primo tempo, al 3' e 10' della ripresa, per estrapolare dal taccuino le occasioni più ghiotte per gli jugoslavi.

La sintesi non è confortante. La Lazio è tornata ai rovesci internazionali di una volta. Non c'è da fargliene una colpa stavolta, perché troppi elementi hanno congiurato contro.


La Gazzetta dello Sport titola: “Lazio senza impegno l’Hajduk la travolge – L’assenza dei “nazionali” spiega lo 0-3”

Spalato - L'Hajduk ha meritatamente sconfitto la Lazio che non ha saputo opporsi validamente. Era questa la partita di ritorno dopo la visita resa dagli jugoslavi nel mese di giugno quando i laziali vinsero per due a uno.

L'Hajduk ha dominato durante tutto l'incontro, dimostrando la sua buona forma: gli spalatini hanno già nelle gambe sette giornate di campionato nazionale. Nelle file dell'Hajduk stasera hanno giocato quattro nazionali, tre dei quali reduci dal pareggio di ieri sera con l’Ungheria.

La Lazio ha giocato senza i nazionali Wilson, Re Cecconi e Chinaglia, e la loro assenza si è fatta sentire molto. Gli altri hanno d'altra parte giocato senza grande impegno o ambizioni, specialmente all'attacco, che ha avuto durante tutta la partita una sola occasione favorevole, con D'Amico nel secondo tempo. Il migliore elemento nella formazione italiana è stato Pulici che ha evitato una sconfitta ancora più pesante, eseguendo almeno cinque parate spettacolari con le quali ha salvato la sua porta. Una buona impressione hanno lasciato anche Nanni in difesa e Frustalupi a centrocampo.

Nell'Hajduk si è distinto più degli altri l'ala sinistra Surjak, una nuova stella del calcio jugoslavo.

Il primo gol è stato segnato al 10' dall'ala destra Zungul, dopo un'azione personale di Jovanic che, con un bel dribbling, ha saltato quasi tutta la difesa laziale. Ha raddoppiato al 29’ Surjak con uno splendido ed imparabile tiro da dieci metri. La terza ed ultima rete è stata realizzata nuovamente da Zungul al 76', al termine di una manovra corale di tutto l'attacco della squadra locale.


L'Unità titola: "La Lazio-baby dominata dall'Hajduk Spalato: 3-0 - Ad attenuanti per i bianco-azzurri gli incidenti toccati a Borgo, Inselvini e Martini - Grande prestazione di Pulici - L'Hajduk, nelle cui file militano cinque nazionali, ha nettamente dominato a centro campo".

La Lazio è uscita battuta per 3-0 nell'incontro amichevole di ritorno con gli jugoslavi dell'Hajduk, squadra di prima Divisione, attualmente seconda in classifica dopo sette partite di campionato. Non vi è dubbio che, fin dalla vigilia, l'allenatore Maestrelli non si facesse illusioni sulle possibilità di una squadra in formato ridotto, mancante, come era di tre nazionali (Chinaglia, Wilson e Re Cecconi) e degli infortunati Facco e Manservisi. Egli, per di più, aveva dovuto rinunciare anche ai militari Chimenti e Labrocca ed al secondo portiere Moriggi, infortunato.

Da questa "amichevole", l'allenatore voleva trarre indicazioni sulle possibilità dei rincalzi, e cioè Borgo, Inselvini, Petrelli, Mazzola e D'Amico, visto che i bianco-azzurri sono ora impegnati su tre fronti: Coppa UEFA, Coppa Italia e campionato.

Le risultanze non sono state molto confortanti. Tagliato fuori, dopo solo 8 minuti, Borgo infortunato, e poi azzoppatosi Inselvini dopo poco più di mezz'ora, un giudizio sulla squadra va rimandato ad altra occasione. L'unico ad emergere è stato Mazzola, schierato centro avanti, ma in realtà utilizzato da centrocampista. Petrelli e D'Amico sono invece apparsi al di sotto delle loro possibilità.

Ciò va messo anche in relazione col fatto che la Lazio di questa sera era molto stanca per il viaggio, visto che la partenza era avvenuta in mattinata e che i giocatori hanno avuto solo poche ore per recuperare. Aggiungeteci poi che anche Martini ha dovuto abbandonare il campo al 35' per una contusione alla caviglia, e il quadro è completo.

Alla luce di questa partita va comunque sottolineata la stupenda condizione di forma di Pulici, che ha contenuto il passivo grazie ad una serie di interventi magistrali che ribadiscono una volta di più il suo valore. L'Hajduk, dal canto suo, forte dei suoi cinque nazionali (Holcer, Buljan, Oblak, Jerkovic e Surjak) non ha dovuto faticare molto per aver ragione dei bianco-azzurri ripagandosi della sconfitta subita all'Olimpico per 2-1; il suo centrocampo ha stretto nella morsa i laziali ,fiondando palloni su palloni per gli avanti che, non fosse stato per Pulici, avrebbero colto maggior profitto.

Qualche titubanza è venuta dal portiere dei padroni di casa, che però non è il titolare. Ma, oltre alla manovra corale messa in atto dagli jugoslavi, sono emerse anche individualità di rilievo: Zungul che, oltre ad aver segnato due reti, ha portato lo scompiglio nella retroguardia bianco-azzurra, e l'ala sinistra Surjak, un ventenne che sicuramente sarà utilizzato nell'incontro che la Jugoslavia giocherà contro la Spagna, il 21 ottobre, nel quadro della qualificazione per Monaco.