L'esonero di Ballardini e l'arrivo di Reja

Da LazioWiki.

L'amarezza del pubblico alla fine di Lazio-Catania 0-1
La Polizia, in assetto da ordine pubblico, a Formello il 9/2/10
L'annuncio dell'addio di Edoardo Reja sul sito ufficiale dell'Haijduk Spalato
L'annuncio del nuovo tecnico biancoceleste sul sito web del Corriere dello Sport
Ballardini esonerato ufficialmente la mattina del 10/2
Reja all'arrivo a Fiumicino (Foto Ansa)
Reja dirige il primo allenamento con i biancazzurri (Fotonotizia)
Reja durante l'allenamento (Fotonotizia)

Stagione


Domenica 7 febbraio[modifica | modifica sorgente]

Già dalla sera dopo la gara interna persa contro il Catania, circola nell'ambiente la notizia del probabile esonero dell'allenatore Ballardini. La squadra, dopo la sconfitta con gli etnei, si trova infatti al terz'ultimo posto in classifica e la situazione si è oggettivamente complicata. All'Olimpico il pubblico contesta apertamente sia il tecnico che la Società chiedendo una svolta radicale al momento negativo della compagine biancazzurra, mai così male in Campionato negli ultimi 25 anni.


Lunedì 8 febbraio[modifica | modifica sorgente]

In mattinata si parla con insistenza dell'esonero dell'allenatore. I nomi che circolano sono quelli di Giordano, Cagni, Reja, Camolese, Arrigoni e Giovanni Trapattoni. Dopo poche ore la scelta sembra cadere sull'allenatore goriziano, ma la giornata rimane confusa e non si arriva a nessuna decisione. Sconcertante è il silenzio della Società che pare non aver avvisato il tecnico ravennate che infatti dichiara: "Io esonerato? Non ne so nulla e mi sembra assurdo". Ballardini è convinto infatti di dover dirigere l'allenamento di martedì a Formello. Ad attenderlo, però, oltre ai tifosi in fermento (che nel frattempo hanno organizzato una dura contestazione), vi è il presidente Lotito che tenterà, secondo alcune voci, di ottenere le dimissioni di Ballardini. Da questo punto di vista riceverà tuttavia una risposta secca e per niente diplomatica: "Non mi dimetto, non ci penso proprio". A questo punto si prova a trattare, ma Ballardini non vuole rinunciare ai circa 500.000 euro di ingaggio per quest'anno, ai 900.000 di quello successivo oltre ai 300.000 che devono essere corrisposti ai suoi collaboratori. Una spesa salata che ammonta a più di tre milioni di euro al lordo. Un esonero costosissimo per Lotito e che ha messo a dura prova le capacità decisionali del presidente laziale. Mentre a Spalato monta la contestazione, anche in casa Lazio si vive una situazione simile. Cominciano poi a pesare le pressioni politiche e Lotito, a mezzanotte, temendo il peggio, incalza Reja prima di un suo non auspicabile ripensamento. A quel punto intervengo telefonicamente, secondo alcuni organi di stampa, anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno e addirittura il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, a dimostrazione che c'è un interesse politico per una svolta in casa Lazio. Notizia, quest'ultima, smentita successivamente.


Martedì 9 febbraio[modifica | modifica sorgente]

In un clima di pesante contestazione organizzata da un migliaio di sostenitori biancocelesti a Formello, le Forze dell'Ordine effettuano cariche di alleggerimento e lanciano lacrimogeni per disperdere almeno un centinaio di tifosi. Il gruppo, infatti, riesce ad entrare sfondando un cancello dell'ingresso Nord per avvicinarsi al campo sul quale è previsto il consueto allenamento. Qui lanciano fumogeni e petardi prima di essere dispersi e respinti dalle cariche della Polizia. In questa situazione l'allenamento della squadra salta e la preparazione viene effettuata in palestra. Il bilancio degli scontri è di undici tifosi fermati, tre contusi tra le Forze dell'Ordine e tre feriti lievi tra i supporter della Lazio. Mentre accade ciò il presidente Lotito, lontano dalla capitale, definisce l'ingaggio di Edoardo Reja come nuovo allenatore della formazione biancoceleste. L'accordo non è stato semplice in quanto l'allenatore goriziano era legato contrattualmente con l'Haijduk di Spalato e per liberarsi è stato necessario pagare una penale. Nel corso della giornata arrivano diverse notizie contraddittorie. Alle 17.15 l'AdnKronos batte questa nota:

"La Lazio è una sfida. Ma il cuore mi dice di restare all'Hajduk". Edy Reja, a giudicare dalle parole riportate dal quotidiano croato "Vecernji", non ha ancora deciso se lasciare la panchina dell'Hajduk Spalato per trasferirsi alla Lazio. "Non è una decisione semplice per me. Non so cosa mi aspetterebbe a Roma; qui io organizzo praticamente ogni cosa. Lo ammetto, andare alla Lazio sarebbe una sfida. La ragione mi dice di andare, ma il cuore mi dice di rimanere all'Hajduk", si legge ancora nella nota dell'agenzia di stampa.

Alle 19.00 arriva finalmente la conferma dallo stesso Reja che comunica:

"È stata una decisione difficile, me ne vado con il cuore pesante. Ho dato la mia parola al presidente della Lazio". L'allenatore però rimane bloccato sull'isola di Brec, dove è con la squadra croata, a causa del maltempo che impedisce ai traghetti di salpare verso la costa dalmata.


E’ stato un giorno lunghissimo per Claudio Lotito, trascorso soprattutto in Federcalcio, seduto nella sala al primo piano, quella del consiglio. Quattro telefonini sparsi sul tavolo, chiamate continue come al solito. La tensione a Formello, peraltro prevedibile alla ripresa degli allenamenti della Lazio dopo la sconfitta con il Catania, i contatti per definire l'arrivo di Reja e per cominciare il dopo Ballardini. Il presidente ha mostrato grande controllo della situazione pur in un momento assai delicato. Da Formello a Lotito è giunta l'eco dell'ira dei tifosi, le cariche della polizia, i fermati e i feriti. Insomma, un clima lontano dallo sport "La contestazione? Strumentale - ha osservato Lotito - tutto era organizzato da tempo". Una maniera, questa, per tentare di trovare una giustificazione alla rabbia del popolo biancoceleste per una classifica pesantissima che, adesso, vede la Lazio in posizione precaria. Reja guiderà la Lazio. Le voci di un ripensamento da parte del tecnico goriziano ex Napoli, trapelate martedì, non sono risultate reali reali. "Io sono abituato a misurare le cose con i fatti e la parola data", ha chiarito Lotito a metà pomeriggio confermando l'accordo con l'allenatore che dovrà tentare di rimettere in sesto i cocci di una squadra che dalla scorsa estate a oggi si è progressivamente sgretolata. La serie B adesso è qualcosa più di un'ombra, con una squadra priva di gioco e di idee. E al di là delle dichiarazioni ed i propositi la realtà è questa.

"Per tirarci fuori da questa situazione serve solo il lavoro. Lavorare - ha spiegato Lotito - lavorare e lavorare. Certo, le premesse che avevamo non sono state rispettate e la classifica, che è pesante, non rispecchia il valore tecnico di questa squadra". In serata il presidente ha discusso con Ballardini per cercare di chiudere il rapporto senza grandi svantaggi economici per la società. Nel frattempo le critiche sono continuate ad arrivare. Rutelli, tifoso della Lazio, gli ha contestato uno spregiudicato interesse immobiliare - la costruzione dello stadio e una zona residenziale - rispetto all'attenzione per la squadra. Lotito ha evitato di rispondere pubblicamente all'accusa dell'ex sindaco di Roma, riservandosi di farlo in privato e ribadendo vigorosamente la sua linea volta del contenimento dei costi.

"La Lazio? Non dimenticate che ci ho messo dei soldi - ha aggiunto - e ho portato avanti iniziative che rimarranno nella storia". Una politica del risparmio giusta, la sua, ma forse i passaggi sono stati troppo rapidi e ciò rischia da renderla di difficile attuazione. Ora come ora vi è solo una squadra che non funziona e una parte crescente di sostenitori molto critici e disillusi. E lo spettro della serie B sempre più incombente.


Mercoledì 10 febbraio[modifica | modifica sorgente]

Il 9 sera Lotito e Ballardini hanno avuto un lungo colloquio, un confronto per lasciarsi nella maniera migliore. Stamane il tecnico ravennate ha abbandonato Formello, la Foresteria, la sua ex casa. "Si è fidato troppo di Zarate - dice Felice Pulici, storico portiere biancoceleste - ma non ha capito che l'argentino per esprimersi al suo livello, ha bisogno di determinati giocatori al fianco. Anche il grandissimo campione non può emergere da solo. Ballardini non ha considerato questo aspetto nell'accettare certe imposizioni della società (l'esclusione di Pandev e Ledesma, ndr) quando ha sottoscritto il contratto. Questo ha segnato la sua fine."

"Era necessaria questa scossa - dice Pulici - perché questo gruppo aveva bisogno di stimoli nuovi. Confido molto nel lavoro che potrà fare Reja in questi mesi. Lo stimo. Trova un organico che gli si addice. Il suo nome, d'altronde, è ormai stampigliato in un quadro 3-5-2". Il modulo che gli ha permesso di trascinare il Napoli dalla serie C all'Europa: gli esterni di centrocampo erano la chiave dei suoi attacchi, dalla linea mediana si sganciava gente come Hamsik. In avanti puntava su Lavezzi e Zalayeta.

La Società, con un comunicato, annuncia l'esonero del tecnico ravennate e l'ingaggio di Edy Reja il cui contratto è già pronto e prevede anche un'opzione sino al 2011. Il tecnico, proveniente da Trieste, atterra così a Fiumicino poco dopo le 12.30 e da qui si reca subito a Formello dove, alle 15.00, dirige il suo primo allenamento. "E' una squadra che merita. I giocatori della Lazio li conosciamo bene: sono bravi, il valore c'è, e sono contento di avere preso questo incarico", ha detto il tecnico. Reja è stato chiamato dal presidente Claudio Lotito per risollevare le sorti della Lazio, che vive un momento critico trovandosi attualmente al terzultimo posto in classifica e con parte della tifoseria in forte fermento. Marko Natelelic, procuratore di Edy Reja, ha commentato con felicità l'esito positivo della trattativa che ha portato il suo assistito sulla panchina della Lazio: "Lui e l'Hajduk si sono salutati con profonda stima e rispetto, in amicizia. E' giusto che si sentano traditi, ma allo stesso tempo hanno capito le sue esigenze. Reja è l'uomo giusto per risollevare la Lazio da questa situazione. Sono convinto che i biancocelesti si salveranno e che non ci sarà alcun problema per un accordo anche per la prossima stagione. E' stato decisivo l'intervento del presidente Lotito per sbloccare la trattativa".

Reja ha intanto pranzato con la squadra e alle 15 ha avuto il primo colloquio con i giocatori negli spogliatoi. Dopo 30' la squadra era in campo per una seduta di circa un'ora e 15. Il nuovo allenatore ha disposto un allenamento tattico e poi ha fatto eseguire una partitella 11 contro 11, con entrambi gli schieramenti disposti con il 3-5-2, prima indicazione, forse, del modulo prescelto. In campo c'era pure Ledesma, schierato però fra le riserve: se questa non una è novità assoluta perché pure con Ballardini partecipava alle sedute settimanali, merita comunque di essere segnalata la dichiarazione di Tare sull'argentino: "Ledesma è a disposizione di Reja, se il tecnico vuole, domenica ci sarà". La seduta si è chiusa alle 16.45.


Giovedì 11 febbraio[modifica | modifica sorgente]

Claudio Lotito benedice il coach Edy Reja, saluta affettuosamente Ballardini e riserva una frecciata a Pandev, passato all'Inter dopo il verdetto del Collegio arbitrale: "Reja ha carta bianca, ma Ballardini è stato bravo. Ha dovuto fare i conti con tanti infortuni e la sfortuna. Mi dispiace per come è finita, ma serviva una scossa". Riguardo all'addio di Pandev, il numero uno biancoceleste è stato allusivo: "Nella vita è importante il rapporto di appartenenza. Nel momento in cui non c'è più si possono fare valutazioni diverse, ma se si vuol vincere a tutti i costi e con qualsiasi mezzo, indipendentemente dal rispetto delle regole, non va bene. Ledesma? E' stato sempre a disposizione dell'allenatore che poi ha fatto le sue scelte. Ecco perché le sue richieste non sono state accolte in fase giudiziaria".

Saranno 4 i punti chiave da che caratterizzeranno la parte iniziale del lavoro di Reja. L'allenatore è seriamente intenzionato al recupero di calciatori importanti, trascurati da Ballardini, relegati a ruoli marginali. E parliamo di Lichtsteiner, Rocchi, Foggia che, nella passata stagione, rappresentavano veri e propri elementi di forza della Lazio. L'allenatore friulano ha avuto il via libera dalla società per reinserire in pianta stabile Ledesma. Il centrocampista argentino effettuerà lavoro supplementare per ritrovare in fretta quel ritmo partita che gli manca per la lunghissima assenza. Il calciatore ha voglia di tornare protagonista e la rabbia accumulata in tanti mesi gli dovrebbe garantire grande carica emotiva e spinta agonistica.

Poi ci sarà l'aspetto tattico. Reja predilige il 3-5-2, un modulo che difficilmente cambia soprattutto nel corso delle partite. Fedele al suo credo tattico, imposterà la Lazio su situazioni di gioco che conosce molto bene e non le muterà con la disinvoltura di Ballardini. Vuole che la squadra assimili uno schema e che lo segua con costanza e con la massima convinzione. A prescindere da quelli che potranno essere gli interpreti, di partita in partita. Prima che sul campo, Reja cercherà di lavorare nella testa dei calciatori, apparsi sfiduciati e un po' demotivati nelle ultime negative esibizioni. Spera che ognuno scacci dalla mente le paure e le remore che ne hanno condizionato il rendimento. Un intervento deciso a livello psicologico per restituire a tutti la fiducia nelle loro possibilità e ricreare anche quell'entusiasmo sparito da troppo tempo dallo spogliatoio di Formello.

Molto spazio verrà dedicato alla parte atletica. La Lazio, troppe volte in questa stagione, ha manifestato una carenza di tenuta fisica, evidenziata soprattutto nella seconda parte degli incontri. Una formazione che non riusciva a cambiare ritmo, né a conferire intensità agonistica alla manovra: carenze che ne ha spesso penalizzato la fase offensiva. Reja ha portato a Roma un solo collaboratore, il preparatore atletico Febbrari, che dovrà occuparsi di rivitalizzare il gruppo. Verranno effettuati dei test atletici su ogni singolo calciatore per studiarne le reali condizioni. Una volta avuto il quadro completo del gruppo, il tecnico e il preparatore troveranno le opportune soluzioni. La squadra ha garantito massima disponibilità e impegno per uscire dal tunnel, consapevole che ci sarà da lavorare a fondo. La Lazio ha già voltato pagina, contro il Parma dovrebbero arrivare le prime risposte.


Sabato 13 febbraio[modifica | modifica sorgente]

Intorno alle 13.30 è andata in scena la conferenza di presentazione del nuovo tecnico. Ad introdurlo è stato il presidente Lotito: "Sappiamo com'era la situazione ed il momento delicato e difficile. Serviva una scossa, che permettesse di dare una sterzata. Serviva un uomo che potesse dare una certa esperienza, che sapesse come uscire da questo momento. Non è stato facile portare qui il mister ma alla fine ci siamo riusciti con grande volontà. Ci tengo a precisare che la precedente guida tecnica non è che non fosse valida ma serviva un inversione di tendenza. La società si arroga tutte le responsabilità della situazione, come è stato fatto sempre, ma il momento era delicato e bisognava traghettare fuori la squadra al più presto. Forse in questi ultimi tempi sono mancati anche componenti importanti da parte del gruppo, che doveva essere più volitivo nel cercare gli stimoli giusti. Non ho avuto richieste dal tecnico, e mi riferisco a Ledesma come più volte in settimana si è scritto, il tecnico sapeva che venendo qui era un momento difficile, a lui ho affidato totalmente in modo incondizionato la libertà di scegliere su qualsiasi cosa tecnica, come per altro è avvenuto in ogni momento. E' un uomo di grande carattere, ha agito bene in una piazza molto importante come quella di Napoli e sono convinto che possa fare altrettanto qui".

Dopo Lotito è stata la volta di Reja: "Voglio ringraziare il presidente di queste parole e di questa opportunità. Sappiamo tutti la caratura della Lazio e la posizione che gli competerebbe in campionato. Non è stato facile per me andare via da Spalato, luogo dove stavo bene e mi volevano bene. Ero parte di un progetto importante che avrebbe portato in alto l'Hajduk, nelle vette della classifica. Sono convinto che la Lazio ha un organico importante e per questo motivo non ho potuto di dire di no. Ritornare nel firmamento del calcio italiano per me era molto stimolante e non ho potuto dire di no al presidente Lotito. La realtà però dice che oggi siamo terz'ultimi e che siamo in B. I ragazzi sono in difficoltà psicologica e a me sta il compito di entrare nelle teste dei giocatori per convincerli dei loro mezzi e trovare la forza per uscire da questa situazione. Noi siamo una compagine che deve militare nelle posizione alte e la difficoltà di trovarsi in quelle zone per una squadra che ambisce ad altro è assai maggiore. Dobbiamo ritrovare la forza mentale e l'autostima".

Il tecnico ha anche risposte ad alcuni quesiti sollevati dai giornalisti. Uno su tutti come si esce da questo momento: "Abbiamo bisogno di qualche risultato e attraverso di essi si ritrova ciò di cui abbiamo bisogno. I giocatori mi sembrano disposti e credo che le possibilità ci sono tutte. Ma bisogna arrivarci attraverso i risultati, abbiamo subito un impatto difficile ma sono ottimista. Mi interesserebbe trovare la squadra tonica e con la voglia di stare in campo fino all'ultimo minuto. Poi ha detto la sua su Ledesma: "Ledesma lo conoscete più voi di me e sapete che tipo di giocatore è e l'importanza che può avere all'interno dell'economia di una squadra. E' bene farlo giocare dall'inizio perché la condizione la si trova solo giocando; adesso deciderò se farlo giocare oppure no, perché so che Baronio ha fatto molto bene. Non si può pretendere che abbia subito la condizione migliore, ma ci ho parlato e lui mi ha detto che si sente bene, adesso vediamo". Ha parlato anche di Zarate e di una sua probabile esclusione: "Io devo tenere in considerazione tutti i giocatori, Mauro è un giocatore importante ma devo anche guardare gli equilibri della squadra, perché un gruppo si possa chiamare tale deve avere la maggior parte dei giocatori alla pari, una volta gioca uno una volta l'altro, questo è fondamentale. Io sono abituato a lavorare con 22 giocatori, due per ruolo, Zarate è un grande sia per i mezzi che per le qualità, ma io non privilegio mai un giocatore solo per le qualità, ci vuole equilibrio". La condizione atletica della squadra: "Ma per quello che ho visto io in questi due giorni andavano come schegge però, poi in partita è diverso; c'è la necessità di fare risultato ed avere la concentrazione e la cattiveria giusta. Comunque le premesse per fare bene ci sono tutte".

In ultimo ha parlato del modulo: "Mi riservo di studiare attentamente nel futuro ma per ora questo schieramento (3-5-2, n.d.r.) credo sia quello giusto. E' pacifico che i moduli non sono mai definitivi, ma vediamo poi quello che succederà, l'importante è sempre schierare ogni giocatore nel suo ruolo e metterlo nelle condizione di fare il meglio estrinsecando le proprie qualità". Appello: "Voglio in ultimo fare un appello a tutti quanti: in questi momenti è fondamentale fare quanto è in nostro possesso e parlo di tifosi e ambiente, per stare vicino a questa squadra che ha bisogno in questo momento più che in ogni altro. So che i giocatori hanno la necessità di sentire vicino i propri sostenitori e ritrovare nella forza della gente la forza che serve per uscire da questa situazione. Per questo gradirei che prima e durante la partita ci fosse un sostegno continuo alla squadra, poi alla fine se giochiamo male possiamo anche essere fischiati e contestati, io in primis, ma solo attraverso la stima della gente ed il calore del pubblico possiamo trovare quella forza in più che forse fino ad ora è mancata".


Lunedì 15 febbraio[modifica | modifica sorgente]

Arriva a Palermo con Davide Ballardini lo scorso anno per prendere in mano la squadra dopo la prima giornata di campionato, quando Zamparini silura Stefano Colantuono, Carlo Regno vice dell'ex tecnico rosanero, a Palermo24.net parla della sfida in programma domenica prossima tra il suo Palermo e la Lazio, compagine che ha guidato insieme a Ballardini fino alla settimana scorsa. Il suo Palermo, si, perché Carlo Regno è ancora legato ai colori rosanero e alla città, una città che ha permesso a lui e a mister Ballardini di ottenere le luci della ribalta grazie ad un campionato importante che ha portato il Palermo a giocarsela per l'Europa fino a poche giornate dalla fine: "A Palermo sono stato bene, non sono mai stato così bene da nessuna parte nelle squadre che ho allenato". Da Palermo a Roma, sponda Lazio, Carlo Regno trova delle differenze ambientali notevoli e ne approfitta per elogiare il pubblico rosanero: "A Palermo abbiamo trovato un pubblico che ci incoraggiava dall'inizio alla fine, un pubblico da serie A, con la "A" maiuscola, gente meravigliosa. Alla Lazio invece, nonostante abbiamo vinto una Supercoppa, il pubblico è stato sempre ostile nei nostri confronti. Un pubblico che non ci ha incoraggiato. In Italia si assegnano tre trofei, ne abbiamo vinto uno ma nonostante questo al rientro a Roma ci sono stati festeggiamenti giusti, ma dopo i primi risultati negativi ci sono state tante critiche, perché il pubblico ce l'ha con il presidente Lotito e quindi chi lavora per la Lazio è contestabile in ogni momento". Già, il pubblico, quello davanti al quale il Palermo è bello e spumeggiante. Poi si allontana dalle mura amiche e fa fatica: "Non so da cosa dipende - dice mister Regno a Palermo24.net - però in casa quando c'è tutto lo stadio rosanero e il pubblico che ti incita è diverso, i tifosi del Palermo sono il dodicesimo uomo in campo, la forza della squadra".

E' andato via dalla Lazio, perché esonerato, ma Carlo Regno non ha dubbi sul futuro dei biancocelesti: "Il Parma quando è retrocesso era molto forte, quando non ci pensi ci sono annate in cui si rischia, la Lazio si risolleverà e farà un finale di campionato molto buono. Ma quando ti viene a mancare la voglia di lottare perché credi di essere molto forte e in realtà non lo sei, le cose diventano pericolose". Spazio alla partita, con una Lazio che ha operato sul mercato e un Palermo che ha mantenuto l'intelaiatura dello scorso anno: "La Lazio ha preso dei rinforzi, noi li abbiamo usati solo per una partita - afferma - devono ancora ambientarsi, ora, con l'arrivo di Floccari è più competitiva. Il Palermo è una squadra ben rodata con calciatori che si conoscono a memoria, giocano un bel calcio". Un Palermo che gioca un bel calcio e che può centrare l'Europa, quella dei grandi: "Glielo auguro con tutto il cuore, se lo merita il pubblico e la società che è organizzata dal presidente in giù. Anzi, meriterebbe ancora di più. Può farcela, ma non è facile. Con umiltà e fortuna il Palermo può centrare il quarto posto". Cellino, Zamparini e Lotito, non certo presidenti facili, ma di tutti, forse non di Cellino del quale preferisce non parlare, il vice di Ballardini conserva un bel ricordo: "Zamparini è una persona molto corretta, Lotito... anche lui si è comportato onestamente, poi ha dovuto esonerarci perché effettivamente abbiamo fatto pochi punti, non mi sento di dire niente. Loro hanno fatto i presidenti, noi abbiamo fatto il nostro lavoro, ci è andata benissimo a Cagliari, bene a Palermo e meno alla Lazio. Però non dimentichiamo che una Supercoppa l'abbiamo vinta, sedici allenatori su venti non hanno vinto nulla, questo va detto".

Da Zenga a Delio Rossi e il Palermo ritrova una propria identità tattica, riportando i rosa al 4-3-1-2 'inventato' da Ballardini: "A Cagliari abbiamo impostato un 4-4-2 che tutt'ora è il modulo con il quale gioca e con quasi gli stessi uomini. A Palermo penso che Zenga abbia voluto cambiare qualcosa, mentre Delio Rossi sta facendo giocare la squadra con degli uomini bravissimi riportando lo stesso sistema di gioco, è stato bravo a non cambiare niente". C'è un calciatore per il quale stravede Carlo Regno, così come tutto lo staff di Ballardini, incluso Natale Bianchedi, maestro del tecnico ravennate: "Hernandez è un grandissimo giocatore, vede la porta, è un attaccante pericoloso. Molto bravo". Nel corso dell'intervista concessa a Palermo24.net, mister Carlo Regno si lascia andare ad un pronostico sulla partita, ammettendo la propria simpatia verso i colori rosanero: "Penso che finirà in parità - dice - ma una questione emotiva, anche perché sono stato di più, mi fa simpatizzare Palermo. A Palermo sono stato benissimo, troppo bene, mi è dispiaciuto andare via. Io sarei rimasto molto volentieri, io e tutti quelli dello staff". E se è stato così bene, lecito chiedersi perché è andato via. "Bisogna chiedere a Davide" dice Carlo Regno. Ma a Palermo c'è ancora un pezzo dello staff Ballardini: "E' rimasto Mario Paradisi, che è tornato e subentrato all'ex preparatore dei portieri. L'ho sentito l'altro giorno - racconta - si trova benissimo a Palermo. Ha a che fare con Sirigu, una felice sorpresa, non mi aspettavo questo exploit. Ma anche la Lazio ha un ottimo portiere. Muslera, è bravissimo".


Fonti: elaborazione redazionale tratta da Il Messaggero, Corriere dello Sport, Gazzetta dello Sport.



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