Lunedì 7 giugno 2010 - Roma, stadio Flaminio - Trofeo Telethon con Lazio 1974, Nazionale Parlamentari e Nazionale Attori

Da LazioWiki.

Stagione

7 giugno 2010 - Triangolare Trofeo Telethon con Lazio 1974, Nazionale Parlamentari e Nazionale Attori


I Gara - Lazio-Nazionale Parlamentari 2-0

LAZIO: Sulfaro, G.Wilson (8' Piscedda), Manservisi, Petrelli (20' Tripodi), Oddi (12' Bergodi), Martini (10' Di Chiara), S.Re Cecconi, (20' Patarca), Nanni (22' A.Lopez), Garlaschelli, D'Amico (15' Marronaro), B.Giordano (25' M.Giordano). A disposizione: Orsi, Facco, Mastrodonato, J.Wilson. Allenatori: Roberto Lovati, Maurizio Maestrelli.

NAZIONALE PARLAMENTARI: Franz, Recchia, Alfano, Baldelli, Contento, Toccafondi, Martella, Conte, Marantelli, Alvedi, Paniz. A disposizione: Boffa, Evangelisti, Pellegrino. Allenatore: De Sisti.

Marcatori: 2' Giordano, 20' Marronaro.

Note: angoli 3-1 per la Lazio. Recupero: 1'.


II Gara - Nazionale Parlamentari-Nazionale Attori 0-0

NAZIONALE PARLAMENTARI: Franz (28' Alvedi), Recchia, Alfano, Baldelli, Contento, Toccafondi, Martella, Conte, Marantelli, Evangelisti, Paniz. A disposizione: Boffa, Pellegrino. Allenatore: De Sisti.

NAZIONALE ATTORI: Rocca, Amato, Coretti, Sardonei, Pantano, Pasotti, Orfei, Brugia, Zeno, Somma, Base (12' Ciuffaro). A disposizione: Montopoli, Marotta, Paganini, Bova, Falaguasta, Guerra, Fuentes, Propizio, Massiolini. Allenatore: Valloni.

Note: angoli 0-3. Recupero: 0'.


III Gara - Lazio-Nazionale Attori 2-1

LAZIO: Orsi, Petrelli, Bergodi, Di Chiara, Patarca (12' S.Re Cecconi), Martini (4' Tripodi poi 12' Anselmi]), J.Wilson, Piscedda (15' A.Lopez), Marronaro, D'Amico (6' Manservisi), M.Giordano. A disposizione: Sulfaro, Facco, B.Giordano Allenatori: Lovati, Massimo Maestrelli.

NAZIONALE ATTORI: Rocca (23' Paganini), Montopoli, Paganini, Bova, Falagusta, Guerra, Orfei, Propizio, Massiolini, Ciuffaro (12' Marotta), Fuentes. A disposizione: Amato, Pantano, Brugia, Coretti, Sardonei, Zeno, Somma, Pasotti. Allenatore: Valloni.

Marcatori: 5' M.Giordano, 10' Tripodi, 30' M.Maestrelli.

Note: angoli 1-0. Recupero: 1'.


Arbitro per tutti gli incontri: Sig. Mari (Ostia) - Assistenti Sigg. Tursi e Del Zio.

Note: serata fresca, terreno in buone condizioni. Nel finale da registrare l'ingresso in campo, in entrambe le formazioni, di alcuni bambini. La Lazio 1974 si è aggiudicata il Trofeo Telethon.

Spettatori: 4.000 circa.


Il manifesto del Trofeo Telethon
La presentazione dell'evento presso il Circolo Canottieri Lazio
Foto di gruppo
Un momento della manifestazione
I Campioni del 1974 in campo
Luigi Martini in azione

Il sito di Telethon riporta: "I campioni della Lazio si mobilitano per la ricerca. "Quelli del '74 e non solo", triangolare al Flaminio tra ex calciatori biancocelesti, parlamentari ed attori".

Prosegue la presentazione: Il 7 giugno alle 20,30 allo stadio Flaminio di Roma, l'associazione sportiva Lenzini organizza, a sostegno di Telethon, il triangolare di calcio "Quelli del '74 e non solo", con il patrocinio del Comune, della Provincia di Roma e della Camera dei Deputati. Per festeggiare i 110 anni della società sportiva Lazio all'insegna della solidarietà, che da sempre contraddistingue la maggiore polisportiva capitolina, scenderanno in campo, guidati dal capitano del primo scudetto della Lazio Pino Wilson, Felice Pulici, Franco Nanni, Renzo Garlaschelli e altri laziali doc come Bruno Giordano, Massimo Piscedda, Angelo Gregucci. A sfidarli in questa manifestazione benefica la nazionale attori Italiani e la nazionale parlamentari. Fulvio Bruno, direttore della raccolta fondi Telethon, ha voluto sottolineare la necessità di impegnarsi tutti nel sostegno, alla ricerca di Telethon: "I nostri ricercatori stanno ottenendo significativi successi nella lotta alle malattie genetiche, come la cura definitiva dei bambini affetti da Ada-scid, una gravissima forma di immunodeficienza, ma anche l'avvio di numerosi protocolli clinici su altre gravi patologie: si tratta dell'ultimo passo verso la terapia, i cui costi però sono estremamente elevati ed è perciò indispensabile la solidarietà di tutti".

"Il Triangolare trofeo Telethon 'Quelli del '74 e non solo' sarà un importante appuntamento non solo per lo sport e gli appassionati di calcio, ma anche per l'elevato valore sociale che esso porta con sé – afferma il delegato del Sindaco allo Sport del Comune di Roma Alessandro Cochi –. Infatti, non sarà protagonista solo la S.S. Lazio e la sua storia, ma anche l'impegno di Telethon che da anni lavora per sconfiggere le malattie genetiche. Voglio rivolgere il mio ringraziamento dunque al capitano della Lazio tricolore del 1974, Pino Wilson, e alla nazionale attori e a quella dei parlamentari, che scenderanno in campo insieme in questo torneo benefico. Per questa ragione – conclude Alessandro Cochi – l'Ufficio sport del Comune di Roma si è voluto attivare presso il Coni servizi, al fine di concedere lo stadio Flaminio per questo importante evento". Il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto al sostegno della ricerca scientifica sulle malattie genetiche.


Il Messaggero così racconta l'evento: "Quelli del '74: è festa al Flaminio".

L'articolo prosegue: Ritornano in campo i campioni d'Italia del '74 ed è subito festa. Tanto affetto e spettacolo ieri sera allo stadio Flaminio. Erano oltre mille i tifosi biancocelesti che hanno risposto al ritorno in campo della Lazio scudettata del '74. Una bella attenzione se si considera la data e l'orario scelto per l'evento. Ma è stata soprattutto una bella prova di beneficenza, con i vari Wilson, Oddi, Garlaschelli e Martini che sono tornati sul terreno di gioco per raccogliere più fondi possibili per Telethon, la famosa Onlus che finanzia la ricerca per contrastare la distrofia muscolare e le malattie genetiche. Non mancava nessuno, nemmeno un febbricitante Felice Pulici che, pur di esserci, si è alzato dal letto e si è presentato allo stadio accomodandosi in panchina per stare vicino ai compagni e amici di una Lazio che fu. Tutti in campo sull'erba del Flaminio, insomma, a sfidarsi e divertirsi in un triangolare che, oltre alla Lazio campione del '74 che tra le proprie fila vedeva pure calciatori come Giordano, Piscedda e Giannichedda, vedeva partecipare la nazionale Parlamentari e la nazionale Attori. Alla fine questo triangolore di festa lo ha vinto la Lazio che nella sfida con gli attori ha vinto per 2-1. La manifestazione è partita con varie celebrazioni, anche quella dei 110 anni della storia della Polisportiva e poi il programma vero e proprio, con la prima gara tra la Lazio e la nazionale Parlamentari vinta dai biancocelesti per 2-0 con gol di Giordano e Marronaro.


Il Corriere dello Sport titola: "Un pieno d'amore per la Lazio del '74. Da Wilson a Garlaschelli, gli eroi del primo scudetto hanno fatto commuovere tifosi di ogni generazione. Anziani e bambini ad applaudire Nanni, Pulici, Oddi, D'Amico. In panchina Lovati e i gemelli Maestrelli. In tribuna c'era anche Giorgio Sandri, papà di Gabriele che ha ringraziato lo stadio: "Vi voglio bene". Tutti di nuovo insieme in un triangolare con attori e politici per raccogliere fondi destinati alla ricerca".

Prosegue l'articolo del quotidiano sportivo: Tante famiglie, ma anche nonni e nipoti. E poi i papà con qualche bambino sulle spalle. Quella Lazio di Tommaso Maestrelli e Umberto Lenzini ha ancora il potere di unire generazioni diverse; ecco il successo più importante di una notte guidata dai sentimenti. Sono passati trentasei anni dallo scudetto, dal trionfo all'Olimpico contro il Foggia, ma il fascino di quella squadra è rimasto immutato: sacro. C'è chi l'ha vista giocare: bella e straripante come la grande Olanda di Rinus Michels. Con i suoi terzini, Petrelli e Martini, che facevano le ali. Con un libero, Wilson, che impostava l'azione: classe e saggezza. Con un centrocampo elegante e robusto, illuminato da Frustalupi e Re Cecconi. Con un centravanti, Chinaglia, che partiva in progressione e diventava devastante. Era il 1974, l'anno del primo scudetto. C'è chi l'ha vissuta e respirata, quella squadra, che aveva muscoli d'acciaio. Ma la Lazio di Maestrelli, generosa e ribelle, si è trasformata nel tempo in una favola da raccontare, in un album da sfogliare, in un diario da riaprire per ritrovare, nei momenti difficili, un'identità, un senso di appartenenza, la fierezza. E' ancora oggi un punto di incontro tra tifosi di ogni età, aduti e bambini. E' la sintesi di una "lazialità" pura. E' il metro che aiuta a comprendere differenze e diversità fra il passato e il presente. La squadra dei sogni, ieri sera, ha giocato davanti a quattromila persone. C'era anche Giorgio Sandri, il papà di Gabriele: "Grazie a tutti, vi voglio bene". La Lazio del '74, arricchita dalle magie di Bruno Giordano e di altri ex, è tornata in campo per abbracciare la sua gente e sposare le nobili battaglie di Telethon. L'occasione è nata da un triangolare con la nazionale attori e la rappresentativa dei deputati e dei senatori.

Si è presentata allo stadio Flaminio con l'obiettivo di raccogliere fondi da destinare alla ricerca scientifica. Ma c'era la voglia di stare insieme, di ritrovarsi, di regalare altre emozioni. Quella Lazio dominava la scena, vinceva contro l'Inter di Mazzola, la Juventus di Capello e Bettega, il Milan di Rivera. Si nutriva della forza, delle energie, di chi la coccolala. Passava il sabato pomeriggio al cinema, nel centro di Roma vicino a quelli che il giorno dopo si sarebbero accomodati sulle tribune dell'Olimpico, all'epoca con i sedili di legno e senza copertura. Viveva fra la gente. Si sentiva gratificata da un autografo, da una foto, da un abbraccio. Era una squadra che andava a mangiare allo stesso tavolo con i tifosi, in un ristorante a poche centinaia di metri dal campo di allenamento di Tor di Quinto. Era una Lazio che richiamava migliaia di persone persino durante le partitelle in famiglia, che Maestrelli faceva finire a volte quando era buio per consentire a Chinaglia di non perderle e di ritrovare l'umore giusto. "Salivamo sul pullman a l'affetto dei tifosi ci accompagnava verso l'Olimpico", hanno raccontato ieri sera i campioni del 1974. Il calcio regala storie di una straordinaria intensità. E la Lazio di Maestrelli ha attraversato nel cuore dei suoi tifosi tutte le epoche successive. L'elemento di continuità, l'anello di congiunzione, è stato rappresentato proprio da questo formidabile legame con il pubblico e le generazioni seguenti, rapite e stregate dalle parole dei parenti più grandi, dalle immagini in bianco e nero, da quegli abbracci in mezzo al campo che non erano figli di un contratto, di un ingaggio, di uno stipendio. La gente laziale, ieri sera, aveva voglia di emozionarsi. E ha provato brividi forti, senza comunque tacere il proprio dissenso verso l'attuale proprietà: frequenti i cori di contestazione nei confronti di Claudio Lotito.

E' stato bello guardarsi indietro e rivedere Felice, uno dei migliori portieri negli Anni Settanta con Dino Zoff e Ricky Albertosi. Non ha giocato, ma ha sfilato con tutti gli altri compagni. La gente si è commossa ad applaudire Petrelli e Martini, il capitano Wilson e lo stopper Oddi. E poi c'era Stefano Re Cecconi, il figlio di Luciano, fantastica mezzala: ha avuto un campione come papà e a lui, a Cecco, come lo chiamavano Maestrelli e i vecchi amici ha dedicato un libro pieno d'amore. Un'accoglienza speciale per tutti, per Nanni, rimasto nella memoria anche per un gol all'incrocio dei pali segnato contro la Roma di Helenio Herrera. E in questo clima di festa, i tifosi hanno salutato con affetto Vincenzo D'Amico, fantasista geniale, principe del dribbling, che nel 1974 segnò il suo primo gol in serie A scoppiando in lacrime contro il Bologna. Le luci artificiali hanno illuminato anche Garlaschelli, seconda punta dallo scatto bruciante: da un suo cross, respinto con la mano da Scorsa, il 12 maggio del 1974, nacque il rigore dello scudetto, trasformato da Chinaglia contro il Foggia. Ma le sorprese si sono susseguite in maniera sublime, con i gemelli Maestrelli, Massimo e Maurizio, in panchina ai fianco di Bob Lovati, altra colonna della Lazio, prima allenatore e più avanti dirigente, sempre con il suo stile, la sua eleganza, il suo piacere di stare fra la gente. E poi Manservisi, Facco, Franzoni, Inselvini e Tripodi, altri eroi altri eroi piccoli e grandi di quello scudetto.

Alle undici di sera la gente era ancora in tribuna, con lo sguardo affascinato e orgoglioso. Pronta a catturare un altro frammento di quella Lazio di Maestrelli e Lenzini, di Re Cecconi e Frustalupi, di Sbardella e del dottor Ziaco, di padre Lisandrini e del manager Bezzi. "Loro ci stanno seguendo da lassù": una certezza, quella di Pulici e dei suoi compagni. La stessa certezza di chi, ieri, al Flaminio, applaudiva e aveva gli occhi lucidi: no, nessuno potrà mai dimenticare quel magnifico gruppo.