Martedì 12 ottobre 2010 - Genova, stadio L. Ferraris - Italia-Serbia (sospesa per incidenti)

Da LazioWiki.

Stagione

12 ottobre 2010 - 4^ partita di qualificazione Europei 2012

ITALIA: Viviano, Zambrotta, Bonucci, Chiellini, Criscito, Marchisio, Pirlo, Palombo, Mauri [8], Cassano, Pazzini. A disp. Sirigu, Castaldello, Cassani, Lazzari, Pepe, Rossi, Borriello. C.T. Prandelli.

SERBIA: Brkic, Ivanovic, Lukovic, Subotic, Rajkovic, Stankovic, Kuzmanovic, Krasic, Kacar, Tosic, Mrdja. All. Petrovic A disp. Djuricic, Ninkovm Obradovic, Petrovic, Lazovic, Ninkovic, Zigic.

Arbitro: Sig. Thomson (Scozia).

Note: serata tiepida, terreno ottimo. Partita iniziata con oltre mezz'ora di ritardo per intemperanze del pubblico Serbo presente allo stadio. Gara successivamente sospesa al 7' del pt sempre per incidenti da parte dei tifosi ospiti. Prima dell'inizio della partita è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria dei 4 alpini uccisi in Afganistan.

Spettatori: 45.000 circa.

Una fase degli incidenti
Polizia in campo
Mauri e Stankovic perplessi dopo la sospensioni
Razzi in campo

Doveva essere la serata di Pazzini e Cassano, nel loro Marassi, contro la Serbia. E invece il loro Marassi è diventato ostaggio dei tifosi ospiti. Che hanno ritardato prima di 37’ e fermato poi, dopo 6’, la partita. Costringendo l’Uefa prima ancora che l’arbitro a fermare tutto. Non si gioca. Perché non si può giocare. Perché dalla rete - bucata dagli ultrà - arrivavano in campo e in curva bengala. Perché a rischio c’era l’incolumità dei giocatori e del pubblico. Vedremo se arriverà il 3-0 a tavolino

Le cose si mettono male già prima dell’ingresso dei tifosi da Belgrado (pare che gli ultrà siano in larga parte tifosi della Stella Rossa): in tribuna arriva la notizia di 3 fermi e 15 feriti serbi negli scontri con la Polizia (hanno verniciato il muro di Palazzo Ducale). Allo stadio le cose vanno ancora peggio, precipitano. Circa 1.600 ultrà della Serbia, nel settore ospite, la solita "gabbia" del Ferraris, a dieci minuti dal fischio d'inizio della partita, valida per la qualificazione a Euro 2012, cominciano un lancio di fumogeni verso l'adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell'Italia. Il lancio prosegue verso il campo, nonostante l'intervento dei vigili del fuoco, ed è accompagnato anche dall'esplosione di una bomba carta. La polizia, in assetto antisommossa, si schiera a bordocampo al di là della recinzione che circonda i tifosi stranieri. Intanto cominciano le scaramucce con i tifosi italiani in curva nord, provocati, che rispondono innaffiandogli con un’idrante. Gli agenti della Digos provano a convincere a scendere una decina di ultrà, che hanno sollevato la rete della "gabbia" e sono appollaiati sulla recinzione. Intanto le squadre entrano in campo. I giocatori sono ignari di tutto, si guardano intorno spaesati. E’ chiaro che così non si può giocare. L'arbitro scozzese Thomson ne prende atto, e manda le due squadre negli spogliatoi. Circola intanto la voce che il portiere titolare della Serbia Vladimir Stojkovic, già contestato in patria perché passato dalla Stella Rossa al Partizan Belgrado, sia stato colpito da un fumogeno prima della gara proprio dai tifosi serbi, che già dopo la sconfitta interna contro l'Estonia avevano messo a ferro e fuoco Belgrado.

I tifosi ospiti non si placano, e allora provano a calmarli i loro giocatori. Intervengono Stankovic, Krasic e compagni, che chiedono loro di calmarsi, ma li applaudono anche. E ottengono una tregua. Si riparte. Ci si riprova. Ma l’ambiente è surreale, no, non può funzionare così. Si riparte alle 21.27, con 37’ di ritardo. In campo Zambrotta ha la fascia di capitano. Arrivano i fischi del pubblico di casa nostra ogni volta che tocca palla la Serbia. Arriva dopo 2' un fallo violentissimo di Rajkovic su Mauri con il serbo che viene ammonito. Poi Pazzini viene spinto in area serba, sembra rigore netto, l’arbitro fischia punizione contro. Al 6’ la gara si ferma ancora: fumogeni in campo prima e in curva poi, sempre provenienti dal settore ospite. Alle 21.38 arriva la decisione finale: non si gioca. Il pubblico applaude. Si è perso lo spettacolo. Ma non si poteva andare avanti: troppo pericoloso. Il calcio stasera doveva fermarsi.

Nota[modifica | modifica sorgente]

L'Uefa il 29 ottobre decreta la vittoria a tavolino per 3-0 all'Italia.