Martedì 14 marzo 2000 - Roma, stadio Olimpico - Lazio- Olympique Marseille 5-1

Da LazioWiki.

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14 marzo 2000 - 2889 - Champions League - Seconda fase a gironi gruppo "D" - gara 5 - inizio ore 20.45

LAZIO: Marchegiani, Negro, Mihajlovic (50' Fernando Couto), Nesta, Pancaro (74' Gottardi), Conceição, Stankovic (68' Sensini), Simeone, Nedved, S.Inzaghi, Boksic. A disp.: Ballotta, Lombardo, Salas, Mancini. All. Eriksson.

OLYMPIQUE MARSEILLE: Porato, Abardonado, Luccin, Fischer (46' Martini), Martin (46' Bakayoko), Brando, Leroy, Dalmat, Pires, Pouget (61' Moses), De La Peña. All. Casoni.

Arbitro: Sig. Frisk (Svezia).

Marcatori: 17' S.Inzaghi, 37' S.Inzaghi, 38' S.Inzaghi, 50' Leroy, 71' S.Inzaghi, 81' Boksic.

Note: ammoniti Conceição, Luccin, Brando. Simone Inzaghi ha fallito un calcio di rigore. Recupero: 0' più 2'.

Spettatori: 28.875 paganti per un incasso di Lire 1.031.660.000.

Simone Inzaghi sblocca il risultato
L'esultanza del bomber piacentino
La rete del raddoppio biancoceleste
La rete del 3-0
Il colpo di testa vincente per la rete dell'O.M.
Simone Inzaghi insacca la rete del 4-1
L'esultanza dell'attaccante biancoceleste
La rete di Alen Boksic per il 5-1 finale
L'esultanza del bomber croato
Sergio Conceiçao in azione
Un'altra immagine della prima rete di Simone Inzaghi
Alen Boksic esulta dopo la sua rete
Dalla Gazzetta dello Sport: omaggio a Simone Inzaghi
Alessandro Nesta ed Ivan De La Peña
Paolo Negro in azione di contrasto
Simone Inzaghi

Dal Corriere dello Sport - Stadio:

Pokerissimo laziale, con quaterna di Simone Inzaghi sempre servito al bacio da Nedved, Conceiçao e Boksic. Roba da non credere, che eguaglia il top europeo del fenomenale Van Basten. Certo, il Marsiglia non esiste, la sua disorganizzazione difensiva pare fatta apposta per scatenare una formazione finalmente logica, che non può perdere altro tempo sul fronte internazionale. Stadio mezzo vuoto, nonostante gli incentivi proposti ai tifosi più fedeli: ma i biancocelesti dominano senza guardarsi troppo intorno; e, dentro l'Olimpico, riproducono subito quell'atmosfera festosa che in Champions League mancava dal settembre scorso (quaterna rifilata al Maribor), quando tutti escludevano sofferenze prima dei quarti di finale. Il Marsiglia srotola solo un vulnerabile 5-4-1, dove tanto Fischer quanto Brando soffrono l'ex Boksic, mentre l'accoppiata Luccin-Abardonado rimedia figuracce sull'elettrico Inzaghi. Così gli erikssoniani impiegano diciassette minuti per articolare la triangolazione trapassante, che Inzaghi jr. sistema rasoterra, sotto le gambe del portiere.

Tutto facile, come ribadisce l'assaltatore Alen seminando oppositori sul versante sinistro, prima di vedere il raddoppio facile sprecato sotto misura dall'Inzaghino: piatto un po' lezioso, quasi a botta sicura, che Porato neutralizza. Niente paura, prescindendo dall'uscita avventata di Marchegiani (cross di Leroy) e dal gol di Abardonado giustamente annullato per offside, nelle uniche volte che il Marsiglia sbuca dentro l'area laziale. Non scherziamo: pure Conceiçao sprinta a sperimentare la friabilità difensiva dei francesi e sempre Inzaghi castiga. E' proprio la sua nottata e pochi istanti dopo fa tripletta spingendo dentro una volée-Boksic, euroscattista che Stankovic attiva quando vuole. Pratica sigillata? Beh, gli innesti di Bakayoko, Martini e Moses rendono il Marsiglia meno mortificabile, salvo stanare una disattenzione dell'accoppiata Nesta-Mihajlovic, su punizione obliqua di De La Peña.

E la testa-Leroy alleggerisce per poco tempo il passivo, che successivamente Inzaghi non rimpolpa procurandosi un rigore (trattenuta di Abardonado), calciato male. Errore scusabile: perché dal festival pirotecnico degli sperperi e delle realizzazioni salta fuori sempre lui: centrata-Boksic, contro-dettato di Conceiçao e l'insaziabile Simone trova la quindicesima realizzazione stagionale. Inutile pensare alle sofferenze evitabili qualora Eriksson avesse utilizzato di più l'eversore del Marsiglia. Tocca a Boksic, assist di Conceiçao, l'inzuccata-sì che chiude l'abbuffata. Adesso le speranze aumentano, pure se bisognerà vincere a Londra (temendo un blitz marsigliese del Feyenoord) contro il Chelsea già qualificato. Tutti i laziali ci credono.


La Gazzetta dello Sport titola: "Poker di Inzaghi La Lazio è servita. Scatenato l'attaccante che sbaglia anche un rigore: poi segna Boksic. Contro un avversario con una difesa a tre altissima e un portiere capace di miracoli ma anche di errori madornali, la Lazio ha potuto attuare la tattica più congeniale ai suoi due attaccanti contropiedisti. Che non a caso hanno firmato la vittoria, al termine di una partita (che ha rischiato di riaprirsi solo per un attimo sul 3-1) in cui gol e occasioni sono piovuti senza fatica".

Continua la "rosea": Aspettando Salas e la qualificazione ai quarti di Champions League, la Lazio trova finalmente molto di più del suo bomber di scorta. Simone Inzaghi, degno emulo del fratello Pippo, non si limita a liquidare l'amena brigata del Marsiglia (5-1), ma stabilisce anche uno storico record. Sono sue quattro reti (e un rigore fallito!), tutte realizzate col marchio di fabbrica della famiglia. Gol bruttarelli, apparentemente facili, ma valgono, complice il Chelsea, oro colato. Non è stata una partita emotivamente storica come quella di sabato con l'Inter, perché il Marsiglia ha dato l'impressione d'essere sceso a Roma più per osservare da vicino il Giubileo che per mettere nei guai la Lazio. I francesi hanno tentato di scimmiottare il calcio-champagne che portò Zidane e compagni alla conquista di un Mondiale, ma proporsi con una difesa alta e spregiudicata senza avere a disposizione gente come Thuram e Blanc si è rivelato un autentico suicidio. Abardonado-Luccin-Fischer, questo l'improbabile trio che si è consegnato, con metà campo in affitto, al nemico. E dove non hanno pensato loro, ecco in soccorso il portiere Porato (imitatore di Barthez solo nella pelata), capace di miracoli ma anche di formidabili papere. Contro un avversario così scellerato la Lazio ha potuto attuare la tattica più comoda e congeniale al duo d'attacco Boksic-Inzaghi, contropiedisti puri. A loro si sono aggiunti Nedved e Conceiçao, gli esterni in serata di grazia, ben protetti da Simeone e in parte Stankovic. Gol e occasioni sono piovuti senza nemmeno doverseli andare a cercare troppo.

Inzaghi ha cominciato il suo show dopo poco più di un quarto d' ora, e che fosse la sua serata lo si è capito da come si è aggiustato male il pallone pervenutogli dalla combinazione Boksic-Nedved. Un controllo imperfetto che lo ha portato ad allargarsi, con relativo tiro rasoterra da dimenticare. Porato ha deciso chissà perché di saltare altrove e la palla gli è sfilata sotto, in mezzo alle gambe. Il Marsiglia ha reagito affidandosi alla velocità di Dalmat, centrocampista non male, e di Pouget, attaccante che però non vede la porta al pari di Pires, mentre per scoprire che De La Peña, rimasto quello appena intravisto nell' anno alla Lazio, era in campo s' è dovuto attendere lo 0-3. Col Marsiglia perennemente sbilanciato, la Lazio ha scelto la via del lancio lungo a saltare il centrocampo: così sono cominciate a piovere altre occasioni, e Inzaghi, stavolta su perfetto cross di Boksic, s'è imbattuto nella sola parata doc di Porato. Un minuto prima dell' uno-due con cui Inzaghi ha chiuso la partita, il Marsiglia ha protestato a lungo per una rete annullata a Pires per fuorigioco. Che non c' era, in effetti, al momento della battuta a porta vuota su cross corto dalla destra, ma che s' era invece determinato un attimo prima, sul nascere dell' azione. Inzaghi ha chiuso i conti nel giro di due minuti (37'-38'), prima controllando stavolta bene il lancio di Conceiçao, poi depositando nella porta sguarnita il pallone sfuggito a Porato dopo il bellissimo tiro al volo di Boksic. Nella ripresa Casoni ha cambiato qualcosa in difesa (Martini per Fischer) cercando invano, rivoluzionando le marcature, di venire a capo di Inzaghi e Boksic, e molto ha cambiato in avanti, inserendo prima l' interessante ivoriano Bakayoko e poi il ghanese Moses (per Martin e Pouget). La Lazio, che a un dato momento ha dato l' impressione di essersi stufata di stare in campo, ha incassato subito l'1-3 (colpo di testa dell' indisturbato Leroy su punizione laterale di De La Peña), e poi ha ancora rischiato, costringendo Marchegiani a guadagnarsi la serata (e a cancellare un' agghiacciante uscita a vuoto del primo tempo).

L'Inzaghi show è proseguito nel bene e nel male: prima il rigore guadagnato e fallito, scaricando il tiro su Porato, poi la storica quaterna con la solita destrezza, rialzandosi da terra in un baleno per correggere il tiro di Conceiçao sporcato da un difensore. Tra i due episodi, un altro rigore, invero solare, che Frisk ha negato ai francesi, per la trattenuta di Couto (subentrato al Mihajlovic dimezzato di questi tempi) ai danni di Bakayoko. Per la gioia del suo padrino Sergio Cragnotti, Boksic completava la festa col più semplice dei colpi di testa su cross del puntuale Conceiçao, mentre da Rotterdam giungevano notizie se non proprio ottime, decisamente buone. A Londra tra sette giorni servirà ancora questo Inzaghi. E peccato che al Marsiglia, che battendo il Feyenoord promuoverebbe la Lazio, non si possa restituire per un giorno Ravanelli.


Il Messaggero titola: "Champions League: show della giovane punta, a segno anche Boksic. Inzaghi, volo per Londra. Quattro gol di Simone al Marsiglia: la Lazio si gioca tutto col Chelsea".

Continua il quotidiano romano: Buon volo verso Londra sulle ali di Simone Inzaghi, quattro gol filati in Champions, impresa alla Van Basten. La Lazio si è liberata del Marsiglia grazie alla fame smisurata del suo giovane centravanti, che ha fallito perfino un rigore e due altre nitidissime occasioni: un peccato non averlo a Verona domenica, squalificato per una ripicca con Panucci. Ha segnato, meritandolo appieno, anche Boksic, con uno stacco di testa a giochi fatti. A capo di una prestazione veemente di tutta la squadra contro una truppaglia francese che ha denunciato tutti i propri limiti difensivi. Ora ai marsigliesi Eriksson chiede l'impresa contro il Feyenoord, ma l'unico risultato sicuro è la vittoria a Londra contro un Chelsea già matematicamente qualificato: in palio c'è però sempre il primo posto nel girone. A cavallo di un minuto, il 36' del primo tempo, sono sparite le angosce laziali: tra lo sbandieramento tardivo del guardalinee sotto la Tevere, che ha vanificato il momentaneo pareggio di Abardonado, al gol della sicurezza confezionato in bello stile da Sergio Conceicao e Inzaghi. La partita è tutta lì, in questa svolta legittima: la Lazio la stava controllando con qualche apprensione, dopo il vantaggio volante (lancio di Simeone, appoggio di testa di Boksic, apertura limpida di Nedved per Simone, bomber freddo fra le gambe di Porato), anche se ancora Inzaghino si era pappato il raddoppio da un passo, su invenzione da prestigiatore ancora del croato e mezzo miracolo del portiere francese, in odor di nazionale, pelato come Barthez.

Creava infatti un po' di disagio la manovra del Marsiglia, solo apparentemente assente, ma ben sorretto sulle ali dal movimento di capitan Pires e del promettente Dalmat, quaranta miliardi di cartellino per chi interessa. Buono il fervore di Simeone, meno appariscenti Stankovic e Nedved, cresciuto prepotentemente nella ripresa: del serbo si ricorda un pallonetto da metà campo che ha costretto Porato ad una precipitosa ritirata. Difesa laziale non sempre impeccabile, niente a che vedere per carità con i tre picconatori marsigliesi, presi d'infilata spesso e volentieri, ma disturbata dal movimento rivale e psicologicamente dalla necessità di non sbagliare. Il segnale? Una conclusione a fil di palo di Dalmat, una smanacciata un po' così di Marchegiani, e il gol annullato per evidente fuorigioco di partenza di Pires, che poi ha offerto un pallone pulito al terzino realizzatore: tardivo l'intervento del guardalinee, insultato dai francesi specie dopo la subitanea replica vincente di Inzaghi. Partita in discesa grazie al terzo gol, pallone accompagnato in rete dal centravanti piacentino, dopo che il tiro al volo di Boksic (lancio di Stankovic) aveva superato il portiere. Peccati di sufficienza in avvio di ripresa. Il nuovo entrato Bakayoko, ivoriano rapido, ha costretto Marchegiani in angolo e subito dopo De la Peña, applaudito ex, ha confezionato una punizione al bacio per la testa di Leroy, indisturbato in mezzo all'area. Sono riaffiorate le ansie anche perché gli attaccanti, dopo un'uscita provvidenziale di Marchegiani su Pouget, hanno preso a sbagliare l'impossibile: Boksic solo ha ignorato Sergio Conceicao, Inzaghi si è fatto parare da Porato il rigore che si era procurato con mestiere (cintura di Abardonado), Stankovic ha alzato di testa da un passo. E' entrato Fernando Couto per Mihajlovic (diffidato, Sven ha pensato a Londra) ed è stato graziato dall'arbitro Frisk per una trattenuta in area su Bakayoko. Ritmi forsennati, adesso, con il fischietto svedese forse troppo tollerante.

C'è voluto comunque il quarto suggello personale di Simone, ispirazione di Boksic, assist sporco di Sergio Conceicao, per rinsavire una Lazio troppo frenetica, appena rinsaldata dall'ingresso di Sensini per Stankovic. Ha segnato Boksic di testa, impagabile il cross di Sergio Conceicao. E Sensini ha fallito volutamente l'ultima occasione, offrendo, in uno slancio paterno, ancora a Inzaghino il pallone della possibile cinquina record. La maglia del centravanti l'ha voluta Luccin: che brutto ricordo...


Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

È lui l'eroe della serata, Simone Inzaghi. Quattro gol che restano nella storia: «È stata una bella serata e una vittoria importante - dice l' attaccante - ringrazio i compagni che mi hanno molto aiutato, devo a loro questa prestazione, mi hanno dato splendidi palloni per fare gol. Ora andiamo ai quarti con maggiore fiducia abbiamo rimesso a posto la classifica della Champions League, anche se dobbiamo giocarcela col Chelsea. Loro a Londra non ci regaleranno niente, è logico e umano, ma sicuramente non giocheranno la partita della vita perché ormai sono già qualificati e quindi potremo giocarci con tranquillità le nostre carte che non sono poche». Dopo questa prestazione torna in panchina? «Non lo so. Vedremo. A ogni modo, io continuerò ad allenarmi e prepararmi con lo scrupolo di sempre per farmi trovare pronto. La squalifica in campionato? Per me è incomprensibile, non avevo fatto nulla, sono molto sorpreso. Forse però ho pagato per tutti».

Gli riferiscono che ha ripreso Van Basten nei record di Coppa: «Una bella sensazione. Provo molta gioia e un pizzico di dispiacere perché potevo fare 5 gol. Ma ho sbagliato il rigore e poi nel finale una occasione molto facile. Però ero stanco e non avevo più la giusta lucidità». Stavolta Eriksson sorride, è rilassato e soddisfatto: «Allenatore bravo ad azzeccare la formazione? Certo, se la squadra vince vuol dire che le scelte erano giuste. Il risultato nel calcio è troppo importante, anzi fondamentale per rendere l'allenatore bravo o incapace. Noi siamo stati perfetti nel primo tempo attaccando in modo giusto, senza scoprirci. Male nella ripresa. Tatticamente andavamo tutti avanti, tutti volevano fare gol. Allora abbiamo rischiato e parecchio perché sul 3-1 il Marsiglia poteva segnare ancora, ha avuto un paio di buone occasione e quindi riaprire una gara che noi avevamo dominato. Fortuna che il quarto gol ha messo le cose a posto. Ora dopo questo risultato e la vittoria del Chelsea dipende solo da noi qualificarci e la cosa mi tranquillizza, perché siamo padroni del nostro destino». Il Marsiglia è stato inferiore alle attese.

«Loro sono molto giovani e pieni di entusiasmo, sapevano che il pari non serviva perciò hanno giocato aperti e, una volta che noi siamo passati in vantaggio, abbiamo avuto vita facile potendo attaccare in contropiede». Il discorso cade su Inzaghi: «Ho saputo della squalifica in campionato e mi spiace, con lui non ho ancora parlato del motivo per cui è stato ammonito, uscendo dallo stadio non avevo visto nulla di particolare. Certo poteva fare un grande record perché di gol ne poteva segnare cinque o anche sei, ma anche quattro va benissimo, Boksic? Una buona gara. Ancora non ha i 90' nelle gambe, si vedeva».


Dal Messaggero:

Tutto in una notte, come il mitico Van Basten. Simone Inzaghi quasi non ci crede, ma è raggiante per la splendida serata di Champions League contro il Marsiglia. Quattro reti, un rigore sbagliato, un altro paio di occasioni fallite per poco; tutto per spingere la Lazio verso i quarti di finale che sembravano essersi allontanati dopo la sconfitta con il Feyenoord. E' stata una serata da record per il giovane attaccante biancoceleste, di quelle che, se fosse possibile, vanno incorniciate e appese alla parete della propria camera. Soltanto l’ex centravanti del Milan, prima di ieri sera, era riuscito a segnare una quaterna in una sola gara di coppa Campioni, nel ’92 contro il Goteborg. «Io come Van Basten ? Incredibile, chi l’avrebbe detto. E pensare che avrei potuto segnare molto di più, cinque forse addirittura sei reti. Rigore sbagliato a parte, nel finale Sensini mi ha servito un bellissimo pallone che soltanto per un soffio non sono riuscito a mandare in rete. A ripensarci, quasi mi dispiace non aver segnato di più: quando è la serata buona un attaccante deve sempre approfittarne; se lo avessi fatto ora avrei fatto meglio di Van Basten...».

Archiviato Van Basten, il pensiero di Simone Inzaghi corre veloce al fratello Pippo. «Forse adesso sarà invidioso di questo mio exploit. Lui e i mie genitori saranno sicuramente stati davanti al televisore a tifare per me e la Lazio. E’ la serata più bella della mia carriera, insieme al ricordo del gol segnato al mio esordio in serie A». In tre giorni Inzaghino è passato da grande incognita a grande protagonista. Contro l’Inter ha dato il là alla rimonta della Lazio, ieri sera ha spinto la squadra al successo che serviva. «E’ vero, sono state due splendide gare, in cui non solo ho segnato ma ho anche giocato bene. Fino ad oggi sono stato poco utilizzato, però l’importante è allenarsi sempre bene. Io, Lombardo e anche altri dobbiamo farci trovare pronti quando il mister ce lo chiede. Poi sta a lui decidere, e state sicuri che sa capire quando è il momento di mandarti in campo. Se sto attraversando un momento magico il merito è anche dei miei compagni, che voglio ringraziare. Giocare in una squadra così è davvero facile». La qualificazione ai quarti di finale è ora più vicina. Anche se le l’ultimo passo dev'essere ancora compiuto.

«Dopo questa vittoria guardiamo ai quarti di finale con più ottimismo. Vincere a Londra non sarà facile, ma non dimentichiamo che il Chelsea ha già raggiunto la qualificazione. Non credo, quindi, che giocherà la partita della vita. Noi, comunque, dobbiamo andare lì per vincere, senza preoccuparci di quanto saprà fare il Feyenoord a Marsiglia. E non dobbiamo dimenticare il campionato, che non è affatto chiuso. A Verona domenica non ci sarò, e mi dispiace: sono stato squalificato senza aver fatto niente, evidentemente ho pagato io per tutti». In tre dei cinque gol della Lazio ieri sera l’ultimo passaggio è partito dai piedi di Sergio Conceicao. «Sono contento perché abbiamo finalmente risolto il problema del gol. Abbiamo tutti giocato bene, ora andiamo a Londra con la consapevolezza che possiamo vincere».


Vittoria è stata. «Inzaghi e Boksic hanno fatto esplodere la Lazio. Questa è la squadra che voglio, adesso dobbiamo ripeterci a Londra». Sergio Cragnotti è felice di aver ritrovato tre punti e morale. «Abbiamo dimostrato di esserci in questa competizione alla quale teniamo davvero tanto. Il Marsiglia ha fatto vedere qualcosa di buono e ci lascia ben sperare per la gara con il Feyenoord ma noi non possiamo comunque perdere questa occasione». Il presidente sottolinea la grande prova corale del pubblico biancoceleste che dopo le polemiche delle settimane scorse è tornato sabato con l'Inter e si è ripetuto ieri sera. Non solo una luccicante coreografia ma anche cori d'incitamento per tutti. Quello che serviva. «Davvero un grande plauso alla curva Nord che ha sostenuto la squadra dall'inizio alla fine». Il presidente aggiunge qualcosa anche sul mercato. «Salas non lo cambio per Crespo. Semmai troveremo soluzioni per valorizzare le sue qualità». E sulle dichiarazioni di Moratti dei giorni scorsi. «Anche se vivo lontano dalle istituzioni dico che ci vuole unità tra noi presidenti. Non distruggiamo questo calcio».


La Lazio si riprende l'Europa ed Eriksson può tornare a sorridere e togliersi qualche sassolino dalle scarpe anche perché il 5-1 è punteggio solare che dà ragione alle scelte del tecnico. «Il risultato è fondamentale per sapere se un allenatore è bravo o no...» Eliminato dalla lotta l'Olympique, bisogna pensare al Chelsea che - vincendo a Rotterdam - ha già conquistato la qualificazione. «Ora dipende soltanto da noi, una situazione che mi rende più tranquillo non perché mi aspetti regali a Londra ma perché sarà soltanto la Lazio a decidere il proprio futuro. No, a questi livelli, nessuno ti regala qualcosa perciò dovremo fare affidamento sulle nostre forze, convinti di potercela fare. Il Chelsea è stato grande a Rotterdam, noi cercheremo di fare altrettanto la prossima settimana». Eriksson era certo di arrivare ai quarti già prima, figurarsi dopo il brillante successo sul Marsiglia. «Nessuno nel gruppo ha mai pensato ad una Lazio fuori dall'Europa».

La ritrovata freschezza atletica, abbinata ad una concretezza che era mancata nelle ultime 2 partite, hanno restituiscono morale e convinzione a tutto l'ambiente. «La squadra ha disputato un primo tempo superlativo nel quale ha costruito molto e dimostrato di essere in ottime condizioni fisiche». L'allenatore, però, muove pure degli appunti ai suoi. «Sul tre a uno ci siamo sbilanciati troppo e rischiato oltre il lecito. Invece di sfruttare noi il contropiede, lo abbiamo concesso ai francesi che si sono resi pericolosi. Per fortuna è arrivato il quarto gol a chiudere in maniera definitiva l'incontro. Le speranze dell'Olympique sono tramontate ed abbiamo chiuso la sfida in scioltezza, creando ancora diverse situazioni da gol».

Inzaghi con 4 reti è stato il mattatore della serata. «Con un po' di fortuna avrebbe potuto realizzare sei gol e sarebbe stato bellissimo sia per la Lazio che per lui, comunque va bene lo stesso perché Simone, oltre a segnare, ha giocato anche bene». Purtroppo il giudice sportivo l'ha squalificato per il finale burrascoso contro l'Inter e così Inzaghi dovrà saltare la gara di Verona. Un peccato, visto il momento di forma che sta vivendo l'attaccante. «Prima della partita non ho parlato con lui di questo argomento, lo farò alla ripresa degli allenamenti anche per capire quello che è successo». Veniamo al rientrante Boksic. «Si vede che Alen non ha i novanta minuti nelle gambe, se non fossero subentrati altri problemi lo avrei sostituito nell'ultimo quarto d'ora. Però si è mosso bene, ha creato e fatto gol». I problemi a cui fa riferimento Eriksson chiamano in causa Pancaro e Mihajlovic. «Giuseppe era particolarmente stanco ed aveva bisogno di tirare un po' il fiato, mentre Sinisa, già diffidato, poteva rischiare la squalifica e così ho preferito portarlo via dalla mischia». Eriksson confida un altro proposito maturato in panchina. «Avrei voluto sostituire Nesta, diffidato pure lui, però non ho avuto il coraggio di cambiare entrambi i centrali».

Polemiche e critiche all'arbitraggio dello svedese Frisk da parte del clan francese. Il più pungente è De la Peña. «E' dura dover sopportare un punteggio così pesante dopo le decisioni contrarie che ci hanno penalizzato: il gol dell'uno a uno era valido, da annullare, per fuori gioco, il raddoppio della Lazio e c'era un rigore netto per noi sul tre a uno». Sul futuro lo spagnolo non ha dubbi. «Il prossimo anno giocherò nella Lazio con la quale ho un contratto di altri due anni». Anche l'allenatore Casoni punta l'indice contro l'arbitro. «Ci ha negato un evidentissimo rigore che avrebbe riaperto il match».