Martedì 19 ottobre 1999 - Maribor, Stadion Ljudski Vrt - NK Maribor-Lazio 0-4

Da LazioWiki.

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19 ottobre 1999 - 2857 - Champions League - Prima fase a gironi gruppo "A" - gara 4 - inizio ore 20.45

MARIBOR: Simeunovic, Vugdalic, Galic, Sarkezi, Zidan, Djuranovic, Seslar (84' Drahuska), Karic, Balajic, Bozgo (61' Filipovic), Simundza (78' Pregelj). A disp.: Gresak, Pekic, Filekovic, Znuderl. All. Prasnikar.

LAZIO: Ballotta, Pancaro, Nesta (18' Fernando Couto), Mihajlovic, Favalli, Conceição (75' Marcolin), Stankovic, Simeone, Sensini, Nedved (70' Gottardi), S.Inzaghi. A disp.: Mondini, Lombardo, Salas, Boksic. All. Eriksson.

Arbitro: Sig. Hauge (Norvegia).

Marcatori: 36' Mihajlovic, 50' S.Inzaghi, 63' Stankovic, 74' S.Inzaghi.

Note: ammonito Galic. Calci d'angolo: 7-2. Recuperi: 3' piu' 2'.

Spettatori: 9.156 paganti.


La rete di Sinisa Mihajlovic
Un altro fotogramma della punizione vincente del calciatore serbo
L'esultanza di Sinisa Mihajlovic
Il raddoppio di Simone Inzaghi
Sergio Conceicao festeggia il bomber piacentino
Dejan Stankovic porta a tre le marcature biancocelesti
L'esultanza del calciatore laziale
La rete del definitivo 0-4 di Simone Inzaghi
Dejan Stankovic in azione

Dal Corriere della Sera:

Si scommetteva sul minuto del primo gol della Lazio, su quanto tempo avrebbe resistito il Maribor. Quote basse, naturalmente. Gli sloveni, per la cronaca, hanno tenuto duro la bellezza di 35 minuti, e possono dirsi orgogliosi. Sinisa Mihajlovic ha pennellato con il sinistro la punizione che ha dato il via all'opera di sgretolamento dell'avversario, opera successivamente conclusa da una doppietta di Inzaghi e da una rete di Stankovic.

La vittoria ottenuta con lo stesso risultato dell'andata non è però bastata alla Lazio per acquisire, con ben due turni di anticipo, la matematica certezza del passaggio alla seconda fase della Champions League. La vittoria della Dinamo Kiev per 4 a 2 sul Bayer Leverkusen ha rimandato la festa di una settimana. Mercoled' prossimo, proprio contro i tedeschi, ai biancocelesti basterà un pari. In un quadro tanto rassicurante, l'unica paura è stata quando si è infortunato Nesta, dopo 18 minuti dal fischio d'inizio. Il capitano, in un banale intervento all'altezza della metà campo, ha sentito il ginocchio sinistro girarsi ed è rimasto a terra, chiedendo immediatamente il cambio alla panchina.

Portato fuori in barella, Nesta ha lasciato tutti senza fiato per un paio di lunghissimi minuti. Ma la diagnosi pronunciata a caldo dal professor Campi, medico biancoceleste, ha parzialmente confortato, giacché il ginocchio del difensore ha riportato "soltanto" una lieve distorsione. Eriksson ha deciso di inserire Couto accanto a Mihajlovic, lasciando così inalterato l'assetto tattico del gruppo. Assetto che invece aveva subito un'altra pesante rivoluzione prima della gara, quando la coppia d'attacco di Udine, Boksic-Salas, è stata retrocessa in panchina e l'inedito tandem Inzaghi-Stankovic ha ricevuto l'onore di cominciare il quarto impegno di Champions League. Pur non incantando come nel primo tempo stratosferico di Udine, la squadra romana ha sempre controllato la partita.

Dopo la prodezza di Mihajlovic, la seconda consecutiva in trasferta in Champions League (fu lui a firmare il pareggio preziosissimo di Leverkusen) e seconda consecutiva in ordine di tempo (fu lui a timbrare il 3 a 0 di Udine), il confronto si è trasformato in un'agevole e salutare passeggiata. Senza spremersi troppo, la Lazio ha continuato a fare il suo comodo, dilagando perfino all'inizio della ripresa grazie ai due elementi forse più in ombra nel primo tempo: vale a dire Inzaghi, che ha girato in rete una difficile palla respinta da Simeunovic, e Stankovic, implacabile con un destro in diagonale su assist di Nedved. Sul tre a zero, Eriksson ne ha approfittato per restituire un po' di ribalta a due fedeli riserve come Gottardi e Marcolin. Mentre la Lazio, nella noiosa attesa del fischio finale, ha trovato pure il modo per segnare la quarta rete: ancora con Inzaghi, bravo a correggere in rete un bel cross proprio di Gottardi.


La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio volo infinito. Una difesa super, il solito Mihajlovic, un grande Inzaghi: così non c' è scampo per nessuno Quadrata a centrocampo, dove mancano le invenzioni di Veron ma non la solidità, e sicurissima in difesa, la Lazio sblocca il risultato su punizione: poi la partita con gli sloveni diventa un tiro al bersaglio".

Continua la "rosea": Ormai è un videogame. Sinisa Mihajlovic piazza il pallone sul terreno, valuta la barriera, preme il joystick e gioca a marzianini col portiere di turno. Bang. Affondato un altro. Finirà che al prossimo rigore concesso alla Lazio i giocatori aggrediranno l' arbitro, «era fuori area», «ma si metta gli occhiali», «è il solito complotto». Nella fresca serata di Maribor il minuto della punizione (mai parola fu più appropriata) è il numero 36, e soltanto lo sforzo della Dinamo Kiev, capace di prevalere sul Bayer Leverkusen, non lo trasforma ufficialmente nel minuto-qualificazione. Alla Lazio manca ancora un punto, intascarlo non sarà un problema già la prossima settimana, in casa coi tedeschi: niente di più facile che a Kiev vada a fare esperienza la Primavera. In una situazione normale, un vantaggio al 36' del primo tempo non costituirebbe la prova che l' omicidio è servito; al massimo un indizio. A Maribor, invece, l' effetto risolutivo del colpo di Mihajlovic appare subito chiaro, perché di beccare gol con questo schieramento non se ne parla proprio. La versione slovena della Lazio più che da Eriksson pare disegnata da Ligabue, visto come l' elegia del mediano trova larga rappresentazione sia nella formazione di partenza, sia nei successivi aggiustamenti. Un dato esplicativo: nel corso della gara fanno il loro debutto stagionale Couto, Gottardi e Marcolin. Che non sia un impegno impossibile?

I tanti mediani della Lazio sono però mediani moderni, ultimo modello: dal segugio Sensini a «chi lo sposta?» Simeone, all' incursore Stankovic, è tutta gente di gran livello. Con loro si avanza per schemi, non per invenzioni (quelle sono rimaste a Roma con Veron), e la cosa, per funzionare a tutto volume, richiederebbe una puntualità d' interpretazione che all' inizio non c' è. Conceiçao, per citare il numero uno a Udine, viene spesso liberato al cross dal giochino delle sovrapposizioni: ma il suo piede è assai meno ispirato rispetto a sabato, e così da destra non piovono inviti al ballo su cartoncino pregiato, ma pallonate inutilizzabili. Solida da far spavento in copertura (l' infortunio a Nesta, rilevato da Couto, non dà il minimo batticuore), la Lazio para la mossa del Maribor, il trequartista Balajic, arretrando su di lui Sensini. Quattro passi indietro anche di Stankovic, e il due contro due in mezzo al campo è ricreato; la conseguenza tattica è la libertà dei terzini laziali di andare a sostenere Conceiçao e Nedved, col Maribor cui cresce clamorosamente un difensore, il povero Sarkezi che non sa proprio come occupare la serata. Quando Mihajlovic stappa il risultato cade l' ultimo dubbio, ovvero la capacità di andare in gol, e comincia un confronto di minuto in minuto più spiacevole per gli sloveni. Simone Inzaghi potrebbe fissare il 2-0 già due minuti dopo il vantaggio, ma il portiere ha un sussulto d' orgoglio e, allungando il piede, rimanda la mattanza alla ripresa. Nell' intervallo Mihajlovic tira fuori dal borsone una dotazione di joystick per i compagni, e nei secondi 45' il videogame è collettivo.

Bang: affondato. Bang: affondato. Bang: affondato. Le signore slovene coprono gli occhi ai loro bambini, «sei troppo piccolo per vedere spettacoli del genere». Noi che siamo cresciutelli, ce lo possiamo godere. 5' : bella discesa di Favalli sulla sinistra, Simeone controlla il cross con qualche affanno ma in mezzo all' area nessuno (?) si degna di contrastarlo. Il tiro è deviato in qualche modo da Simeunovic, Inzaghino in scivolata salda il conto aperto poco prima. 17' : Nedved taglia il campo da sinistra a destra mentre Stankovic affila il diagonale. Sull' erba rimane il segno del passaggio della sfera, manco fosse bollente. 28' : pedalata di Gottardi sulla destra con cross leggermente troppo avanzato per Inzaghino, la cui spaccata, oltre che vincente, è una pubblicità sui benefici effetti dello stretching. Ormai più simile a una sagra (c' è anche un' assordante discomusic lanciata dagli altoparlanti, il disc-jockey pare quasi infastidito dal fatto di dover attendere il 90' ) che a una partita, l' esibizione si dipana verso la fine seguendo l' ovvio copione di una Lazio che rallenta i ritmi e un Maribor che cerca il gol della bandiera. Ballotta, bravo sin lì, prova a dargli una mano svirgolando una presa, ma la palla schizza in corner. Game over.


Il Messaggero titola: "La squadra di Eriksson sempre più protagonista della Champions League: in Slovenia la solita punizione di Mihajlovic, una doppietta di Inzaghi e il gol di Stankovic. Adesso basta un pari. L’EuroLazio vola. Quattro gol al Maribor, qualificazione in arrivo".

L'articolo prosegue: Tutto riesce alla Lazio, meno la qualificazione matematica al turno successivo. Un dettaglio, visto che i biancocelesti, sempre più soli in testa al girone di Champions League, hanno davvero un passo speciale. Quattro gol agli sloveni del Maribor, come all'andata, con l'ennesima formazione sperimentale di Eriksson, che ha dato spazio, strada facendo, a tre esordienti stagionali. Fernando Couto ha dovuto sostituire presto capitan Nesta, uscito da un contrasto col ginocchio buono girato: il mezzo giro di campo che ha fatto in piedi e il bendaggio rigido subito applicato, fanno comunque prevedere uno stop non troppo lungo. Gloria, si diceva, anche per Gottardi e Marcolin, in una serata fredda ma di gran spolvero per tutti. Mihajlovic, autore della solita prodezza balistica, ha diretto le operazioni, Inzaghi con una doppietta e Stankovic con una pererentoria esecuzione hanno timbrato una vittoria mai in discussione. Anche grazie alla tranquillità del reparto arretrato, sorretto da due marpioni come gli argentini di scorta.

L'infortunio di Nesta, distorsione al ginocchio sinistro (non quello del crociato dei Mondiali) ed il gol di Mihajlovic, con la solita punizione d'autore che ormai non riesce più a meravigliarci, sono stati i due episodi-chiave di un primo tempo piuttosto convulso. Qualche errore nei passaggi, palloni difficili da controllare, una inusuale confusione in mezzo al campo. Eriksson ha riproposto, come era emerso nelle ultime ore della vigilia, un centrocampo a cinque, lasciando a Stankovic e Nedved il compito di affiancare alla bisogna Inzaghino, lasciato solo alle prese con la coppia Galic-Vugdalic. Gli sloveni si sono guardati bene dal fare la partita, fino allo scoppiettante finale della prima frazione in cui hanno spinto più decisamente, scodellando palloni pericolosi sotto il naso di Ballotta. Prasnikar ha addirittura ordinato la marcatura personalizzata di Karic su Sergio Conceicao, snaturando la linea difensiva e sguinzagliando Bozgo in un lavoro da centravanti di manovra, più regista che punta. Così la Lazio ha dovuto districarsi in spazi angusti, in cui l'uno-due difficilmente andava a buon fine, ed è arrivata al tiro, gol a parte, solo tre volte con pericolosità: un sinistro troppo lento di Inzaghi, una punizione defilata di Sinisa sulla quale non è riuscita la deviazione in punta di piedi di Simeone, e un destro dal limite di Stankovic, cui Inzaghi aveva aperto di testa il corridoio.

Nesta era stato provvidenziale, prima del contrasto che gli ha girato il ginocchio, respingendo con la schiena una conclusione a botta sicura di Balajic. Per Ballotta, comunque, solo un'uscita problematica in mischia con salvataggio finale di Sensini. E' salito pian piano il rendimento di Sergio Conceicao, molto combattivo, Fernando Couto ha fatto il suo esordio stagionale con tranquillità e soprattutto ha pagato il senso della posizione di Mihajlovic e Favalli. Era chiaro che si trattava di aspettare, giocando con intelligenza, anche perché l'arbitro norvegese Hauge, sempre vicino all'azione, non si è mai fatto impietosire dalle cadute dei biancocelesti (ma un fallo su Nedved era apparso da rigore). Il raddoppio è arrivato puntuale, grazie ad una efficace incursone di Favalli a sinistra che ha liberato la percussione centrale di Simeone, frenata dal portiere Simeunovic ma sui piedi killer del condor Inzaghino. Maribor stordito, adesso. E Lazio fluida in contropiede: annullato per fallo sul portiere un gol di Simeone, di poco a lato il sinistro di Stankovic, dopo una rapida personalizzazione. Dejan ci teneva a segnare ai cugini sloveni: perfetto, poco dopo, il destro angolato, su invito di Nedved, con cui ha sepolto un match ormai troppo impari. Distesi i biancocelesti, assistiti al meglio dalla sapienza tattica di Simeone e soprattutto di Sensini. Dentro Gottardi per Nedved, e Guerino, anch'egli all'esordio stagionale, come poco dopo Marcolin, ha confezionato da destra il cross agganciato bellamente al volo da Inzaghi per il quarto gol. Da Kiev non è arrivato il risultato giusto: gli ucraini tornano in gioco per il secondo posto, ma al Bayer Leverkusen potrebbe bastare, come alla Lazio, un pareggio nel prossimo turno di mercoledì. Per rendere definitivamente senza problemi la trasferta di chiusura in Ucraina.


Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Il Pendolino-Lazio è lanciato a forte velocità e nessuno riesce a fermarlo. Dopo un quarto d' ora ieri l' infortunio di Alessandro Nesta sembrava promettere nulla di buono contro il Maribor: si tratta però solo di una leggera distorsione al ginocchio sinistro. Invece la locomotiva della Lazio ha continuato ad andare forte, spinta da Sinisa Mihajlovic, sempre impeccabile col tiro dalla distanza. Poi hanno potuto esordire in questa stagione anche i vari Couto, Gottardi e Marcolin senza che il treno sbandasse. Addirittura Guerino Gottardi, generosissimo come sempre, è riuscito a confezionare persino un bel corss-assist per Simone Inzaghi che ha così realizzato la sua prima doppietta da laziale. Il conduttore di questo Pendolino, tale Sven Goran Eriksson, sorride soddisfatto per questa ottava vittoria, quarta esterna, su 11 incontri con ben 26 gol segnati. «Credo che abbiamo fatto anche di più del nostro dovere, perché il Maribor ha cominciato molto bene, noi invece non benissimo. Poi è sopravvenuta la preoccupazione per Nesta, perché uno come lui non vogliamo più perderlo per tanto tempo, come l' anno scorso. E poi la palla schizzava veloce sull' erba e non era facile controllarla. Insomma le cose non sembravano mettersi bene, invece ci ha pensato Mihajlovic con una punizione delle sue a sbloccare il risultato. E fino allo 0-2 la partita è rimasta aperta poi naturalmente nel finale è stato tutto più facile».

Dopo l' iniziale paura per Nesta, è subentrato un certo ottimismo, indubbiamente il capitano dovrà fermarsi, ma non per tanto tempo. «Ho avuto paura - confessa il difensore - come con l' Austria al Mondiale perché la dinamica dell' incidente è stata simile. Ho chiamato subito il dottor Campi ed appena arrivato mi ha subito rassicurato. Gli ho chiesto se era rotto e lui mi ha detto di no. Oggi farò gli esami del caso a Roma, ma sono ottimista». Dunque dopo 1095' giocati consecutivamente senza mai essere sostituito fra Lazio e nazionale il forte difensore è costretto a fermarsi. Si spera di rimetterlo a posto in una decina di giorni, in tempo per la partita con l' Inter di sabato 30 ottobre. E torniamo a questa seconda vittoria in trasferta in soli quattro giorni, vittoria che qualifica virtualmente la Lazio. Sottolinea Eriksson: adesso in queste ultime due partite ci serve un punto per garantirci il passaggio del turno, speriamo di farlo. Ma noi non dobbiamo essere preoccupati, sono gli altri a doverlo essere più di noi«. Poi il tecnico fa i complimenti ai suoi: »Sono contento per tante cose, soprattutto per il risultato, ma in particolare per Couto, Gottardi e Marcolin che non hanno mai giocato ed hanno fatto bene«. Ancora una volta Eriksson ha avuto ragione con i suoi esperimenti, quando qualcuno riteneva azzardato lasciare fuori Boksic e Salas quando già mancava la fantasia di Veron. Invece Stankovic mezzapunta è andato benissimo: »Lui ha certe caratteristiche e può giocare più avanzato. Ogni minuto in più che giocava accanto a Inzaghi la loro intesa è migliorata«. Ammette Eriksson: »Mai avuto una squadra così forte, con così tanti giocatori di qualità. Certo non è facile gestirlo un gruppo del genere ma i risultati mi stanno aiutando«. Modesto, fin troppo.


Dal Messaggero:

Bisogna dare ad Eriksson quello che gli spetta: sta plasmando la Lazio in modo tale da ottenere la perfetta intercambiabilità degli uomini. Lui sorride e allarga le braccia: «Il calcio è bellissimo perché in novanta minuti può cambiare tutto...». Come dire: perdi e diventi un brocco d'allenatore. Ma intanto tutto gira, quello di Nesta pare sia stato solo uno spavento, i quattro gol rifilati al Maribor gli fanno esclamare orgoglioso: «Ci manca ancora un punto, però sono gli altri a doversi preoccupare di noi. Sono contento per il risultato, finché non siamo andati sul 2-0 la partita è stata in ballo, viva, interessante. Poi è diventata facile per noi, molto difficile psicologicamente per loro. E la Lazio, in questi casi, sa il fatto suo».

Un elogio per tutti, ma in particolare per i tre esordienti. Sven non dimentica l'armonia del gruppo: «Fernando Couto è stato bravissimo ad entrare subito in partita, Gottardi e Marcolin hanno dato il loro importante contributo. Ribadisco: non ho mai avuto una squadra così forte, ma soprattutto non ho mai allenato giocatori tutti così bravi. Sono sempre i risultati a cementare lo spogliatoio: in tranquillità io posso far valere meglio le mie idee». Poi una breve analisi della partita: «Abbiamo avuto le nostre difficoltà, non è stato agevole all'inizio, anche perché eravamo tutti un po' preoccupati per Nesta, è stato già fuori abbastanza l'anno scorso. Era difficile il controllo del pallone e gli sloveni si chiudevano molto bene. Ci ha aiutati la prodezza di Mihajlovic, ma la squadra è cresciuta bene, in particolare è migliorata l'intesa fra Stankovic e Inzaghi. Dejan è un giocatore che posso sfruttare sulla fascia e al centro, e pure da mezzapunta: un universale che mi permette tante soluzioni. Mi fa piacere che sia stata la coppia d'attacco a realizzare le altre tre reti».

Impressionatissimo il tecnico del Maribor, Bojan Prasnikar. «Una squadra come la Lazio - dice convinto - qui non l'avevamo mai vista. E' nettamente la più forte del girone e devo fare i complimenti ad Eriksson per come l'ha messa in campo. Sono soddisfatto, limitatamente al primo tempo, quando abbiamo contenuto gli avversari. E se Mihajlovic, davvero eccezionale, lo avessimo avuto noi, forse avremmo anche potuto ottenere un risultato diverso. Ha realizzato quella punizione in maniera perfetta, mentre noi, poco prima, avevamo sprecato la nostra con un tiro alto». Un po' azzardato, ma Sven è già lontano, non sente. E, comunque, sorriderebbe.

Attimi di paura, lunghi, interminabili, con la mente che torna subito a Parigi, al terribile incidente nel corso di Italia-Austria, e con migliaia di tifosi biancocelesti in trepidazione davanti alla tv. E' successo al 15' del primo tempo quando, entrando in scivolata, è rimasto a terra. Alessandro Nesta si è immediatamente stretto tra le mani il ginocchio sinistro, quindi ha chiesto il cambio alla panchina, ancor prima che sul terreno di gioco entrasse il dottor Campi. «Ho sentito un crack, come nell'infortunio al Mondiale. Lo stesso dolore, la stessa sensazione, per fortuna non era il ginocchio destro ma ho temuto il peggio». Il capitano lascia lo stadio rincuorato dalla prima diagnosi. «Il dottor Campi ha escluso qualsiasi complicazione ai legamenti e, quasi certamente, non ci dovrebbero essere neanche problemi al menisco. Si tratta di una distorsione semplice anche se oggi si potrà effettuare una valutazione più attendibile dell'infortunio dopo gli accertamenti clinici». Passato lo spavento, il capitano ritrova anche il sorriso. «Tanto dovevo riposare... In dieci giorni dovrei tornare in campo, giusto in tempo per partecipare alla sfida con l'Inter di Vieri».

A fine partita la telefonata del presidente Cragnotti, trattenuto a Roma da improvvisi impegni di lavoro, al figlio Massimo, per sincerarsi delle condizioni di Nesta e per complimentarsi con la squadra. «Un'altra grande prestazione, ormai questa Lazio non finisce di stupire. Una vittoria che ci avvicina alla qualificazione, siamo in linea con i nostri programmi». Neanche Sinisa Mihajlovic finisce di sorprendere. Le sue punizioni somigliano a dei rigori. «Magari. E' solo un momento fortunato». Però dura da oltre un anno... «Da quando sono arrivato alla Lazio. Questa è una formazione talmente forte dove tutto riesce facile e dove ogni calciatore si inserisce molto bene. Tutto il mondo deve temere la Lazio che macina avversari e segna tanti gol. Ci avevano detto che non eravamo molto prolifici e subito abbiamo risposto a suon di reti». La punizione ha spianato la strada del successo. «Un gol importante che ci ha consentito di giocare in spazi più larghi. Siamo nella condizione di battere qualsiasi avversario e di giocare ogni gara per vincere».

Simone Inzaghi viaggia ad una media di una rete a partita. «Tre in due gare di Champions League, due in tre partite di campionato: minuto più, minuto meno. Voglio godermi questo periodo felice, l'avventura nella Lazio è iniziata nella maniera migliore anche se non sarà sempre così». Tra le 2 reti, l'attaccante sceglie la prima. «Meno spettacolare della seconda, ma sicuramente più importante ai fini del risultato. Adesso il passaggio alla seconda fase della Coppacampioni sembra proprio vicino, dobbiamo solo fare un piccolo sforzo». Inzaghi junior sulle orme di Pippo. «Lui però ha segnato tanti reti anche in Europa». A questo punto forse sarà Vieri a rimpiangere la Lazio. «Noi di sicuro possiamo fare bene anche senza l'interista perché questa Lazio può vincere tutto».

Sergio Conceicao spiega il suo stato di grazia. «Sto bene fisicamente ed è bello giocare in questa squadra che, oltre alle capacità tecniche, è animata da uno spirito nuovo. Giochiamo con più rabbia e determinazione forse perché ci brucia ancora lo scudetto perso. Visto Gottardi? Appena è entrato ha subito offerto una straordinaria palla ad Inzaghi. E' un segnale di forza e di grandissime capacità». Diego Simeone ammette l'irregolarità in occasione della rete che non gli è stata convalidata. «Per qualche centimetro sono arrivato in ritardo, peccato. Però da una mia conclusione è scaturita il secondo gol, l'importante era vincere per avvicinarci alla qualificazione e l'obiettivo è stato centrato senza troppi problemi». Dejan Stankovic spiega perché sotto la maglietta ne indossava una con il numero 6. «E' quella che mi porta bene in nazionale ed anche questa il portafortuna ha funzionato. Finora ho sempre giocato in Europa ma solo 15 minuti in campionato dove, comunque, mi piacerebbe avere maggiore spazio».