Martedì 2 marzo 2021 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Torino (gara sub iudice)

Da LazioWiki.

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2 marzo 2021 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXV giornata - inizio ore 18.30

La gara di recupero


LAZIO: Reina, Musacchio, Hoedt, Acerbi, A. Pereira, Parolo, Escalante, Cataldi, Lulic, Caicedo, Muriqi. A disposizione: Strakosha, Patric, Leiva, Luis Alberto, Correa, Immobile, Milinkovic, Fares. Allenatore: S. Inzaghi.

TORINO: non presentato.

Arbitro: Sig. Piccinini (Forlì) - Assistenti Sigg. Preti e Lo Cicero - Quarto uomo Sig. Prontera - V.A.R. Sig. Di Paolo - A.V.A.R. Sig. Valeriani.

Note: gara "sub iudice" in quanto non disputata per l'assenza del Torino.

Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.


Luis Alberto, Lucas Leiva e Andreas Pereira
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Felipe Caicedo e Marco Parolo
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Senad Lulic, Patric, Mohamed Fares e Joaquin Correa
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Francesco Acerbi
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Stefano De Martino, Simone Inzaghi
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Vedat Muriqi e Sergej Milinkovic-Savic
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Danilo Cataldi
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Ciro Immobile
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Angelo Peruzzi, Stefan Derkum e Simone Inzaghi
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Ciro Immobile
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Partita fantasma. Figc per il rinvio. La Lega dice no. Ma ora il giudice può smentirla. La Lazio in campo, il Torino fermato a casa. Cairo: "Faremo tutti i ricorsi possibili". Potrebbe arrivare subito la data per giocare".

Continua la "rosea": Un’altra partita fantasma. La Lega di serie A pensa di possedere un passaporto vaccinale collettivo che non ha e decide di non rinviare Lazio-Torino. E così ecco che va in scena un pomeriggio da romanzo sudamericano all’Olimpico, dove Immobile e i suoi compagni aspettano invano gli avversari di giornata, bloccati dalle decisioni della Asl "Città di Torino" per il focolaio scoppiato in seno al club granata. Come da regolamento, alle 19.15 c’è il rompete le righe. E come da regolamento, per evitare lo 0-3 automatico (con un punto di penalizzazione), il Torino presenterà oggi un preannuncio di ricorso, da perfezionare entro tre giorni. Ora il pallone passa al giudice sportivo, che sulla sua scrivania si trova per la seconda volta un match Asl-Lega, a cinque mesi dallo Juve-Napoli, che il primo e il secondo grado di giudizio, quelli federali, avevano giudicato con il 3-0 a tavolino prima del ribaltone del Collegio di garanzia. Tempi del verdetto? Probabilmente la fine della prossima settimana. "Non si può giocare". Prima delle 18.30, l’orario previsto d’inizio, si gioca una partita nella partita. Il presidente federale Gabriele Gravina dice chiaramente che "c’è l’oggettiva impossibilità di giocare" e rifiuta il paragone con la partita mancata dell’Allianz Stadium: "Situazioni differenti, questa della Asl non è una disposizione dell’ultim’ora".

Ma la Lega va dritta per la sua strada, e lo fa in un consiglio convocato in forma straordinaria da Paolo Dal Pino: nessun rinvio, si gioca. Il presidente aveva preso in considerazione l’ipotesi di uno spostamento - peraltro nella riunione c’è stato pure un vivace scambio con Lotito, presente come "uditore" in quanto consigliere federale - ma la gran parte dei club ha detto: eh no, ci siamo passati pure noi, si deve giocare. Quasi un manifesto: protocollo a tutti i costi. Ma tutte le norme, sportive e non, prevedono comunque che sia la Asl ad avere l’ultima parola. "Fuori dalla realtà". Reagisce Urbano Cairo, presidente del Torino, "quella compiuta dalla Lega è una scelta che si commenta da sola. Non difendi il campionato non prendendo atto della realtà oggettiva. Noi non possiamo muoverci, è lampante. È tutto talmente logico che uno più uno è uguale a due, qui invece per arrivare a due bisogna fare chissà quanti passaggi. L’unica conseguenza logica era rinviare la partita". Sull’altro fronte, quello laziale, parla Igli Tare: "Potrei dire tante cose ma le tengo per me... dice il direttore sportivo biancoceleste - Un rinvio ci avrebbe favorito, ma abbiamo rispettato il campionato e il regolamento. Ora lasciamo tutto quanto agli organi competenti".

Forza maggiore. Cioè al giudice sportivo. Che cosa dirà? Non è scontato il remake del 3-0 di Juve-Napoli". Anzi, potrebbe arrivare l’indicazione di fissare subito una data per giocare. L’articolo 55 delle Noif specifica un caso che giustifica la mancata presenza della squadra: "Salvo che non dimostrino la sussistenza di una causa di forza maggiore". Cinque mesi fa, si ritenne (prima del capovolgimento del terzo grado) che il Napoli non aveva fatto tutto il possibile per giocare, e soltanto nella comunicazione della domenica - fuori tempo massimo - la comunicazione della Asl era diventata categorica e quindi sarebbe nata la "forza maggiore". Ora, però, la comunicazione sulla quarantena domiciliare è arrivata in anticipo, è stata addirittura recapitata alla Lega. "Non rispettare questa disposizione significa incorrere in possibili sanzioni penali e civili", dice ancora Gravina. Anche per evitare un paradosso: se non vai a Roma rischi il 3-0, se ci vai il deferimento (successe a CR7, quando ruppe la quarantena per andare in Nazionale). Realtà e protocollo. Da dove ripartire? Da un po’ di prudenza e dalla realtà. Che è fatta di varianti (quella inglese nel caso del Torino) che moltiplicano i contagi e di vaccini che sono ancora maledettamente pochi. Tanto per spiegarci, le parole di Gravina su Lazio-Torino sono state pronunciate proprio a margine di un’iniziativa di solidarietà (consegnati 600 palloni agli operatori sanitari dopo la donazione di 100mila euro dei mesi scorsi) della Figc con lo "Spallanzani" di Roma, un posto dove si continua a combattere in prima linea contro il virus. Come in tante Italie. Meglio non dimenticarselo mai.


► Il Corriere dello Sport titola: "Calcio di rinvio. Ieri il Consiglio di Lega all'unanimità aveva voltato per il rispetto del protocollo. Cairo quasi isolato: tensione alta con Lotito e con Giulini. Niente Lazio-Torino: deciderà il giudice sportivo che può evitare il 3-0 per cause di forza maggiore".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Si sono incartati tra protocolli e regolamenti, scavalcati come a ottobre (per Juve-Napoli) e ancora una volta da un divieto Asl, i cui provvedimenti sono riconosciuti di rango superiore rispetto all’ordinamento sportivo. Il caso Lazio-Torino, che ieri non si è giocata (come previsto) allo stadio Olimpico di Roma per l’assenza dei granata e venerdì entrerà nelle mani del giudice sportivo Gerardo Mastrandrea, si è sviluppato in modo diverso e chissà come f‌inirà. Perché gli "almeno 7 giorni" di isolamento domiciliare disposti dalla Asl Città di Torino per motivi prudenziali legati alla salute pubblica (timore di nuovi contagi, incubazione più lunga della variante inglese) scadevano lunedì a mezzanotte e non ieri, ma solo nella giornata di lunedì (dopo richieste insistenti nel week-end dagli uff‌ici di via Rosellini a Milano) sono diventati 8 giorni. Perché le interpretazioni del comunicato numero 51 diramato dalla Lega il 2 ottobre 2020 sul "bonus" da utilizzare (solo una volta nel campionato, dunque varrebbe per Torino-Sassuolo) per il rinvio di una partita sono differenti, perché l’ultima integrazione del protocollo sanitario Figc (in accordo con Cts e Ministero della Salute) per def‌inire bolle, isolamento, quarantena e test rapidi(a 4 ore dalla partita) del "gruppo squadra" in trasferta risale al 30 ottobre, ma dopo il 22 dicembre (giorno in cui il Collegio di Garanzia si è espresso su Juve-Napoli, cancellando il 3-0 a tavolino) non è stato deciso come intervenire in caso di nuovi divieti Asl.

Il Torino sino a ieri non poteva mettersi in viaggio, ma da oggi tornerà agli allenamenti collegiali e avendo 17 calciatori "negativi" (più la squadra Primavera) potrebbe giocare. Unanimità. Da qui ieri mattina e poi attraverso il Consiglio di Lega convocato d’urgenza (e svolto in video-conferenza) Dal Pino, recependo le richieste dei club di Serie A, ha confermato la linea espressa nella serata convulsa di lunedì. Niente rinvio, si doveva giocare. Decisione presa all’unanimità nella riunione a cui hanno partecipato De Siervo (amministratore delegato), i consiglieri Giulini (Cagliari), Luca Percassi (Atalanta), Scaroni (Milan), Setti (Verona), Lotito (Lazio), Marotta (Inter) e Dal Pino, favorevole al rinvio e costretto a compiere un passo laterale: da presidente non poteva non accogliere l’istanza dei club, già sondati lunedì. La stragrande maggioranza si era espressa per il rispetto del protocollo: 17 o 18 club, forse 19 su 20, escluso il Toro. Con il Cagliari di Giulini, impegnato nella lotta per la salvezza come il Parma, pronto persino a diffidare i vertici Lega se avessero concesso il rinvio. Gravina. Un'idea caldeggiata all’ora di pranzo dallo stesso presidente federale. "Il caso Lazio-Torino? Se ne esce rispettando i principi sanciti all’interno del protocollo, è un gentleman agreement molto chiaro che regolamenta il rapporto legato alla competizione sportiva, e poi c’è la tutela della salute, subordinata alle competenze specif‌iche delle singole Asl".

Una distinzione, rispetto alla Lega, sottolineata in relazione al precedente Juve-Napoli. "Non c’entra il Collegio di Garanzia. Sono due situazioni abbastanza differenti, questa della Asl non è una disposizione dell’ultima ora, ma di qualche giorno fa e se non fosse rispettata questa prescrizione si rischierebbero sanzioni penali. Nell’ordinamento sportivo ci sono norme chiare sulla causa di forza maggiore e qui siamo nell’oggettiva impossibilità di giocare. Auspico ci sia un giudizio più uniforme da parte di tutte le Asl, certe difformità possono creare problemi". Giudice. La causa di forza maggiore, invocata da Gravina, potrebbe essere utilizzata da Mastrandrea per disporre il rinvio di Lazio-Torino, evitando il 3-0 a tavolino e il punto di penalizzazione per i granata. Il giudice potrebbe non decidere venerdì e prendere altro tempo. Qualora assegnasse il 3-0 alla Lazio, Cairo si rivolgerebbe alla Corte d’Appello e poi al Coni. In caso contrario, ricorrerà Lotito. I rischi di compromettere il campionato esistono. I tempi della giustizia sportiva sono lunghi. Dal caso Juve-Napoli alla sentenza del Collegio di Garanzia passarono due mesi e mezzo. Siamo a marzo e l’ultima giornata di Serie A è in calendario il 23 maggio. Si rischia di riscrivere la classif‌ica in volata o anche dopo. Cairo. Dura la reazione del presidente del Torino, isolato in Lega. "La decisione si commenta da sola. Non credo che il calendario si difenda ignorando le realtà oggettive. Adesso vediamo cosa succede. E’ evidente che faremo tutti i ricorsi possibili. Non possiamo muoverci da Torino, è lampante. Se me lo aspettavo? Mi aspetto che vengano fatte le cose logiche". Scudetto, Champions, retrocessioni. Ballano soldi e interessi enormi, non solo di Torino e Lazio, intorno a una partita. Calcio di rinvio.


In un altro articolo:

Tutta scena doverosa all’Olimpico, preliminari compresi. Senza speranza di giocare e senza paura di perdere, la Lazio è scesa in campo nella partita monca che ha già trasceso i confini del calcio. Ieri è stato tutto come doveva essere, ma non lo è stato. Ai tifosi di cartapesta (presenti in Tevere) si sono aggiunti gli avversari mancanti. Il prepartita scenico di Lazio-Toro è valso anche come post. Il ring è stato solo televisivo-webistico. Il diesse Tare ha parlato a Sky dopo che il presidente del Toro, Urbano Cairo, aveva aff‌idato le lagnanze ad agenzie e siti. "Potrei dire tante cose ma le tengo per me", Tare s’è morso la lingua prima di difendere le ragioni della Lazio: "Noi abbiamo rispettato il regolamento, siamo venuti allo stadio, aspettiamo 45’, dopo lasciamo tutto agli organi competenti. Avremmo voluto giocare questa gara, il campionato va rispettato, quando ci sono questi momenti gli interessi dovrebbero essere messi da parte. Facciamo solo quello che è il nostro compito, rispettare ciò che dice la Lega". Tare non è entrato nel merito delle parole di Cairo, ha solo rivendicato legittimità: "Io non devo capire, devo rispettare il regolamento poi ci sono tanti punti di vista e non è mia competenza affrontarli. Non voglio creare polemica". Ha negato, a nome della Lazio, che siano state ricevute richieste di posticipo del match a mercoledì: "Non ci è stato proposto nulla, pensavamo di giocare la gara che abbiamo preparato".

Il racconto. La Lazio ha rispettato ogni protocollo d’ordinanza e d’etichetta. I giocatori e Inzaghi, arrivati con le rispettive macchine, senza pullman, sono scesi in campo in tuta, alla spicciolata, intorno alle 17,15. Alcuni hanno fatto tappezzeria in panchina. Simone, vecchio routinier, ha saggiare l’erba dell’Olimpico, poi ha salutato la squadra degli arbitri capitanata da Piccinini. Lo stesso ha fatto Ciro. La Lazio aveva pranzato all’Olimpico e s’era allenata a Formello, in campo ci ha messo piede solo per la passerella iniziale. La Juve, nella notte del 3-0 a tavolino col Napoli, si scaldò per 45 minuti. E Pirlo aveva scelto la formazione tipo. Scene sì all’Olimpico, messinscene no. Anche l’arbitro Piccinini non s’è esibito al f‌ischio (iniziale e f‌inale). Alle 18,30 ha fatto scattare il conto alla rovescia. Certif‌icata l’assenza del Torino, dopo 45’ minuti ha decretato conclusa la partita rimettendo tutto nelle mani del Giudice sportivo. L'arbitro aveva identificato i giocatori della Lazio. Ecco la formazione della non-partita: Musacchio, Hoedt e Acerbi davanti a Reina. Pereira, Parolo, Escalante, Cataldi e Lulic a centrocampo, Caicedo e Muriqi davanti. Per Ciro, Milinkovic, Luis e Correa una f‌inta panchina. Alle 18,22 in Tribuna Autorità era spuntato Lotito, con gli artigli in agguato. Poco prima il cielo dello stadio era stato attraversato dall’aereo di Stato della Repubblica italiana. Meglio sorvolare, sul calcio.


Il Messaggero titola: "La casa di carte. Lazio-Torino "non disputata": ora palla al giudice sportivo. Si va verso il rinvio per causa di forza maggiore e niente 3-0".

Prosegue il quotidiano romano: Il grande bluff è servito. Dopo una giornata di attese, tensioni e un consiglio di Lega convocato d’urgenza che ha sposato la linea dello scoraggiare precedenti (forte il pressing di Cagliari e Parma costrette a giocare in emergenza), Lazio-Torino non si è giocata. O meglio come scritto nel referto dell’arbitro Piccinini: gara non disputata. I granata, come annunciato, sono rimasti in Piemonte bloccati dalla Asl che aveva predisposto la quarantena fino alla mezzanotte di ieri. E allora perché la partita non è stata rinviata? Il regolamento stabilisce che per Covid una e una sola partita possa essere rinviata. E il Torino aveva già utilizzato il jolly visto che venerdì la Lega ha spostato ad altra data la partita contro il Sassuolo. Bonus finiti per i granata e dunque da via Rosellini non potevano far altro che confermare la partita di ieri alle 18,30. E in mancanza di un accordo tra le parti, ecco spiegata la grande "indecisione". E' diverso da Juve-Napoli. Ora cosa succede? Partiamo da un presupposto: c’è una netta differenza tra quanto successo ieri e quanto accaduto il 4 ottobre scorso. In quell’occasione il Napoli annullò il volo con una lettera della Asl ulteriormente circostanziata il giorno seguente. In questo caso il Torino ha una nota dell’Azienda sanitaria locale che fissava la quarantena di tutto il gruppo squadra fino alla mezzanotte di ieri rendendo impossibile la trasferta.

Concetto ribadito a chiare lettere anche dal numero uno della Figc, Gabriele Gravina: "Abbiamo con certezza l’individuazione di una disposizione dell’Asl di Torino che non è una disposizione dell’ultim’ora ma una disposizione che purtroppo risale a qualche giorno fa. E di fronte a una norma del nostro ordinamento sportivo molto chiara dov’è sancito il principio che in caso di impossibilità oggettiva, e credo che questa sia una causa di forza maggiore conclamata, è evidente che non si può giocare". Ora tutto passerà nelle mani del giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea che si pronuncerà giovedì. Una volta visionate le carte (c’è anche una nota di cortesia inviata dalla Asl alla Lega di A) con ogni probabilità potrebbe appellarsi all’art. 55 delle Noif "Mancata partecipazione alla gara per causa di forza maggiore" e quindi non darà nessun 3-0 a tavolino in favore dei biancocelesti. Di fatto constaterà la presenza di una situazione esterna che ha impedito al Torino di prendere parte all’evento e dunque dirà alla Lega di fissare una data per il recupero. Con ogni probabilità sarà il 7 aprile, ma per ufficializzarla bisognerà aspettare che la Lazio esca ufficialmente dalla Champions visto che in quei giorni sono in programma i quarti di finale d’andata.

Questo iter eviterà anche le lungaggini degli eventuali tre gradi di giudizio che porterebbero comunque, come da precedente di Juve-Napoli, a rigiocare la partita. Ma in questo caso si arriverebbe a maggio a giochi fatti e con tutte le proteste del caso delle altre squadre che lottano per la salvezza. Corsi e ricorsi. Nessun dolo dunque certificato a priorida parte del Torino, per questo è praticamente impossibile il 3 a 0 a tavolino. Un epilogo, quello del rinvio del giudice sportivo, che avevano ben chiaro anche in casa Lazio. Una scelta che chiaramente non piace ai biancocelesti e il ds lo ha fatto capire: "Potrei dire tante cose, ma le tengo per me. Noi abbiamo rispettato il regolamento e siamo venuti allo stadio. Sappiamo come stanno le cose. Ora aspettiamo, poi chi deve decidere deciderà". Il presidente Lotito è pronto a fare ricorso. A qual punto si andrebbe alla Corte d’Appello federale. Anche se Cairo è pronto a battagliare in qualunque caso contrario: "E’ ovvio che faremmo ogni ricorso possibile. La decisione del Consiglio della Lega si commenta da sola, non prendendo atto della realtà oggettiva. Noi siamo bloccati e non possiamo spostarci, non si difende così il campionato". In ogni caso i biancocelesti possono far ricorso, a quel punto si finirebbe in secondo grado. Insomma tutti contenti e nessuno soddisfatto. Si è mantenuta solo la forma. I limiti del protocollo sono emersi di nuovo: senza il gentlemen agreement tra presidenti fa acqua da tutte le parti. Fa discutere anche il potere in mano alle Asl che con discrezionalità possono fermare o meno una squadra. Al Napoli bastarono Elmas e Zielinski, per il Genoa non furono sufficienti 22 positivi.


In un altro articolo:

Giornata surreale per Immobile e compagni. Sin dall’ora di pranzo a Formello per finire la sera all’Olimpico. In programma c’è Lazio-Torino, una partita fantasma. I laziali si preparano come se niente fosse, piombano al centro sportivo, pranzano insieme, si rilassano un po’ e poi, come accade in Premier, ognuno prende la propria macchina e poco prima delle cinque del pomeriggio lasciano Formello destinazione stadio Olimpico per mettere in pratica la stessa scena di Juve-Napoli di ottobre. A differenza dei bianconeri, però, che si riscaldavano e sono scesi tutti in campo, i biancocelesti, una volta arrivati allo stadio, tutti rigorosamente in tuta, sono entrati sul terreno di gioco per pochi minuti, ma poi hanno girovagato per l’impianto. C’è stato chi è rimasto un po’ più alungo sul terreno di gioco, come Parolo che improvvisava alcuni passi di ballo sulla musica diffusa allo stadio, o chi come Cataldi prendeva in prestito la telecamera di Sky tentando di fare il cameraman. Un clima disteso, insomma. Poi c’è stato anche Inzaghi che, quasi prendendo le cose seriamente, ha consegnato la distinta all’arbitro Piccinini con una formazione con scelte davvero particolari, come Pereira sulla fascia destra al posto di Lazzari, Lulic a sinistra o il tandem d’attacco Muriqi-Caicedo. Per non parlare dei tre centrali Parolo, Escalante e Cataldi tutti e tre in mezzo al campo. Scelte pittoresche per una formazione che non vedrà mai il campo in una partita ufficiale a meno che non manchino tutti. Alle sette e un quarto il rompete le righe totale, con un fuggi fuggi da record.

In tribuna Lotito che non faceva altro che stare al telefono e non nascondeva il suo malcontento per quanto stava accadendo, vicino a lui anche il direttore sportivo Tare. Ora la testa è rivolta verso la sfida di sabato con la Juve, probabilmente senza Lazzari ma forse con Radu, con la Lazio che cercherà di dare una svolta importante alla sua stagione. I granata a casa. La trasferta contro la Lazio non è mai stata pianificata perché il Toro già lunedì aveva deciso che non sarebbe partito per Roma, rispettando l’isolamento imposto dall’Asl della Città di Torino fino alle 24 di martedì. E proprio nella giornata di ieri i giocatori si sono ritrovati al campo di allenamento del Filadelfia per allenarsi individualmente e a piccoli gruppi, con il Crotone nel mirino. Sempre otto i giocatori della prima squadra (più due membri dello staff) positivi alla variante inglese del virus e in isolamento domiciliare, l’unico sintomatico al momento è capitan Belotti, ma anche una manciata di famigliari sono stati contagiati. Il focolaio però sembra essersi arrestato, visto che gli ultimi due giri di tamponi nel gruppo squadra hanno dato entrambi esito negativo. E da oggi la Asl ha dato il via libera agli allenamenti collettivi in campo, agli ordini di Nicola. Intanto il presidente Urbano Cairo fa il punto della situazione: "Le decisioni della Lega? Si commentano da sole. Non si difende il campionato ignorando la realtào ggettiva, una realtà che dice che non ci possiamo muovere e nemmeno lasciare la città. È tutto talmente logico che uno più uno è uguale a due, qui invece per arrivare a due bisogna fare chissà quanti passaggi. L’unica conseguenza logica era rinviare la partita. Ora aspettiamo la decisione del Giudice Sportivo".


Le tappe della vicenda inerenti questa gara[modifica | modifica sorgente]

5 marzo 2021[modifica | modifica sorgente]

► Dal Corriere dello Sport:

Lazio-Torino inizia lo scontro. La partita resta "suv iudice". Dalla tempistica ai Primavera utilizzabili: Lotito prepara una controffensiva in tre punti. Ieri il rinvio (scontato) del Giudice Sportivo.

Calcio di rinvio, anche del Giudice sportivo. "Lazio-Torino sub indice", è la dicitura apparsa nel comunicato numero 206 diramato e firmato ieri da Gerardo Mastrandrea. Non ha omologato il 3-0 a tavolino per la Lazio dopo il preannuncio di reclamo presentato dal Torino mercoledì, inoltrato (come da prassi) per stoppare la sconfitta punitiva (e il punto di penalità) per la mancata presenza dei granata all’Olimpico martedì scorso. Mastrandrea è lo stesso giudice che il 14 ottobre scorso aveva decretato il 3-0 a tavolino a favore della Juve per la mancata presenza del Napoli allo Stadium (gara del 4 ottobre 2020). Nel dispositivo, diramato dopo 10 giorni, si lesse che "non risulta integrata, ad avviso di questo Giudice Sportivo, la fattispecie della forza maggiore". Mastrandrea, per il caso Juve-Napoli, scrisse anche che gli atti delle Asl di Napoli "delineano un quadro che non appare a questo Giudice affatto incompatrbile con l’applicazione delle norme specif‌iche dell’apposito Protocollo sanitario Figc e quindi con la possibilità di disputare l’incontro di calcio programmato in Torino". Mastrandrea aggiunse che la legittimità del provvedimento dell’autorità sanitaria territoriale (l’Asl) "non è materia di discussione nella presente sede", ma sottolineò "possibile incompatibilità con la mera applicazione delle regole del Protocollo Figc". Mastrandrea stavolta si pronuncerà sul provvedimento Asl? I fatti. Le cause di forza maggiore (articolo 55 delle Noif) sono state evocate anche dal Torino: "Hanno impedito la disputa della partita" contro la Lazio. Il club di Cairo entro martedì deve completare la procedura di reclamo, produrrà le comunicazioni avute con l’Asl Città di Torino (che il 23 febbraio scorso aveva interrotto gli allenamenti dei granata per il cluster di variante inglese scoppiato in squadra) e con la Lega di A. Il Napoli, solo alla vigilia del match con la Juve, era stato messo in quarantena f‌idudaria per 14 giorni, a ridosso della partita. I granata, invece, hanno avuto più tempo.

Su indicazione dell’Asl sono stati messi in isolamento f‌iduciario una settimana prima di Lazio-Toro (il 23 febbraio appunto) per "almeno 7 giorni". La scadenza dell’isolamento era f‌issata per lunedì 1 marzo a mezzanotte (vigilia del match con la Lazio). I sette giorni sono diventati 8 proprio lunedì 1 marzo dopo le richieste di chiarimento avanzate all’Asl di Torino dalla Lega di A (scadenza slittata a martedì 2 marzo a mezzanotte). C’è un altro aspetto che andrebbe chiarito. L'ultima integrazione del protocollo sanitario Figc (in accordo con Cts e Ministero della Salute) risale al 30 ottobre (a dopo Juve-Napoli) e prevede la trasferta in bolla dei negativi: il Napoli, alla Asl cittadina, aveva chiesto se c’erano gli estremi per ottenere la deroga (non fu concessa). E il Toro? La Lazio. Lotito e l’avvocato Gentile attendono di leggere le motivazioni su cui si fonda il reclamo granata (ieri non erano arrivate né al Giudice né alla società biancoceleste, le riceve per conoscenza). La Lazio produrrà una memoria difensiva e offensiva. Tre i punti ipotizzabili. 1) I 7 giorni di isolarnento del Toro diventati 8 e le annesse procedure protocollari. 2) La mancata presenza dei ganata all’Olimpico con i giocatori della Primavera, regolarmente tesserati. I baby del Toro erano stati impegrati lunedì 1 marzo in posticipo a Bologna, ma la loro gara poteva essere rinviata nella settimana precedente, c’era tutto il tempo per precettarli. 3) Si vuole far luce anche su Toro-Sassuolo, rinviata prima di Lazio-Toro "su decisione autonoma del Presidente della Lega, Dal Pino", secondo l’avvocato Chiacchio, legale dei granata. Va ricostruita la vicenda, c’è un solo bonus sfruttabile dai club per chiedere il rinvio. In soldoni: il Giudice Mastrandrea, ricevuti gli atti del Toro e la memoria dei biancocelesti, si pronuncerà sulla partita "sub iudice". Se omologherà il 3-0 a favore della Lazio, sarà Cairo a presentare ricorso alla Corte Sportiva d’Appello. Se il Giudice decreterà il rinvio della partita (come caldeggiato dal presidente Gravina della Figc), sarà Lotito a ricorrere. Comunque andrà sarà battaglia.


13 marzo 2021[modifica | modifica sorgente]

► Dal Corriere dello Sport:

Il giudice dispone il rinvio: "Il Torino non poteva partire". Mastrandrea riconosce la causa di forza maggiore e dà ragione al club granata per il divieto Asl. Ritenuto esaustivo il chiarimento fornito dall'autorità sanitaria lunedì 1 marzo.

"Lazio-Toro si deve giocare", ha sentenziato il giudice Mastrandrea negando il 3-0 a tavolino alla Lazio, graziando il Toro dalle sanzioni previste per la mancata presentazione all’Olimpico il 2 marzo scorso e "rimettendo alla Lega di Serie A i provvedimenti organizzativi necessari relativi alla disputa della gara". E’ lo stesso Giudice di Juve-Napoli e del 3-0 a tavolino per i bianconeri (verdetto ribaltato dal Collegio di garanzia), lo stesso che non riconobbe la "fattispecie della forza maggiore" (a favore del Napoli) nel dispositivo del 14 ottobre scorso, lo stesso che fece notare "possibile incompatibilità" tra il provvedimento dell’Asl napoletana (isolamento degli azzurri alla vigilia del match con la Juve) e l’applicazione del protocollo Figc. Mastrandrea, paradossalmente, ha giudicato il caso Lazio-Toro con un verdetto alla rovescia: "Risulta integrata, ad avviso di questo Giudice sportivo, la fattispecie della forza maggiore" a favore dei granata, stavolta def‌inita "chiara ed inequivocabile". E’ uno dei passaggi chiave riportati nel comunicato numero 218 diramato ieri intorno alle 19. Il Giudice si è rifatto agli atti dell’Asl di Torino e al protocollo della Lega di Serie A del 2 ottobre 2020 nella parte in cui fa salvi gli "eventuali provvedirnenti delle Autorità statali o locali" per rinviare una partita. Per Mastrandrea "vi è impossibilità della prestazione quando sopraggiungano provvedimenti di legge o di carattere amministrativo emessi dalle competenti autorità governative o territoriali" e si è nella situazione di "prescrizioni comportamentali o divieti che rendono impossibile la prestazione dell’obbligato indipendentemente dalla sua volontà".

Le contestazioni. La Lazio, nelle sue controdeduzioni, aveva bollato come "infondato" il reclamo del Torino contestando le tempistiche del provvedimento di "quarantena domiciliare per un periodo di almeno 7 giorni" deciso il 23 febbraio dal direttore dell’Asl di Torino, il dott. Testi, dopo le positività di sei giocatori granata. I sette giorni sarebbero scaduti l’1 marzo e non il 2 (come indicato dall’Asl di Torino considerando il 23 febbraio come "giorno zero"). In più si denunciava l’illegittimità della retroattività del provvedimento dell’1 marzo disposto dall’Asl per sanare gli allenamenti svolti dal Torino il 28 febbraio, in pieno isolamento. "Costruzione volontaria dell’impedirnento al viaggio", era l’accusa lanciata dalla Lazio. Mastrandrea, rispetto alle incongruenze rilevate dalla società di Lotito nella sua memoria difensiva, nelle motivazioni della sentenza ha rilevato che le stesse "si arrestano necessariamente di fronte al chiaro disposto dell’ultima nota della Asl, la quale l’1 marzo, tempestivamente rispetto all’incontro previsto, integrando e chiarendo, suppur su richiesta, la portata del proprio precedente atto del 23 febbraio ha specificato che il provvedimento contumaciale perdurava fino a tutto il 2 marzo 2021. Se pertanto può essere vero che, nella fattispecie, contrariamente a quanto formalizzato dall’Azienda sanitaria, per erroneo computo del dies a quo il provvedimento restrittivo di cautela sia perdurato f‌ino a tutta l’ottava giornata, nondimeno la prescrizione integrativa dell’Asl, con fissazione della scadenza del provvedimento contumaciale alla mezzanotte del 2 marzo 2021, intervenuta con congruo anticipo rispetto alla prevista effettuazione dell’incontro, rendeva oggettivamente impossibile, per causa esterna non imputabile al Torino, il trasferimento del gruppo squadra pena il rischio di incorrere in sanzioni anche penali".

Secondo la Lazio, rifacendosi alla giurisprudenza amministrativa e a una sentenza del Tar della Puglia, l’Asl non ha il potere di interpretazione autentica retroattiva dei propri atti. Mastrandrea, su quest’ultimo punto, ha sottolineato "l’impossibilità per questo Giudice di sindacare la legittimità o di disporne la disapplicazione... Né la circostanza di aver sollecitato un chiarimento interpretativo/confermativo circa la condotta da tenere può di per sé far venir meno la valenza autoritativa e prescrittiva degli atti che si atteggiano oggettivamente come un vero factum principis". Cairo ieri non ha rilasciato dichiarazioni. Stando alla sentenza del Giudice sportivo, la prima data utile individuata dalla Lega di A per disputare Lazio-Toro sarebbe il 7 aprile (fatta salva l’eventuale eliminazione dei biancocelesti dalla Champions). Ma il ricorso cui punta Lotito di fatto la blocca.


Lotito: "Non finisce qui". La Lazio al contrattacco, il presidente infuriato: "Agiremo in tutte le sedi preposte per far valere le nostre ragioni". Pronta la denuncia penale? Il Torino non si presentò causa Covid, la sentenza di primo grado non dà il 3-0. Il club biancoceleste (che ieri ha battuto il Crotone) si ribella. Entro domani il prereclamo alla Corte Sportiva di Appello e non sono escluse sorprese.

Non finisce qui. Si sapeva. Ora scatteranno ricorsi e forse anche le denunce penali, già pronte e le cui basi sono contenute nella memoria difensiva non considerata suff‌iciente da Gerardo Mastrandrea, giudice sportivo, per concedere in primo grado il 3-0 a tavolino. Lotito è pronto a scatenare una battaglia legale durissima, come aveva fatto intuire nei giorni scorsi. "Prendiamo atto del provvedimento del giudice sportivo. Agirerno in tutte le sedi preposte per far valere le nostre ragioni". Poco prima delle 21, dopo il pomeriggio dell’Olimpico e un’altra lunga riunione, l’unica reazione uff‌iciale aff‌idata al comunicato. Scarno, sintetico, eff‌icace. Dove "tutte le sedi preposte" indicano la volontà del presidente e dei suoi legali di arrivare sino in fondo e senza fermarsi alla Corte Sportiva di Appello o al Collegio di Garanzia del Coni. Entro domani, sul fronte sportivo, la società biancoceleste inoltrerà il preannuncio di reclamo e poi avrà tempo altri cinque giorni per incardinare e depositare il ricorso su cui si fonderà il processo federale di secondo grado. Lotito, però, medita e pondera altre mosse, peraltro anticipate nella linea difensiva in cui si contesta la "causa di forza maggiore" riconosciuta dal giudice Mastrandrea.

Atti illegittimi. Per i legali della Lazio "il provvedimento Asl aveva perso eff‌icacia il 28 febbraio o al più tardi l’1 marzo", dunque un giorno prima della partita saltata all’Olimpico. Vengono contestate le date della quarantena imposta dall’autorità sanitaria torinese, l’eff‌icacia retroattiva dei documenti che autorizzavano gli allenamenti individuali del 28 febbraio e la proroga dell’isolamento domiciliare a tutto il 2 marzo, il cosidetto "giorno zero" (23 febbraio) in cui i granata erano ancora liberi di circolare nonostante l’ordinanza ad effetto immediato per la tutela della salute. "Provvedimenti illegittimi" vengono def‌initi dalla Lazio, durissima nell’esposizione e nella ricostruzione dei fatti. Dalla sequenza dello scambio epistolare tra Asl e Torino, per i legali di Lotito, "appare evidente la costruzione volontaria dell’impedimento al viaggio che il Torino avrebbe dovuto intraprendere il 2 marzo". Lo stesso giudice Mastrandrea scrive che soltanto dal nono giorno, ovvero mercoledì 3 marzo, il gruppo squadra in bolla (17 giocatori negativi più 6 Primavera, ovviamente ad eccezione degli 8 positivi) avrebbe potuto affrontare la trasferta a Roma. Una scadenza prorogata con il terzo e ultimo documento emesso dalla Asl ma def‌inito "abnorme e vietato" dalla Lazio.

Azione penale? Su questi presupposti, non è esclusa la possibilità che la società biancoceleste e Lotito decidano di rivolgersi alla Procura della Repubblica di Torino, denunciando i dirigenti della Asl. Secondo l’opinione della Lazio, la quarantena del gruppo sarebbe stata "allungata" di 24 ore con l’obiettivo di saltare anche la partita dello stadio Olimpico dopo il rinvio con il Sassuolo. La Lega e tutti i club di Serie A, protocollo alla mano, si erano espressi perché la partita si giocasse e affinché un certif‌icato Asl (come era già accaduto per Juve-Napoli) non prendesse il sopravvento sul campionato. Non era in discusione la sicurezza, secondo Lotito, ma la scadenza di una quarantena "ballerina" con l’intenzione di non partire verso Roma. Purtroppo i casi Covid, nella stagione della pandemia, hanno colpito, condizionato e penalizzato tutti i club di Serie A. Scontro federale. E’ abbastanza palese l’irritazione di Lotito nei confronti del presidente Gravina, citato più volte nella memoria difensiva lunga 15 pagine e che ora f‌inirà alla Corte Sportiva di Appello. "Ha manifestato una opinone personale e disinfomata - sostiene la Lazio - e non è stato in grado di valutare i prof‌ili penali che potrebbero ravvisarsi in ordine alle disposizioni della Asl e dell’intera vicenda". Una conferma ulteriore dell’intenzione di rivolgersi alla magistratura. "E non può, in ogni caso, inf‌luenzare la decisione del giudice sportivo". La partita proseguirà, su un altro fronte, al Tribunale Federale per il caso dei tamponi in cui è entrata anche Torino-Lazio (3-4) del girone d’andata. Prima udienza martedì.


► Da Il Messaggero:

La partita con il Torino va giocata. Lotito: "Ricorreremo in ogni sede".

Tutto come previsto: si rigioca Lazio-Torino. E’ la decisione di Gerardo Mastrandrea emessa ieri sera alle 19 in un comunicato. Le controdeduzioni biancocelesti non fanno breccia perché poggiano su un eventuale abuso d’atti d’ufficio. Questioni amministrative che non competono al Giudice Sportivo: "Come precisato nel caso Juve-Napoli, questo Giudice è chiamato a verificare unicamente la eventuale sussistenza, ai soli fini sportivi, di motivi di forza maggiore in ordine alla mancata presentazione all’Olimpico del Torino. Resta altresì impregiudicata l’eventuale attività d’inchiesta, e i conseguenti esiti, della Procura Federale sul rispetto del Protocollo". Mastrandrea si limita ad attestare le carte dell’Asl spedite dal Torino, che fissano il 23 febbraio come "giorno zero" da cui partono "almeno" 7 giorni d’isolamento del gruppo e la specifica successiva ("nonostante l’erroneo computo") dell’autorità sulla scadenza a mezzanotte del 2 marzo: "Il giudizio prescinde dunque dalla diligenza avutasi nei comportamenti e nelle interlocuzioni con le autorità da parte del Torino". Mastrandrea certifica anche il rinvio d’ufficio della Lega della gara precedente col Sassuolo e quindi il bonus giocato dai granata con la Lazio per legittimo impedimento. Entro lunedì il pre reclamo. Difficilmente potranno avere un giudizio diverso la Corte Federale o il Collegio di Garanzia del Coni, prossimi due gradi a cui è pronto a rivolgersi Lotito per ottenere il 3 a 0 a tavolino. In serata la nota della Società: "Agiremo in tutte le sedi preposte per far valere le nostre ragioni". Ci sono tre giorni di tempo (entro lunedì) per il preannuncio di reclamo e poi il successivo ricorso. A Formello in realtà lo danno per scontato, ma non per le possibilità di successo, quando per tenere il punto. Ma questo rischia di tenere ostaggio il campionato gettandolo nel caos: quando verrà rigiocata la partita? E i reclami delle altre per l’eventuale irregolarità del campionato? Per l’eventuale abuso d’atti d’ufficio, infatti, Lotito dovrebbe rivolgersi direttamente al Tar, unico tribunale deputato sul piano amministrativo. Il Giudice Sportivo ha disposto il rinvio alla Lega affinché fissi una nuova data. Presumibilmente, il 7 aprile, unico buco disponibile, ma non sarà ufficiale finché la squadra d’Inzaghi non uscirà dalla Champions. Juve-Napoli il 7 aprile. Il 16 marzo Lotito inizierà un altro processo. Alle 15 è fissata la prima udienza del caso tamponi per la Lazio. La Procura Federale è pronta a chiedere la penalizzazione per il mancato rispetto del Protocollo, ma il presidente biancoceleste ora s’aspetta un diverso trattamento, dopo quanto successo col Torino. Eppure, sulla questione Asl, Juve-Napoli ha costituito un precedente. A proposito: ieri la Lega ha disposto il recupero di quel match saltato a mercoledì 7 aprile (invece del 17 marzo) dopo l’uscita della Vecchia Signora dalla Champions.


31 marzo 2021[modifica | modifica sorgente]

► Dal Corriere dello Sport:

"Il Toro ha tratto profitto dall'Asl". Sandulli censura i granata: "Comportamenti non in linea con i principi di lealtà". Ieri la sentenza della Corte sportiva d'Appello: la gara saltata il 2 marzo va giocata. Niente 3-0 ma per la Lazio è una vittoria morale.

Furbizia e slealtà del Torino. Perplessità sul provvedimento interpretativo dell’Asl torinese. E adesso, presidente Cairo? Lazio-Torino andrà pure giocata, ma con onore, senza trarre "prof‌itto dal provvedimento adottato dall’autorità sanitaria torinese, peraltro, su richiesta della stessa Società granata". Senza comportamenti "improntati ad una sorta di "furbizia"" e "non in linea con i principi di lealtà, probità e correttezza". Senza comportamenti che nel caso del Torino "sembrano f‌inalizzati, invece, all’unico f‌ine di ottenere, nelle ipotesi di calciatori risultati positivi al Covid-19, il rinvio della disputa delle gare che potrebbero essere, tranquillamente, disputate, atteso, peraltro, il consistente numero delle rose di calciatori a disposizione delle società professionistiche". Sono alcuni dei passaggi durissimi e gravi della squillante, pirotecnica, sentenza di Piero Sandulli e del suo Collegio, la Corte Sportiva d’Appello. Ha colpito il cuore della difesa granata, la credibilità dell’Asl 1 di Torino, evidenziando l’enormità dei lati oscuri messi in luce dal legista Lotito e i suoi legali. ll rinvio di Lazio-Toro è stato confermato per limitatezza e impotenza dell’ordinamento sportivo, ma che mortif‌icazione per la società di Cairo. Un godimento dello spirito per il presidente della Lazio, spesso circondato, accusato e mazziato. Vincitore di principio e per diritto.

Le motivazione. Sandulli, citando i principi di lealtà, probità e correttezza, ha riscontrato la violazione di norme federali basilari da parte del Torino segnalandole alla Procura federale di Giuseppe Chiné. Mai attivatasi f‌inora, destinataria di un chiaro sollecito. Aprirà o no un’inchiesta? Sandulli stesso, però, si è sentito costretto a rigettare il reclamo della Lazio (chiedeva il 3-0 a tavolino): con un dispositivo di 6 pagine ha confermato la decisione adottata dal Giudice Sportivo, Gerardo Mastrandrea, il 12 marzo. Lo ha fatto non potendo, come aveva evidenziato lo stesso Giudice, "disapplicare i provvedimenti amministrativi, adottati da una autorità statale o, come nel caso di specie, territoriale; trattasi, invero, di "atti amministrativi di fonte superiore rispetto alle norme federali, che cedono di fronte ai medesimi"". Quando c’è contrasto tra ordinamenti, quello statale è sovrano. Nelle motivazioni f‌irmate da Sandulli si legge che "questa Corte non può che richiamare la portata precettiva di quanto affermato dal Collegio di Garanzia del CONI - Sezioni Unite, decisione 7 gennaio 2021, n. 1 in ordine al fatto che gli atti amministrativi integrano il c.d. factum principis in quanto hanno prevalenza rispetto alla disciplina federale. Ed è solo per questa ragione che questa Corte non può che aderire alle conclusioni cui è pervenuto il Giudice Sportivo, non senza, però, avere sottolineato, con forza, come fatto dallo stesso Giudice di prime cure, che "Resta, altresì, anche in questo caso del tutto integra e impregiudicata l’eventuale attività di inchiesta, e i conseguenti esiti, della Procura Federale in ordine al rispetto dei Protocolli scientif‌ico-sanitari FIGC validati dall’Autorità statale e agli altri prof‌ili di rilevanza secondo l’ordinamento sportivo"".

Il riferimento di Sandulli al Collegio di Garanzia è legato al caso primigenio, Juve-Napoli. Nel terzo grado di giudizio era stato disposto il rinvio della partita annullando il doppio 3-0 concesso ai bianconeri dal Giudice sportivo e dalla Corte Sportiva d’Appello, che ieri si è allineata alla sentenza. La Lazio aveva chiesto la disapplicazione del provvedimento dell’Asl di Torino, dell’1 marzo scorso, tramite il quale il Toro aveva invocato la causa di forza maggiore per non recarsi all’Olimpico il 2 marzo perché "illegittima". Con retroattività, interpretando un suo atto, l’Asl aveva stabilito che la quarantena dei granata era iniziata il 24 febbraio e non il 23, nel giorno in cui furono riscontrati i primi positivi. Anche Sandulli ha sollevato dubbi: "Questa Corte non può esimersi dall’evidenziare che, in effetti, il provvedimento, a carattere interpretativo, adottato dall’ASL di Torino in data 1 marzo 2021 desta più di una perplessità; ed invero, un atto amministrativo, peraltro con f‌inalità di prevenzione della salute collettiva a fronte della più grave emergenza sanitaria della storia moderna dell’umanità, non può produrre effetti dal giorno successivo alla sua adozione, alla stregua di un atto giudiziario. Ciò posto, non vi è dubbio che la Società F.C. Torino S.p.A. abbia tratto prof‌itto dal provvedimento adottato dall’autorità sanitaria torinese, peraltro, su richiesta della stessa Società granata". Ma lo stesso provvedimento interpretativo è stato ritenuto inderogabile per riconoscere la causa di forza maggiore al Torino: "La prescrizione integrativa della Asl, con f‌issazione della scadenza del provvedimento contumaciale alla mezzanotte del 2 marzo 2021, intervenuta con congruo anticipo rispetto alla prevista effettuazione dell’incontro, rendeva oggettivamente impossibile, per causa esterna non imputabile al Torino F.C., il trasferimento del gruppo squadra individuato e la prestazione sportiva, pena il rischio di incorrere in sanzioni anche penali". A risvolti penali contro il Toro e l’Asl di Torino, coinvolgendo la Procura della Repubblica, pensa sempre di più Lotito.


Le reazioni. Gli avvocati delle due società si danno battaglia. Gentile: "Una truffa alla Lazio". Chiacchio: "Noi nella legalità". Lotito pronto al ricorso al Collegio di Garanzia. La partita si può giocare il 29 aprile o il 19 maggio.

L'epica ed etica sfida Lotito-Cairo avanza a distanza, nessuno dei due parla, nessuno dei due replica alle sentenze. Lazio-Toro, scontro postumo, non è ancora una partita, è una battaglia da arene giudiziarie, a duello vanno i legali dei presidenti. L'indaffaratissimo avvocato Gian Michele Gentile, storico difensore di Lotito e della Lazio, in pochi giorni ha incassato due sentenze onorabili. La prima, del Tribunale federale sul caso tamponi, ha evitato penalizzazioni alla Lazio e scontato le richieste di condanna fatte dal Procuratore federale a Lotito (7 mesi anziché 13 e passa). Ieri, la Corte Sportiva d’Appello, ha riconosciuto molte delle accuse mosse dalla Lazio contro il Torino. L’agenzia La Presse ha riportato la dura offensiva dell’avvocato Gentile, ha commentato così il dispositivo di Sandulli: "Bisogna leggere le motivazioni. È chiaramente l’accertamento di una sorta di truffa operata ai danni della Lazio dove però l’ordinamento sportivo non può fare niente per intervenire sui provvedimenti della Asl. Vediamo adesso la Procura federale che cosa fa. È una gravissima motivazione nei confronti del Torino". La Lazio pensa di fare ricorso al Collegio di Garanzia presso il Coni, non si ferma.

Ha venti giorni di tempo per procedere: "Adesso studieremo bene le carte - ha aggiunto Gentile - e poi decideremo se andare avanti. Probabilmente credo che adesso andrà avanti il Torino". Le dure motivazioni del Collegio presieduto da Sandulli possono essere sfruttate dalla Lazio in chiave giuridica. La società di Lotito auspica l’apertura di un’inchiesta federale, sollecitata anche dalla Corte Sportiva. Per il Torino, che ha incassato un altro rinvio e non deve procedere in altro modo, ha reagito l’avvocato Eduardo Chiacchio: "Vorrei dire che siamo soddisfatti della sentenza della Corte Sportiva d’Appello Nazionale". La Lazio ha parlato di truffa: "Se effettivamente è stata rilasciata, trattasi di dichiarazione infelice. Nei prossimi giorni verrà valutata la possibilità di eventuali azioni". Sugli eventuali passi della Procura federale: "Non abbiamo timori nel caso in cui dovessero essere espediti ulteriori accertamenti da parte della Procura federale. Il Torino ha agito nella massima legalità". La data. Lazio-Torino prima o poi si giocherà. Poi più che prima. La partita non si può giocare finché non si concluderanno i ricorsi. Il Collegio di Garanzia, il 7 gennaio scorso, ribaltando il doppio 3-0 inflitto al Napoli, ordinò la disputa della partita contro la Juve.

Lotito spera sempre nel ribaltone per Lazio-Toro, ma proprio il Collegio ha considerato che gli atti amministrativi integrano il factum principis e hanno prevalenza rispetto alla disciplina federale. In ogni caso, dopo la sentenza emessa dal Giudice Sportivo, la Lega aveva individuato il 7 aprile come prima data utile per giocare la partita in sospeso. La data cadrà tra una settimana esatta, non ci sono i tempi per confermarla. Restano poche soluzioni, ieri ne è spuntata un’altra. Si potrebbe giocare il 29 aprile, è la data che s’aggiunge al 19 maggio. Quest’ultima cadrà nella settimana successiva al derby (16 maggio) e che chiuderà il campionato (il 23 maggio è l’ultimo turno). Il 19 maggio si giocherà la f‌inale di Coppa Italia tra Juventus e Atalanta, ma non a Roma bensì a Reggio Emilia. L'Olimpico dunque è libero. Venerdì si riunirà il Consiglio di Lega, dovrà ratif‌icare il trasloco della Coppa Italia al Mapei Stadium. La finale non sarà ospitata nella Capitale per la prima volta dal 2008. Purtroppo non ci sono problemi legati alla capienza, non essendoci un pubblico da 60-70 mila persone. In più Juve e Atalanta erano contrarie a giocare a Milano. A Roma, l’Uefa, in quel periodo inizierà a preparare gli Europei e pende Lazio-Torino.


► Da Il Messaggero:

Col Toro si deve giocare. No del giudice alla Lazio che chiedeva il 3-0 per la gara saltata su disposizione della Asl. "Granata sleali, ma la decisione va applicata".

Nella sconfitta un’altra vittoria. Dopo aver scongiurato i punti di penalizzazione e l’inibizione sul caso tamponi, Lotito incassa pure il successo nel "merito" delle motivazioni della Corte Sportiva. "Lazio-Torino dello scorso 2 marzo si dovrà rigiocare", è la sentenza, ma "la condotta del club granata non sarebbe stata improntata ai canoni della lealtà sportiva e correttezza bensì della furbizia. Perché ha tratto profitto dal provvedimento, a carattere interpretativo, peraltro su richiesta del Torino stesso, adottato dall’Asl in data 1 marzo 2021, che desta più di una perplessità". In pratica, il ricorso biancoceleste sul 3 a 0 a tavolino è stato respinto in secondo grado solo per una questione d’incompetenza sportiva: "Questa Corte non può delegittimare né disapplicare i provvedimenti amministrativi, adottati da una autorità statale o, come nel caso di specie, territoriale; trattasi, invero, di "atti amministrativi di fonte superiore rispetto alle norme federali, che cedono di fronte ai medesimi"". Richiamata così la sentenza del Collegio di Garanzia del 7 gennaio 2021 su Juve-Napoli, che aveva ribaltato proprio la condanna della Corte d’Appello sul comportamento dei partenopei. Dunque ora su Lazio-Torino non poteva fare altrimenti: "Questa Corte non può che richiamare la portata precettiva della decisione dell’istituto del Coni ed è solo per questa ragione che deve aderire alle conclusioni del Giudice Sportivo, non senza, però, avere sottolineato, con forza, come fatto dallo stesso Giudice di prime cure, che "Resta, altresì, anche in questo caso del tutto integra e impregiudicata l’eventuale attività di inchiesta, e iconseguenti esiti, della Procura Federale in ordine al rispetto dei Protocolli scientifico-sanitari Figc validati dalle Autorità statali"".

Secondo richiamo al pm Chinè ad aprire nuove indagini ed eventualmente procedimenti disciplinari, ma in questo momento a via Campania sono concentrati sul ricorso in secondo grado sul caso tamponi. Incompetenza. Il presidente Sandulli era indeciso, la Corte d’appello s’era presa un giorno di tempo per trovare un appiglio per punire il Torino per abuso d’atti, ma si è dovuta rassegnare a richiamarlo solo nelle motivazioni: "La sua condotta giustificherebbe l’applicazione della sanzione di cui all’art. 53 delle Noif, ovvero la sconfitta per 0-3, ma gli organi della giustizia sportiva non sono abilitati a disapplicare atti amministrativi, validi ed efficaci fino ad eventuale annullamento anche parziale in sede giurisdizionale ovvero d’ufficio da parte della medesima autorità che li ha adottati". Tradotto: la Lazio andrà avanti, ma perderà anche in terzo grado davanti al Collegio del Coni. Davanti al Tar potrebbe far valere le sue ragioni, ma otterrebbe solo un risarcimento economico. Lotito avrebbe vinto portando a processo sportivo un’eventuale sentenza civile favorevole, ma non c’erano i tempi tecnici (5 mesi nella migliore delle ipotesi) per riuscirci. Soddisfazione. Lazio-Torino si dovrà comunque rigiocare (la Lega pensa al 19 maggio), ma il presidente Cairo esce colpito da queste motivazioni: "C’è l’accertamento di una sorta di truffa – spiega l’avvocato biancoceleste Gentile – e adesso il Torino dovrebbe andare avanti". Lotito ieri era soddisfatto prima di recarsi nel pomeriggio a Formello per l’approvazione della semestrale di bilancio, che verrà pubblicata nei prossimi giorni. Quando dovrà essere apposta finalmente anche la firma sul rinnovo di Inzaghi.


1 aprile 2021[modifica | modifica sorgente]

► Dal Corriere dello Sport:

Caso infinito. Dopo la Corte Sportiva d'Appello. La Procura apre l'inchiesta sul Toro.

La Procura Federale, sollecitata dalla Corte Sportiva d’Appello e dopo la sentenza scritta da Piero Sandulli, ha aperto un’inchiesta sul Torino e sulla gestione dei casi Covid, focolaio scoppiato con i primi casi quando i granata si trovavano a Cagliari, prima del 23 febbraio, giorno in cui la Asl dispose un prowedimento di "almeno 7 giorni" di quarantena che portò al rinvio della partita con il Sassuolo e al caso con la Lazio, tuttora in sospeso. Anche il giudice sportivo Mastrandrea in primo grado aveva ravvisato gli estremi per l’apertura di un’inchiesta, diventata inevitabile alla luce dell’appello. Perplessità in ordine al carattere interpretativo dell’autorità sanitaria locale sul cosiddetto "giorno zero" che avrebbe permesso ai granata di non partire verso Roma martedì 2 marzo con il gruppo squadra formato dai negativi al Covid come peraltro stava indicando la Lega di Milano. Non era nel potere di Sandulli disapplicare un atto amministrativo, riconosciuto di rango superiore all’ordinamento sportivo, come ha sancito il Collegio di Garanzia del Coni esprimendosi a dicembre sul caso Juve-Napoli. Ecco perché è stato confemato l’esito di primo grado, evitando la sconf‌itta dei granata per 3-0 a tavolino. Cairo, però, adesso è f‌inito sotto inchiesta. Il Torino, per i giudici federali, avrebbe tratto un prof‌itto e cercato il rinvio, "vanif‌icando" - come scrive Sandulli - "i principi del merito sportivo, della lealtà, della probità e del sano agonismo... Comportamenti improntati a una sorta di furbizia che non sono in linea". Di questo argomento se ne occuperà Chiné, capo della Procura che aveva indagato la Lazio per il caso relativo ai tamponi.

Valutazioni. Resta il rebus recupero, mai tempi sono lunghi e la Lazio non ha ancora deciso se ricorrere in terzo grado al Collegio di Garanzia del Coni: avrebbe poche chances di ribaltare l’esito senza incidere sull’atto amministrativo che ha permesso al Toro di non presentarsi all’Olimpico. Lotito è intenzionato a dare battaglia. Sino al 2 maggio ha tempo per ricorrere al Tar del Piemonte, cercando di dimostrare l’illegittimità del provvedimento Asl. Sarebbe forse l’unica strada per tentare di arrivare al 3-0 a tavolino, mai tempi sono stretti e il campionato si deve chiudere entro il 23 maggio. Ecco perché il 19, con lo spostamento della f‌inale di Coppa Italia al Mapei, viene indicata come data probabile per il recupero tra Lazio e Torino. Si valuta, come già anticipato, l’ipotesi del ricorso alla Procura della Repubblica. La Lega, almeno nei prossimi giorni, non f‌isserà alcuna data. La Lazio deciderà le proprie mosse dopo Pasqua. Bisognerà cercare di capire se il Collegio di Garanzia può esprimersi con una discussione d’urgenza. E’ necessario accelerare. Per Juve-Napoli, tra il secondo e il terzo grado di giudizio passarono 42 giorni. Ora sarebbero troppi.



La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica




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