Martedì 4 novembre 2003 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Chelsea FC 0-4

Da LazioWiki.

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4 novembre 2003 - 3066 - Champions League 2003/04 - Fase a gruppi, girone G, gara 4

LAZIO: Sereni, Zauri, Fernando Couto, Mihajlovic, Favalli, Fiore (58' Negro), Albertini (71' Muzzi), Liverani, Stankovic, Corradi, S.Inzaghi (71' C.Lopez). A disposizione: Casazza, Dabo, Giannichedda, Conceicao. Allenatore: Mancini.

CHELSEA: Cudicini, Johnson, Terry, Gallas, Bridge, Makelele, Lampard, Duff, Veron (75' Cole), Mutu (57' Gronkjaer), Crespo (67' Gudjohnsen). A disposizione: Ambrosio, Desailly, Melchiot, Hasselbaink. Allenatore: Ranieri.

Arbitro: Sig. Ivanov (Russia).

Marcatori: 15' Crespo, 70' Gudjohnsen, 75' Duff, 80' Lampard.

Note: serata non fredda, terreno in buone condizioni. Espulsi al 52' Mihajlovic e al 90' Johnson per doppia ammonizione. Ammoniti: Mutu, Cudicini, Mihajlovic, Liverani, Johnson. Angoli: 13-5 per la Lazio. Recuperi: 2' p.t., 1' s.t.

Spettatori: 50.000 circa con 31.829 paganti per un incasso di euro 820.405 e 16.656 abbonati (quota euro 230.605,16).

Il programma della gara
Matteo Sereni in una parata su Hernan Crespo
Un'azione della gara
Giuseppe Favalli contrasta Mutu
Un'azione della gara
L'espulsione di Sinisa Mihajlovic
Esultanza inglese

Il Corriere della Sera titola: "Gli inglesi umiliano la squadra di Mancini: Champions a rischio. Il Chelsea di Ranieri è travolgente e adesso la Lazio è proprio nei guai. Crespo apre la goleada. Mihajlovic prima sputa a Mutu poi si fa espellere. Fuori anche Johnson".

Continua il quotidiano: La disfatta della Lazio in Champions League, uno 0-4 contro il Chelsea che fa ancora più male perché meritato, peggior sconfitta di tutta l'era Mancini, non chiude ancora la qualificazione al secondo turno, ma lascia molte domande aperte. A scelta: perché Albertini e Liverani insieme per farsi schiacciare dal ritmo avversario ? Perché togliere Inzaghi sullo 0-2? Perché tenere in campo Mihajlovic quando si vedeva benissimo che aveva perso la testa e cercava l'espulsione, poi puntualmente arrivata? Paradossalmente, il derby di domenica sera contro la Roma può essere la partita giusta per far dimenticare ai tifosi il terribile smacco. In cinque giorni, però, Mancini dovrà lavorare molto, anche sul piano psicologico. Ma, tornando alla Champions League, il k.o. resta. Consiglio numero uno, ai tifosi della Lazio: nel prossimo turno di Champions League, contro il Besiktas, non fischiate l'ex romanista Zago. I due supercontestati all'Olimpico, finora, hanno segnato due gol: Karel Poborsky per lo Sparta Praga era il 10 ottobre) e Hernan Crespo per il Chelsea. Quanto meno, porta male. Consiglio numero due, alla dirigenza della Lazio: rifare al più presto il contratto ad Angelo Peruzzi. Scade a giugno, perciò il Cinghialone è libero di firmare per chi vuole dal 1° gennaio.

Ha 33 anni, ma resta molto meglio del più giovane Sereni, 28 anni e mezzo. Su tutti e quattro i gol del Chelsea le colpe di Sereni vanno dal gravissimo (primo e quarto) al grave (secondo e terzo). Consiglio numero tre, ai giocatori della Lazio: vincere le prossime due gare, contro Besiktas in casa e a Praga contro lo Sparta per non finire in Coppa Uefa o peggio ancora fuori del tutto dall'Europa. Ma per fare questo servirà, soprattutto, mantenere i nervi saldi e fare qualche scelta tattica migliore. Per l'occasione Mancini ha scelto il centrocampo più tecnico, cioè Albertini-Liverani, senza nessun interditore, né DaboGiannichedda. Scommessa persa. La difesa, in piena emergenza per le assenze di Peruzzi, Stam e Oddo, ha sofferto moltissimo. Tanto più che i sostituti Sereni, Fernando Couto e Zauri hanno tutti fatto rimpiangere i titolari. A risentirne più di tutti è stato Sinisa Mihajlovic, che, dopo un duello rusticano con Mutu, fatto di calci e gomitate, ha sputato in faccia all'avversario. Non l'ha visto l'arbitro, ma l'hanno inquadrato benissimo le telecamere di Sky. Mihajlovic è di solito un uomo coraggioso, ma un gesto del genere è da vile. Nel secondo tempo, in un solo minuto, è stato ammonito due volte (tutti e due i gialli meritati) ed è uscito dal campo prima minacciando Mutu, poi litigando con il delegato Uefa. Per lui è in arrivo una super-squalifica, tenendo anche conto della prova tv. L'Uefa solitamente è severissima in casi del genere (tre o quattro giornate di squalifica la punizione inflitta in passato).

Il Chelsea ha giocato meglio in undici contro undici e ha dilagato con l'uomo in più. Veron, che quindici giorni fa era sembrato quasi una zavorra, ha preso per mano la squadra, giocando grandissimo calcio e distribuendo palloni intelligenti a tutti. Makelele ha dominato a centrocampo, Duff è stato sempre imprendibile. Se Mutu non avesse perso tempo a litigare con Mihajlovic e Crespo fosse stato meno narciso, sbagliando un gol già fatto al 45' per cercare un colpo di tacco anziché un tiro a porta quasi spalancata, la partita sarebbe finita molto prima. Quando al suo posto è entrato lo spiccio islandese Gudjohnsen, il Chelsea si è fatto più spietato e ha chiuso la gara. Notte di gran festa per gli inglesi, con doppia passerella: prima Gianfranco Zola, applaudito dai 5.000 sugli spalti con intensità da brivido, e poi il magnate Roman Abramovich che ha costruito la squadra a colpi di rubli e sterline, alla faccia dello spalmadebiti. Chi non ha perso la testa è stato Claudio Ranieri, molto composto quando tutto si è concluso: "Il Chelsea ha giocato molto bene, ma è giusto riconoscere che a noi è andato quasi tutto bene e alla Lazio, che ho visto molto nervosa, quasi tutto male, nel senso che ha sbagliato passaggi che di solito non si sbagliano. E poi Cudicini ha fatto parate importanti". Nella Lazio l'unico da salvare è stato Dejan Stankovic, dentro la gara per almeno 70 minuti. E, poiché le giornate nere non finiscono mai, nel finale c'è stato anche l'infortunio a Claudio Lopez (ginocchio), entrato a partita compromessa al posto di Simone Inzaghi. Un colpo che toglie a Mancini una delle scelte d'attacco, anche se nelle ultime settimane l'argentino era caduto in disgrazia.


La Repubblica titola: "Champions, la squadra di Mancini tiene fino al primo tempo. Poi doppia ammonizione lampo per Mihajlovic e il tracollo. Disastro Lazio all'Olimpico affondata dal Chelsea 4-0".

Continua il quotidiano: Si complica terribilmente il cammino della Lazio in Champions League. I biancazzurri, nella quarta giornata del Gruppo G, rimediano la seconda sconfitta consecutiva contro il Chelsea: uno 0-4 che pesa sugli uomini di Mancini, rimasti con l'uomo in meno a inizio ripresa sullo 0-1 per due ammonizioni a un nervosissimo Mihajlovic in pochissimo tempo. Una vera doccia fredda per i padroni di casa, colpiti da Crespo nel primo tempo (papera di Sereni) e nel secondo da Gudjohnsen, Duff e Lampard, con Cudicini imbattibile davanti ai tentativi dei laziali sotto choc. Con Oddo squalificato e Cesar, Peruzzi e Stam infortunati, Roberto Mancini pone Zauri sulla sinistra e Couto al centro. In attacco, conferma Inzaghi e Corradi. Nei Blues di Claudio Ranieri ci sono tre ex: Cudicini e, soprattutto, Veron e Crespo. Al fischio d'inizio del russo Ivanov la Lazio soffre la ragnatela del Chelsea, che bada al possesso palla e trova varchi soprattutto sulla sinistra, dove Zauri fatica a stare al passo di Bridge e Duff. Ed è proprio dai piedi del difensore di Ranieri che al 10' nasce la prima occasione dei britannici, con Veron che non aggancia dopo una uscita solo accennata di Sereni.

Il portiere parte intimorito e, al 14', ci mette lo zampino sul vantaggio dei Blues: Veron calcia una punizione al veleno che l'ex sampdoriano respinge coi pugni sull'accorrente Crespo, goleador suo malgrado. La Lazio si smarrisce e, escluso un dubbio contatto nell'area di Cudicini tra Gallas e Inzaghi e un tiro al volo bello ma inefficace di Stankovic, continua a penare quando il Chelsea riparte in velocità o quando la palla arriva dalle parti di Sereni. Il quale, però, dopo un colpo di testa potente ma alto di Corradi, si riscatta in pieno recupero per due volte su Crespo: al 46' para a terra un destro dell'argentino scattato sul filo dell'off-side e al 47' neutralizza un tacco del sudamericano tutto solo al termine di un contropiede. E' una Lazio più dinamica che torna dagli spogliatoi ma, dopo un doppio intervento di Cudicini su Stankovic e Corradi, i padroni di casa restano in dieci. Mihajlovic, che nel primo tempo aveva addirittura sputato in faccia a Mutu, colleziona due gialli in un batter di ciglia e se ne va minacciando il mondo. La Lazio non molla ma il Chelsea non perdona e, con un Cudicini insuperabile su Corradi, arriva il poker. Raddoppio di Gudjohnsen, tris di Duff, e infine Lampard: il tutto in poco più di dieci minuti. La Lazio affonda in Europa sotto i colpi dei Blues: il futuro in Champions è ad alto rischio.


Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:

Limpida, netta, meritata, la vittoria del Chelsea FC all'Olimpico è giunta al termine di una gara largamente dominata dagli ospiti. Troppo remissiva e confusa la S.S. Lazio il cui gioco estemporaneo e farraginoso l'ha condannata ad una durissima lezione sotto gli occhi dei suoi tifosi. Grazie a questi tre punti il Chelsea si invola al primo posto nel Gruppo G. Per i biancocelesti la qualificazione ora è più difficile, ma ci sono ancora due gare per recuperare. Il primo tempo è tutto di marca Chelsea. Più brillante e aggressiva, la squadra di Ranieri mantiene con autorità il controllo del gioco. In difesa l'assenza di Marcel Desailly non si sente: John Terry è insuperabile e guida la linea a quattro con consumata esperienza. Claude Makelele e Frank Lampard comandano il centrocampo, dove anche un ritrovato Sebastian Veron riesce ad offrire finalmente un apporto all'altezza. Di contro la Lazio è solo la brutta copia della squadra ammirata nelle ultime uscite di campionato. Contratta e intimorita la banda-Mancini si fa schiacciare nella sua metà campo, riuscendo solo di rado a ripartire in contropiede. Il vantaggio degli ospiti appare dunque come una logica conseguenza del chiaro predominio inglese. Sulla punizione dalla sinistra di Veron, Matteo Sereni non allontana. La palla carambola su Crespo prima di finire in rete. Vantaggio certamente fortunoso, ma legittimato ampiamente nei minuti successivi. Ancora Crespo in due occasioni ha la possibilità di raddoppiare. Ma prima il suo rasoterra dalla distanza, quindi la girata al volo, non hanno fortuna.

La Lazio è annichilita, la prima mezz'ora trascorre senza che Carlo Cudicini debba effettuare una sola parata. Demetrio Albertini ci prova su punizione, ma la sua conclusione viene deviata dalla barriera. Poi è Dejan Stankovic a salire in cattedra, ma i suoi generosi tentativi non spaventano il Chelsea. Prima dell'intervallo sono ancora i Blues a sfiorare il raddoppio, ma Sereni si riscatta con un balzo sulla deviazione sotto porta dell'onnipresente Crespo. Ad inizio ripresa la Lazio sembra finalmente svegliarsi dal torpore. Al 5' l'occasione migliore per i padroni di casa: conclusione dalla distanza di Stankovic, Cudicini respinge di pugni. Bernardo Corradi si avventa sulla palla, ma il portiere italiano si supera deviando in angolo. Una parata strepitosa. Il risveglio laziale viene però frustrato qualche minuto più tardi quando Mihajlovic, particolarmente nervoso, riceve due ammonizioni nel giro di due minuti e lascia i suoi compagni in dieci. Mancini è costretto a ridisegnare la squadra. I padroni di casa si scuotono e hanno due buone occasioni. Prima è Stankovic a mandare a lato, quindi è nuovamente Cudicini a salvare su Corradi. Ma è solo un'illusorio sussulto, perché il contropiede inglese taglia a fette la difesa biancoceleste. Prima del raddoppio, il Chelsea si rende infatti ripetutamente pericoloso sulla destra con Damien Duff, sulla sinistra con Jesper Gronkjaer, subentrato a Mutu. Il 2-0 è merito di Eidur Gudjohnsen, che ha sostituito Crespo, abile a ribattere in rete la conclusione di Lampard. La Lazio non c'è più e gli inglesi possono largheggiare. Duff arrotonda con un diagonale al termine di un'irresistibile serpentina. Quindi è lo stesso Lampard a chiudere la gara appoggiato in rete una respinta di Sereni. Un incubo lungo 90 minuti per i laziali, una notte da incorniciare per Veron e compagni.