Martedì 6 novembre 2007 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Werder Bremen 2-1

Da LazioWiki.

Stagione

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6 novembre 2007 - 3.253 - Champions League 2007/08 - 1° turno eliminatorio - Girone C, gara 4 - inizio ore 20.45

LAZIO: Ballotta, Behrami, Stendardo, Cribari, Zauri (18' De Silvestri), Mudingayi, Ledesma, Mutarelli, Meghni (74' Manfredini), Rocchi, Makinwa (88' Scaloni). A disposizione: Muslera, Firmani, Baronio, Tare. Allenatore: D.Rossi.

WERDER BREMEN: Wiese, Fritz (76' Harnik), Mertesacker, Naldo, Pasanen, Andreasen, Baumann (32' Jensen), Borowski, Diego, Rosenberg, Almeida. A disposizione: Vander, Vranjes, Carlos Alberto, Tosic, Schindler. Allenatore: Schaaf.

Arbitro: Sig. Bebek (Croazia).

Marcatori: 57' Rocchi (rig), 68' Rocchi, 88' Diego (rig).

Note: serata serena, terreno in buone condizioni. Espulsi Cribari all'86' e Diego al 94' per somma di ammonizioni. Ammoniti Stendardo, De Silvestri, Rocchi e Andreasen. Angoli 3-5. Recuperi: 1' p.t., 5' s.t.

Spettatori: 30.000 circa.


La cerimonia d'inizio
Le squadre al centro del campo
La formazione della Lazio
Lo scambio dei gagliardetti
Il calcio di rigore battuto da Tommaso Rocchi
L'attaccante veneziano riprende in scivolata la respinta del portiere tedesco sul penalty
La palla sta per incocciare il palo interno per insaccarsi
Il raddoppio laziale
L'attaccante biancoceleste "sommerso" dai compagni
La trasformazione del calcio di rigore assegnato ai tedeschi
Guglielmo Stendardo
Un tentativo a rete di Stephen Makinwa
Massimo Mutarelli in azione
Christian Manfredini
Lorenzo De Silvestri
Il programma della partita
Il raddoppio di Tommaso Rocchi

La Gazzetta dello Sport titola: "Rocchi più Rocchi: la Lazio si rialza. L'attaccante va a segno due volte e stende il Werder. Anche Meghni decisivo. Espulsi Cribari e Diego, Zauri k.o.".

Continua la "rosea": E' ancora viva, la Lazio di Champions. Due gol di Rocchi affondano il Werder Brema e tengono vivo il discorso qualificazione, anche se il Real Madrid non va oltre il pari ad Atene. Il 28 novembre bisognerà battere l'Olympiakos all'Olimpico e sperare che gli spagnoli non perdano a Brema (dove il Werder dovrà fare a meno, oltre che di Frings, anche di Diego, il suo uomo più importante, espulso nel recupero). A quel punto i giochi sarebbero fatti. Certo, bisognerà tenere i nervi saldi. Più di quanto non sia accaduto nel finale coi tedeschi, battuti con merito ma grazie anche agli aiutini di un benevolo arbitro croato (Bebek) che ha fatto infuriare tutto lo staff del Werder. Intendiamoci, il rigore col quale Rocchi, ribadendolo in gol sulla respinta del portiere Weise, sblocca il match ci sta, lo spintone di Naldo a Meghni in tutto simile a quello non sanzionato in Milan-Torino di sabato scorso (Natali su Ambrosini). Ma dopo, a cavallo del bellissimo raddoppio di Rocchi su contropiede innescato da Meghni, sono arrivati i guai: graziati di un paio di rigori (Behrami prima e Cribari poi su Rosenborg) i biancocelesti, in pieno "braccino" del tennista, hanno provocato il terzo con relativa espulsione di Cribari che ha strattonato Mertesacker. Diego ha riaperto il match e poi lo ha richiuso, facendosi cacciare per proteste.

E' tutta nella intuizione di Delio Rossi che punta forte su Mourad Meghni, 23 anni, talento da fuoriclasse e troppi appuntamenti mancati in carriera. Mai titolare in campionato, mediocre trequartista a Brema, Meghni trova la notte che lo incorona protagonista. Rigore procurato, superassist del 2-0, una prestazione eccellente e un interlocutore che parla il suo stesso calcio fatto di velocità e agilità, Rocchi. Questi due uomini, nonostante assenze e avversità, inchiodano il Werder, dominandolo in un inizio gara con troppe occasioni fallite e stendendolo nella più concreta prima metà della ripresa. Già privo di due uomini fondamentali come Mauri e Pandev (negativo il suo provino del mattino), Delio Rossi perde anche capitan Zauri dopo poco più di un quarto d'ora. Lo tradisce il tiro dal limite con cui impegna Weise al termine dell'azione più bella, Meghni-Rocchi. Il terzino si stira e gli subentra a sinistra il destrorso De Silvestri, perché il tecnico ha (in questo caso colpevolmente) spedito in tribuna Kolarov, l'uomo dal mancino proibito che aveva anche propiziato la rete di Manfredini a Brema. E' un errore, ma Rossi non ha davvero altro di cui farsi perdonare. E' coraggiosa e azzeccata la sua scelta, dopo quattro sconfitte consecutive (Brema, Udinese, Roma e Fiorentina), di puntare ancora sulla Lazio a trazione anteriore, con Makinwa a far coppia con Rocchi e soprattutto con un trequartista vero, Meghni, alle spalle delle due punte. Meghni parte subito forte ma la Lazio è terribilmente prodiga, e le cinque limpide occasioni da rete che colleziona se ne vanno in fumo.

La forza, anche psicologica, della squadra, è quella di rimettere insieme i pezzi all'inizio della ripresa e di tornare a spingere. Capitolo Werder: una delusione. E' vero, mancano Frings e Sanoko, il regista arretrato, uomo d'ordine di una squadra modesta, e la punta veloce, l'uomo che aveva messo in ginocchio la Lazio quindici giorni or sono realizzando l'1-0. Davanti, Rosenborg non lo vale anche se guadagnerà rigori non visti, mentre in mezzo Baumann patisce l'intraprendenza di Meghni e il supporto che alle sue spalle gli fornisce Ledesma. Paradossalmente, l'infortunio che lo elimina dopo mezzora favorisce il Werder, perché al suo posto entra Jensen, più piccolo e più agile. A misura di Meghni, fin quando questi non decide di ripartire. I lunghi e lentissimi centrali della difesa tedesca fanno il resto. Poi, quando una volta sotto il Werder si ricorda di essere tedesco, ci pensa l'arbitro.


La Repubblica titola: "I romani battono 2-1 i tedeschi ritrovando grinta e gioco perduti. La qualificazione al secondo turno rimane difficile, ma non impossibile. Una doppietta di Rocchi affonda il Werder, la Lazio resta aggrappata alla Champions".

L'articolo così prosegue: La Lazio è viva. I biancocelesti superano 2-1 il Werder Brema grazie a una doppietta di Rocchi e rilanciano le proprie quotazioni nel girone C di Champions League. Delio Rossi aveva chiesto la svolta dopo le ultime vicissitudini, una gara tutto cuore e orgoglio e i suoi lo hanno accontentato in pieno disputando una partita superba e vincendola nettamente e meritatamente. Davvero deludente il Werder Brema, mai in partita, troppo lezioso e sempre in balìa della Lazio. Oltre a Rocchi l'altro protagonista della serata è stato Meghni, autore di giocate di alta classe, ma tutti meritano un elogio. Rossi deve fare a meno di Pandev, neppure convocato per via dell'indurimento muscolare al flessore; sarà Makinwa a sostituirlo e ad affiancare Tommaso Rocchi che ha recuperato dalla distorsione alla caviglia sinistra. Il tecnico Schaaf ritrova Fritz sulla corsia di destra e Pasanen si sposta sulla corsia opposta. Confermati Baumann per l'indisponibile Frings, quindi Andreasen per Jensen; in avanti sarà ancora Rosenberg il partner di Almeida; gli altri indisponibili sono Sanogo, Wome e Klasnic. Partenza aggressiva della Lazio che tenta subito di sorprendere il Werder. Al 1' ci prova Makinwa con un destro che termina a lato, ma la vera palla gol al 6' capita sui piedi di Rocchi: l'attaccante, servito da Makinwa, scatta in posizione regolare ma invece di restituire il pallone al nigeriano, solo davanti alla porta, va alla conclusione sbagliando.

I tedeschi rispondono all'8' con un colpo di testa di Hugo Almeida, in anticipo su Behrami. La Lazio però è in partita, gioca ottimamente di prima e cerca con insistenza la via del gol. Ci prova Stendardo all'11' che sfrutta un lancio da metà campo di Ledesma e tira sulle braccia di Wiese. Al 13' Zauri si libera sulla sinistra e costringe il portiere avversario a una parata non facile. Problemi per Zauri dopo 18' che deve lasciare il posto a De Silvestri. Il Werder è troppo lento, rischia moltissimo nell'applicazione del fuorigioco e fa registrare diversi errori nei passaggi. Al 22' grandissima occasione per Makinwa che, lanciato da Ledesma, a tu per tu con il portiere si fa respingere la conclusione. Al 32' primo cambio obbligato anche per Schaaf con il capitano Baumann, colpito involontariamente da un calcio al naso, costretto a lasciare il campo al danese Jensen. Al 36' Rocchi lanciato a rete viene anticipato al momento del tiro da Mertesacker. La pressione della Lazio è sempre costante ma il primo tempo si chiude a reti inviolate. Ottima la partenza dei biancocelesti anche nella ripresa e all'11' arriva il gol su calcio di rigore concesso per un fallo di Naldo su Meghni: Rocchi si fa parare il tiro ma poi riesce ad intervenire per primo sul pallone con la punta e a ribadire in rete. Il Werder, fino ad ora rinunciatario prova a reagire: al 21' ci prova Almeida su punizione e poco dopo, sempre su calcio piazzato Naldo impegna severamente Ballotta che si oppone con un grande intervento.

Al 23' il raddoppio: Meghni con una gran giocata recupera una palla e lancia Rocchi che brucia la retroguardia avversaria e supera Wiese scatenando l'entusiasmo dell'Olimpico. Rossi inserisce Manfredini per Meghni (meritata ovazione per lui), mentre nel Werder Harnik sostituisce Fritz. La Lazio rischia quasi nulla fino al 40' quando Bebek concede giustamente il rigore al Werder per un fallo su Mertesacker commesso da Cribari che era già ammonito e che viene espulso: la trasformazione è di Diego. In pieno recupero espulso lo stesso Diego per doppia ammonizione.


Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:

La S.S. Lazio interrompe una serie negativa di quattro sconfitte consecutive tra campionato e UEFA Champions League e rilancia le proprie ambizioni nella massima competizione europea per club. All'Olimpico, dove aveva sempre perso nelle ultime quattro apparizioni, la squadra di Delio Rossi supera 2-1 il Werder Bremen nella quarta giornata e aggancia al secondo posto del girone C l'Olympiacos CFP, che affronterà in casa il prossimo 28 novembre. Eroe della serata Tommaso Rocchi, che firma nella ripresa entrambe le reti biancazzurre, la prima dopo aver ripreso un suo rigore respinto da Tim Wiese. Inutile per i tedeschi il gol dal dischetto del brasiliano Diego a due minuti dalla fine. Una lesione ai flessori della coscia destra mette ko Goran Pandev: al posto dell'attaccante macedone, Rossi conferma Stephen Makinwa. Tre novità rispetto alla formazione sconfitta sabato dall'ACF Fiorentina: in difesa torna Valon Behrami al posto di Lionel Scaloni, a centrocampo Gaby Mudingayi e Mourad Meghni sostituiscono Fabio Firmani e Christian Manfredini. Senza capitan Torsten Frings e l'attaccante ivoriano Boubacar Sanogo, infortunati, Thomas Schaaf dà fiducia alla squadra vittoriosa sull'FC Hansa Rostock: l'unica novità è in difesa, dove Clemens Fritz prende il posto del serbo Duško Tošić con il finlandese Petri Pasanen dirottato a sinistra. Meghni ha un buon approccio alla gara e ispira i primi attacchi della Lazio. Al 6' il francese serve un invitante pallone a Rocchi, il cui tiro è però impreciso.

Dopo un colpo di testa alto di Hugo Almeida su cross di Fritz, i padroni di casa creano un'altra opportunità: sul traversone di Cristián Ledesma, lo stacco di Guglielmo Stendardo è imperioso ma il pallone è troppo centrale e Wiese blocca senza problemi. Al 13' il portiere tedesco è costretto invece alla deviazione in corner da un bel tiro a giro di Luciano Zauri, liberato da Rocchi dopo una bella combinazione con Meghni. Dopo diciotto minuti termina però la partita del capitano, che va ad aggiungersi alla già affollata infermiera biancazzurra: al suo posto entra il giovane Lorenzo De Silvestri, fresco di rinnovo contrattuale, con la fascia che passa sul braccio di Rocchi. Poi diventa protagonista Makinwa: il nigeriano prima smarca bene Meghni, che però tira alto, poi "spara" addosso a Wiese dopo un assist al "bacio" di Ledesma. Al 32' è costretto a lasciare il campo anche il capitano del Werder, Frank Baumann, colpito involontariamente al naso da Ledesma: lo sostituisce Daniel Jensen. Quattro minuti dopo è provvidenziale il recupero in scivolata di Per Mertesacker su Rocchi, lanciato da Meghni. Al 40' ancora l'attaccante gira bene su corner di Ledesma, ma Pasanen è appostato sulla linea e allontana di testa. Nella ripresa il Werder parte meglio: Diego prima tira di poco a lato su intelligente sponda di Tim Borowski, poi calcia sulla barriera un'invitante punizione concessa per un fallo proprio al limite di De Silvestri su Markus Rosenberg. Ma a segnare è la Lazio. Bel pallone filtrante di Massimo Mutarelli per Meghni, che cade a terra per l'intervento di Naldo: per l'arbitro croato Ivan Bebek il contatto è da rigore. Dal dischetto Rocchi sbaglia come nel preliminare contro la FC Dinamo 1948 Bucuresti, ma sulla respinta di Wiese il numero 18 è il più reattivo e mette dentro in scivolata.

La reazione dei tedeschi è poco convinta e produce soltanto un "tiraccio" di Fritz e una punizione-bomba di Naldo, respinta con sicurezza da Marco Ballotta. Così, al 68', arriva inesorabile il raddoppio dei padroni di casa: lancio in orizzontale di Meghni per Rocchi, Naldo si addormenta e l'attaccante con un bel tocco non lascia scampo al portiere avversario e firma la doppietta. Al 74' gli ospiti protestano per un intervento di Emílson Sánchez Cribari su Rosenberg in area su cui il direttore di gara sorvola. Poi esce – tra gli applausi – Meghni, che cede il posto a Manfredini; Schaaf richiama invece Fritz per inserire Martin Harnik. All'88 Bebek concede un altro rigore per una trattenuta su Mertesacker di Cribari, che rimedia il secondo giallo e viene espulso: dagli undici metri Diego (espulso al quinto minuto di recupero per proteste) non sbaglia, ma la Lazio resiste agli attacchi finali del Werder e porta a casa un successo di platino.