Mercoledì 14 novembre 1973 - Londra, Wembley Stadium - Inghilterra-Italia 0-1

Da LazioWiki.

Stagione

Incontro internazionale Amichevole. Ore 20.00.

INGHILTERRA: Shilton, Madeley, Hughes, Bell, McFarland, Moore (cap.), Currie, Channon, Osgood, Clarke (74' Hector), Peters. A disp. Clemence, Storey, Brooking, Dobson, Worthington, Keegan. C.T. A. Ramsey.

ITALIA: Zoff, Spinosi, Facchetti (cap.), Benetti, Bellugi, Burgnich, Causio, Capello, Chinaglia [7], Rivera, Riva. A disp. Castellini, Sabadini, Zecchini, Furino, Re Cecconi, Bigon, Boninsegna, P.Pulici. C.T. Valcareggi.

Arbitro: Marques Lobo (Portogallo). Guardalinee: Barradas e Dinis (Portogallo).

Marcatore: 86' Capello.

Note: serata fredda con pioggia battente. Terreno in discrete condizioni. Angoli 19-2 per l'Inghilterra.

Spettatori: 100.000 circa.


La formazione azzurra
Re Cecconi abbraccia Causio
(Gent.conc. sig. Stefano Re Cecconi)
Chinaglia in azione
Il goal di Capello
dal Corriere dello Sport
Chinaglia impegna la difesa inglese
Chinaglia festeggiato dai tifosi italiani a fine gara
Chinaglia all'uscita dal campo, portato in trionfo dai tifosi
dal Corriere dello Sport

E' finita come era cominciata, con una grande bandiera tricolore portata di corsa attraverso il campo da alcuni tifosi italiani. La squadra azzurra ha vinto a Wembley con un gol in extremis, confermando le sue caratteristiche di formazione saldissima in difesa, abile ed anche fortunata in attacco. Ovazioni per Osgood, in polemica con il c.t. Ramsey, che l'ha richiamato in squadra dopo un lungo purgatorio, per Chinaglia, tanto per ricordare i fatti di Lazio-Ipswich, per Riva, questa dei tifosi italiani è piena di speranza, all'annuncio delle formazioni.

Wembley è gremito anche stasera, al limite dei centomila spettatori, malgrado la giornata piena di avvenimenti per una Londra peraltro preoccupata soprattutto dei sintomi di crisi che affliggono tutta l'Europa. Ramsey porta in panchina due punte, Hector e Worthington, confermando così che intende fare una partita di attacco e che non ha completa fiducia di Osgood.

Le due formazioni, peraltro, sono negli schieramenti annunciati e pure nelle marcature, al calcio d'inizio, non ci sono sorprese. Da parte italiana Spinosi contro Clarke, Bellugi addosso a Osgood e Facchetti su Channon, come nella gara di giugno a Torino. Quindi, a centrocampo, le coppie Rivera-Bell, Capello-Peters e Benetti-Currie. Burgnich è il libero da parte azzurra, Moore occupa lo stesso ruolo, ma in modo più elastico, come è tradizione del calcio inglese, dalla parte opposta.

Sulle punte italiane Mc Farland gioca contro Chinaglia, mentre Riva è controllato da Madeley e su Causio, che ha un ottimo inizio, deve impegnarsi subito a fondo Hughes. Proprio Causio porta il primo affondo sulla destra, poi Chinaglia è maltrattato da Mc Farland il quale, grazie alla compiacenza dell'arbitro Lobo, può impostare un'azione d'attacco molto pericolosa al termine della quale Bellugi è costretto a trattenere per la maglia Channon sfuggito a Facchetti e pronto al tiro. La risposta degli azzurri è però prontissima, prima con una triangolazione Rivera-Causio-Riva che il cannoniere azzurro non riesce a concludere per l'attenta marcatura di Madeley, poi con una botta di Rivera da lontano, di poco a lato.

Gli azzurri non seguono il ritmo furibondo degli avversari, ma cercano di mantenere le posizioni, di attendere gli avversari in zona. Rivera sta più avanti degli altri centrocampisti tentando di tenere in soggezione Bell, ma questi ha tanta birra da non preoccuparsi troppo dell'avversario diretto confidando su rapidi rientri. La pressione dei "bianchi" è ben controllata, quindi, si trovano in avanti gli azzurri con una lunghissima puntata di Bellugi che fallisce il cross anche perché provato da un precedente intervento di Moore. Ancora gli italiani all'attacco tre minuti dopo con una veloce manovra in contropiede Burgnich-Rivera-Riva-Rivera con apertura sulla destra verso Chinaglia che evita un suo avversario ma si allarga un po' troppo e non può che calciare da posizione piuttosto angolata addosso a Shilton in uscita.

La reazione dei britannici è rabbiosa, e Zoff al 16' nega a Currie la soddisfazione del gol opponendosi a mani aperte con un gran volo alla staffilata dell'ala destra, sfuggita a Benetti. La partita ha una pausa, gli inglesi si accorgono che, con tutto il loro movimento, non ingannano la nostra difesa, la quale ha solo da soffrire un poco sui calci d'angolo. Per contro, i britannici sono in difficoltà, perché, costretti a stare "coperti" per timore del contropiede di Riva e Chinaglia, non possono attaccare in massa e non vedono come di consueto i difensori larghi sulle ali per proseguire le azioni.

La pioggia fine ed irritante, iniziata a cadere poco prima dell'incontro, complica ulteriormente le manovre dei ventidue, che non hanno avuto tempo di cambiare i tacchetti e metterne di più adatti al terreno. Col passare dei minuti, gli azzurri si rinchiudono maggiormente nella loro metà campo, lasciando in avanti soltanto le due punte, a tratti solo Chinaglia, visto che Riva sulla sinistra arretra a sua volta. Al 27', dopo un "buco" di McFarland, va via solo Chinaglia, ma è messo a terra da una botta di Moore. Si riportano in avanti i "bianchi" e su un lancio di Bell c'è una deviazione di Osgood che mette in azione Channon, il cui tiro basso e violento finisce a lato. Sulla successiva offensiva degli inglesi Burgnich porta via bene la palla sulla destra, ma è attaccato e colpito duramente da Osgood. Si vendica Spinosi su Clarke, poi la pressione inglese diventa a tratti ossessionante e su un attimo di incertezza della nostra difesa si inserisce Bell, che calcia con violenza rasoterra: la palla esce sulla destra di Zoff, passando fra le gambe di Burgnich. Insistono i bianchi, un errore di Benetti dà via libera a Currie, che stanga trasversalmente, a lato di poco sulla destra di Zoff.

Gli inglesi concludono il primo tempo all'attacco, ma senza troppi danni per i nostri, peraltro costretti a salvarsi più volte in corner. Formazioni immutate e stesso andamento di gioco in apertura di ripresa. Partono gli inglesi a testa bassa, gli azzurri li "contrano" già al 2' con una manovra Capello-Rivera, il cui cross è respinto alla meglio da Moore. Lo stesso Moore su centro di Benetti sfiora l'autogol, quindi si rovesciano di nuovo in avanti i bianchi e su traversone basso di Currie, Channon in scivolata soffia la palla a Zoff ma mette sul fondo.

Spinti dal pubblico gli inglesi insistono, un centro di Madeley dalla destra obbliga Bellugi ad una affannosa ma comunque intelligente deviazione in angolo. Ancora sulla destra va via al 10' Bell, e Benetti prima "cicca" l'intervento, poi rimedia in extremis con Zoff già in crisi. Si fanno vivi gli azzurri in contropiede: va via solo Chinaglia, cerca il fallo e lo ottiene, ma Riva sbaglia la botta su punizione. Adesso gli inglesi restano in piedi e i nostri scivolano sempre, nell'intervallo loro sono stati evidentemente più rapidi a sistemare le scarpette.

La miglior situazione consente ai britannici di calciare a rete più volte prima del quarto d'ora, quando gli azzurri prendono coraggio, si affacciano con maggior decisione nella metà campo avversaria e al termine di una manovra Benetti–Chinaglia-Rivera-Riva il "bomber" azzurro, smarcato bene dall'ultimo tocco del milanista, calcia con forza obbligando Shilton a una difficile deviazione in angolo. Ancora Rivera sul successivo corner, Chinaglia colpisce con una deviazione di testa la parte superiore della traversa.

Insistono gli azzurri e Rivera è platealmente "placcato" da McFarland mentre sta proponendo a centrocampo una nuova manovra offensiva. Causio è poi costretto al fallo, al 24' per fermare Currie sfuggito ancora una volta a Benetti. La punizione non ha esito, ben più pericolosa la successiva puntata di Hughes sulla cui botta dal limite Zoff è costretto ad una vera prodezza per impedire il gol. Vista l'inutilità degli sforzi delle punte, il c.t. Ramsey al 28' fa uscire Clarke e lo sostituisce con Kevin Hector, la punta del Derby County.

La situazione non migliora in quanto ad efficacia per i "bianchi", gli azzurri si rifanno vivi in contropiede alla mezz'ora con una manovra sulla destra al termine della quale Benetti centra per Chinaglia, la cui deviazione di testa, molto bella, impegna Shilton in una difficile parata. Dopo questa azione di alleggerimento, riprendono il comando del gioco i padroni di casa, l'assedio alla nostra porta diventa a tratti rabbioso, ma alcuni clamorosi errori di mira impediscono agli uomini di Ramsey di tradurre in gol i loro sforzi. Zoff è in difficoltà soltanto al 35' su un centro spiovente dalla destra di Madeley, poi gli azzurri, per evitare ulteriori pericoli, spingono in avanti e al 42', su contropiede, ottengono il gol della clamorosa vittoria.

Si libera bene la difesa poggiando su Capello, il quale a centro campo controlla e appoggia verso Chinaglia. Il centravanti scatta bene, allarga leggermente per evitare l'intervento di McFarland, lo dribbla e poi stanga forte trasversalmente. Shilton si oppone come può, a mani aperte, al bolide, che rimbalza al limite dell'area del portiere, dove Capello, che ha seguito l'azione, lo aggancia e lo mette in rete con un tocco lieve, per finire un attimo dopo sotto il mucchio dei compagni festanti. E' la punizione per un'Inghilterra che ha confermato di non saper tirare in porta con efficacia e che chiude il match all'attacco, calciando il diciottesimo ed inutile corner.


« Mi chiamo Luigi Pomarico, di Avellino. Vivo e lavoro a Londra. Sono uno dei tanti camerieri italiani che si son fatti una piccola posizione in questa grande città. Il mio amico qui presente, Leonardo Coggiano, pure lui di Avellino, spartisce con me le fatiche da un tavolo all'altro ». Luigi Pomarico, uno dei tanti italiani che stasera a Wembley tifano per gli azzurri. Però, questo giovane uomo ha una storia da raccontare. « Ho lavorato con Giorgio Chinaglia — ricorda — nello stesso bar italiano, il Sella Bar, a Cardiff. A quell'epoca, lui aveva diciott'anni, come me. Giorgio stava al banco ma lavava soltanto le tazzine, io stavo alla macchina del caffè. Gli ho scritto due volte in questi ultimi anni. Non mi ha mai risposto. Ora che è ricco, forse, non ricorda più gli amici dei tempi più difficili. Mi piacerebbe vederlo, parlargli ».

« E lei — chiediamo — che cosa ricorda ancora del Chinaglia che lavava le tazzine ? ».

« Era tifoso dell'Inghilterra e suo padre non poteva soffrire gli inglesi. Padre severo, ma molto affettuoso con Giorgio, che giocava già a pallone in una squadra di dilettanti, lo Swansea. Si allenava due volte alla settimana. Voleva portare anche me nello Swansea. Io rifiutai, così sono rimasto cameriere. Mi fa piacere che Chinaglia abbia fatto carriera. Lo ricordo come un ragazzo buono, generoso. Credo che lui avrebbe preferito trovare successo nel calcio inglese, comunque ».

«Come vi hanno trattato gli inglesi in questi giorni a Londra, prima della partita?».

«Molto bene. Non ci hanno mai stuzzicati in ristorante. Tuttavia qui l'opinione pubblica è rimasta molto seccata per i fatti di Lazìo-Ipswich. Credo che il mio amico Chinaglia stasera andrà forse incontro a un trattamento particolare ».

Da Luigi Pomarico, collega del Chinaglia «lava le tazzine del caffè», alla tribuna d'onore. Lo staff dirigenziale azzurro è al completo. Con Carraro e Allodi c'è anche il presidente della federazione Artemio Franchi, che ha raggiunto Londra nel pomeriggio, forse per dissipare le voci di un attrito fra i tre «big» al vertice della nostra Nazionale. La Juventus è rappresentata da Vycpalek. Il trainer segue con particolare interesse la prova dei suoi uomini, presto chiamati con più continuità anche agli impegni del campionato.