Mercoledì 15 dicembre 1999 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Ravenna 4-1

Da LazioWiki.

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15 dicembre 1999 - 2870 - Coppa Italia 1999/00 - Ottavi di finale - gara di ritorno

LAZIO: Ballotta, Gottardi, Couto, Mihajlovic, Pancaro (66' Favalli), Lombardo (75' Boksic), Simeone, Marcolin, Nedved, S.Inzaghi, Salas (60’ Mancini). A disp.: Mondini, Sensini, Pisano, Pinzi. All. Eriksson.

RAVENNA: Cervone, Dell'Igna (46' Pellizzaro), Cristante, Atzori, Lamonica, Sotgia, Agostini, Bergamo (75' Pregnolato), Centofanti, Murgita, Vecchiola (46' Grabbi). A disp.: Lorenzini, Buscaroli, Guardigli, Rossi. All. Perotti.

Arbitri: Pellegrino (Barcellona Pozzo di Gotto) e Fausti (Milano).

Marcatori: 14' Mihajlovic, 51' S.Inzaghi, 53' Sotgia, 90' Mihajlovic, 94' Boksic.

Note: serata fredda, terreno in discrete condizioni. Ammoniti: Atzori, Centofanti, Nedved, S.Inzaghi, Simeone, Agostini. Recupero 1' p.t., 4's.t.

Spettatori: 4327 per un incasso di 58.395.000 lire.

La prima rete di Sinisa Mihajlovic
Un'altra immagine della prima rete biancoceleste ad opera di Mihajlovic
Simone Inzaghi segna la rete del raddoppio
Il Ravenna accorcia le distanze
Sinisa Mihajlovic per la seconda rete personale
La seconda marcatura del calciatore serbo
Anche il portiere ravennate si complimenta con Mihajlovic
La rete di Alen Boksic
Marcelo Salas in azione
Attilio Lombardo e Simone Inzaghi festeggiano Sinisa Mihajlovic

La Lazio affronta di petto il ritorno di Coppa Italia attaccando subito i romagnoli. Dopo soli 30 secondi Cervone è costretto ad uscire dalla sua area per bloccare una conclusione di Salas. Al 14' arriva la rete biancoceleste grazie ad una punizione di Mihajlovic. I biancazzurri però si rilassano ed i giallorossi cercano di avanzare in cerca del pareggio. Nel secondo tempo ci pensa Simone Inzaghi a realizzare il raddoppio, ma circa 3 minuti dopo è Sotgia ad accorciare le distanze. A questo punto i biancazzurri cercano di chiudere la partita, ma il palo nega la rete ad Inzaghi. Dopo aver sbagliato altre occasioni con Mancini e Simeone, la Lazio centra la terza rete ancora con Mihajlovic sempre su punizione e, a tempo abbondantemente scaduto, trova il quarto goal con Boksic dopo che Nedved aveva colpito un altro palo. I biancocelesti passano così il turno: un risultato che fa morale e che porta la Lazio ai quarti di finale contro la Juventus.


Il Messaggero titola: "Coppa Italia. I biancocelesti sprecano e soffrono contro il Ravenna. Ma il serbo colpisce due volte. Lazio, basta Mihajlovic".

L'articolo così prosegue: Appena una dozzina di minuti per archiviare la pratica-Ravenna e per lanciare l'ennesimo guanto di sfida alla Juventus. Ancora una volta ci ha pensato il sinistro fatato di Sinisa Mihajlovic a sbloccare il risultato, prima, ed a metterlo al sicuro nel finale. Altre due magie balistiche del difensore, giunto quest'anno al settimo centro sui calci piazzati, che si conferma il miglior specialista mondiale sulle punizioni. Le prodezze di Mihajlovic hanno spianato la strada alla qualificazione dei biancocelesti che a gennaio si troveranno di nuovo faccia a faccia con i bianconeri nei quarti. Prima del vantaggio la Lazio aveva costruito altre due buone opportunità: la prima dopo 30 secondi, con Cervone costretto ad uscire di corpo fuori area per ribattere una conclusione di Salas e con Inzaghi atterrato subito dopo all'interno dei 16 metri da Cristante. Lo stesso attaccante si era prodotto in uno spunto interessante sulla destra senza, però, trovare alcun compagno pronto a ribadire in rete l'ottimo suggerimento.

Insomma, una Lazio animata dagli stimoli necessari, decisa a fare la partita e sempre pronta a tenere alta la concentrazione. Pellegrino sorvolava su un intervento scomposto di Ballotta fuori area ai danni di Vecchiola, ma subito dopo era Salas a sciupare la più solare delle opportunità calciando addosso a Cervone in uscita un prezioso lancio profondo di Nedved. Il centrocampista ceko si dimostrava il più intraprendente e vivace, quello con maggiore voglia di giocare, ma veniva preso di mira dagli avversari che, ripetutamente, lo toccavano duro senza che il modesto, acerbo, e permissivo arbitro Fausti intervenisse con la necessaria decisione. L'atteggiamento del direttore di gara rischiava di accendere una gara tranquilla e senza storia. Nella Lazio, Gottardi confermava il buon momento di forma, Couto e Mihajlovic dominavano sui palloni alti e Simeone metteva in campo la solita grinta del lottatore. In avanti, però, la coppia Salas-Inzaghi non riusciva ad essere concreta. Il Matador ci provava ancora sul finale del tempo ma il rabbioso sinistro si perdeva fuori di una spanna.

Sotto di una rete al riposo, il Ravenna restava comunque in partita, deciso a vendere cara la pelle e convinto di poter acciuffare l'insperato pareggio che riaprirebbe il discorso qualificazione. Inzaghi provava a spegnere le velleità degli ospiti con un bel guizzo su verticalizzazione di Salas ma, dopo neanche 3 minuti, un marchiano errore di Pancaro liberava Sotgia al tiro solo davanti a Ballotta. Per i romagnoli un piccolo record: nelle ultime 7 gare la Lazio ha subito solo 2 reti, realizzate proprio da Vecchiola e da Sotgia. Il 2-1 ravvivava una sfida che appariva chiusa sul raddoppio biancoceleste. Un palo di Inzaghi, lanciato da Nedved, lasciava chiaramente intendere che la Lazio non era disposta a correre troppi rischi. Però in avanti i biancocelesti sprecavano calcio ed occasioni in quantità industriale: Inzaghi, due volte Mancini, Simeone, non davano senso compiuto alla supremazia tecnica e nel finale la Lazio doveva tenere botta alle fiammate del Ravenna. Nedved sventava un colpo di tacco di Murgita e Mihajlovic concedeva il bis, suggellando il passaggio del turno. In chiusura un palo di Nedved ed un gran gol di Boksic che firmava il 4-1.

Messa momentaneamente da parte la Coppa Italia, la società pensa al campionato ed al mercato. Dopo i colpi di Claudio Lopez e Fabrizio Ravanelli, che a differenza dell'argentino, arriverà a fine mese alla corte di Eriksson, la Lazio si sta muovendo in grande stile per assicurarsi il portiere degli anni Duemila. Dopo un ennesimo tentativo per arrivare a Buffon, andato a vuoto, la Lazio ha deciso di puntare forte su Francesco Toldo ed ha fatto conoscere alla Fiorentina l'entità della propria offerta economica: 50 miliardi di lire. Il club viola, però, ne pretende una decina in più. Ma la base della trattativa è concreta e, molto probabilmente, Cragnotti riuscirà a compiere un altro grande colpo, magari mettendo sul piatto della bilancia anche una parziale contropartita tecnica.


La Gazzetta dello Sport titola: "Mihajlovic, la solita punizione. Il Ravenna tenta l'impresa, ma si arrende davanti alle magie da fermo di Sinisa. Dopo due mesi, Mihajlovic ritrova il gol su punizione e trascina la Lazio contro il Ravenna dell'ottimo Sotgia. A rete anche Boksic e Inzaghi. Qualche cattiveria di troppo".

Continua la "rosea": Un pronostico rispettato, due ritorni d'autore e una conferma al gol, una partita con troppe botte: la Lazio è entrata così nei quarti di finale della coppa Italia, con qualche sofferenza di troppo cui facciamo presto a dare un nome, quello di Sotgia, già bravissimo all'andata, un giocatore sicuramente da serie maggiore. È stato lui l'autore del gol ravennate che ha tenuto in apprensione per un bel po' di secondo tempo la squadra di Eriksson prima dell' uno-due finale che ha definitivamente steso gli ospiti. Ma anche i gol della Lazio meritano un approfondimento. Intanto s'è risvegliato il piede sinistro di Mihajlovic, che non segnava su punizione da quasi due mesi, dalla notte di Champions League a Maribor. Sarà stata la serata umida ma non fredda o forse l'aver trovato il sospirato calzino terapeutico o ancora il voler spiegare all'ex compagno Cervone che i tempi della sfortuna e del pallone che non voleva entrare (l'epoca della comune milizia romanista) sono davvero finiti: fatto sta che dopo meno di un quarto d'ora Sinisa ha ritrovato il sorriso-ghigno che cercava da tempo, fotocopiando poi il tutto al novantesimo prima che anche Boksic mettesse il timbro del 4-1 finale. Pure Simone Inzaghi s'era bloccato, la sua ultima rete era leggermente meno lontana, ma il suo smaniare di inizio partita dava proprio l' idea di un'antipaticissima crisi di astinenza. È arrivato al gol dopo un bel batti e ribatti: nel primo tempo se l'era presa proprio con Salas per un peccato d' egoismo del cileno su un bel suggerimento di Nedved, nella ripresa il Matador s'è fatto perdonare confezionando un bel pallone in profondità su cui il compagno di reparto ha lasciato sul posto Centofanti battendo ancora Cervone.

Per la verità la cosa più bella di Inzaghino è venuta dopo, ancora su un servizio di Nedved, un sinistro in corsa: che ha avuto ragione del portiere avversario ma non del palo dopo diciotto minuti di secondo tempo. Peccato che la partita sia stata soprattutto all'inizio riempita anche da una fastidiosa durezza: brutta l'entrata di Nedved su Dall'Igna punita con l'ammonizione, mentre la coppia arbitrale ha perdonato una bella spallata di Cristante sempre sul ceco. In realtà il duo Pellegrino-Fausti non è stato proprio da applausi: molti dubbi sul fuorigioco fischiato a Salas nella pericolosa azione con cui la Lazio ha inaugurato la partita, mentre a Ballotta è stata perdonata una collisione leggermente fuori dall'area con Vecchiola alla metà esatta del primo tempo. Forse esagerato definire la partita bella, però non ci si è annoiati. Il Ravenna è stato vivo ed è rimasto vivo anche dopo essere stato freddato da Mihajlovic dopo meno di un quarto d' ora. Capitan Sotgia è risultato ancora una volta il migliore sulla destra dove Pancaro s'è visto diverse volte in affanno. Vecchiola ha provato a smazzare l'assist giusto dalla tre quarti, il problema è che davanti Murgita non è riuscito a mordere e c'è voluto un colpo di testa di Cristante per impegnare davvero Ballotta nel primo tempo. La Lazio s'è presentata in campo tutt' altro che abulica, sentendo l' obbligo di non correre rischi e di non fare (soprattutto non farsi) scherzi. Nei primi quarantacinque minuti però ha provato più che altro con i tiri della distanza, soprattutto una botta di Simeone neutralizzata molto bene da Cervone prima di un tentativo di Salas ancora senza fortuna. Nella ripresa la Lazio ha creduto di aver risolto la pratica, ma al 9' Sotgia ha sfruttato uno svarione di Pancaro, presentandosi a tu per tu con Ballotta e riaprendo la partita.

A quel punto è successo tutto, ma anche per un attimo il suo contrario. È vero che la Lazio ha sfiorato diverse volte il gol, dal già raccontato palo di Inzaghi a un paio di opportunità a distanza ravvicinata per Mancini. Ma prima del bis di Mihajlovic, del palo colpito da Nedved e del poker di Boksic a tempo scaduto, il Ravenna aveva avuto una lussuosa opportunità: corner di Sotgia, ping pong in area, primo tentativo di Murgita a distanza ravvicinatissima, poi il pallone rimbalza su Grabbi che a pochi metri dalla linea di porta non trova il tempo giusto. Sarebbe stato un 2-2, risultato qualificazione per gli ospiti, a soli quattro minuti dal novantesimo...


Tratte dal quotidiano sportivo, alcune dichiarazioni post-gara:

«Siamo in grandissima forma». Sven Eriksson vorrebbe ripetere la frase all'infinito. Bravi, bravissimi, i suoi ragazzi gli sono piaciuti da morire. Sulle ritrovate punizioni di Mihajlovic azzarda persino: «Non saprei davvero quale delle due è stata più bella. Ogni punizione di Sinisa è quasi come un rigore». No, non si lamenta Eriksson, anche se ammette: «Sul 2-0 abbiamo sbagliato qualcosa, tanto è vero che il Ravenna ha segnato. Anche sul 2-1 loro hanno avuto qualche occasione, per fortuna noi ne abbiamo avute di più. Soprattutto nel finale: la squadra spingeva, segno che c'è tanta qualità in questa Lazio. Pancaro non è in grandissima forma, forse avrei potuto toglierlo prima, Nedved era troppo arrabbiato, all' intervallo gli ho detto: anche se ti ammazzano non voglio vedere reazioni. Ai quarti di finale anche Nedved è prezioso. Boksic sta benissimo, speriamo che giochi così anche domenica prossima. Simone Inzaghi ? Ha lottato bene, non è ancora in grandissima forma, ma ci manca poco. Si vede che ultimamente ha giocato poco, non per colpa sua, ma mia».

Eccolo l'eroe della giornata: Sinisa Mihajlovic. Racconta il testa a testa con Cervone nella seconda punizione gol: «L'ho avvertito: per te non c'è speranza, da quella posizione per me è come un rigore. Lui si è messo a ridere. Conosce bene le mie punizioni da quando giocavano insieme alla Roma: già allora gli facevo male, dopo un po' era costretto a fasciarsi i polsi». Spietato Mihajlovic, anche con gli scettici: «È chiaro che se in una partita c'è una sola punizione, diventa più difficile segnare. Se invece ce ne sono 4, almeno due gol vengono fuori. Quando gioco io non fanno più falli alla Lazio...». Perotti non ci sta ad una sconfitta così pesante: «Per un pelo non abbiamo segnato il 2-2, peccato per questo risultato che cancella tutto quello che di buono ha fatto il Ravenna». L'autocritica è inevitabile: «Già in partenza eravamo sbilanciati», anche se sottolinea la generosità dei suoi. Ed elogia Sotgia. Come del resto aveva fatto Eriksson: «Velocissimo, crossa bene, strano che non sia mai arrivato in serie A».


Dal Messaggero:

Quando in squadra hai uno come Mihajlovic anche una serata per pochi intimi diventa un bel ricordo. Due gemme su punizione, insieme al ritrovato sorriso di Simone Inzaghi e ad una botta dello scoppiettante Boksic. «Come potrei lamentarmi...Con un giocatore così ogni punizione è un calcio di rigore. Ha fatto due gol, uno più bello dell'altro». Sven Goran Eriksson spende parole di elogio per il suo stoccatore ed analizza la gara che ha regalato alla Lazio il passaggio del turno. «Abbiamo sbagliato qualcosa sul due a zero per noi. Non dovevamo concedere il gol e nemmeno un'altra occasione. Per il resto la squadra ha avuto un buon atteggiamento, soprattutto quando serviva, e nei minuti finali abbiamo fatto due gol». Questa sera la Juventus affronterà il Napoli in una partita che sembra una formalità. La squadra bianconera potrebbe incrociare ancora il destino della formazione laziale. «Tranne il Parma sono passate tutte le grandi e questo dimostra che è una vera coppa. Speriamo di incontrare la Juve, sarà bello». Il tecnico biancoceleste svela un retroscena dell'incontro. «Ad un certo punto ho pensato di sostituire Nedved. Stava prendendo tante botte... Gli ho mandato un messaggio in campo e poi ho approfondito nello spogliatoio». Il postino, in campo, è stato Attilio Lombardo. «Gli ho detto di non reagire perché lo avrebbero cacciato ed io avevo bisogno di lui per i prossimi turni. Pavel ha capito e tutto è andato per il meglio». Eriksson ha ammirato ancora una volta le giocate di Sotgia al quale fa grandi complimenti, così come ha fatto poco dopo mister Perotti. «Sono contentissimo di averlo ma non riesco a capire come non possa giocare anche in serie A».

Sinisa Mihajlovic entra in sala stampa con il sorriso sulle labbra. Il concetto espresso da Sven Goran Eriksson qualche istante prima ha un precedente anche in campo. «Prima di calciare la seconda punizione sono andato da Cervone e gli ho detto che per me da quella posizione era un calcio di rigore. Lui ha sorriso e dopo mi ha detto che avevo davvero ragione». Uno scambio di battute simpatiche tra due vecchi compagni di squadra. «Ci conosciamo dai tempi della Roma e già allora si fasciava le mani quando sapeva che dovevo calciare in allenamento le punizioni». Il difensore trova anche il tempo per una puntualizzazione. «Dicono in giro che non segno più. La verità è che quando sono in campo io ci danno poche punizioni. Non credo sia un caso ed oggi ho dimostrato di poter segnare sempre». Sinisa, che nell'ultimo mese ha avuto molti problemi al piede, dà poi appuntamento al campionato. «Adesso pensiamo al Piacenza». La serata di coppa Italia ha riportato il buonumore anche a Simone Inzaghi. L'ex centravanti del Piacenza ha segnato un gol e colpito un palo. Per lui è il settimo centro stagionale e nonostante Salas e Boksic siano nettamente avvantaggiati per l'attribuzione di una maglia farà di tutto per convincere l'allenatore a farlo giocare contro la sua ex squadra domenica.