Sabato 26 ottobre 1996 - Bergamo, stadio Atleti Azzurri d'Italia - Atalanta-Lazio 2-1

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Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1996/97 - 7ª giornata - Atalanta-Lazio 2-1

ATALANTA: Micillo, Rustico, Carrera, Sottil, Rossini, Foglio (88' Rotella), Herrera (88' Fortunato), Sgrò, Bonacina, Lentini, F.Inzaghi (88' Morfeo). n.e. Natali, Magallanes, Persson, Luppi. All. Mondonico.

LAZIO: Orsi, Negro, Nesta, Fish (66' Okon), Favalli, Fuser, Marcolin, Nedved (66' Baronio), Rambaudi, Protti, Signori (46' Casiraghi). n.e. Cano, Gottardi, Grandoni, Piovanelli. All. Zeman.

Arbitro: Sig. Cesari (Genova).

Marcatori: 4' Lentini, 49' F.Inzaghi, 75' Negro.

Note: ammoniti Bonacina (gioco scorretto), Rustico (proteste), Orsi (proteste), Marcolin (gioco scorretto), Rambaudi (comportamento non regolamentare). Calci d'angolo 5-7 per la Lazio. Sorteggio antidoping per Foglio, Fortunato, Fuser, Piovanelli.

Spettatori: paganti 5.854; incasso: 172.160.000. Abbonati: 11.168; quota: 334.862.281 lire.

Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara

Il cast di "La partita più pazza del mondo" è fatto. Dopo aerei e ospedali, il serial scopre il pallone con Atalanta-Lazio, la partita dove tutto è permesso. Ha vinto l'Atalanta, per la prima volta in questo campionato: tre punti d'ossigeno. Ha cercato disperatamente di non farlo, sbagliando un rigore, un sacco di occasioni e resuscitando nella ripresa la peggior Lazio immaginabile che, nel primo tempo, era stata un inno alla disorganizzazione. Alla fine si è' dovuta arrendere: tutte quelle palle gol avevano distillato almeno una rete in più degli avversari. Ha perso la Lazio e Zeman le ha dato una mano schierando solo nella ripresa Casiraghi, l'uomo che ha cambiato volto alla gara e messo in crisi la difesa avversaria. Non è bastato per pareggiare (immeritatamente) e neppure per istillare il dubbio nel boemo. "Non avevamo la giusta concentrazione", ha detto. E' sembrato mancasse anche, per 45', l'uomo più in forma tra gli attaccanti. Nella partita sottosopra, i simboli sono stati due "atipici", fuori dagli schemi anche nella vita: Pippo Inzaghi e Gigi Lentini. Inzaghi ha fallito il rigore che si era procurato e che, sull'1-0, avrebbe chiuso la partita; ha sbagliato un gol a porta vuota; ha messo in crisi in continuazione la difesa avversaria, indovinando tutti i movimenti sul filo del fuorigioco; ha infilato il sesto gol in 7 partite. Tra errori e prodezze ha vissuto la partita come una montagna russa. Lentini ha segnato un gol casuale ma giocato una splendida partita tutta voluta. Alla prossima di campionato lo attende il Milan e lui ha pronta una vendetta soffice, quella di chi ha trovato dentro di sé, tante risposte: "Sembrava non fossi più un calciatore e invece avevo solo bisogno di giocare con continuità. Ho lasciato il Milan per dimostrare che non sono finito, ma al Milan spero di tornare in futuro. Per ora torno a San Siro, domenica prossima, con il sorriso".

C'era Sacchi a vederlo in tribuna e chissà... Chissà per Lentini e chissà per Sacchi. I due attaccanti sono stati, in campo, il prolungamento della settimana di Mondonico. Chi conosce un po' l'allenatore aveva annusato la possibile vittoria. Si era lamentato, aveva iniziato a fare il parafulmine umano e aveva preparato a puntino la squadra per infilare, sul filo del fuorigioco, la difesa in linea della Lazio. Un lavoro che, nel primo tempo, ha smarcato almeno cinque volte un uomo nella metà campo spalancata. Molto ha fatto e sbagliato Inzaghi, ancor di più chi ha parlato di vittoria dell'entusiasmo, azzerando i meriti di Mondonico. Ironico, il mister: "Qui è sempre questione di cuore, meglio non parlare di tattica". La Lazio, oltre che dall'Atalanta, è stata sballottata nel primo tempo dalle sue mancanze. Pagate care, pagate tutte. Nel dettaglio: 1) senza Marchegiani e senza Cudicini, il terzo portiere Orsi non è sembrato pronto, soprattutto sul gol del raddoppio bergamasco; 2) Fish non pare uomo adatto a una difesa in linea e Nesta ha dovuto chiudere mille buchi, finendo per sbagliare a volte pure lui; 3) senza Okon centrale di centrocampo (ha giocato mezz'ora, ma da centrale difensivo) il gioco s'attorciglia e mancano i tempi giusti; 4) i "tagli" offensivi si sono visti solo nella ripresa, quando Casiraghi ha attirato le attenzioni di una difesa a uomo mai messa in difficoltà da Signori e Protti. Signori è stato fischiatissimo dal pubblico di suoi "connazionali" bergamaschi (triste sentire, prima della partita, cori "Italia Italia vaffan..." da una parte e cori "Duce duce" dall'altra). Sostituito dopo 45', ha dato questa lettura della gara: "Sei partite in un mese sono una fatica non indifferente. Abbiamo pagato anche la stanchezza". Vedendo la Lazio schiacciare l'Atalanta negli ultimi venti minuti, viene il sospetto che il problema sia altrove. Da risolvere martedì a Tenerife per restare in Europa.

Fonte: Corriere della Sera