Sabato 30 giugno 2001 - Misano Adriatico - Roma-Lazio 13-14 ai rig (1-1 dts)

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Sabato 30 giugno 2001 - Misano Adriatico - Giovanissimi Nazionali - Finale scudetto - 16:00

Roma-Lazio 13-14 ai rig (1-1 dts)

ROMA: (4-4-2) Pipolo, Petroccia, Meriano (1' 2°ts Rosi), Briotti (6' 2°ts Maisto), Gianfrancheschi, Landolina (16'st Mosciatti), De Martino, Virga (12'st Pistillo), Greco (20'st Mottola), Simonetta, Giacca (22'st Nughes). Allenatore R. Mattioli.

LAZIO: (4-4-2) Cosimi, Zaccardi (3' 1°ts Lauteri), Pellegrino, Grillo, Angeletti, Melara (17'st Delgado), Ferrazza, Formichetti, Ippoliti (31'st Mineo), Gallaccio, Perugini (11' 2°ts Diotallevi). Allenatore E. Fabbro.

Arbitro: Zanzi (Lugo).

Marcatori: 4' 1°ts Delgado (Lazio), 8' 2°ts Simonetta (Roma).

Note: Angoli 6-3 per la Roma. Ammoniti Petroccia, Formichetti.

Spettatori: 3.500.

La squadra festeggia il titolo di Campione d'Italia

Fonte: Corriere della Sera del 30 giugno 2001, pagina 49.

Due ragazzini, il biancoceleste Grillo e il giallorosso Simonetta, raccontano l'ultima sfida della stagione, quella per il titolo Giovanissimi oggi a Misano.

Il derby scudetto dei quindicenni. "Noi, tutto calcio e studio".

Il difensore laziale: "Ho un fratello campione Primavera, ma il mio idolo è sempre Nesta". Il cannoniere romanista: "Sono figlio d'arte, mio padre ha giocato nel Genoa".

Due ragazzini, il biancoceleste Grillo e il giallorosso Simonetta, raccontano l'ultima sfida della stagione, quella per il titolo Giovanissimi oggi a Misano Il derby scudetto dei quindicenni. "Noi, tutto calcio e studio" Un giorno, chissà, la cronaca di questa partita sarà rievocata alla vigilia di un grande derby, ancora una volta decisivo per lo scudetto. E le immagini proietteranno due ragazzini già con le movenze da campioni. Se Alessandro e Fabrizio ripercorreranno gesta e carriera di Francesco Totti e Alessandro Nesta, che dalle giovanili di Roma e Lazio sono arrivati ad essere i capitani della prima squadra. Per adesso, oggi pomeriggio a Misano Adriatico (ore 16, diretta raisport sat), Alessandro Simonetta, bomber giallorosso, Fabrizio Grillo, colonna della difesa biancoceleste, ed i loro rispettivi compagni si giocano il titolo Giovanissimi. Per la Lazio una prima opportunità di rivincita cittadina e la speranza di bissare lo scudetto primavera. Per la Roma, l'occasione di rendere, ancor più, annus mirabilis questo 2001 che ha visto la società del presidente Sensi ricucirsi sul petto lo scudetto dopo 18 anni. Considerando inoltre che, a seguire sempre a Misano, anche la squadra giallorossa degli Allievi Nazionali, guidata da Alberto De Rossi, si giocherà il titolo di categoria col Bologna. Prima, però, la stracittadina per i nati dall'86, allenati da Roberto Mattioli (Roma) ed Enrico Fabbro (Lazio), i cui fiori all'occhiello sono, appunto, Alessandro, fattosi notare per i ventinove gol realizzati, e Fabrizio, che comanda la difesa con spiccata personalità pur essendo dell'87. Simonetta è di Latina, ma vive ormai a Trigoria con Bruno Conti ("è un'emozione quando ci parla"). Simonetta è figlio d'arte. Il padre Robert ha calcato le serie maggiori con la maglia del Genoa ("i suoi consigli sono preziosi"). Grillo vanta invece un fratello (Simone, centrocampista) campione nazionale con la Lazio Primavera. Pur sognando ad occhi aperti l'Olimpico ed il calcio dei grandi, sono decisi ad andare avanti con lo studio, "difficile da conciliare, ma non impossibile". Il romanista è stato promosso al secondo anno di ragioneria, il laziale ha appena conseguito la licenza media. Sono accomunati anche da un primo amore, in senso calcistico s'intende, per una squadra milanese. Il Milan, ed in special modo Shevchenko per Simonetta, anche se Montella e Totti stanno facendo breccia nel suo cuore. L'Inter per Grillo, diventato subito biancoceleste quando ad otto anni è stato portato alla Lazio. "Ora sono lazialissimo, ma sempre sportivo. Quando ho fatto il raccattapalle per la nazionale, ho rimediato la maglia di Totti. Certo è della Roma, ma è un grande. Il mio idolo è Nesta, chiaro. La gioia maggiore è stata partecipare, attraverso un amico di famiglia, alla cena dello scudetto con Cragnotti e la squadra". Simonetta, centravanti vecchia maniera, è uno che in area si fa sentire. Grillo ha nella velocità e nel recupero le e armi migliori. "E' molto bravo" dicono l'uno dell' altro. Segno che stanno imparando ad essere Totti e Nesta anche fuori dal campo. I precedenti stagionali parlano a favore della Roma (due vittorie su tre). Un successo, comunque, per i due settori giovanili. "Arrivare alla finale - afferma Bruno Conti- vuol dire aver disputato un grande campionato. E' merito di tutta l'organizzazione che c'è dietro". Gli fa eco, dalla sponda biancoceleste, Sergio Vatta. "Ci si attesta nell'elite del calcio giovanile nazionale. Il futuro di Lazio e Roma è nei grandi investimenti, ma anche in queste radici".

Roberto Stracca.


Fonte: Corriere della Sera dell'1 luglio 2001, pagina 47.

A Misano, rocambolesco successo per 14 a 13 ai rigori sui cugini romanisti, che perdono anche la finale Allievi. Piccola vendetta biancoceleste: vinto lo scudetto dei Giovanissimi.

Anche in quest'anno magico la maledizione dei rigori non risparmia la Roma. Due titoli giovanili sfumano dagli undici metri. Uno se lo prende la Lazio, che sorride per lo smacco ai cugini e per il secondo tricolore dopo lo scudetto primavera. A Misano Adriatico la squadra biancazzurra conquista il titolo nazionale dei Giovanissimi, il terzo della sua storia, imponendosi (14-13) sulla Roma, che, in un sabato da dimenticare, cede, sempre nell'epilogo dal dischetto, anche nella finale Allievi al Bologna (4-2). Resta l'amaro in bocca ai giallorossi, soprattutto, per la sconfitta nella stracittadina per i nati dal 1986. Come spesso accade, infatti, la squadra più forte (la Roma) si smarrisce nella partita più importante. E come, invece spesso non succede, la "lotteria" dei rigori premia chi ha giocato meglio (la Lazio). Questa la fotografia di un derby, in cui la squadra giallorossa subisce la verve dei cugini, riagguanta il match ad una manciata di secondi dalla fine, s'illude di prevalere ai rigori, ma perde al termine di un'incredinile roulette russa. Protagonista in assoluto il laziale Fabrizio Grillo, difensore di un anno più piccolo degli altri, autore di una gara perfetta, del primo errore dal dischetto e del penalty decisivo. Un titolo assegnato dopo un primo tempo senza neppure lo stralcio di un'emozione, i ventidue bloccati dal caldo, dalla posta in palio e dalla ribalta televisiva. L'attenzione degli spettatori nell'intervallo la calamitano gli "Irriducibili" in trasferta, che espongono due striscioni contro Picchio De Sisti. Le parole che usa, in quegli stessi momenti, Enrico Fabbro, tecnico approdato al settore giovanile laziale dopo una lunga milizia alla Lodigiani, restano un mistero. Ma pungolano i suoi che prendono in mano le redini della partita. Grillo è abile nel far salire il gioco e a dettrane i ritmi. Antonio Rocca, ct delle nazionali under 15 ed under 18, si stropiccia gli occhi. Splendide anche le percussioni sulla fascia destra di Melara, look e fisico alla Mendieta. La Lazio colleziona cinque nitide palle gol, frenate dalla bravura del portiere Pipolo e dalla scarsa mira di Gallaccio. Fabbro manda dentro Delgado per Melara. Qualcuno storce la bocca ma i fatti daranno ragione all'allenatore. Si arriva ai supplementari. Passano tre minuti ed è proprio Alfonso Delgado, puntero d'origine spagnola a entrare di forza nell'area avversaria e battere Pipolo. I giallorossi si buttano avanti a testa bassa. Sfiorano il pari con una punizione di Gianfranceschi, lo trovano a 2' dal termine in mischia, con Simonetta. Lo stesso Simonetta si rompe il ghiaccio dei tiri dal dischetto. Alla terza tornata sbaglia Grillo, ma il giallorosso Maisto lo imita subito. 26 rigori e la parità regna ancora sovrana. Mottola spara sul palo le speranze romaniste, Grillo manda la Lazio in paradiso. Mentre i giovanissimi biancazzurri sono fanno festa, nella finale Allievi lo svedese Runstrom porta in vantaggio il Bologna. Servi pareggia per i giallorossi. Si arriva alla soluzione dal dischetto con Runstrom che segna il gol decisivo dopo gli errori giallorossi di Flamini, Aquilani e Stillo.

Roberto Stracca.