Sabato 4 aprile 2015 - Cagliari, stadio Sant'Elia - Cagliari-Lazio 1-3

Da LazioWiki.

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4 aprile 2015 - Campionato di Serie A - XXIX giornata - inizio ore 15.00

CAGLIARI: Brkic, Balzano, Rossettini, Diakitè, Avelar, Dessena (59' Ekdal), Crisetig, Joao Pedro, Farias (72' Capuano), Sau (79' Cop), Mpoku. A disposizione: Colombi, Cragno, Murru, Pisano, Gonzalez, Conti, Husbauer, Cossu, Longo. Allenatore: Zeman.

LAZIO: Marchetti, Basta, de Vrij, Mauricio, Braafheid, Biglia, Parolo, Candreva (59' Keita), Mauri (59' Cataldi), Felipe Anderson, Klose (81' Lulic). A disposizione: Berisha, Strakosha, Novaretti, Cana, Cavanda, Pereirinha, Ledesma, Onazi, Perea. Allenatore: Pioli.

Arbitro: Sig. Rocchi (Firenze) - Assistenti Sigg. Vuoto e Musolino - Quarto uomo Sig. Iori - Assistenti di porta Sigg. Di Bello e Fabbri.

Marcatori: 31' Klose, 49' Sau, 61' Biglia (rig), 92' Parolo.

Note: giornata di sole, terreno in buone condizioni. Espulso al 68' Diakitè per fallo su chiara occasione da gol. Biglia ha fallito un calcio di rigore al 69'. Ammoniti Parolo, Mauricio, Basta, Rossettini, Mpoku, Keita, Balzano. Angoli: 3-1. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.

Spettatori: 12.000 circa.


Miroslav Klose festeggia la marcatura
Foto Getty Images
Edson Braafheid
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Antonio Candreva in azione
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I due tecnici: Stefano Pioli e Zdenek Zeman
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Un momento della gara
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Lucas Biglia e Marco Parolo
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Il tocco vincente di Miroslav Klose
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Marco Parolo festeggiato dopo la marcatura
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Una fase di gioco
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Mauricio
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio meraviglia. Tre gol a Zeman: 7a vittoria di fila, Garcia non fugge. Pioli passa anche a Cagliari: apre Klose, risponde Sau, poi chiudono Biglia e Parolo. Il secondo posto della Roma resta a un punto".

Continua la "rosea": Come in un musical in cui, replica dopo replica, scopri sempre nuovi protagonisti. E pensi che siano loro e non quelli delle recite precedenti il segreto di uno spettacolo che va. E invece no. Lo show piace e ha successo proprio perché è tutto il cast a funzionare. Nei singoli e, soprattutto, nel suo insieme. Così, con questi ingredienti, la Lazio di Pioli centra a Cagliari il settimo successo consecutivo e compie un allungo Champions che "rischia" di essere quello decisivo. Sette successi di fila: è la migliore serie stagionale dell'intero campionato ed è, anche, la quarta della storia della Lazio. Meglio (finora) hanno fatto solo le squadre allenate da Eriksson (nove successi di fila), Maestrelli e Rossi (otto a testa). Una vittoria che, primati a parte, non regala alla Lazio l'agognato sorpasso sulla Roma, ma, forse, le concede qualcosa di ancora più importante. Perché questi tre punti, uniti ai risultati delle squadre che le stanno dietro, isolano la Lazio sul terzo gradino del campionato. Sei punti di vantaggio sulla quarta (la Fiorentina), otto sul rivale più temibile (il Napoli) a questo punto del torneo rappresentano un margine molto, molto interessante. Anche perché la banda di Pioli continua a dare dimostrazioni di forza e di maturità. Vince sempre e in modi sempre diversi. A Cagliari brilla meno che nei match giocati prima della sosta. Deve anche fare i conti con un Felipe Anderson positivo ma non stratosferico (a parte l'azione che porta al gol di Klose, in cui FA7 fa il fenomeno prima di servire Mauri che scodella al tedesco la palla dell'1-0). Eppure la squadra romana vince comunque facile, realizzando tre gol e concedendosi il lusso di sbagliarne almeno altri quattro già fatti (compreso un rigore calciato alto da Biglia).

Il Cagliari, che resta comunque in partita fino alla fine (anche per gli errori di mira dei romani), prova a mettere in difficoltà la formazione avversaria con le sue stesse armi: pressing, velocità, sovrapposizioni, fuorigioco. Le crea qualche grattacapo a cavallo dei due tempi, raggiungendo anche un pareggio a quel punto meritato. Ma poi deve soccombere come in un braccio di ferro in cui, alla fine, a prevalere è comunque il più forte. "La squadra migliore del campionato", l'ha definita Zeman prima della partita. Tesi ribadita anche dopo la gara, con tanto di ulteriore precisazione ("è più forte della Roma") che nella Capitale farà sicuramente discutere. Una formazione, quella di Pioli, in cui tutto funziona a meraviglia. E, se qualche meccanismo s'inceppa, c'è una panchina da cui attingere nuove risorse. Dopo un'ora di gioco, e dopo il pari di Sau (tiro deviato da Mauricio su lancio di Dessena) che tra l'altro arriva poco dopo che Mauri si è divorato la palla del 2-0, la Lazio improvvisamente si ferma. L'incantesimo pare spezzarsi. A farlo ripartire provvedono i giovani Cataldi e Keita che Pioli sgancia a mezzora dalla fine. Il romano dà nerbo e geometrie a un centrocampo meno equilibrato del solito, lo spagnolo spacca la difesa avversaria con accelerazioni devastanti. Si procura due rigori, l'ex Barça: sul primo (Crisetig lo falcia) Biglia timbra, riportando la Lazio in vantaggio. Sul secondo il play argentino manda la palla in curva, ma la "prodezza" di Keita serve comunque alla Lazio perché Diakite (autore del fallo) viene espulso trattandosi di chiara occasione da gol. Keita prova poi a fare lui il gol della sicurezza, ma Balzano glielo nega con un salvataggio alla Franco Baresi dei tempi d'oro. A chiudere definitivamente i giochi provvederà Parolo durante il recupero. Dando al punteggio finale le giuste proporzioni per quanto visto in campo.

I sardi (Zeman e, ancor di più, il presidente Giulini) si lamentano per l'episodio del secondo rigore. Che, pur fallito da Biglia, lascia i padroni di casa in inferiorità numerica e quindi li penalizza. Rocchi però vede bene, come in tutte le altre situazioni complicate della gara (che non sono poche e tutte difficili). Reazione comprensibile, ma sbagliata, quella dei cagliaritani. Perché anche contro la Lazio, come nelle precedenti uscite con Empoli e Milan, la squadra di Zeman mostra (sia pure a intermittenza) di aver ritrovato una capacità di fare gioco che con Zola si era persa. Certo, la classifica continua a piangere, ma il k.o. dell'Atalanta rende ancora fattibile il miracolo-salvezza. Impresa possibile se, oltre alla vena offensiva, il Cagliari riuscirà anche ad avere un maggiore equilibrio, soprattutto in mezzo al campo. E' lì che Zeman deve lavorare. Il trio esibito con la Lazio (Dessena-Crisetig-Joao Pedro) non soddisfa. Vero, di fronte c'era l'avversario peggiore del momento. Ma forse in panchina si può trovare qualcosa di meglio.


Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, la settima è da urlo. Tre reti, cinque occasioni buone e un rigore sbagliato. Champions più vicina e il derby con la Roma continua".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Altri tre gol, almeno quattro o cinque occasioni fallite e un rigore sbagliato. La Lazio di Pioli non si ferma più. Settima vittoria consecutiva. La Champions è sempre più vicina e il derby con la Roma per il secondo posto continuerà sino al traguardo del 31 maggio. Il Cagliari ci ha creduto sino in fondo come chiedeva il Sant'Elia e ha fatto tutto quello che poteva, ha rimontato e ha tenuto aperta la partita sino al novantunesimo, quando è arrivato il sigillo di Parolo dopo il rigore realizzato da Biglia e l'espulsione (decisiva) di Diakitè nel cuore della ripresa. Un'altra sconfitta per Zeman, a cui non sono bastati il cuore, alcuni segnali di risveglio e l'illusione del pareggio firmato da Sau. Complicatissimo raggiungere la salvezza, anche se il ko interno dell'Atalanta mantiene inalterate le distanze. La Lazio non è stata bella come altre volte e non l'ha chiusa in anticipo, ma ha saputo soffrire, ha concesso poco, perché il gol di Sau è stato favorito dall'involontaria deviazione di Mauricio, ha avuto la forza per tornare subito in vantaggio e tenere in pugno la partita. Determinanti i cambi di Pioli. Cataldi ha fatto respirare il centrocampo, Keita s'è scatenato. Ha guadagnato due rigori, ha provocato l'espulsione di Diakitè, ha spaccato la difesa del Cagliari e avrebbe meritato il suo primo gol in campionato. Mezz'ora per guadagnare il titolo di migliore in campo, questa volta persino più decisivo del suo amico Felipe.

Eì stata una partita spigolosa, combattuta. Prima mezz'ora di equilibrio e di rimpalli perché la Lazio non riusciva a sviluppare la solita manovra. Zeman voleva contrastare l'avvio dell'azione. Dessena su Parolo, Joao Pedro su Biglia, Farias largo su Braafheid e M'Poku accanto a Basta con Sau a disturbare de Vrij, lasciando libero Mauricio, il meno bravo a impostare. La pressione funzionava e la Lazio ha faticato a uscire, non riusciva a distendersi e appena perdeva palla rischiava, perché Crisetig era rapido ad accompagnare gli altri due interni. Biglia e Parolo (subito ammonito) sono entrati in sofferenza, ricevendo scarso aiuto da Mauri. Klose era costretto a rientrare: il suo aiuto è stato preziosissimo ancora prima che trovasse il gol. Dietro la Lazio teneva bene e il Cagliari, a parte un cross pericoloso di M'Poku su cui Dessena non è arrivato di testa, ha prodotto quasi niente. La difesa di Zeman ballava. Alla prima vera azione, sul cross di Candreva, Brkic s'è superato respingendo il colpo di testa ravvicinato di Mauri. Quando s'è acceso Felipe, la Lazio ha trovato il vantaggio. Due o tre segnali, poi la scossa. Al trentunesimo il brasiliano è riuscito a sfuggire alla guardia di tre giocatori del Cagliari, ha sfondato a destra e ha crossato in area. Mauri ha stoppato e ha appoggiato a Klose. Il tedesco, sentendo profumo di gol, aveva visto uno spiraglio e si è inserito per depositare in rete. Tocco facile solo in apparenza, perché un centravanti normale non sarebbe arrivato all'appuntamento. Nono gol in campionato, il cinquantesimo con la maglia biancoceleste.

La Lazio ha avuto quasi subito l'opportunità per raddoppiare con Parolo (tiro respinto da Balzano) e sul finire del primo tempo ha abbracciato Marchetti. Prodezza vera sulla punizione di M'Poku destinato al gol: al riflesso felino s'è aggiunta la deviazione del palo. Mauri s'è divorato subito dopo l'intervallo il raddoppio e al quarto è arrivato il pareggio del Cagliari. Imbucata di Dessena. Nel corpo a corpo, da posizione defilata, Sau ha caricato il destro e ha tirato. Il rimpallo di Mauricio, pronto al tackle, ha favorito la palombella a scavalcare Marchetti. Non era la solita Lazio, ma Pioli dispone di una panchina ricchissima. Ha tolto Mauri e l'ingresso di Cataldi ha aumentato il controllo della linea mediana. E' uscito Candreva e Keita ha dato la scossa. Sarà un caso, ma lo spagnolo ha il pregio di accendere il suo amico Felipe, che per scattare e trovare spazio ha bisogno di più movimento in attacco. Keita, appena entrato, è stato velocissimo sul passaggio di Parolo e ha anticipato Crisetig, che in ritardo l'ha steso. Rigore ineccepibile trasformato da Biglia, spiazzando di piatto Brkic. Era il sedicesimo. Dopo sette minuti, sfruttando una sponda di Klose, lo spagnolo ha seminato tutti, è entrato in area e al momento del tiro è stato falciato da Diakitè. Rigore e rosso per il francese. Biglia è tornato sul dischetto e questa volta ha sparato alto sulla traversa. Gli ultimi venti minuti sono stati sofferti, perché il Cagliari in dieci non ha mollato e ha continuato a combattere. Balzano ha salvato sulla linea il tiro di Keita, ancora lo spagnolo e Felipe non hanno sfruttato l'errore di Brkic. Zeman ha tolto Farias e ha inserito Cop senza trovare soluzioni in attacco. Ci sarebbe voluto un episodio per riequilibrare la partita, chiusa in modo definitivo al primo dei cinque minuti di recupero dalla sventola di Parolo su punizione.


Il Messaggero titola: "La Lazio vola e non molla. A Cagliari arriva la settima vittoria di fila: la Roma è a -1. Gol di Klose, Biglia e Parolo. L'argentino sbaglia un rigore".

Prosegue il quotidiano romano: Tra le tante cose belle che Samantha Cristoforetti si sta perdendo, in questi mesi che naviga da protagonista nello spazio, c'è anche lo spettacolo che riesce a offrire la Lazio. Una squadra che gioca sul velluto, vince, diverte, fa sognare. La speranza è che qualcuno le faccia vedere, al suo rientro sulla terra, dopo tutti gli onori che merita, anche qualche filmato dei biancocelesti. La Lazio settebellezze ha continuato il suo volo nel cielo dell'isola, portando a casa un forziere carico d'oro, per rinfrancare la classifica e corroborare le aspettative. L'arrembaggio è risultato più complicato del previsto, nonostante la baldanza dei bucanieri di Pioli, perché l'avversario ha lottato con tutte le armi a disposizione e con tanto cuore. A rendere più difficile la vittoria hanno contribuito lo scialo dell'abulico e spaesato Mauri, che ha divorato 2 occasioni solari, e l'errore dal dischetto di Biglia che ha sbagliato il secondo rigore concesso appena pochi minuti dopo il primo. E anche la palla-gol divorata da Keita, su prezioso omaggio di Anderson. Tanti errori che hanno tenuto i rossoblù di Zeman agganciati alla partita, rendendola interessante e sofferta fino alla punizione vincente di Parolo, arrivata nel recupero. Una Lazio sbiadita nella prima frazione, che ha stentato a ritrovare ritmo e concentrazione dopo la pausa, comunque sempre in grado di fare la gara, seppur senza alzarne mai i toni agonistici. Il famelico pressing del Cagliari rendeva lenta la circolazione del pallone e soprattutto impediva le verticalizzazioni. Pochi che dettavano il passaggio, scarse le azioni incisive, la squadra si accendeva soltanto quando Anderson decideva di regalare guizzi di classe cristallina. Uno spunto insistito e adamantino sulla fascia destra portava al vantaggio di Klose, servito da Mauri. Avrebbe potuto essere l'inizio della fine per il Cagliari che, complice un avversario poco concreto e meno brillante del solito, riusciva a rimettere le cose a posto interrompendo l'imbattibilità di Marchetti.

L'allenatore Pioli, non soddisfatto, correva ai ripari e così inseriva Keita e Cataldi, nell'intento di dare una scossa importante. Ed era proprio lo spagnolo, il più giovane interprete in campo, a spaccare il match procurandosi un calcio di rigore evidente. L'attaccante concedeva il bis con un altro dribbling, ancora fermato fallosamente, ma non veniva emulato da Biglia che alzava la mira dal dischetto. Comunque le mosse di Pioli garantivano quel propellente essenziale per riprendere in mano redini e punteggio, mettendo i presupposti per la settima vittoria di fila. Anche il tecnico boemo provava a ridisegnare l'assetto della formazione ma pagava lo scotto di una manovra farraginosa, l'inconsistenza dell'attacco e, in particolare, i limiti di una difesa frolla e suicida in troppe circostanze. La strada della salvezza è diventata sempre più ripida per un Cagliari che, oltre ai problemi strutturali, non ha dimostrato nemmeno una vera identità tattica. La Lazio, al contrario, può proseguire la sua irresistibile corsa: è restata a un punto dalla Roma ma ha scavato un solco tra sè e il Napoli e può guardare con giustificate ambizione alla Champions League, pur proseguendo il derby per il secondo posto. Tre gol, occasioni, rigore mancato, spettacolo allo stato puro: cosa chiedere di più a questa Lazio? Soltanto un sogno da coltivare in silenzio.


Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Festa sull'aereo, di ritorno da Cagliari, ad alta quota, a più di 10mila metri. Squadra e tifosi seduti vicini. S'è cantato, è stata inneggiata questa Lazio champagne, in passato erano state forti le contestazioni e le turbolenze. Canti e cori per Pioli e i suoi uomini, applausi. Gli scossoni erano dovuti al maltempo, la festa li ha ammorbiditi. E il tecnico con s'accontenta: "Da questa stagione dobbiamo provare a portare a casa il massimo. Dobbiamo essere ambiziosi mantenendo l'umiltà che abbiamo dimostrato a Cagliari. Dobbiamo continuare così sapendo che abbiamo la possibilità di vincere, le somme le tireremo poi. C'è da spingere e dobbiamo farlo con continuità". Rilancia, raddoppia, punta ancora più su, Stefano Pioli. Il terzo posto gli sta stretto, la rincorsa sul secondo continua, le sette vittorie dovranno diventare otto. E mercoledì la sua Lazio proverà a sbancare il San Paolo in Coppa Italia: "Il risultato dell'andata è favorevole ai nostri avversari, ma abbiamo le qualità per andare in fondo". Un altro ostacolo è stato superato, era rappresentato dal rebus-sosta: "Abbiamo dimostrato di aver imparato la lezione dopo le sconfitte rimediate contro Empoli e Cesena. Nel primo tempo abbiamo fatto fatica, non siamo quasi mai riusciti a lavorare tra le linee. Nei momenti in cui c'è da soffrire la squadra è sempre disposta a stringere i denti. Dobbiamo fare di tutto per continuare questa striscia di vittorie".

La Roma regge, la Lazio spinge. Pioli l'ha detto, sarà decisivo il calendario finale. I biancocelesti, dopo il successo dei giallorossi, erano costretti a vincere: "Abbiamo un finale di campionato impegnativo, testa bassa e lavorare. Gli scontri diretti? Una volta che vinci la tua gara tutti gli altri risultati diventano positivi, resta una giornata importante, abbiamo retto bene la pressione. Ho la fortuna di allenare un organico completo e di livello, tra poco rientrerà anche Djordjevic. Le squadre che alla fine raccolgono risultati positivi sono quelle che superano i momenti difficili, che si aiutano". Ecco cosa c'è da migliorare: "Negli ultimi 20 minuti non ci doveva essere partita, invece abbiamo sofferto, anche questo fa bene". A Biglia la Lazio non è piaciuta: "Credo che ci sia molto nelle parole di Lucas. E' un nostro punto di riferimento, nelle prestazioni positive si vedono anche gli errori". Per Keita, da parte di Pioli, un abbraccio in campo, elogi e appunti, ancora appunti...: "Ha fatto benissimo, gli ho fatto i complimenti, ma deve sicuramente crescere tanto come atteggiamento, deve migliorare. Se vuoi diventare un campione devi avere dei valori e atteggiamenti giusti. E' più di una partita che approccia bene. Sta completando la sua fase di crescita sfoggiando più imprevedibilità, attaccando bene la profondità. Tutti i miei giocatori offensivi devono essere bravi a lavorare per farsi trovare pronti, c'è molta concorrenza". de Vrij è leader: "E' un giocatore con un grandissimo potenziale, la Lazio ha fatto un grande acquisto. Sta crescendo con personalità, sa impostare l'azione da dietro, è importantissimo. Ma la linea difensiva non dipende mai da un solo giocatore, i nostri primi difensori sono gli attaccanti". Emergenza difesa, contro l'Empoli mancheranno Basta e Mauricio (squalificati) oltre Radu (recupero difficile). Il brasiliano è uscito con un pollice fasciato, forse se l'è rotto.


Si è decisivi anche senza essere titolari, anche senza segnare, anche se la porta è stregata e il pallone non vuole entrare, torna indietro: "Noi guardiamo sempre in alto, ora siamo terzi, ma vogliamo arrivare secondi. Guardiamo avanti, la semifinale contro il Napoli sarà una grandissima partita, vogliamo andare in finale". Un ciclone, questo Keita. S'è procurato due rigori, non ci era riuscito nessuno in A quest'anno. Ha stravolto la partita, è entrato e ha regalato la vittoria alla Lazio. S'è alzato dalla panchina, sembrava già del match. Peccato, non ci sarà mercoledì a Napoli per squalifica. Un Keita così fai fatica a tenerlo relegato in panca: "Roma-Napoli? Io non l'ho vista, penso neppure i miei compagni, eravamo concentrati sul Cagliari. Abbiamo ancora margini di miglioramento, vogliamo arrivare più lontano". I tifosi hanno cantato il suo nome: "Sono queste le vere soddisfazioni, noi giochiamo alla grande, la gente è una spinta in più, in casa e in trasferta, speriamo siano sempre maggiori". S'è goduto una giornata di festa, ha sofferto quando ha perso il posto. Pioli l'ha catechizzato, lo sta seguendo, gli sta dando ciò che vuole: "Ho provato a dare una mano alla squadra, penso di esserci riuscito. Abbiamo raggiunto le sette vittorie consecutive, corriamo e giochiamo sempre per il compagno, dobbiamo continuare così". Keita è stato responsabilizzato dal gruppo, ha parlato lui ieri "a nome della squadra e dico che guardiamo partita dopo partita, dobbiamo restare tranquilli e rimanere con i piedi per terra". Nel gruppo gli vogliono bene: "Mi sono trovato benissimo con tutti, con Biglia, Cataldi e de Vrij, è bellissimo giocare con questi grandissimi calciatori. L'uno contro uno è una delle mie qualità, cerco sempre di dare il massimo in queste occasioni".

Keita non è stato goleador per un soffio, Biglia non ha trovato la doppietta per un caso. Un rigore sì, uno no, è andata così: "Abbiamo vinto su un campo difficilissimo, ma adesso testa alla gara di mercoledì. Keita è stato importante, appena è entrato ha cambiato la partita". Biglia è spesso severo nei giudizi, fa bene, vuole il meglio: "Dobbiamo tornare ad attuare il nostro gioco, quello che ci permette di fare la differenza. L'obiettivo? Continuiamo a predisporci per ottenere il ritorno in Europa, il resto si vedrà". Ecco la disamina: "Non abbiamo giocato bene, quando creiamo così tanto dobbiamo finalizzare, spero che miglioreremo già da mercoledì contro il Napoli, vogliamo portare a casa la finale di Coppa Italia! A Cagliari, lo ripeto, non abbiamo espresso il nostro calcio, eravamo un po' stanchi anche per gli impegni della Nazionali, voltiamo subito pagina". E' la Lazio dei baby d'oro, anche Cataldi è entrato ed è stato decisivo. S'è goduto il party: "Sto ballando perché dopo sette vittorie consecutive ci stiamo un po' divertendo, ma adesso pensiamo al Napoli. Sulla parata di Marchetti ci siamo guardati tutti in panchina chiedendoci che parata grandiosa avesse fatto, è stato strepitoso. Questa squadra ha dimostrato di poter fare bene al di là di chi gioca. Vorrei dedicare la vittoria a Romano Papola (fisioterapista biancoceleste, ndi), sta passando un momento difficile. Quando sono entrato ci siamo messi a tre a centrocampo, Biglia si abbassava su Crisetig. E' stata una mossa vincente grazie al mister e grazie a noi in campo".



Galleria di immagini sulle reti della gara
Miroslav Klose sblocca il match
Il pareggio rossoblù
Lucas Biglia trasforma il penalty per l'1-2 biancoceleste
Marco Parolo fissa il definitivo 1-3



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Stefano Pioli ha convocato i seguenti calciatori:




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