Venerdì 22 agosto 1997 - Vigo, Estadio Municipal de Balaídos - Celta Vigo-Lazio 2-2 (6-5 d.c.r.)

Da LazioWiki.

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22 agosto 1997 - Amichevoli precampionato 1997/98 - 9^ amichevole

CELTA VIGO: Dutrel, Michel, Josema, Salinas, Chemo, Mazinho, Ratkovic (1' st Ito), Oscar Vales, Mostovoi (25' st Ducruel), Gudelj (1' st Sanchez), Karpin (25' st Revivo).

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Lopez (13' st Negro), Chamot (1' st Favalli), Fuser, Almeyda, Venturin (13' st Marcolin), Mancini (32' st Gottardi), Casiraghi (41' st Rambaudi), Signori.

Arbitro: sig. Burruel (Spagna).

Marcatori: 16’ Mancini, 41’ Ratkovic, 85’ Ito, 92’ Negro.

Sequenza Rigori: Fuser (parato), Ito (parato), Signori (gol), Ducruel (gol) Marcolin (gol), Adriano (gol), Pancaro (gol), Marinho (gol), Favalli (traversa), Chemo (gol).

Note: ammoniti Signori e Gottardi.

Spettatori: 5.000.

La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio ha soltanto la testa di Mancini. Prova incolore della formazione di Eriksson che, contro il Vigo, cade ai rigori dopo che i tempi regolamentari erano terminati in parità. A segno ancora Negro (quinto gol estivo). La Lazio senza Boksic e Jugovic, alle prese con dei malanni, ha perso anche Casiraghi. Così così Almeyda".

Continua la "rosea": La Lazio perde ai rigori il torneo Città di Vigo. Ma al di là del risultato, la squadra di Eriksson non ha giocato bene, denotando qualche passo indietro sul piano tattico e mostrandosi recidiva nello schierarsi sui calci piazzati, subendo il terzo gol della serie in circostanze analoghe. E questo è un campanello d'allarme. Adesso la partita di domani a Saragozza dovrà dirci se quella in Galizia è stata solo una serata no. Eriksson è costretto a rinunciare a Jugovic, che mercoledì scorso a San Pietroburgo ha rimediato una botta alla caviglia nell'amichevole contro la Russia. Al suo posto il tecnico mette Venturin, abituato solitamente ad agire da centrale, visto che Nedved è impegnato in nazionale. Indisponibile anche Buso, ancora dolorante al costato, che oggi rientrerà a Roma per curarsi (raffreddata la trattativa per la sua cessione al Deportivo La Coruna). In attacco spazio dall'inizio per Signori, anche perché Boksic accusa un po' di affaticamento e preferisce restare in tribuna. In difesa i sacrificati sono Negro e Favalli, entrati nella ripresa. Il Celta ci tiene a far bella figura, ma non è una squadra dal tasso tecnico elevato. In mezzo ha il solo brasiliano Mazinho (lo ricordate a Lecce?) che detta tempi e inventa qualcosa. Sulla fascia destra si muovono bene il terzino Michel e l'ala estone Karpin. Poca cosa per uno squadrone come la Lazio che però stenta, perde troppi palloni in fase di ricostruzione (Almeyda non ripete la buona prova di Rotterdam) ed accusa disattenzioni difensive. Al primo vero attacco però la Lazio va in gol, a dimostrazione della fragilità avversaria. I difensori galiziani si rifugiano in angolo su un'incursione di Pancaro. Dalla bandierina Signori batte a rientrare e Mancini è pronto alla deviazione di testa sulla goffa e ritardata uscita del portiere francese Dutruel. Il Celta riparte a testa bassa ed ottiene la prima occasione su un errato appoggio in area di Lopez: Michel mette subito in mezzo, ma la girata del bosniaco Gudelj è centrale e Marchegiani si salva.

Poco dopo Lazio vicinissima al raddoppio con Venturin, ben smarcato di tacco da Mancini: il suo tiro a rientrare si infrange però sul palo. Un paio di tiri da lontano senza troppe pretese di Casiraghi e Signori fanno da preludio al meritato pareggio della squadra di Vigo. Punizione sul lato destro dell'area piccola e palla appoggiata al limite per l'indisturbato Mazinho: il suo preciso diagonale viene smanacciato da Marchegiani, Ratkovic è il più lesto da pochi passi a spingere in fondo al sacco. Errore tattico di squadra abbastanza grave perché è la terza volta che su un calcio piazzato del genere viene lasciato un uomo libero in zona tiro. Era già capitato a Moena contro il Venezia (Iachini) e a Rotterdam con il Feyenoord (Bosvelt). E ci manca poco che la Lazio non concluda in svantaggio il primo tempo per un maldestro passaggio indietro di Lopez. Nella ripresa Eriksson è costretto a passare al 4-4-2, visto che Casiraghi dà forfeit. Lo svedese innesta anche forze fresche in difesa, spostando Pancaro al centro, e con Negro e Favalli c'è qualche sbandata in meno. La partita scade ulteriormente dal punto di vista tecnico e la Lazio non riesce a trovare un guizzo. Il tecnico basco del Celta, Irureta, invece cambia le due punte con Sanchez e l'israeliano Revivo che impegnano Marchegiani in due deviazioni non facili. La Lazio si allunga troppo ed Eriksson nell'ultimo quarto d'ora rinuncia anche a Mancini, passando ad un 4-5-1 con Signori disperso fra la difesa avversaria. Ci si mette poi anche l'arbitro sventolando 5 cartellini gialli ai laziali, tre dei quali assolutamente eccessivi. Rocambolesco finale: su un cross teso da destra di Dutuel, Ito è più lesto di tutti a infilare Marchegiani di testa. Pari a tempo scaduto, su cross di Signori, Negro segna il suo quinto gol estivo.


Dal Corriere della Sera:

La Lazio perde ai rigori il trofeo città di Vigo contro i locali del Celta, squadra non eccezionale della Liga spagnola. La formazione di Eriksson non ha disputato una buona prova sotto il profilo del gioco, mostrando preoccupanti sbandamenti in fase difensiva. I tempi regolamentari si erano conclusi sul 2 2 e la Lazio era andata in vantaggio con un gol del solito Mancini, abile di testa (su calcio d'angolo di Signori) a sfruttare un'incertezza del portiere. Ma alla fine del primo tempo la Lazio subiva il pari di Ratkovic, lesto a deviare una corta respinta di Marchegiani su preciso diagonale di Mazinho, lasciato indisturbato al limite dell'area su calcio piazzato. Priva di Boksic (affaticamento muscolare), Jugovic (ha preso una botta in Russia con la nazionale) e con Casiraghi uscito anzitempo per una botta, la Lazio non ha saputo imporre il proprio maggiore tasso tecnico ed in avanti né Mancini, né Signori hanno convinto. Lo stesso Almeyda non è parso brillante come al suo esordio con il Feyenoord. Nella ripresa il Celta cercava con più accanimento il gol, mentre Eriksson procedeva ad una sfilza di sostituzioni. E veniva premiato il Vigo: bello il colpo di testa di Ito per il 2 1. Ma la Lazio reagiva ed a tempo scaduto pareggiava con Negro in elevazione. Si arrivava ai rigori per aggiudicare il trofeo, e fatali risultavano gli errori di Fuser e Favalli. Anche in Spagna la Lazio ha proseguito le sue manovre di mercato. Il Deportivo La Coruna, altro club galiziano della Liga spagnola, è interessato all'ingaggio di Renato Buso. La trattativa, gradita anche al giocatore ed al suo procuratore Pallavicino (gruppo Branchini), si è però arenata causa un problema fisico che ha costretto il giocatore a rientrare oggi in sede. Buso, negli ultimi minuti della partita giocata a Lisbona col Benfica il 12 agosto, ha subito un brutto colpo ad una costola: le radiografie hanno escluso un'infrazione, ma ancora il ragazzo accusa dolori che gli impediscono di giocare. I dirigenti del Deportivo La Coruna volevano vederlo all'opera, ieri sera a Vigo, ed essendo questo impossibile hanno un po' frenato. Ma Paolo Conti, ex portiere della Roma oggi intermediario per il club galiziano, è fiducioso che il discorso possa essere ripreso al più presto, in tempo per il 30 agosto, data ultima per tesserare un giocatore nella Liga spagnola. Il Deportivo comunque resta interessato ad un tornante di destra ed ha chiesto informazioni anche su Roberto Rambaudi, ma difficilmente la Lazio sarà disponibile a cedere questo giocatore. Intanto e' cominciato il conto alla rovescia per l'affare Denilson che nella prossima settimana dovrebbe essere definito. Lunedì sera Sergio Cragnotti volerà in Brasile e già martedì potrebbe incontrarsi con il presidente del San Paolo, Fernan del Rey. Il finanziere della Bombril Cirio è convinto di portare un'offerta definitiva di circa 25 milioni di dollari, oltre 45 miliardi di lire. Così dovrebbe esercitare il suo diritto di prelazione sul mancino paulista e battere la concorrenza di Real Madrid, Betis Siviglia e Psv Eindhoven.


Tratte da La Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

"Sul piano del gioco abbiamo fatto un passo indietro": Sven Goran Eriksson non si nasconde, ma concede un'attenuante ai suoi: "A tutta la squadra è mancata la brillantezza e questo si spiega con l'intenso lavoro degli ultimi giorni. Fisicamente il gruppo sta abbastanza bene, ma gli manca quella rapidità per arrivare prima dell'avversario sui palloni. Abbiamo fatto delle buone cose, specie nel primo tempo. Poi nella ripresa abbiamo cominciato a soffrire troppo, anche se nel finale ho notato la capacità di reazione del gruppo, la voglia di non perdere". Due gol subiti per altrettante disattenzioni difensive, ed in altre occasioni è stato bravo Marchegiani a rimediare a situazioni complicate. Un campanello d'allarme? "Dire che sono preoccupato è eccessivo, però qualcosa da rivedere c'è. Se sul secondo gol abbiamo lasciato un uomo libero sul secondo palo, vuol dire che qualcosa si è sbagliato. E' vero che nella prima occasione abbiamo subito ancora da calcio piazzato. Ma in questo caso la punizione è stata battuta nel momento in cui avevo sostituito Casiraghi, che ha preso una botta alla coscia, con Rambaudi. E così le marcature non erano a posto". Eriksson attende fiducioso la controprova di domani a Saragozza: "Quest'ultimo test ci dirà se le condizioni fisiche miglioreranno e se la squadra tornerà ad esprimersi sui suoi livelli". E bisognerà vedere anche se saranno recuperabili Boksic, Casiraghi, Chamot (infiammazione tendinea) e Jugovic (zoppica per una botta alla caviglia). Intanto Roberto Mancini continua a segnare di testa: "E ancora su una bella palla di Signori. A me complessivamente la squadra non è dispiaciuta, anche perché dopo 4 giorni di allenamenti duri era logico attendersi un calo".