Il discorso di commiato di Fortunato Ballerini all'Assemblea dei Soci pubblicato il 20 febbraio 1922

Da LazioWiki.
Fortunato Ballerini

Abbiamo il piacere di donare alle nostre lettrici e lettori il discorso integrale, finora inedito e frutto di accurate ricerche svolte da LazioWiki, che il grande Presidente Fortunato Ballerini pronunciò nella storica sede di Via Vittorio Veneto ex 7 pubblicato sul Giornale "Lazio" il 20 febbraio 1922, in vista della Assemblea dei soci del 22 febbraio 1922, nell’accomiatarsi dalla Lazio dopo 18 anni di illuminata presidenza. In esso vi è contenuto il frutto di un uomo dal "multiforme ingegno", che trasformò una società dalle forti radici fiumarole e romane, ma povera, in un piccolo mondo dove sport e cultura, intessuti su un arazzo di educazione morale e fisica, confluivano intensamente. Noi di LazioWiki, nel leggerne il testo, abbiamo provato un brivido a tinte biancocelesti che ha riscaldato il sangue nelle nostre vene. Il nostro voto augurale è che anche voi possiate provare lo stesso sentimento. L'"Idea Lazio", molte volte travisata o non compresa, è qui magistralmente esposta.




Cliccare sull'immagine e, all'apertura, ancora una volta per visualizzarla in forma ingrandita
22feb1922a.jpg 22feb1922b.jpg
22feb1922c.jpg 22feb1922d.jpg
22feb1922e.jpg 22feb1922f.jpg
22feb1922g.jpg 22feb1922h.jpg
Un articolo del 1930 de "Il Guerin Sportivo" in cui si rimpiangono i fasti balleriniani

Storia della Lazio

Egregi Consoci,

Prima di rassegnarvi il mandato di Presidente Generale della "Lazio"che per quasi venti anni mi avete voluto costantemente riconfermare e al quale oggi io per ragioni imperiose debbo rinunciare, credo mio dovere in questa ordinaria Assemblea annuale di farvi non solo la prescritta relazione morale dell'esercizio testè scaduto, ma ben anco una breve storia dei fatti più salienti che si sono svolti durante la mia amministrazione il cui ricordo potrebbe tornare utile così al nuovo Consiglio Direttivo come al mio successore nello svolgimento della rispettiva azione futura.

Io rinnovo qui anzitutto con alto senso di riconoscenza e di profonda gratitudine l'espressione della mia più grande soddisfazione per gli indimenticabili festeggiamenti che il 6 e l'8 gennaio s. mi avete voluto unaninimi così largamente tributare in compenso della mia modesta ma costante e affettuosa opera consacrata senza risparmio di fatiche e di sacrifizi alla nostra amata "Lazio" alla quale si lega il mio nome in tutte le forme della sua esplicazione e in tutto il fondamento della sua essenza e formulo l'augurio più fervido per il raggiungimento delle sue alte finalità sportive e culturali.

Questa "Lazio" che fu ed è nella cima dei pensieri ai più antichi e ai più prossimi soci, questa "Lazio" che ha saputo vincere e superare tante aspre lotte nel corso faticoso dei suoi 22 anni di vita, merita questo augurio di prosperità maggiore oggi che ormai si è affermata la più prospera tra le prosperose consorelle romane.

Uno sguardo fugace sulla sua origine e sulla sua progrediente vitalità fino a noi, mi sarà consentito da voi consoci numerosissimi per ristorare la mia anima ai ricordi di tante gioie provate e per lenirla a quelli angosciosi al passato ormai seppellito al fastigio della gloria raggiunta. Era il gennaio 1900 allorquando un piccolo gruppo di podisti animosi capitanato dal simpatico marciatore Luigi Bigiarelli prese parte alle gare podistiche indette in occasione dei festeggiamenti organizzati per l'inaugurazione del monumento a Carlo Alberto (le gare si svolsero il giorno 11 marzo 1900 ndr) alla quale anche io assistei in unione al celebre autore Raffaello Romanelli mio caro amico e già compagno scolopico in Firenze. Fortuna volle che quel gruppo di podisti si affermasse vincendo premi tra i quali la medaglia d'oro di S.M. il Re Umberto. Il brillante risultato incoraggiò il Bigiarelli ad organizzarlo in "Società" che prese il titolo di " Podistica Lazio" forse come auspicio a conoscerne il territorio in tutta la sua ampiezza geografica, panoramica e storica come le glorie del passato richiedono. Ma sul suo inizio la "Lazio" non si occupò che di gare di marcie e di corse, raggiungendo completamente i suoi scopi per quanto deprecati dagli ortodossi della fisica educazione di allora; ed appunto per questo la "Lazio" fin dai primi successi mi interessò e difesi.

Il piccolo gruppo si rafforzò di nuovi elementi e la Società si organizzò in base ad uno Statuto di 25 articoli approvato nella prima assemblea formale del 24 marzo 1901, ornato di bella calligrafia e incorniciato in un quadro che tuttora è affisso in sede. Ma putroppo le organizzazioni anche piccole costano ed occorse un locale che fu preso in Via Valadier (Via Valadier 21) eppoi un altro in Via Pompeo Magno. Poi con un pò di arredo e qualche arredo le spese che benchè lievi portarono alla penuria di mezzi che costrinsero a vendere fino la medaglia reale.

Di qui incominciarono i malumori e il Bigiarelli (Luigi ndr) vincitore di gare reclamava le sue medaglie non consegnategli ed imprecava contro il Consiglio acefalo abbandonando i suoi seguaci e più tardi Roma per Bruxelles ove rimpianto immaturamente morì. Fu succeduto dal cav. Giuseppe Pedercini (Pedercini Giuseppe ndr), stimabile persona ma instabile in salute sicchè può dirsi che non funzionò da Presidente tanto che non figura nemmeno sulla lista degli antichi soci della "Lazio". La piccola "Lazio" funzionava in base allo accennato statuto, ma non sembra che nel 1904 questo rispondesse allo scopo, perchè il solerte segretario di allora oggi il cav. Guido Baccani (Baccani Guido ndr) dicendo che non lo trovava alla altezza dei tempi proponeva in assemblea del 25 gennaio 1904, presenti 17 dei 31 soci iscritti alla "Lazio" di riformarlo e all'uopo fu nominata una Commissione che presentò il nuovo Statuto di 40 articoli all'assemblea del 29 maggio detto, che lo approvò all'unanimità. Fu in questa assemblea che io venni eletto Presidente dopo essere stato prima Presidente di Giuria alle gare podistiche del Premio Lazio e assai dopo che il V. Presidente Tito Masini (Masini Tito ndr) in occasione cioè della marcia dell' A.P.I. di 100 km, a cui per festeggiare il mio 50.o compleanno, presi parte con lui il 20 ottobre 1902, gentilmente mi offrì la carica di Presidente che mi riservai di accettare essendo io ancora molto impegnato come Segretario generale della Federazione Ginnastica Italiana. Allora ero il 37.o socio iscritto alla "Lazio" compresi quelli come il Pagliani (Pagliani Pericle ndr) che provenivano dalla disciolta Hesperia che alla "Lazio" si fuse e della quale si conserva il ricordo nel nastro del suo vecchio vessillo unito a quello che sta appeso alla gloriosa bandiera della "Lazio" donata dal cav. Paolino Pastori (Pastori Paolo ndr), battezzata dalla signorina Tobia (Tobia Anna ndr) ed inaugurata nell'estate del 1904 con un giovialissimo e indimenticabile simposio alla Trattoria dell'Olmo in cui io feci il primo discorso auspicando la raggiunta grandezza della "Lazio".

Dei 36 soci che mi precedevano rimangono iscritti (alcuni con alcune interruzioni): Tofini (Tofini Romeo ndr), Ancherani (Ancherani Sante ndr), Aloisi (Aloisi Odoacre ndr), Bitetti (Bitetti Olindo ndr), Galvagni (Galvagni Arnaldo ndr), Pagliani, Barghiglioni (Barghiglioni Carlo) ndr), Forlivesi (Forlivesi Remo ndr)e Torchio U. (Torchio Umberto ndr). Ma quei pochi ed animosi giovani davano tutto per far trionfare la "Lazio" nelle competizioni podistiche essendo fin allora solo questo lo sport esercitato con prevalenza; e ricordo con piacere la nostra esultanza per le vittorie ottenute nelle gare di corse e di marce a Firenze il 6 giugno 1904, in quelle del 20 settembre e del "Premio Lazio" a Roma, in quella del 16 ottobre 1904 a Napoli nella quale di 4 gare di campionato ne furono vinte tre dai nostri! Quale entusiasmo! Non importava che la penuria dei mezzi regnasse sovrana in Società tanto che furono vendute medaglie tra le quali quella d'oro del Re e fosse stata impegnata anche la bandiera per provvedere ai bisogni urgenti. Ogni mezzo giustificava il fine secondo il pensiero del grande Segretario Fiorentino ed era quello di vincere ad ogni costo! E' veramente grazioso ed umoristico i grossi e tipici rendiconti che il Cassiere faceva scrupolosamente al Consiglio! Si immagini ognuno quale impegno si mettesse a compilarli come questi che risultano dagli antichi verbali accuratamente conservati in apposito volume: "Attivo: L.65.63 - Passivo L. 67.25 - Disavanzo L. 1.62! ". Il Cassiere presentava note mensili al Consiglio che severamente approvava come questa che trascrivo dal verbale:

"SPESE - Si approvano le seguenti spese:

Gennaio 2 - Giornale a Bigiarelli L. 0.10

Id.id. - Mancia al ragazzo dell'oste per la bevuta pel Giro di Roma " 0.10

Id.7 - Cartoline a Simeoni (Napoli), Cerruti (Torino), e lettere a Bastianini (Bastianini Aurelio ndr), sig.na Tobia e Bigiarelli " 0.50

Id.id - Per un mazzo di carte nuove e una calzettina " 1.05

Id.10 - Lettera alla sig.na Tobia " 0.05

Id.12 - Incisione Coppa "XX Settembre" " 1.25

Id.17 - Lettera a Bigiarelli e signorina Tobia " 0.30

Id.22 - Affrancatura inviti all'assemblea " 0.30

Id.id. - Lettera alla "Fulgur" "0.05

Id.20 - 75 Francobolli da L 0.02 (sped. progr. Premio Lazio) " 1.50

Id.27 - Lettera alla Gazzetta dello Sport (progr. Premio Lazio e altre notizie) " 0.40


Era la vita alla bohemienne ma quando la "Lazio" sarà milionaria e risulterà sovrana nel suo campo (io così l'ho sempre sognata nel mio programma evolutorio) sarà interessante rileggere la storia delle sue origini così tapine, delle sue vicende tumultuose e delle sue fasi gloriose e anche di quelle dolorose! Eh sì anche di quelle per voci circolate di sospetti, malignità ed insinuazioni; e di certe altre fasi per cui il sacrifizio personale di qualcuno giunse fino alle sofferenze fisiche e morali. Ma chi la scriverà quella storia saprà trovare anche su quelle vicende il lato umoristico e riuscirà a divertire e a interessare lo stesso. Io ricordo il caro Ancherani in giri affannati per raccogliere i fondi necessari per spedire i nostri campioni alle gare fuori Roma; e con che lena vi riusciva! Credo che egli abbia consumato più scarpe di quelle sportive che ora commercia! Ecco un uomo che anche da vecchio e pur nei suoi successori confermerà per secoli la fama di podista e di calciatore, perchè il suo fiorente commercio di scarpe e di palloni sportivi ormai si è imposto e durerà secolarmente nel suo nome e nell'interesse dello sport.

E' lui principalmente che ha estesa l'attività della "Lazio" nel ramo classico del Calcio ed è con questo che essa attinse le nuove glorie nelle cruenti lotte con la "Virtus" sorta dalla "Lazio" per causa di secessione e con validi elementi sportivi eppoi morta per la partenza del suo animatore Balestrieri (Balestrieri Arturo ndr). Quelle lotte accessero i laziali di nuovi entusiasmi che determinarono il bravo e studioso Baccani alle ricerche più minuziose per tecnicizzare il giuoco, perfezionarlo e per caratterizzarlo al di sopra di quello di altre Società, come chiaro si appalesa anche quando col più profondo sconforto nostro la palla avversaria entra in porta! Non importa: la "Lazio" è la "Lazio" e anche se graduata oggi 5.a in mezzo alle 9 Società concorrenti al Campionato, noi diciamo ora che in medium stat virtus e che la sua virtù la condurrà al primato! Le sue vittorie sono state e poi tante che la sua fama non può essere eclissata da alcun'altra.

Essa ebbe l'onore del Campionato del 1914 contro tutte le Società centrali e meridionali e quello massimo di trovarsi in campo colla "Vercelli" Campione famosa dell'Italia superiore: onore che niun altra società del sud e centro potrà raggiungere. E benchè la guerra abbia un pò depresso il nostro giuoco in confronto delle due Società specialiste "Fortitudo" e "Alba" la fede della "Lazio" nel proprio valore e non tarderà a farla riconquistare il primo posto anche in questo campo meravigliosamente combattivo ed educativo. La "Lazio" nei suoi primordi ebbe un socio colto e gentile, il Grifoni Grifoni Alceste ndr) degno figlio dell'ottimo padre suo, Professor Grifoni che mi fu amico. Questo socio ebbe l'idea geniale di organizzare le gare atletiche interscolastiche poi abbandonate le quali io ripresi dandovi importanza ufficiale, tanto che i MInisteri della Guerra e della Istruzione delegarono Ufficiali Superiori ed alti funzionari a rappresentarli; il Municipio consentiva lo svolgimento delle gare nella Piazza di Siena e vi intervenivano il Sindaco e S.E. Boselli (Boselli Paolo ndr) che nel 1905 accettò la Presidenza Onoraria della "Lazio" e che tuttora conserva con costante fiducia nelle sue sorti radiose. Si tenevano le solenni premiazioni degli studenti nel Salone del Collegio Romano e in quello della Università ove si udivano discorsi di Ministri, del Sindaco, di S.E. Boselli ecc. e si vedevano al banco della Presidenza, il Presidente del Senato on. Canonico, il Presidente della Cassazione on. conte Guarnaschelli, il Ministro Ciuffelli. L'on. conte Guido Baccelli, un anno tenne all' Università una alata e dottissima Conferenza sulla educazione romana e moderna dei giovani il cui manoscritto è doloroso a dirsi non è posseduto dalla "Lazio". Insomma queste gare interscolastiche che si concludevano nella sala del Rettore dell'Università davano davano grande risalto fisico e morale alla "Lazio", la quale ben se lo scriva, non deve mai perciò abbandonarle.

Nei primi anni la vita sportiva della "Lazio" si svolgeva nei prati di Castello e sul Viale delle Milizie ove anche io trovava diletto nei miei allenamenti podistici e talvolta per divago a calcio o in difesa o come portiere e ricordo che un giorno per riparare un calcio in porta del Golini (Golini Angelo ndr), una violenta contrazione muscolare alla coscia destra mi produsse uno strappo di un tendine ossia la così detta Frustata che per poco non mi fece cadere per terra. Senza far parola mi vestii in fretta e me ne andai, il che osservato dai soci affettuosamente ritenevano che il Golini mi avesse dato un potente calcio! Allora si pensava che il campo sportivo in Prati di Castello avesse potuto essere l'ideale, perchè i soci abitavano quasi tutti là; e perciò io feci pratiche col Comandante del Corpo d'Armata Gen. Besozzi che conoscevo e che spesso vedeva al Valiani ove col vecchio socio tamburellista comm. Pacini sovente mi trovavo, per ottenere la concessione di un vasto terreno tra la Via Trionfale e il Viale delle Milizie, ma durante i lunghi studi topografici e i calcoli finanziari, il Besozzi lasciù il comando e la pratica si arenò; e allora io rivolsi la mente alla Villa Umberto . Era assessore dei giardini il Duca Leopoldo Torlonia col quale nel 1878 costituimmo la prima Società di Ginnastica, Scherma e Tiro a Segno, e con lui, è bene dirlo con Allievi e Pelloux si concepirono la legge De Santis del 1878 sulla ginnastica delle scuole medie e quella Ferrero del 1882 sul Tiro a Segno Nazionale. Il Torlonia mi diede facoltà di scegliere un locale per sede e dopo di avere scartato due Casine prospicienti la Piazza di Siena, perchè troppo in vista, così pensava il Masini ci decidemmo a prendere la Casina dell'Uccelliera Casina di Via dell'Uccelliera ndr) col prossimo prato dei Daini (Parco dei Daini ndr): località bella e suggestiva quanto mai! Ivi trasportammo i nostri penati, vestimmmo con elegante uniforme il piccolo custode Agapito Croce ora arricchito al Messico, e ci adagiammo cosi bene che ci pareva di essere i padroni di tutta la Villa. Sistemammo il campo per il calcio, ci si giocava a tamburello con Maidura, Moratilla, Colombo, Pacini ecc. ed era diventato un ameno luogo di svago sportivo al punto che molte personalità, mi dicono, vi passavano ore piacevoli. Era di continuo, come lo è oggi, richiesto dai soci e specie dalle signore, il giuoco del Tennis ed io facendomi interprete di questo desiderio, ne parlai a Torlonia il quale mi disse " Faccia pure, ma io non ne parlo in Giunta per non far sollevare difficoltà poco essendo i colleghi penetrati di queste necessità sportive." Però ne parlò al capo dei Giardini, cav. Palisse, un perfetto gentiluomo e signore, e questo non ebbe difficoltà tanto da permettere la collaborazione del giardiniere che già era pratico di sistemazione dei piani di Tennis. Si conserva in archivio della Società la breve pratica di questo affare. Mi rivolsi al Sotto-segretario di Stato alla Guerra per avere gli zappatori che mi furono concessi per il movimento della terra ed acquistai anche i cretoni, del carbon fossile per sistemare tecnicamente il giuoco. Non mancava che la compressione del terreno quando io vedendo all'Ufficio II il sig. Severi, Vice-capo dei Giardini, lo pregai di mandare il compressore della Villa. Il Torlonia aveva già cessato le funzioni di Assessore ed era stato sostituito dal comm. Berti. Il Severi, che evidentemente ben conosceva i lavori fatti, andò dal Direttore dell'Ufficio II comm. Bianchi il quale ne fece un casus belli. Fui chiamato dall'Assessore che non riuscii a persuadere sull'opportunità dell'impianto che in fondo costituiva un ornamento della Villa. Egli insistendo sulla gravità del fatto commesso me ne rendeva responsabile ed io allora infine dissi che del resto assumevo tutta la responsanilità del fatto stesso. La consclusione fu che la "Lazio" fu posta in cattiva luce innanzi all'Amministrazione comunale e dopo un breve tempo le fu intimato lo sfratto della Villa! Io ricordo che il cav. Palisse venne in ufficio a trovarmi e pregarmi a scagionarlo presso all'Assessore e presso il Direttore che disposero la sua rimozione dall'Ufficio; ma questi non sentirono altro che la voce del Severi che successe nella direzione. Oggi in quel medesimo prato è regolarmente impiantato il giuoco del calcio con porte e staccionate per concessione per concessione fatta all' "Audace Club" . Ed io che ho saputo ho domandato con lettera ufficiale il permesso di far giuocare sulla parte libera del prato stesso i nostri tamburellisti. Il Municipio risponde che sentita la direzione dei giardini non può accordare il permesso! E così è incoraggiato lo sport dal nostro Municipio! Esso pare che faccia le concessioni in ragione delle influenze che si esercitano. Che Fare? Ricercare altro campo: e ricercai col Baccani in due località fuori Porta del Popolo e anche dove oggi c'è il Pallone: eppoi fin verso Tor di Quinto pur di avere un campo. Finalmente dal Genio Militare, anche con l'aiuto del vice Presidente col. Devitofrancesco, avemmo il prato di fianco e lungo il mezzo del Poligono della Farnesina. Ivi impiantammo il campo che riuscì una meraviglia per la suggestività della posizione. Ma venendo l'inverno ci accorgemmo che vi si formavano degli acquitrini e così pensammo di spostarlo più indietro dalla parte di Via Trionfale ciò che facemmo ottenendo dal Comando della Divisione anche due camere per il custode e per spogliatoio. Sembrava che tutto ciò avesse potuto corrispondere ai desideri della "Lazio" , ma invece altre viste sorgevano e senza dubbio la distanza era un ostacolo per gli allenamenti dei calcisti.

Allora quietati un pò i malumori del Comune contro la "Lazio", mi rivolsi al comm. Caselli succeduto al Bianchi Nella Direzione dell'Ufficio II: ed il Caselli, frequentatore delle nostre escursioni e quindi nostro ammiratore, gentilmente trovò modo di concederci 18 mila mq di terreno dietro lo Stadio (Stadio Nazionale - Roma ndr) a fianco al campo del "Roman Club" sulla Via della Rondinella. Questo avvenne nei primi mesi del 1914. Nella solenne seduta plenaria del 31 marzo descritta nel Lazio n. 3-4 di aprile 1914 io mi dimisi da Presidente per non pregiudicare più oltre la mia nomina a Capo Divisione del Fondo Culto. Erano presenti a quella seduta tutti i membri del Consiglio, i quali non potendo insistere che io recedessi dalle dimissioni mi proclamarono vice Presidente Onorario.

Il marchese G. Guglielmi (Guglielmi Giorgio ndr), presente, certamente sarebbe stato acclamato mio successore se il generale Corsi (Corsi Carlo ndr) inopinatamente non avesse proposto il conte Cantoni Mamiani Della Rovere (Cantoni Mamiani Della Rovere Tullo ndr), il quale subito avendo accettato, fu eletto Presidente. Certo la solennità della sua nomina, la nobiltà del suo nome, la cospicuità del suo censo, giustificavano la scelta tanto più che una recente oblazione da lui fatta all'Istituto Nazionale dell'Educazione Fisica per l'erezione dello Stadio, faceva supporre in lui una disposizione d'animo a favorire la "Lazio". Egli entrò in carica, fece il contratto d'affitto del campo della Rondinella col Comune, ma poco dopo sfiduciato si ritirò. La nuova concessione del Comune fu quanto mai può dirsi gradita ai nostri sportivi e subito fu concluso col socio Andreani l'appalto dei lavori di sistemazione del campo per un ammontare di circa 8000 lire pagate in parte con un prestito di L. 2000 dal socio Magistrelli (Magistrelli Goffredo ndr) e in parte con oblazioni restando a pagare L. 4000 all'appaltatore, L. 1000 al venditore della rete metallica che circuiva il campo e a rimborsare le L. 2000 al Magistrelli! Ma le speranze, come sempre erano rosee e il debito perciò non preoccupava menomamente. Eravamo già alla primavera del 1914; il Campo erboso e suggestivo; la prima squadra riuscita vittoriosa contro tutte le squadre del centro e sud, fortemente preparata per affrontare il Campionato Nazionale contro la "Pro Vercelli" vincitrice del Campionato del Nord da essa vinto contro tutte le società più formidabili; l'entusiasmo, la esultanza degli sportivi era immensa; gli allenamenti e i matchs si succedevano animatissimi. Nè l'incontro a Roma però, nè l'incontro a Vecelli contro quella che era Campione d'Italia poteva naturalmente essere favorevole alla "Lazio" ; questo era anche il convincimento degli stessi calcisti componenti la squadra, ma cio' non toglie che l'onore per la "Lazio" fu grande e l'affratellamento coi Vercellesi nei due rispettivi banchetti fu cordialissimo. (la finale fu disputata contro il Casale e non la Pro Vercelli vedasi Domenica 5 luglio 1914 - Casale Monferrato, campo sportivo viale Priocco - Casale-Lazio 7-1 e Domenica 12 luglio 1914 - Roma, stadio Nazionale - Lazio-Casale 0-2 ndr). Eravamo giunti all'autunno; il terreno argilloso del campo non preparato con il necessario drenaggio e con gli scoli di regola, divenne preso acquitrinoso e perciò il giuoco era molto disagevole. Sopraggiunse la guerra, e così la miglior parte dei nostri sportivi partì; il campo quindi veniva poco frequentato e più spesso da ragazzi spesso ribelli al Pomponi (Pomponi Liberato ndr), custode, manifestazioni calcistiche più rare e il terreno inadatto al giuoco. Tutto in sostanza concorreva ad una certa diminuzione dello sport calcistico e così eravamo giunti al febbraio 1915. La crisi finanziaria spaventevole e la disorganizzazione già avanzata della "Lazio" , indussero i Commissari Giovannoni (Giovannoni Gustavo ndr) e Montecchi (Montecchi Leo ndr) a nome di tutti i soci, a pregarmi, quasi, forzarmi di riprendere le redini della Società al che con riluttanza e grande perplessità aderii. L' inallora Direttore Sportivo Guido Baccani faceva tutti gli sforzi per tenere animato il giuoco convocando ogni settimana i calcisti di I,II E III squadra; ma comprendendo che la causa prima dei malumori dei calcisti dipendeva dallo stato deplorevole in cui si trovava il Campo, dimostrò con un caldo appello ai soci nel n. 10 del Lazio 8 marzo 1917 l'assoluta necessità di provvedere alla nuova sistemazione del Campo invitando i soci a concorrere nella spesa ed aprendo la sottoscrizione con una offerta di L.10 del direttore sportivo Palmieri (Palmieri Alfredo ndr). Il Baccani scriveva: " Il nostro Campo della Rondinella (Stadio Rondinella - Roma ndr) nelle condizioni in cui si trova non corrisponde neè alle esigenze del giuoco nè a quelle del comfort dei giuocatori. Molti e dispendiosi lavori occorrono perchè il Campo risponda allo scopo per il quale fu fatto. Atal uopo una sottoscrizione si è aperta ecc. ecc.". A questo appello ben pochi risposero e si raccolsero poche lire, ma ciò non impedì che nella seduta del 29 maggio 1917 il Consiglio della Società deliberasse la sistemazione del Campo che nello stato in cui si trovava era passivo. Le pressioni continue dei creditori di circa L. 12000, i nuovi impegni assunti per la sistemazione della nuova sede sociale, l'opinione pubblica incitatrice al lavoro per la guerra e per i figli dei richiamati dei quali la "Lazio" fece l'Asilo (Asilo Lazio ndr), l'esempio dell'"Audace Club" che coltivò a grano il proprio vicino campo della Rondinella, le richieste di terreni che a questo scopo venivano fatte all'Ufficio II del Comune tanto che l'avv. Bruno ci eccitò a coltivare per non perdere il Campo, tutto concorse per indurre il Consiglio della "Lazio" ad affrontare il suo problema economico con una convenzione col mercante di campagna sig. Campeti proposto dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura per seminare a grano il campo con il profitto alla Società di un terzo del prodotto netto. Un tratto breve di terreno servì per scuola pratica per signorine che vi si appassionarono per la coltura delle ortaglie. Il prodotto del grano fu scarso data anche la natura del terreno argilloso e quel poco andò a profitto del custode Pomponi. L'on. marchese Guglielmi, Presidente Sportivo si impegnò nel frattempo di procurarci un altro Campo ed io dal canto mio ottenni dal Genio MIlitare l'uso dello Stadio e del vecchio Campo della Farnesina. Ad ogni modo la nostra I squadra giuocava e seppe riuscire la prima nel Torneo Regionale conclusosi il 28 aprile 1918, e quale si sia il modo di vedere o di pensare si può ben dire che non tutto il male venne per nuocere. Il Campo senza l'aratura sarebbe rimasto per paracchio tempo ancora nelle condizioni di prima cioè inadatto al giuoco perchè occorrevano mezzi non disponbili; così invece finita la guerra e ritornati i nostri migliori calciatori la pressione ci spinse a sistemare il campo che già arato rese più facile il drenaggio cosicchè oggi corrisponde perfettamente allo scopo. E mercè le iniziative del dottor Bitetti, Presidente Sportivo, il Campo sta per essere completato dalla Tribuna lunga 20 metri per 10, con tutti gli ambienti per spogliatoi , doccie e uffici e attorno il campo è recinto già in parte da un muro a cemento armato sicchè tra poco più nulla si potrà desiderare per lo sviluppo del calcio nella "Lazio". In quanto ai locali della sede la via crucis non fu breve: da Via Valadier a Pompeo Magno, a Via Avignonesi, a Via Sistina (Via Sistina, 123 ndr), a Via dei Due Macelli (Vicolo dei Due Macelli 35 ndr), a Via delle Coppelle (Via delle Coppelle, 16 ndr), ove per le forti spese di fitto, di luce , di impianti in confronto della inadeguata risorsa, successe la nota crisi finanziaria che avrebbe seppellita la "Lazio" se la ferrea volontà di risollevarla non vi avesse riparato. Inutile dire che la emissione di azioni fallì quasi completamente per cui occorsero provvedimenti indiretti. Mercè l'interessamento del collega Fiori consigliere comunale , l'assessore Bompiani dispose la concessione dei locali di Via Veneto (Via Vittorio Veneto ex 7 ndr ), assolutamente fatiscenti e impraticabili. Per mezzo dell'egregio consocio magg. Cadario ed a condizioni le più modiche l'Andreani rese abitabili quei locali ove incominciò la "Lazio" a rifiorire. Si costituì un asilo per i figli dei richiamati. Si leggano i resoconti pubblicati nel Lazio e quello della festa finale del 6 gennaio pubblicato nel n. 2 del 9 gennaio 1919. La forte ripresa delle attività della "Lazio" dopo la lunga sosta forzata a causa della nostra guerra gloriosa a cui furono sacrificati, olocausti puri, parecchi dei nostri soci incominciò di poi promettente di grande avvenire sportivo, culturale e finanziario, ma per trattare con particolare interesse di ciascuna delle sue attività riferirò secondo l'ordine normale della nostra organizzazione.

Presidenza

Il Presidente è il Capo e il rappresentante legale della Società. Questa disposizione venne fissata dal primo statuto del 24 marzo 1901 all'art 14, da quello del 1 giugno 1904 all'art. 33 da quello del 3 gennaio 1909 all'art. 14 e dal Reg. Gen. del 19 luglio 1917 allo art. 36. La conferma di questo articolo tramandato per tanti anni in tutte queste disposizioni dimostra la serietà fondamentale della "Lazio" che perciò ha acquistato tanta forza economica e morale; l'inosservanza la scalzerebbe dalle fondamenta. Chiunque sia il mio Successore lo faccia rispettare per il bene dell'Associazione. La "Lazio" è giunta al punto in cui si trova in virtù della sua forza intrinseca costituita dalla genialità del suo programma a differenza delle sue consorelle per lo più assurte a valore rispettabile per autorità di influenze economiche e morali. Il semplice programma sportivo di una Società non può riuscire per quanti sforzi faccia ad elevarla al di sopra del comune; quindi la necessità di imprimerle un carattere speculativo o di circondarla di simpatie per conquistarle la pubblica opinione: la "Lazio" col suo programma sportivo svolto con valore e con fede raccoglie attornoa a sè molti giovani come ugualmente fanno le sue consorelle, ma nel suo quadro fondamentale di educazione fisica ha saputo incorniciare un programma di educazione culturale e ricreativa che attira nel suo seno anche gli indifferenti e gli simpatizza verso il suo programma fondamentale accrescendo la sua forza e la pubblica considerazione. Sappiano sempre i dirigenti della "Lazio" il significato obbiettivo del sua odierna organizzazione, si guardino da ogni tendenza inquinatoria che offenda il suo carattere e stiano sicuri che il suo avvenire sarà sempre più grande e radioso.

In base al suo odierno Statuto e al suo Reg. Gen. nonchè in base alla conseguente sua potenzialità economica, la "Lazio" si è costituita in ente morale in forza di R. Decreto 2 giugno 1921 n. 907, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 23 agosto 1921 numero 199 e nel nostro Lazio del 26 gennaio s. Il suo riconoscimento giuridico aggiunge forza morale alla istituzione, garantisce il suo uniforme funzionamento morale e amministrativo, sottraendolo ad ogni eventuale e subitanea mutazione di disposizioni, le apre la possibilità di accrescere la sua fortuna con legati, donazioni e successioni, rende responsabile chiunque di ciascun atto illegale commesso in suo danno, può farle compiere operazioni finanziare in nome proprio togliendo ai suoi amministratori ogni preoccupazione di responsabilità personale, può fare chiedere ed ottenere stanziamenti speciali sul bilancio dello Stato e di tutti quelli che saranno in seguito deliberati. La Presidenza perciò penso' escogitò e condusse a termine questo formale e sostanziale provvedimento per solidificare l'istituzione. Essa quindi potrà trattare Istituzioni l'acquisto delle aree o dei fabbricati per la sua sede e per le sue succursali fuori di Roma come a Fregene e a Ostia per cui sono in corso le trattative e deve provvedere alla esecuzione di tutti quelli che saranno in seguito deliberati. Ad accrescere la forza morale della Presidenza e della Società intiera, fu pensato di offrire nel 1904 la Presidenza Onoraria a S.E. Boselli e tutti sanno quanto grandi siano stati e saranno ancora per Lui i vantaggi e di decoro della "Lazio".


I. Sezione Amministrativa

Questa Sezione fin dal giorno della elezione dei suoi membri funzionò egregiamente sotto l' assidua Presidenza del commendator Gamond (Gamond Carlo ndr) che in ogni lunedì convocava per la trattazione dei numerosi affari amministrativi interessanti tutte le sezioni e risolto con completo successo fino al saldo del debito intiero. Mi limito a parlare della parte morale che può riguardare la Sezione perchè la parte finanziaria a norma dello art. 70 del Reg. Gen. rientra nel compito del Segretario della Sezione. La Sezoine Amministrativa che riunisce la somma di tutti gli affari della Società e dai quali deve trarre nuove ragioni di prosperità e di forza per l'incremento di tutte le sue Sezioni, deve esercitare una funzione organica completa e rispondente ai termini fissati dal suo Regolamento generale. E perciò il Consiglio preoccupato di questa necessità provvide alla nomina del Direttore Amministrativo prevista dal comma 14 dell'art 35 nella persona del cav Romolo D'Ambrosio che fino ad oggi ha funzionato egregiamente. La sua qualità, che gli impone obblighi delicati e tempo e responsabilità, meritava una retribuzione anche maggiore di quella di L. 250 che gli venne corrisposta ma egli più che guidato dall'interesse e dagli obblghi della sua carica ea animato da sentimenti vivi di affetto per la Società che vuol vedere prosperare e quindi non fece gran calcolo su compensi materiali che meritavano la sua opera e il suo zelo. La Società perciò doveva farlo compensare moralmente e ciò ha fatto con la sua nomina a Cavaliere ottenuta per speciale benevolenza da S.E. Paolo Boselli. Io chiudendo questa parte della mia Relazione non posso far a meno di esprimere un plauso a tutto il Consiglio della Sezione e ai funzionari che cooperarono con affetto per l'incremento della Sezione stessa e dell'Ufficio Amministrativo.


II. Sezione Sportiva

La Sezione Sportiva che è quella sulla quale si impernia il principale obiettivo della "Lazio" perchè deve avere un miraggio costante di educazione fisica della gioventù ha fin dall'anno 1919 ripreso il suo movimentato andamento con soddisfacente risultato, avendo potuto con nuove oblazioni, col contributo finanziario della Società e con operazioni finanziarie, quasi interamente sistemare il Campo Sportivo per l'esercizio del giuoco del calcio e degli altri sports, restando però ancora a farsi l'impianto del Tennis tanto desiderato dalle nostre signorine e dai dilettanti di tale giuoco. Ma il giuoco del calcio è quello che più interessa i nostri giovani e oramai già interessa anche la cittadinanza come avviene del resto e fatalmente in tutte le città ove questo sport si esercita. Infatti nel Campo accorrono oltre i giovani molti cittadini ad assistere alle partite di Campionato ed il loro concorso è tale che dà andamento anche per la parte economica potendosi ormai raggiungere i lauti proventi necessari per pagare i nuovi debiti di costruzioni. Ma non è nel calcio soltanto che deve arrestarsi lo sport della "Lazio" : essa deve rivivere nel podismo , nell'atletica e in tutti i giuohi sportivi e tutto ciò si deve fare dal nuovo Consiglio sportivo per non mancare al suo doveroso compito. Anche nel sano esercizio del nuoto nel Tevere abbiamo riaffermato le nostre buone tradizioni. Nell'estate del 1919 fu fatta dal Presidente Sportivo dottor Bitetti una convenzione abbastanza onerosa per l'affitto della Casina della "Rari Nantes" ai Polverini , ove un discreto numero di bagnanti intervenne ma non compensò la spesa. Però se economicamente non diede i risultati attesi per circostanze tutte locali, questo primo passo aprì l'adito ad ardimentosi progetti realizzati con la costruzione di una casina col comfort necessario per uomini e donne. A tal fine ottenni dal Demanio la concessione per 30 anni a L. 30 all'anno di una golena di m. 100 di lunghezza presso le case popolari, 200 metri circa distante dal Ponte del Risorgimento prima del Nautico sul Lungo Tevere Flaminio. Il dott. Bitetti si interessò toto corde della costruzione che assunta dalla Ditta Way e Baldi è ormai fin dal 26 settembre 1920 un fatto compiuto. (Albero Bello ndr). Ora è in corso la concessione di un arenile sul mare di Fregene che S.E. Carboni Boy espresse in apposita udienza la volontà e la nessuna difficoltà di approvare. E' in corso pure la pratica in unione alla " Rari Nantes", al "Club Nautico" e " Pro Roma" per la concessione di un arenile ad Ostia e anche questo è compito del nuovo Consiglio. Le discipline del nuoto così sane e tradizionali per Roma, debbono coltivarsi per la "Lazio" e diffondersi con tutta la fede nei suoi effetti educativi e salutari. Anche il giuoco delle bocce che raccoglie tanta parte eletta dei nostri soci anziani come i proff. Bonfante, Vivante, Zanotelli, comm. Maraschini, conte Borgogelli (Borgogelli Guido ndr ), cav Pavia, cav. Stara, cav. Galvano (Galvano Domenico ndr), Moratilla, Musso, Martinetti, cav. Benincori ed in cui si appassionava anche il compianto conte generale Spingardi (Spingardi Paolo ndr) è uno sport che interessa la "Lazio" e che potendo deve estendersi anche sulla golena del Tevere e sul Campo della Rondinella. E quel che dico per le bocce, lo dico e più forte per il giuoco del tamburello, così bello, così soddisfacente e sano e così tanto italiano. La ricostituzione della Federazione della Palla, darà maggiore incremento al giuoco e speriamo di avere presto in Roma un campionato italiano che darà certo maggiore impulso al giuoco del quale sono forti campioni il Barone Caprara (Caprara Francesco ndr ), il Fabrizi, il Brincat, il De Casa, il Colombo, il Morelli, il Fioranti e altri che potrebbero competere coi campioni del Nord. Anche tutti gli altri sports che formano il programma sportivo della "Lazio" devono essere attuati dalla nostra Sezione Sportiva con apposita scelta di competenti Commissioni che vi si appassionino.

III. Sezione Escursionismo

Nel marzo 1906 un gruppo di 6 podisti, da me guidato, alle 5 del mattino partiva da partiva da Porta del Popolo e con passo più dell'ordinario giunse al Cremera, ivi si tuffò nelle limpide acque e poscia adamiticamente adagiati sulla fresca erbetta della riva cosnumò l'abbondante colazione portata, rievocando la memoria dei 300 Fabi ivi sterminati dai Veienti e le gesta di Camillo che distrusse Veio. Ripresa poscia la via del ritorno il gruppo rientrava a Roma lieto e felice. Fu questa la gita che aprì la interminabile serie di quelle organizzate poi dalla Sezione che ebbe per primo Presidente lo illustre e più volte commemorato illustratore Domenico Gnoli (Gnoli Domenico ndr). Con l'autorità di questo nome e con la genialità dei suoi programmi la "Lazio" nelle sue gite traeva da Roma comitive innumerevoli ed appassionava cultori dell'arte, tanto che da essa sono sorte parecchie società congeneri per la divulgazione della nostra storia La Sezione per virtù dei suoi dirigenti non ha mai trascurato il suo programma domenicale che si svolge quasi sempre con successo da 17 anni a questa parte. Benchè le difficoltà di transito siano in questi ultimi tempi aumentate tuttavia sono state effettuate sempre interessanti ascensioni sui nostri monti ed escursioni anche ai nostri Castelli con numeroso intervento di nostri soci e simpatizzanti; ma quelle effettuate alla periferia di Roma nelle classiche località storiche, archeologiche e artistiche hanno sempre richiamato numerose comitive. Com'è noto, ogni escursione, qualunque sia il suo carattere viene immancabilmente illustrata da chiarissimi conferenzieri che tanto hanno già benemeritato nel campo della coltura storico-archeologica e artistica. Fra i primi fu il compianto Domenico Gnoli, sostituito poi nella Presidenza della Sezione dall' illustre archeologo senatore Lanciani (Lanciani Rodolfo ndr) eppoi il comm. avv. Montecchi (Montecchi Leo ndr),il prof. Palazzo (Palazzo Luigi ndr), il prof. Giovannoni, il dott. Berni (Berni Ilio ndr), il prof. Clerici (Clerici Enrico ndr), il prof. Aquilanti, il gr. uff. Attili (Attili Severino ndr), l'ing. Mengarelli (Mengarelli Raniero ndr), il prof. Rocchi, il prof. Oddone, il prof. Nispi-Landi, il conte Stara-Tedde, il colonnello Arimondi (Arimondi Nicolò ndr), il prof. Pasquinelli, il prof. Sabatini (Sabatini Francesco ndr) ed altri conferenzieri di Roma ai quali si aggiungono vari illustratori locali come il comm. Coltellacci, il prof. Del Pinto, il prof. Galieti ecc. tutti benemeriti divulgatori della coltura popolare ai quali la "Lazio" è profondamente riconoscente. Uno speciale encomio per le indefesse cure di organizzatore oltre che per le sue ottime qualità di illustratore è dovuto al dott, Berni che non risparmia tempo e fatiche perchè si generalizzino le domenicali riunioni escursionistiche. Egli ha altresì il merito di raccogliere numerose comitive per gite in montagna ed è in ciò coadiuvato dal Segretario della Sezione Lorenzo Respighi che è poi il simpatico resocontista, che leggiamo settimanalamente nel "Lazio". Oltre ad essere un motivo di coltura e di educazione le nostre escursioni sono un semenzaio di illustratori che via via si rivelano e si accodano alla eletta schiera. Come il Montecchi, il compianto Albizzi (Albizzi Augusto ndr), l'Aurini (Aurini Guglielmo ndr), il Berni ecc, oggi si manifestano con speciali attitudini il Cipriani ed altri il cui nome è ancora riservato. E debbo ancora segnalare l'opera apprezzabile che rende il prof. Clerici con le sue illustrazioni scientifico- scolastiche alle quali accorrono numerosi studenti secondari e universitari specialmente dell'Istituo Tecnico ove il prof. Bertolini fa una sana propaganda. L'escursionismo adunque che oltre a conferire salute ed educazione fisica deve essere apprezzato nella "Lazio" anche come divulgazione di coltura. Ma gli enti pubblici ai quali più competerebbe, non mostrano quasi di accorgersene. Speriamo in seguito. La Sezione oltre che nel Reg. Gen. ha nel n. 27 del 14 luglio s. la traccia del suo lavoro che ampiamente può sviluppare.


IV Sezione Femminile

Tutta la parte gentile della Società può costituire tema di lavoro per questa Sezione che è tracciato nel citato numero del "Lazio". Alla marchesa Serraggi (Serraggi Anna ndr), e alle sue gentili collaboratrici Parziale, Gaudioso, Calvi, Vesin, Vinai, Impallomeni e alla graziosa v. segretaria marchesina Serraggi la "Lazio" affida le sorti della Sezioni alla cui collaborazione concorrono efficacemente il delegato sig. Genna (Genna Enrico ndr) ed il maestro Barberi.


V. Sezione Premilitare

Questa Sezione nacque il seguito alla Fondazione del Corpo degli Esploratori. Tornato io dalle Olimpiadi di Stoccolma, ove osservai il funzionamento degli esploratori svederi, costituii una Commissione per la preparazione del Corpo del quale faceva parte il mai abbastanza compianto prof. Colombo (Colombo Carlo ndr) che dedicò tutto sè stesso al Corpo degli Esploratori. La storia del suo sviluppo è descritto nel Lazio del 1913 e 1914 ed in seguito sul Sii preparato pubblicato dal Comitato Centrale. Per la propaganda della Sezione fondai il Lazio a grande formato nel marzo 1913 che nel 1917 prese le proporzioni attuali. Dopo la costituzione del Corpo Nazionale degli Esploratori rimase alla Società il compito di preparare giovani al servizio militare, ma ancora questo non si svolge con i risultati desiderabili perchè non ha locali adatti. Vedremo se in seguito il generale Bompiani (Bompiani Gen. Giorgio ndr) che ha organizzato il I Concorso d'Onore per il premilitari saprà riuscire nell'importante mandato.


VI. Sezione Ginnastica

Per mancanza di palestra e sala adatta anche questa parte di educazione fisica non si à potuta attuare per quanto spesso sollecitata da giovani e da madri e padri di famiglia per i loro piccoli. Il socio Magg. Grassi se ne sta occupando e gli auguro di cuore la riuscita per completare il programma fissato dalla nostra organizzazione.


VII. Sezione Scherma

Questa Sezione che richiede uno spazio minore di locali, si è attuata fina dal 1913 con lusinghiero successo perchè la scuola, egregiamente diretta dal cav. Innorta (Innorta Francesco ndr), conta annualmente dai 70 ai 100 allievi e frequentatori. Se si potessero ampliare locali e accrescere comodità il numero aumenterebbe perchè la nobile arte appassiona e rinfranca. Si legga il Lazio e si vedrà lo sviluppo che la Sezione ha preso.

VIII. Sezione Musica

Anche di questa Sezione che ha il suo fulcro nella celebre violinista Maria Flori (Flori Maria ndr) si può avere ampia nozione dal Lazio che ha fatto la descrizione di quasi tutti i suoi 61 concerti. Ma una parte che fu ben iniziata dalla maestra e artista Verger Borlone non è stata ancora bene affermata ed è quella del Canto Corale che risponde così bene al concetto della educazione fisica. Una notevole operosità ci viene oggi dalla Sezione Escursionismo perchè ogni venerdì sera nei consueti ritrovi iniziati dal dottor Berni, si fa il canto corale sotto la direzione del socio Madesani (Madesani Palmiro ndr), Se si riuscirà a formare bene la Scuola sarà lodevolmente assolto uno dei compiti importanti che ci prefigge il Regolamento.

IX. Sezione Filodrammatica

L'aumento dei soci che via via si vrificava collo svolgersi dello sport e dei ritrovi familiari, mi indusse, dopo la musica, ad iniziare la filodrammatica per svago e ricreazione delle famiglie come per avere una nuova fonte di risorse poichè il camerone di Via Veneto a tale oggetti si prestava. Prima un teatrino fallito, poi un progetto organico attuato dal cav. Palombi dell'arte maestro. Il progresso del nostro teatro è periodicamente descritto dal Lazio a cui mi riferisco a risparmio di tempo. Ma non posso lasciare di dire un plauso al Frattali, all'Antonelli, al Sabatucci e a tutta la schiera eletta di attori e attrici che onorano il nostro teatro. E formulo l'augurio che il sen. Baccelli che autorevolmente presiede la Sezione, si decida a dedicare qualche ora all'incremento della Sezione, e così alla "Lazio" non potrà mancare anche nel campo dell'arte la sua gloria.


Egregi Consoci ed Amici ,

Più non mi indugio nell'esame della nostra opera e vengo alla conclusione per dirvi che nel quadro meraviglioso del nostro sport in cui risalta l'immagine della nostra Vittoria nel campo del calcio, si scorge nello sfondo suggestivo di colori tutto lo sport a cui la "Lazio" aspira; e attorno a questa rappresentazione radiosa di educazione del corpo, ecco l'aurea cornice di educazione morale e culturale che completa la sua opera perpetuatrice come perpetuo è il classico nome del Lazio!

Il motto che ci guida Concordia Parvae Res Crescunt sia sempre presente a voi e il bianco-celeste che segna meravigliosi orizzonti nei quali sventola il nostro vessillo, vi conduca per la fatidica via che la gloria vi ha tracciati.


L'addio che io vi do è cordiale e sereno come le vostre anime generose, e vi assicuro che il mio pensiero, se non l'opera vi accompagnerà sempre nel cammino multiforme che la "Lazio" insegue per la sua gloria maggiore.









La scheda di Fortunato Ballerini nomi▲ Torna ad inizio pagina