Lunedì 10 agosto 1987 - Forte dei Marmi, Stadio Comunale - Prato-Lazio 0-6

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Stagione

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10 agosto 1987 - Amichevoli pre-campionato stagione 1987/88 - II amichevole

PRATO: Aliboni (80' Berti), Napolitano (61' Busolese), Guerra, Toracchi, Biffi, Marchini, Di Stefano, Landi (56' Calderini), M. Rossi (46' Turchi), Labadini (70' Santonocito), Ceccaroni (56' Simeoni). A disp. Benvenuti. All. Orrico.

LAZIO: Martina (70' Fiori), Brunetti (55' Foschi), Beruatto, Esposito (46' Acerbis), Gregucci, Marino, (46' Piscedda), Savino (77' Gentilini), Pin (70' Nigro), Galderisi, Muro (46' Caso), Rizzolo (46' Fiorini). All. Fascetti.

Arbitro: Nicchi (Arezzo).

Marcatori: 2' Pin, 43' Muro, 51' Savino, 54' Pin, 78' Caso, 79' Galderisi.

L'articolo de Il Messaggero

La Gazzetta dello Sport titola “Muro ispira la Lazio e Pin la concretizza – Applaudita prestazione dell’ex napoletano nel primo tempo – Nella goleada al Prato una doppietta di Pin – Di Galderisi il sigillo del sesto gol.

Forte dei Marmi - Dopo quindici giorni di duro lavoro in montagna, la Lazio scende al mare nel civettuolo stadio della cittadina più esclusiva della Versilia per affrontare il primo vero test della stagione I biancocelesti romani, grandi favoriti del campionato cadetto, affrontano il Prato, squadra solida e ambiziosa che pochi giorni prima aveva bloccato l'Empoli sullo 0-0. Fascetti, che da queste parti è di casa, manda in campo una formazione senza Monelli (botta al collo del piede destro) e Acerbis (in ritardo di preparazione). C'è però, attesissimo, Ciro Muro all’esordio stagionale, che sarà la grande attrattiva della serata.

Dopo solo due minuti di gioco la Lazio va in vantaggio in modo un po' rocambolesco: da una conclusione assai imprecisa da fuori area di Pin, la palla perviene a Muro che dalla destra pennella un cross che Gregucci corregge di testa per Pin, appostato sul palo, il quale devia di testa in rete. Il Prato reagisce con rabbia. mettendo alla frusta Marino e compagni, specialmente con il classico Labadini, il veloce Di Stefano e il coriaceo centravanti Rossi.

La Lazio accetta il confronto sul piano agonistico. Pin si rivela il fulcro di tutto il gioco ma non sempre trova validi interlocutori. Esposito ha il suo daffare per stare dietro al dinamico Labadini e Savino si defila un po' troppo dal vivo dell’azione. Ma ci pensa Muro che, dopo un inizio in sordina, sale alla ribalta con alcune giocate di grande efficacia. È lui l'uomo più pericoloso dei biancocelesti in fase risolutiva oltre al gol segnato, nel quale Aliboni ha una parte di responsabilità. All'attivo dell'ex napoletano una punizione capolavoro al 29' che solo una prodezza di Aliboni impedisce che si trasformi in gol.

Nella ripresa la Lazio, con un gioco spigliato ed incisivo, dilaga e va a segno altre quattro volte con Savino con bello spunto personale, Pin su un gran lancio di Fiorini, Caso e Galderisi con due diagonali da fotocopia. La Lazio, dunque, cresce bene e promette molto.

Il Messaggero titola “La Lazio gioca a tennis (6-0) - Biancazzurri fin troppo belli. Prato ko - Pin e Muro in serata monstre trascinano i compagni alla goleada contro la squadra che aveva fermato l’Empoli. Fascetti felice: tutti già in forma campionato”.

Forte dei Marmi - Dagli appennini al mare, quattro ore di crociera in torpedone, una breve sosta ristoratrice a Pontremoli, il tempo per i giovani portieri di una dedica immaginaria a Ricky Albertosi, poi al Comunale del Forte, passando per Aulla. Una passeggiata fondamentale fuori porta per meritare una certezza: questa Lazio ha numeri da antologia.

E’ una notturna, Fascetti dice che si tratta di finto calcio, ma il collaudo è di quelli che contano: il Prato è una solida squadra di C1 messa in musica sui modernissimi spartiti di Orrico, uno dei prediletti allievi della scuola Allodi di Coverciano. Lussuosa copertina, non solo per lo sfondo di ville immerse nel verde, ma anche per la presenza al completo della proprietà.

Anche al buio del Forte l’architettura di Fascetti si completa e lascia vedere l’asse portante con qualche dubbio ancora da dissipare. Lui adora contare su giocatori sempre eccitati e non ammetterà mai d’averci in testa la formazione già scolpita. Per esempio, quella del primo tempo contro il Prato: Monelli (ancora fuori prudenzialmente) invece di Rizzolo e Acerbis (indietro nella preparazione) per Esposito. Con Piscedda, Camolese e Caso soluzioni vaganti.

Debutta Muro, ultimo rampollo di estri partenopei. C’è curiosità per la prima di quel trio bassotto: Pin che cuce, Muro che inventa, Galderisi che guasta. Dopo due minuti, l’invenzione è fin troppo gustosa: Pin svirgola da fuori la palla che sembra destinata in tribuna, l’effettaccio di ritorno la consegna invece a Muro, liberissimo e geniale nell’essere lì; cross, testa di Gregucci nel muccio e ancora Pin che sigla l’epitaffio (1-0). Dieci minuti più tardi sono ancora i tre nobili pigmei a confezionare una bella rima. Da Muro a Pin che se ne va come fosse Cruyff, ma essendo solo Pin non arriva in porta, lascia a Galderisi che imbratta il tiro. Al quarto d’ora ancora Muro in bella intesa con Galderisi.

I tre fanno le stelle filanti e tengono su l’anima di una squadra comprensibilmente un po' ingolfata. Particolarmente Pin conferma la sua eccezionale disposizione; una vera e propria unità mobile di pronto intervento, puntuale anche nell’esecuzione a rete. I giocatori di Orrico fanno per mezz’ora almeno tentativo di pressing, incattiviti dalla rete subita e contestata. Spiccano per virtù stilistiche la mezzala Labadini e il libero Biffi, ma essenziale a centrocampo è il lavoro di Toracchi e Ceccaroni, finta ala sinistra. In porta c’è Aliboni, celebrato mattocchio già del Brescia, che alla mezz’ora si fa notare inchiodando bene un calcio diretto di Muro. Il napoletano ha priorità assoluta su tutti i tiri da fermo. E’ suo il corner che incorona la testa di Galderisi per un fuori di nulla. Solo al 41’ su punizione di Ceccaroni, il Prato consente a Martina di dimostrare a se stesso la propria integrità di portiere. Nel frattempo, Ciro Muro al 42’ aveva brindato al proprio debutto biancoceleste con un sinistro maligno su cui Aliboni s’impaperava orrendo, confermandosi imprevedibile.

Sul 2-0 la Lazio chiudeva un primo tempo molto interessante. Poche le ombre. Splendido l’asse centrale Pin-Muro nella tessitura a tutto campo puntualissimi Brunetti, Marino e Beruatto, piccante Galderisi, perfetto Martina. Meno felici le note su Gregucci ed Esposito, ancora in ritardo Rizzolo, spaesato, e Savino, poco servito sulla sua destra. La vena stellare di Muro e Pin incoraggiava nella circostanza le soluzioni centrali rispetto a quelle di fascia, piuttosto disattese ieri, dopo essere stata il leit-motiv contro il Serramazzoni.

Solito vortice di mutazioni nel secondo tempo; dentro Piscedda, Caso, Fiorini e Acerbis. Il Prato non è più. Semplicemente scoppiato. In cinque minuti Savino e Pin lo affondano, poi Caso e Galderisi alla fine lo mortificano (6-0). Ma il secondo tempo non è solo un futile pallottoliere. Fascetti ordina esercitazioni di pressing e i suoi rispondono anche qui egregiamente. Sono altre quattro ore di pullman al ritorno, ma nessuno se ne accorge; tutti già assorti in una favola che si annuncia bellissima.