Martedì 6 luglio 2021 - Londra, Wembley Stadium - Italia-Spagna 1-1 (5-3 dcr)

Da LazioWiki.

Stagione

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16° Campionato europeo - Semifinale, ore 21,00

ITALIA: Donnarumma, Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson Palmieri (29' st Toloi), Barella (40' st Locatelli), Jorginho, Verratti (28' st Pessina), Chiesa (2' 2ts Bernardeschi), Immobile (16' st Berardi), Insigne (40' st Belotti). A disp. Meret, Sirigu, Acerbi, Cristante, Bastoni, Florenzi. All. Mancini.

SPAGNA: Unai Simon, Azpilicueta (40' st Marcos Llorente), Garcia (4' 2ts Pau Torres), Laporte, Jordi Alba, Koke (25' st Rodri), Busquets (1' 2ts Thiago Alcantara), Pedri, Oyarzabal (25' st Gerard Moreno), Dani Olmo, Ferran Torres (17' st Morata). A disp. De Gea, Sanchez, Diego Llorente, Gaya, Fabian, Traore. All. Luis Enrique.

Arbitro: Brych (Germania).

Marcatori: 15' st Chiesa, 35' st Morata.

Rigori: Locatelli (I) parato, Dani Olmo (S) alto, Belotti (I) gol, Gerard Moreno (S) gol, Bonucci (I) gol, Thiago Alcantara (S) gol, Bernardeschi (I) gol, Morata (S) parato, Jorginho (I) gol.

Note: ammoniti Busquets, Toloi, Bonucci.

Dal Corriere della Sera

La gioia dopo la rete
La parata decisiva su Morata


Le notti non sono magiche e palpitanti solo dentro l’Olimpico, ma anche nell’austero e gelido Wembley. L’Italia si prende la finale dell’Europeo, a nove anni di distanza dall’ultima volta, nel 2012 con Prandelli, e come nei sogni più belli tornerà nel tempio domenica per sfidare l’Inghilterra o la Danimarca. Una goduria dopo 120 minuti di sofferenza e nove calci di rigore. Quello decisivo è di Jorginho. E pazienza se per lunghi tratti siamo finiti in apnea di fronte ai palleggiatori sopraffini della Spagna. La sfida per il possesso palla l’hanno vinta loro, ma a festeggiare siamo noi.

Meno gioco e più cuore. La capacità di soffrire è un tratto distintivo di questa squadra senza limiti. Il trentatreesimo risultato utile di fila è il più complicato. Gli azzurri tengono botta nei tanti momenti difficili, soprattutto nel primo dei due supplementari. I manciniani hanno un’anima e non si piegano neppure quando Morata pareggia il gol di Chiesa. E poi dal dischetto completano l’impresa, chiudendo il cerchio magico. Segnano Belotti, Bonucci, Bernardeschi e Jorginho. Donnarumma ipnotizza Morata e si scatena la festa.

Luis Enrique sceglie un tridente senza centravanti, con Dani Olmo falso nove e anche nove falso considerando che spedisce tra le braccia di Donnarumma, peraltro reattivo, l’occasione migliore della Spagna nel primo tempo. L’Italia parte bene, pressando alta, ma è un’illusione perché la Roja si aggiusta in fretta, mandando a vuoto le intenzioni azzurre di aggredire alti. La palla ce l’hanno quasi sempre loro e i manciniani sono costretti a giocare di rimessa, cercando il lancio lungo centrale per sfruttare la lentezza di Garcia e Laporte. Il tema della partita è quello previsto: impossessarsi del pallone. La Spagna assolve il suo compito, ma per nostra fortuna è bella solo sino alla trequarti. Busquets vince quasi tutti i contrasti e sporca le linee di passaggio, mentre il diciottenne Pedri dà un saggio delle sue qualità in entrambe le fasi. Mancini in panchina si arrabbia. Non è la solita Italia, si allunga, gira a vuoto, sbaglia un paio di uscite che le Furie Rosse non sfruttano a dovere. Jorginho fatica a tenere insieme la squadra. Manca anche il supporto degli esterni, Chiesa e Insigne non riescono quasi mai a ribaltare il fronte e senza Spinazzola perdiamo un’arma fondamentale.

La Spagna insiste anche nel secondo tempo, ma per nostra fortuna non graffia: Di Lorenzo anticipa Ferran Torres sul cross lungo di Dani Olmo e Busquets non trova la porta da posizione ghiotta. Ma rispetto al primo tempo l’Italia è più coraggiosa e al primo vero affondo trova l’acuto con Chiesa, il terzo in azzurro e il secondo a Wembley dopo quello con l’Austria. Un gol vecchio stile, che nasce da un contropiede sul quale è da apprezzare anche il lavoro di Immobile. Rotto l’equilibrio, cambia il tema della partita. Luis Enrique prova con gli attaccanti, prima Morata e poi Moreno, mentre Mancini sceglie il tridentino leggero, inserendo Berardi per Immobile e sistemando Insigne al centro. Gli spagnoli continuano a sbagliare: clamoroso l’errore di Oyarzabal prima di uscire. Ma a forza di insistere, la Spagna agguanta il pareggio: allo juventino Chiesa risponde lo juventino Morata che però ai rigori si fa stregare da Donnarumma.