Mercoledì 25 luglio 2012 - Auronzo di Cadore, stadio Rodolfo Zandegiacomo - Lazio-Siena 0-1

Da LazioWiki.

Stagione

25 luglio 2012 - Auronzo di Cadore (BL), Stadio Rodolfo Zandegiacomo - Amichevole - inizio ore 17.30

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LAZIO: Marchetti (66' Berardi), Garrido (59' Scaloni), Biava (46' Onazi), Stendardo (83' Konko), Cavanda (59' Zauri), A.Gonzalez (72' Candreva), Ledesma, Cana, Hernanes (59' Rozzi), Floccari (53' Zarate), Kozak (46' Alfaro). A disposizione: Carrizo, Dias, Lulic, Mauri, Rocchi. Allenatore: Petkovic.

SIENA: Pegolo, Terzi, Paci (46' Belmonte), Contini, Sestu, Vergassola, D'Agostino (80' Coppola), Mannini (72' Parravicini), Rubin, Bogdani (53' Paolucci), Larrondo. A disposizione: Farelli, Dellafiore, Buchel, Giannetti. Allenatore: Cosmi.

Arbitro: Sig. Chiffi (Padova) - Assistenti Sigg. Tolfo (Pordenone) e Donato (San Donà di Piave).

Marcatori: 41' Larrondo.

Note: angoli 8-2 per la Lazio. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t.

Spettatori: circa 1.500.


Hernanes in azione
Il Presidente Claudio Lotito assiste alla gara
Un momento dell'incontro
Sergio Floccari
Luis Pedro Cavanda
Mister Vladimir Petkovic
Libor Kozak tenta la via della rete
Una fase di gioco

Dal Corriere dello Sport:

Non è ancora la vera Lazio. Tante assenze pesanti e 90' di esperimenti. Palo di Candreva, decide Larrondo.

Cosmi ha un progetto semplice, ma efficace e il Siena, marchiato dal 3-5-2, già sembra un prodotto pronto per il campionato. Devono essere acquistati altri quattro giocatori, ieri ne mancavano altrettanti (Calaiò, Del Grosso, Valiani e Vitiello), ma la squadra toscana ha tenuto benissimo il campo per settanta minuti, sorretta nel finale dalle prodezze di Pegolo. Petkovic ha fatto solo esperimenti, risparmiando Mauri, Lulic, Dias e diversi altri titolari, perché oggi il ritiro di Auronzo si chiuderà con il Torino e un'altra partita di serie A. Non c'era la stessa qualità esibita nelle amichevoli precedenti. Ha deciso un gol di Larrondo, abile a beffare Marchetti, scattando sul filo del fuorigioco e sfruttando l'unico vero buco della linea difensiva biancoceleste. La Lazio avrebbe meritato il pareggio, se non altro per le occasioni create negli ultimi venti minuti, quando sono entrati Candreva e Zarate per provare a riequilibrare il risultato. Non sono evaporate le immagini suggestive dei giorni scorsi, non è il caso di dare un peso eccessivo alla prima sconfitta del precampionato, anche se qualche interrogativo di natura tattica su alcuni giocatori bisognerà porselo, perché la squadra biancoceleste è ancora un cantiere aperto. Petkovic è apparso sin troppo pragmatico per essere un'amichevole di fine luglio. Ci si aspettava la stessa Lazio spumeggiante dei primi test e invece il tecnico bosniaco-croato, forse nel tentativo di regalare maggiore equilibrio al centrocampo, l'ha corretta e rimodellata presentando un modulo ibrido e con interpreti meno offensivi. Difesa a quattro, Ledesma playmaker arretrato, Cana ed Hernanes più avanzato, Gonzalez largo a destra, Floccari sul versante opposto e Kozak prima punta. Era un 4-1-4-1 inusuale perché l'attaccante calabrese partiva largo a sinistra, si accentrava ma non riusciva a cucire il gioco, così dopo neppure mezzora Hernanes si è spostato sulla fascia sinistra e la Lazio è tornata al canonico 4-4-2. Un assetto prudente e quasi in contrapposizione con il Siena di Cosmi. La squadra biancoceleste in avvio è apparsa decisa nel cercare la circolazione del pallone e nel provare subito a riconquistarlo, ma negli ultimi trenta metri mancavano spunto e profondità. Solo a destra, grazie alle combinazioni tra Gonzalez e Cavanda, dava la sensazione di poter sfondare. Ma era soltanto una sensazione, perché Contini e Rubin, faticando e sgomitando, chiudevano ogni varco. Vergassola, D'Agostino e Mannini hanno spento e soffocato quasi subito l'ispirazione di Hernanes, Floccari e Kozak davanti erano imbrigliati. Così è venuto fuori un primo tempo monotono ed equilibrato, una specie di ping pong a centrocampo.

La Lazio ha avuto due occasioni sfruttando i calci d'angolo: al 10' Cana di testa ha spedito di poco a lato, al 27' ci ha provato Stendardo e Pegolo si è salvato con una prodezza. Al 41' il Siena è passato in vantaggio grazie ad un'intuizione di D'Agostino, che ha imbeccato Larrondo mentre la linea difensiva della Lazio era in uscita e ha allentato le marcature con troppa leggerezza. L'argentino ha scavalcato Marchetti con una palombella. Nella ripresa Petkovic ha messo dentro Onazi arretrando Cana accanto a Stendardo e poi ha sostituito Hernanes con il baby Rozzi. Kozak era uscito per fare largo ad Alfaro, che ha beccato ancora meno palloni. Dopo dieci minuti Zarate ha sostituito Floccari. L'argentino, applauditissimo dai tifosi, si è subito presentato con uno spunto dei suoi, ma il tiro potente non ha inquadrato la porta. Rispetto alle precedenti uscite, il copione tattico era saltato, così anche Mauro si è lasciato andare a qualche individualismo. La vera scossa l'ha regalata l'ingresso di Candreva, che sta giocando davvero a livelli altissimi. Il fantasista romano al 34' ha centrato il palo con una sventola in diagonale da venti metri e due minuti dopo ha scaricato una bomba su punizione, costringendo Pegolo a respingere con i pugni. Negli ultimi cinque minuti ancora Zarate e per due volte Konko, appena entrato, hanno sfiorato il pareggio che sarebbe stato meritato. Il Siena, alla quarta vittoria in quattro amichevoli del suo precampionato, ha esibito una tenuta capace di inorgoglire Cosmi. Petkovic ha incassato la prima sconfitta: dovrà soltanto continuare a lavorare, trovando una risposta definitiva alla collocazione tattica di Hernanes. In organico ci sono qualità enormi da sfruttare. Questa non era la vera Lazio. E ci sarà tutto il tempo per dimostrarlo.


Dalla Gazzetta dello Sport:


Il Siena castiga la Lazio. Larrondo gol ad Auronzo (D'Agostino in cattedra) per l'1-0 sui biancocelesti incapaci di concretizzare.

Contro il Siena ad Auronzo di Cadore la Lazio cade per la prima volta dopo aver mischiato non poco le carte (fuori fra gli altri dal via Zarate, Lulic, Mauri e Candreva) in vista dell'amichevole col Torino che andrà in scena già domani. Cosmi deve fare a meno dell'infortunato Valiani, oltre a Calaiò. Ma un Siena autoritario ha messo in difficoltà all'inizio la squadra di Petkovic, usando anche spesso le maniere forti, al limite del giallo e affidandosi a un D'Agostino apparso già in condizioni ottimali e a un Larrondo volitivo. La Lazio però in breve tempo ha preso in mano il gioco, con Hernanes e Ledesma sugli scudi in una squadra che fa buon pressing a tutto campo finché le forze la sostengono. Kozak sfiora il gol di piede, Pegolo in tuffo devia in angolo un gran colpo di testa di Stendardo. La Lazio spinge senza pungere e così al 41' D'Agostino pesca Larrondo sulla destra e alla prima occasione porta in vantaggio i bianconeri con Marchetti uscito vanamente dalla porta. Ripresa con tre soli cambi dal via: Belmonte per Paci, Alfaro per Kozak e Onazi per Biava. Dal 10' girandola di sostituzioni e partita che scivola via con lo stesso canovaccio del primo tempo: Lazio padrona incapace di chiudere a rete nonostante la verve di Zarate. Anzi, il Siena ha poi col passare dei minuti guadagnato metri e spostato il baricentro del gioco verso la metà campo avversaria. E il Siena gestisce il vantaggio senza patemi.


Da La Repubblica:

Pegolo ferma la Lazio. L'amichevole va al Siena. Il primo assaggio di serie A si chiude con una sconfitta per la squadra di Petkovic, battuta 1-0 dai toscani di Cosmi. I biancocelesti hanno dominato per tutta la partita, ma hanno trovato un portiere bianconero insuperabile. Rete di Larrondo in contropiede.

Si inizia a fare sul serio e oggi, contro il Siena, la Lazio ha disputato il primo vero test probante di questa stagione. Finisce 1 a 0 per i toscani, ma il risultato non rispecchia assolutamente quello che si è visto in campo. I capitolini hanno dominato per tutta la partita e solo un grande Pegolo ha impedito che le occasioni create a ripetizione si tramutassero in gol. Per l'occasione Petkovic ha deciso di abbandonare il 4-4-2, con il quale aveva deciso di affrontare le tre amichevoli precedenti, per passare a un 4-3-3 "mascherato", con Floccari e Gonzalez nel ruolo per loro inedito di esterni d'attacco a supporto di Kozak. A centrocampo Ledesma in cabina di regia, con Hernanes e Cana ai suoi fianchi, mentre in difesa, davanti l'estremo difensore Marchetti, classifica linea a quattro, interpretata da destra verso sinistra da Cavanda, Biava, Stendardo e Garrido. Questo, però, è solo lo schieramento di partenza. Oggi si è capito cosa intendesse in conferenza stampa Petkovic, quando affermò senza troppi indugi: "Non contano i moduli, ma l'idea di gioco che si vuole attuare". Nello scacchiere tattico dell'allenatore croato, dalla cintola in su, non ci sono posizioni cristallizzate: a turno tutti i centrocampisti, a eccezione del regista arretrato Ledesma, si aggiungono alla manovra offensiva con inserimenti, corsa e pressione sui portatori di palla. A parte il vertice alto Libor Kozak, non ci sono punti di riferimento e questo permette al portatore di palla biancoceleste di avere sempre più opzioni per il passaggio. La Lazio cerca il fraseggio, manovra bene, riesce anche ad arrivare in più occasioni alla conclusione, ma errori sotto porta e un Pegolo in stato di grazia, fanno si che sia il Siena a sbloccare il risultato al primo tiro in porta con un gol in contropiede di Larrondo, che firma così l'unica rete subita dai biancocelesti in questo avvio di stagione.

Nella seconda frazione entrano subito Alfaro e Onazi per Kozak e Biava. Cana arretra in difesa al fianco di Stendardo e Floccari torna a occupare il ruolo a lui più congeniale di prima punta. Dura però solo dieci minuti, poi deve lasciare il posto a Mauro Zarate. La Lazio continua a mantenere costantemente sotto pressione gli avversari pur non riuscendo a concretizzare le numerose occasioni create. Petkovic dà spazio a tutti, con il passare dei minuti entrano in campo anche Scaloni, Zauri, Candreva, Rozzi e Konko, ma il risultato non cambia. La partita termina 1 a 0 per il Siena, ma a prescindere dal risultato inizia a vedersi veramente l'idea di calcio del tecnico croato. Al termine della partita questa volta è toccato a Lorik Cana prendere la parola. L'albanese si è messo in evidenza con una grande partita, prima a centrocampo e poi in difesa, dimostrando di essere un prezioso jolly nelle mani di Petkovic: "Faccio parte di quel gruppo di giocatori che può giocare in diverse posizioni. È un bene per me e per la squadra. Nella mia carriera ho sempre fatto le due posizioni. Non ho preferenze. Oggi ho anche provato a giocare più alto, ma quello non è il mio gioco. Stiamo facendo delle prove e cerchiamo di attaccare l'avversario un po' più alto. Stiamo facendo le cose come chiede il mister. Io dietro ho una grande esperienza, ci gioco senza problemi. A centrocampo sono abituato a giocare da solo o a due, più alto non ci ho mai giocato ma se me lo chiedono lo faccio tranquillamente". È tempo di novità con Petkovic, non solo per Cana, ma per tutta la Lazio: "Porta una mentalità di gioco differente. Diverso da quello degli anni scorsi. Sta cercando un calcio più aperto, più offensivo. Ci sono ancora tante cose da imparare e su cui dobbiamo lavorare. Magari già alla prima partita di Europa League o di campionato vedremo una Lazio pronta, magari invece ci sarà da aspettare un po' di più. Nessuno lo può dire". Di sicuro questo sarà l'anno del suo riscatto, dopo una prima stagione in Italia con più ombre che luci: "Mi sento meglio. Fisicamente ho meno fastidio e questo fa la differenza, è un qualcosa di molto importante per un giocatore. È passato un anno, ho più esperienza in questo campionato e quindi sono ancora più tranquillo. Ho ambizione e voglio aiutare a raggiungere i nostri obiettivi che sono grandi. In questo ritiro abbiamo lavorato benissimo, gettatando le basi fisiche, mentali, tecniche e tattiche".




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