Presentazione Stagione Sportiva Rugby 2011/12

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Presentazione Stagione Sportiva Rugby 2011/12


Tratto dal sito Lazio Family:

Quattro gli arrivi destinati a rinforzare la rosa: l’estremo sudafricano Kobus De Kock, il pilone irlandese Dave Ryan e, dalla Rugby Roma, Matteo Pietrosanti e Diego Varani. Senza dimenticare quel manipolo di giovani di grande talento che arriva dalla Under 20 L’accordo raggiunto con il pilone irlandese Dave Ryan, è stato, di fatto, l’ultimo atto della campagna di rafforzamento della SS Lazio Rugby 1927 in vista della stagione 2011-2012. L’inizio degli allenamenti è fissato per lunedì 22 agosto all’Acquacetosa per una full immersion quotidiana agli ordini di Alfredo De Angelis e Victor Jimenez e, soprattutto nel primo periodo, del preparatore atletico Luca Grandinetti. Come annunciato a fine campionato scorso, e come tradizione della Lazio Rugby 1927, non c’è stata nessuna rivoluzione, soltanto qualche rinforzo, necessario anche a causa di alcune partenze, che si andrà a inserire in un gruppo rodato e soprattutto molto affiatato. Così arriverà l’ estremo sudafricano Kobus De Cock, per rimpiazzare Garry Law, tornato in patria; i piloni Matteo Pietrosanti dalla Roma e l’irlandese di Munster Dave Ryan, sono destinati a sostituire i partenti Tiziano Perugini e Paolo Orabona, in attesa anche di conoscere la decisione di Cosma Garfagnoli, che ha espresso il desiderio di trasferirsi in un altro club. Ma all’Acquacetosa ci sarà anche un piacevole ritorno, l’ala Diego Varani, capitano della Italia Seven che, dopo cinque anni, torna al club che lo ha formato per prendere il posto di Fabrizio Sepe che si trasferisce in Nuova Zelanda. I nuovi arrivi vanno dunque a inserirsi in una rosa ricca di talenti, grazie anche alla “promozione” definitiva, in prima squadra, di alcuni dei ragazzi provenienti da quella Under 20 che nello scorso campionato, dopo aver dominato la stagione regolare, ha perso un’ incredibile finale ai “calci piazzati”. Va ricordato che la rosa della Lazio Rugby 1927 è, caso forse più unico che raro nel panorama italiano, composta, tranne che per i cinque stranieri ( Manu, Van Jaasveeld, Siddons, Ryan e De Kock) e per il veneto (ma ormai romano d’adozione) Marco Pellizzari, solo da giocatori nati nella provincia sede della Società, Roma; oltre il novanta per cento dei quali nati e cresciuti nelle giovanili della stessa Lazio

I nuovi arrivi:

Dave Ryan, irlandese, pilone destro. Venticinque anni, alto un metro e 83 per 113 chili, Ryan arriva dai Dolphins di Cork e dalla franchigia del Munster. Pilone molto mobile con un passato da terza linea, ha giocato in tutte le selezioni categoria di Munster e, nello scorsa stagione, oltre a essere stato titolare fisso nei Dolphins ha vestito diverse volte la maglia del Munster”A”.

Kobus De Kock, sudafricano ventitreenne, è un estremo di un metro e 89 per 97 chili che, all’occorrenza, sa giocare anche da mediano d’apertura. Ammesso nel 2007 alla Zululand Rugby Academy e nel 2008 alla prestigiosa Sharks Rugby Academy, nel 2009 ha firmato il primo contratto da professionista con gli Sharks, ma una serie di infortuni non gli hanno permesso di mettersi in luce in quella stagione. Tornato in campo a metà del 2010, quest’anno era nella rosa degli Sharks per la Vodacom Cup dove ha giocato segnando un buon numero di mete. Ottimo attaccante, ha nei calci dalla lunga distanza una delle sue armi migliori.

Diego Varani, romano venticinquenne, è un’ala di grande potenza (185 cm x 92 kg), capitano della Nazionale Seven, torna alla Lazio che lo ha formato e lanciato, dopo qualche anno di varie esperienze, che lo hanno portato a militare in altri club della massima serie e a entrare in pianta stabile nel giro delle varie rappresentative azzurre. Nell’ultima stagione ha giocato nella Rugby Roma

Matteo Pietrosanti, pilone romano di un metro e 86 per 116 chili, arriva alla Lazio a trent’anni, proveniente dalla Rugby Roma ma, con alle spalle, esperienze in club di primo piano come Petrarca, l’Aquila, Capitolina e in varie rappresentative azzurre tra le quali la Under 21 e la Nazionale A.

I giocatori provenienti dalla Under 20 nella rosa della Prima Squadra

Giulio Bisegni 1992 Centro

Davide Bonavolontà * 1990 Med.mischia

Saverio Bruni * 1991 Med.apertura

Saverio Colabianchi * 1990 Seconda linea

Alessio Corvisieri 1990 Ala

Oliviero Fabiani * 1990 Tallonatore

Carlo Filippucci 1991 Terza linea

Guglielmo Giancarlini * 1991 Estremo/ala

Claudio Marsella 1990 Pilone

Francesco Taliente * 1991 Centro/ala

Alessandro Tartataglia 1992 Ala/estremo

Lorenzo Torda 1991 Tallonatore

Luca Varriale * 1990 Ala

Alessandro Vannozzi * 1990 Pilone * Già in rosa la scorsa stagione


Tratto dal sito ufficiale della Lazio Rugby :

La Under16 inizierà il 29 agosto per tutta la settimana in preparazione della partita di barrage Elite del 26 settembre. La Under14 riprenderà gli allenamenti Lunedì 5 Settembre

Tutte le altre (under6 - 8 - 10 - 12) inizieranno martedì 6 settembre.


Tratto dal sito Lazio Family:

Michail Bulgakov affermava che i fatti sono la cosa più testarda del mondo: del resto sono impossibili da smentire. È di conseguenza impossibile smentire Alfredo Biagini, uomo che ha sempre agito molto e parlato poco. Presidente delle Concessioni Autostradali Venete, già docente in diritto comunitario degli appalti e collaboratore de “Il sole 24 Ore”, oggi è anche presidente della Lazio Rugby, unica squadra romana nella massima serie italiana.

A pochi giorni dall’inizio del mondiale hanno fatto scalpore le dichiarazioni del c.t. azzurro Mallett, che lamenta la poca esperienza internazionale dei suoi numeri 10. Non crede fosse il momento meno adatto per esprimere tale preoccupazione?Mi permetto di fare un’osservazione: l’Italia va al mondiale con due aperture, Orquera e Bocchino, che negli ultimi anni hanno giocato pochissimo in nazionale. Si è puntato molto su Gower che però nella squadra di appartenenza veniva utilizzato come centro e non come mediano di apertura. Probabilmente, a livello di programmazione e di individuazione del giocatore qualcosa, si è sbagliato. Se negli ultimi due anni avessimo fatto giocare Orquera e Bocchino, i due avrebbero accumulato l’esperienza che ora indubbiamente non hanno. Bocchino lo ricordo nelle nazionali giovanili e non mi sembrava distante dai numeri 10 delle altre nazioni. Se si fosse puntato subito su di lui, probabilmente ora sarebbe più forte.

È stata una scelta giusta quella della federazione di annunciare il divorzio da Mallett indipendentemente da quello che sarà il risultato dell’Italia ai mondiali? Non conosco le logiche federali, ma penso sia stata una necessità indotta. Credo che Mallett abbia chiesto garanzie per il futuro: non potendole dare, la federazione ha deciso di cambiare allenatore. Nel 2007 Pierre Berbizier, l’allora allenatore della nazionale, comunicò prima del mondiale che non avrebbe continuato il suo lavoro con gli azzurri e in seguito sui giornali risultava una gestione un po’complessa. Per questo credo che quella della federazione sia stata un’esigenza.

Essendo la Lazio l’unica squadra romana in Eccellenza, sentite l’obbligo di far bene e rappresentare degnamente la capitale? Non credo che la Lazio abbia qualche obbligo, specialmente dal punto di vista dei risultati: il rugby non è il calcio e di conseguenza muove interessi diversi. Quattro anni fa la Lazio era in terza serie, e, puntando sempre sulla forza dei ragazzi delle nostre giovanili, abbiamo ottenuto risultati di anno in anno migliori, fino alla salvezza dello scorso campionato. Noi investiamo molto sulle giovanili e non è un caso se nello scorso campionato, siamo riusciti a far esordire dieci under 20. L’obbligo che abbiamo è solo quello di continuare nel nostro progetto: è grazie ai ragazzi se in questi anni abbiamo ottenuto risultati così soddisfacenti.

Fino a qualche anno fa, nell’ambito del rugby romano, il futuro sembrava arridere maggiormente alla storica Rugby Roma e all’astro nascente Capitolina, che non alla Lazio: cosa ha fatto ribaltare i pronostici? La Rugby Roma ha avuto per 8-9 anni la gestione Abbondanza, raccogliendo meno soddisfazioni di quanto non meritasse. Venuto meno l’impegno dell’ingegnere non si è riusciti a coagulare forze in grado di sostenere lo sforzo per un campionato di eccellenza. La Capitolina ha fatto dieci anni straordinari: poi forse hanno capito che questo professionismo spinto era un po’ fuori le righe, decidendo di ripartire dal basso. Sono convinto che con le ottime giovanili che hanno, torneranno a livelli importanti nel giro di 2-3 anni.

Come valuta la Celtic League, torneo nel quale i nostri migliori talenti dovrebbero accumulare esperienza affrontando avversari con grandi qualità tecniche? La decisione di partecipare alla Celtic League secondo me è stata giusta, e credo che questa sia la strada da percorrere. Ho visto giocare un nostro ex atleta, Andrea Pratichetti e ho notato che ha fatto un salto di qualità straordinario. Non so perché non sia stato portato al mondiale, ma non ho dubbi sul fatto che sia migliorato tantissimo. Lo stesso vale per Valerio Bernabò, che è migliorato sia tecnicamente che fisicamente. Ritengo che la Celtic League sia una bella esperienza. C’è però poca comunicazione fra federazione e club e questo è un errore. Se è vero che la Celtic League serve per far fare esperienze importanti ai giocatori e alzare il livello della nazionale, bisognerebbe però fare un programma condiviso fra franchigie e federazione per fissare obiettivi comuni, ma manca la comunicazione.