Asteo Giancarlo

Da LazioWiki.

Giancarlo Asteo
Asteo sulla panchina della Lazio

Allenatore della Lazio Pallacanestro. Nato a Roma il 13 settembre 1933 e ivi deceduto il 17 dicembre 1986.

Romano di Porta Cavalleggeri, è uno dei giovani più bravi della pallacanestro capitolina nel secondo dopoguerra. Studente del Gioberti, milita con la Petriana e con la squadra del Poligrafico (dove lavora il padre) entrando nel 1950 nei quadri della titolata Ginnastica Roma. A diciotto anni viene convocato in Nazionale per un torneo internazionale a Istanbul. Gioca in azzurro sei incontri. Nel 1953 quando la società del Muro Torto conosce una grave crisi è sul punto di passare alla Lazio chiamato dal suo ex compagno Giancarlo Primo divenuto giocatore-allenatore dei biancocelesti. Il trasferimento però sfuma tra molte polemiche e la A.S. Roma, entrata nel mondo del basket assorbendo proprio la Ginnastica, si assicura le sue prestazioni. Rimane con i giallorossi sino al 1958 quando il progetto polisportiva della Roma viene miseramente a naufragare. Entra così nel mondo del cinema lavorando presso una casa di produzione romana, un'occupazione che non lascerà mai più. Torna sui parquet agli inizi dei Sessanta militando con la squadra degli Ex Alunni del Massimo che poi guida dalla panchina. Nel 1964 si ferma con il basket rimanendo fuori per 4 anni. Passione e nostalgia però riemergono e così torna in panchina con l'Ostiense del presidente Anzalone. Dopo due ottime stagioni approda al Basket Roma dove coglie a livello giovanile dei risultati straordinari culminati nella conquista prima del titolo italiano cadetti e quindi di quello juniores del 1975. Allorché il Basket Roma si fonde con la Lazio, porta in A2 i suoi splendidi ragazzi come Enrico Gilardi, Nevio Ciaralli e Gianni Tassi. La squadra guidata in campo dal bravissimo americano Johnson dimostra di avere delle grandi potenzialità per il futuro.

Le limitate risorse finanziarie della Società, ma anche una serena personale filosofia di vita fanno di lui un coach che deve fare di necessità virtù. Neanche la fortuna è dalla sua nei campionati del 1976 e del 1977. Nel primo una serie di gravi infortuni toglie di scena Tom Kozelko e la Lazio raccolta compatta intorno all'oriundo Phil Melillo riesce nell'impresa di salvarsi. L'anno seguente, dopo poche giornate dall'inizio del torneo, il pivot statunitense Bob Elmore muore a seguito di un'overdose di eroina procurata da un criminale spacciatore. Senza uno straniero ancora una volta, il miracolo salvezza è raggiunto da un collettivo che alza fino all'impossibile il numero dei suoi giri con alla guida un condottiero della forza di Gary Cole (Jeelani). Nel 1978-1979 la squadra riesce a tornare in serie A1 al termine di un campionato magnifico. Dopo ben quindici anni di attesa la Lazio torna tra le grandi della pallacanestro italiana. E' un sogno questo che dura però una sola stagione poiché la squadra non ottiene un adeguato rafforzamento. La stagione in A2 del 1980-1981 è l'ultima per Asteo alla guida della Lazio. Successivamente allena la Virtus Roma e quindi a Forlì dove ottiene una seconda promozione in A1 nel 1983. Fermo per un anno per malattia torna coraggiosamente in panchina a Rieti. Purtroppo la sua salute torna a peggiorare e il 17 dicembre 1986 viene a mancare.

Romano verace, all'apparenza burbero, ma dal cuore d'oro, simpatico e dalla battuta fulminante, è stato uno degli allenatori più validi negli anni a cavallo del 1980. Esponente della scuola romana, quella dei Ferrero, dei Paratore, dei Primo, è stato un esteta del basket, teorico del passing game, curando maniacalmente l'organizzazione della difesa, sviluppando la dinamicità e la partecipazione del collettivo e offrendo molta libertà all'estro dei singoli nella fase d'attacco.



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