Pellegrino Giordano

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Giordano Pellegrino

Difensore, nato a Roma il 31 gennaio 1986. Campione d'Italia nei Giovanissimi Nazionali nel 2000/01. Ha militato nel Monaco, Chelsea, Southampton, Livingston (Scozia), Alessandria, Novara, Bellinzona, Pistoiese, Virtus Lanciano, Fanfulla.


Palmares[modifica | modifica sorgente]

Scudetto.png - 2000/01 - Campione d'Italia Giovanissimi Nazionali


Nota[modifica | modifica sorgente]

Riportiamo l'intervista pubblicata a pagina 45 del Corriere della Sera (11 giugno 2001).

La Lazio ha un talento tutto pallone e chiesa Pellegrino sogna di diventare il nuovo Nesta: «Non mi vergogno di ammettere che prego»

LA STORIA / Alla scoperta di un quindicenne protagonista nelle giovanili biancocelesti. Di lui si è già occupata pure la Tv La Lazio ha un talento tutto pallone e chiesa Pellegrino sogna di diventare il nuovo Nesta: «Non mi vergogno di ammettere che prego» ROMA - Sui prati della scuola di calcio laziale sono nati e poi cresciuti, nell' ultimo decennio, fiori di assoluto pregio, come Nesta, Di Vaio, Di Biagio, Di Canio, Artistico, Materazzi. E, dice l' allevatore-direttore Volfango Patarca, al servizio dei colori biancazzurri da oltre ventidue anni, forse ne dimentichiamo qualcuno. La grande scommessa che oggi ci viene raccomandata riguarda un romanissimo adolescente del quale, in un passato relativamente recente, s' interessò la televisione nel corso della trasmissione «Check-up». Si chiama Giordano Pellegrino e la sua storia si regge su un sogno ai limiti del libro Cuore. Giordano frequenta, al livello di licenza media, l' istituto privato «Borgo Ragazzi Don Bosco» e la Lazio gli paga la retta. Ma al mattino, una mezz' ora prima che le lezioni comincino, l' introduzione alla giornata è riservata alla preghiera. A Giordano piace pregare, oppure Giordano prega perché è costretto a farlo? «La preghiera mi dà serenità e speranza. La dedico al mio futuro anche in funzione di quello della mia famiglia. Se dal cielo mi viene un aiuto, non fa male, visto che quaggiù nessuno ti regala niente». E siamo al nocciolo, alla candida confessione di Giordano. «I miei genitori sono molto giovani e ho due sorelline. Immaginare che ci si allarghi ancora mi sembra impossibile. Meglio rimanere in quelli che già siamo. Altrimenti come faremo con i soldi? La mia non è una famiglia ricca. La mamma sta in casa. Lavora, come e quando ci riesce, soltanto papà. Ora ha un lavoro da elettricista e si sbatte di qua e di là. Alcuni mesi fa era stato licenziato e noi siamo entrati in crisi. Per fortuna, ha trovato una nuova occupazione». Un lavoro cercato anche lontano dall' Italia: «Per guadagnare qualcosa è andato perfino in Albania. Ora è rientrato e quando io lo guardo, e vedo che fa di tutto per mandarci avanti, magari privandosi lui di ciò che vuole dare a noi, provo un senso di immensa ammirazione e di profonda gratitudine. Ecco allora perché prego di riuscire a fare carriera nel calcio: il mio successo, a parte la soddisfazione personale, mi permetterebbe di aiutare la famiglia, di metterla bene, come si dice, di dare un po' di respiro a quella splendida persona che è mio padre. Un uomo che mi commuove anche se io sono laziale e lui è romanista». A proposito di quattrini, di chi li ha e di chi non li ha, Vieri ha dichiarato nei giorni scorsi che chi viene all' Inter sappia che si troverà in un inferno. La sua affermazione ha provocato, tra le altre, la replica di un lettore che ha scritto a Montanelli domandandosi come possa parlare di inferno uno che prende dieci miliardi l' anno. Dove sta la verità, secondo il pio Giordano? «Ha ragione il lettore. Quello di Vieri mi è parso puro egoismo. Lui guadagna una montagna di soldi quando c' è gente che muore di fame. Esprimersi in un certo modo significa non avere rispetto per tanti altri. Beninteso, ciascuno può dire ciò che vuole. Io la penso così come l' ho detta». Allora girano troppi soldi nel calcio? «Il mercato è quello che è, e se qualcuno ti offre una fortuna sbaglieresti a rifiutarla. Mi pare comunque che con i soldi si esageri. Il troppo fa male». Che tipo di giocatore è Pellegrino? «Mi sento soprattutto un difensore centrale. So lanciare, tecnicamente sono bravo e il merito è di Volfango, che mi ha allevato da bambino. Merito doppio perché in questi anni si è trascurata la tecnica individuale sacrificandola agli schemi e alle tattiche. Tant' è che se ci guardiamo attorno, i calciatori tecnicamente forti non sono poi così numerosi. Volfango, un secondo padre e che da un po' mi ha ceduto alle cure di Enrico Fabbro, allenatore dei giovanissimi nazionali, dice che io ho carattere perché sono uno che non si arrende mai. In effetti, io voglio arrivare e vi ho spiegato il perché. Ma capisco che si debbono stringere i denti e che i sacrifici non bastano mai. Sono costretto ad andare avanti da solo, è una prova in più che devo superare». Per diventare come chi? «Per fare una strada alla Baresi o alla Nesta... Forse, considerata la grandezza dei modelli, sogno l' impossibile. E allora tengo di riserva il traguardo di un diploma di geometra o ragioniere. Non si sa mai... E poi non è che un po' di cultura guasti». Giordano si muove in motorino, se la passa con il biliardo, aveva una ragazza che ha lasciato. Sentiva infatti, in testa e nel sangue, soltanto il pallone. Per adesso non ha manie di grandezza perché è concreto e sa di non potersele consentire, non possiede neppure l' oggetto che la maggior parte dei ragazzi di oggi ha: un computer. «Già costa di per sé. E poi, a parte l' acquisto, ci sarebbero tante altre spese: Internet, telefono... Sì, mi piacerebbe avere un computer. Ma sto bene pure così come mi trovo». Che cosa pensa un quindicenne come lui della svolta politica determinata in Italia dall' esito delle ultime elezioni? «Debbo rispondere che sono contento che al governo vada Berlusconi? Be' , io credo che nella vita si debba provare di tutto. Vuol dire che se uno prova e fallisce, si cambia». Alcuni mesi fa il football inglese tentò un doppio scippo: Aquilani, romanista, non ha ceduto alle tentazioni dell' avventura oltre Manica; Di Cesare, laziale, ha accettato le proposte del Chelsea. Pellegrino invidia Di Cesare? E se un giorno arrivasse a lui una certa telefonata dall' estero come si comporterebbe? «No, non invidio Di Cesare. Anzi, sono contento perché so che in Inghilterra si diverte e ha migliorato la sua situazione economica: dunque, sono contento per lui, che presto il Chelsea lancerà in prima squadra, a quel che mi dicono. Io sono ancora piccolo, alla Lazio sto bene e alla Lazio vorrei affermarmi. Non guadagno una lira, non ho un contratto, vista la mia età. Ma spero che l' anno prossimo questo contratto da due milioni al mese arrivi. Sarebbe bello per me, capirei che già qualcosa sono riuscito a concludere. E poi andrei da papà e gli direi: vuoi vedere che d' ora in poi una settimana di vacanza in Sardegna, anziché a Torvajanica o giù di lì, ce la potremo permettere?». L'IDENTIKIT. Giordano Pellegrino è nato a Roma, nel quartiere Quarticciolo, il 31 gennaio 1986. I SUOI DATI. È alto 1,76, pesa kg 60. Il suo ruolo è quello di difensore centrale LA FAMIGLIA. La famiglia di Giordano Pellegrino è di origini romane. Il padre, Roberto, fa l' elettricista; la madre, Antonella, ha 32 anni ed è casalinga. Giordano ha due sorelle più giovani: Roberta, di 10 anni, e Alessandra, di tre. LA CARRIERA. Giordano Pellegrino ha cominciato a giocare a calcio all'età di 7 anni. La sua prima società è stata la Tor Tre Teste. Gli osservatori della Lazio hanno però ben presto messo gli occhi su di lui. Dopo un provino, Pellegrino è stato preso e da sette anni è nel settore giovanile biancoceleste. Attualmente milita tra gli Under 15 (giovanissimi nazionali). GLI STUDI. Frequenta la terza media in un istituto privato. LA FRASE. «Spero di sfondare nel mondo del calcio per guadagnare e ricambiare i miei genitori di tanti sacrifici».

Grandini Carlo.