Mercoledì 21 agosto 1974 - Riccione, stadio Comunale - Riccione-Lazio 0-1

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21 agosto 1974 - Amichevole pre-campionato 1974/75

RICCIONE: 1° tempo: Garzelli, Lancini, Schiano, Muccini, Mei, Liguori, Orlandi, Vieri, Chiodi, Galletti, Landini II.

2° tempo: Amati, Lo Russo, Crescentini, Lancini, Dradi, Cioncolini, Mazza, Colombari, Barattoni, Zanolini, Angeloni. All. Lamberti.

LAZIO: 1° tempo: Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Badiani, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico. All. Maestrelli.

2° tempo: Pulici, Petrelli (60' Polentes), Martini, Wilson, Oddi, Inselvini, Badiani (70' Masuzzo), Re Cecconi, Chinaglia, D'Amico, Franzoni. All. Maestrelli.

Arbitro: Sig. Lenardon di Siena.

Marcatori: 51' Franzoni.

Note: sulla panchina del Riccione era presente Mike Bongiorno. Nel Riccione hanno giocato sei calciatori del Bologna (in corsivo).

Spettatori: 2.000 spettatori.

Sulla strada del ritorno verso Roma, la Lazio fa tappa a Riccione dove i dirigenti locali si danno da fare per mettere in campo una squadra in grado di contrastare i campioni d'Italia validamente, "ingaggiando" sei giocatori del Bologna (Lancini, Mei, Liguori, Vieri, Chiodi e Landini), che vengono schierati nel primo tempo. I 2000 spettatori che sono sugli spalti del costruendo stadio di Riccione (i lavori sono tuttora in corso e la tribuna non è ancora agibile) si mostrano molto più generosi di quelli che hanno assistito alle precedenti esibizioni dei laziali e rinunciano alla solita salva di fischi iniziale: dal canto loro, i giocatori, poco sensibili, evidentemente, a questa attenzione, non ripagano certo le aspettative.

Ne viene fuori una partita da sbadigli, che neppure l'ingresso nel secondo tempo di parecchi giovani, che in teoria dovrebbero cercare di - farsi vedere -, riesce a vivacizzare. Cosicché qualche fischio alla fine (specie quella del primo tempo) è arrivato per sottolineare una esibizione in cui veniva spontaneo chiedersi per quale motivo Re Cecconi si sfiancasse tanto cercando di tappare le falle che si notavano un po' ovunque. E' finita 1-0, con una rete di Franzoni al 52'. Lo scialbo primo tempo ha mantenuto quindi il risultato in bianco. Chinaglia ha tentato qualche spunto, il suo « animus pugnandi et vincendo » non accettava, al pari di quello di Re Cecconi, che le cose potessero andare tanto male. Ma era l'insieme a non funzionare, quel collettivo per cui la Lazio va tanto celebre. Si direbbe, almeno da quanto si è visto oggi, che i difensori biancazzurri siano diventati tutti attaccanti e troppo spesso li si vede in gruppo compatto in avanti, con le ovvie difficoltà poi di rientro e con la possibilità quindi anche per avanti di una squadra come il Riccione, cioè di Serie C. di arrivare con una frequenza eccessiva in zona gol.

E tutto sommato, le due parate più difficili del primo tempo le ha proprio dovute compiere Pulici, la prima su un tiro di Galletti che l'estremo difensore laziale ha valutato con troppa confidenza, rischiando una autorete molto simile a quella del derby dello scorso anno, e la seconda su un bel tiro dal limite di Vieri, uscito dal cerchio di metà campo, dove aveva fissato la sua zona operativa. Di questa Lazio ancora in rodaggio (e che per l'occasione ha dovuto rinunciare a Garlaschelli, dolorante ad una caviglia) Nanni, Frustalupi e D'Amico sono quelli che hanno mostrato maggiormente la corda. Di Re Cecconi, che sprizza salute ed energia, si è detto. Una lode la merita anche Chinaglia, esemplare nel non accettare le provocazioni (qualche fischio gli è stato dedicato alla fine...), ed anche Wilson appare già sicuro.

I due terzini, ed un paio di volte anche Oddi, si sono spinti in avanti senza troppo preoccuparsi se erano coperti o no. Nella ripresa le cose non sono migliorate gran che. Dopo una clamorosa occasione fallita da Barattoni solo davanti a Pulici, Franzoni ha realizzato il gol-vittoria, poi legittimato da una traversa dello stesso giocatore. Il resto è stato noia: gli sportivi se ne sono andati piuttosto immusoniti per i soldi spesi, e qualcuno ha minacciato di non venire domani sera a vedere il Torino, timoroso che l'esibizione dei granata possa essere pari a quella dei campioni d'Italia.

Fonte: La Stampa