Lanciaprima Berardo: differenze tra le versioni
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Ala nato a Teramo il [[26 febbraio]] [[1921]]. Berardo detto Dino di proprietà dell'Interamnia Teramo. Viene provato nel corso della partita di allenamento nel tra titolari ed allievi del [[12 maggio]] [[1938]]. Fu di nuovo provato in una partita di allenamento il [[26 giugno]] [[1940]] tra riserve laziali. |
Ala nato a Teramo il [[26 febbraio]] [[1921]] ivi deceduto il [[23 agosto]] [[1996]]. Berardo detto Dino di proprietà dell'Interamnia Teramo. Viene provato nel corso della partita di allenamento nel tra titolari ed allievi del [[12 maggio]] [[1938]]. Fu di nuovo provato in una partita di allenamento il [[26 giugno]] [[1940]] tra riserve laziali. |
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Durante la [[Seconda Guerra Mondiale]] divenne Partigiano e combattè nella battaglia di "Bosco Martese" di cui riportiamo un articolo dell'epoca scritto da Ferruccio Parri: |
Durante la [[Seconda Guerra Mondiale]] divenne Partigiano e combattè nella battaglia di "Bosco Martese" di cui riportiamo un articolo dell'epoca scritto da Ferruccio Parri: |
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Il combattimento di Bosco Martese fu definito da Ferruccio Parri la «prima nostra battaglia in campo aperto» a cui «tutti i resistenti italiani rendono onore». Fu uno dei pochissimi scontri, all'indomani dell'armistizio, che vide le forze partigiane sconfiggere le truppe tedesche. Oltre l'aspetto epico, a renderla unica furono anche le circostanze che portarono centinaia di civili teramani, antifascisti, soldati italiani, prigionieri di guerra e internati stranieri a prendere parte alla battaglia. |
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| ⚫ | La battaglia si svolse nella località che si trova a circa 30 chilometri da Teramo, sui Monti della Laga. Secondo alcune relazioni partigiane, furono almeno 50 i tedeschi uccisi, 5 i camion e 2 le autovetture distrutte. Sconfitti, i tedeschi si ritirarono, prima però si vendicarono uccidendo cinque ostaggi catturati a Torricella Sicura, al Mulino di De Jacobis. |
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''La battaglia si svolse nella località che si trova a circa 30 chilometri da Teramo, sui Monti della Laga. Questo luogo in dialetto è conosciuto come Ceppo. Si racconta che questo nome derivi dalla presenza di un tronco di un colossale albero che, malgrado un fulmine ne avesse incenerito i rami, per anni era rimasto in piedi. Cosa spinse, nel settembre del 1943, centinaia di teramani a raggiungere questo luogo a oltre mille metri di altitudine per combattere i tedeschi? Sicuramente una parte di essi, la più politicizzata, fu indirizzata dal "Comitato insurrezionale" che si era costituito a Teramo dopo l'8 settembre. Capeggiato dal medico antifascista Mario Capuani, alle sue riunioni parteciparono diversi antifascisti teramani. Tra i più attivi i comunisti guidati da Ercole Vincenzo Orsini e gli azionisti. Nei loro incontri, pur con diverse visioni, cercarono di pianificare come riorganizzare le forze disponibili per difendersi da un eventuale attacco dei tedeschi alla città, fino alla decisione del 21 settembre di concentrarsi al Ceppo''. |
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La sua carriera si svolse nel Teramo dal [[1937]] al [[1940]] per poi passare al Torino dove non trovò mai spazio. Nel [[1941]] vestì la casacca del Pescara ove rimase 7 stagioni per passare al Foggia, infine nel [[1956]] chiuse la carriera nel Teramo dove era ritornato 4 anni prima. |
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''Gli altri, non secondari protagonisti, furono alcuni dei militari che a Teramo si trovavano ancora nelle caserme. La decisione di salire in montagna fu presa in primo luogo dal capitano d'artiglieria Giovanni Lorenzini. In netto contrasto con gli ordini ricevuti dai suoi superiori, di non opporre resistenza in caso di attacco tedesco, Lorenzini iniziò a trasportare il materiale della sua batteria a Bosco Martese. Quando il 19 settembre con i suoi uomini giunse sul posto, qui trovò i fratelli antifascisti Felice e Antonio Rodomonti che vi si erano stabiliti per sfuggire a possibili ritorsioni''. |
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''Tra il 20 e il 24 settembre si verifica quasi un pellegrinaggio verso il Ceppo. Oltre ai soldati, arrivano oltre un centinaio di stranieri. Questi sono ex prigionieri di guerra e internati fuggiti dai campi di concentramento. In gran parte inglesi e jugoslavi, ma anche alcuni statunitensi, canadesi, australiani, scozzesi, indiani e neozelandesi. Circa un migliaio sono i civili, di diverse estrazioni sociali e politiche, che salgono in montagna. Gran parte di essi motivati dalla volontà di «combattere il nemico», altri vi giungono per pura curiosità''. |
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''Nel frattempo prende corpo l'organizzazione militare, il cui comando viene affidato al capitano dei carabinieri Ettore Bianco. Divisa in tre compagnie: quella del partito d'Azione, quella "Estera" e quella dei comunisti; comandate rispettivamente dall'avvocato Felice Mariano Franchi, dal tenente colonnello Dushan Matiyasevic e dal tenente di artiglieria Francesco Di Marco. Queste sono affiancate dalle formazioni Rodomonti e Ammazzalorso e da un Reparto servizi comandato dal tenente colonnello Guido Taraschi. Il 25 settembre una colonna tedesca, composta da una trentina di camion, dopo aver attraversato la città viene indirizzata da un confidente verso il luogo dove sono concentrati i partigiani. Alle 12.30, avvenne la battaglia che dura circa tre ore''. |
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Versione attuale delle 18:15, 3 nov 2018

Ala nato a Teramo il 26 febbraio 1921 ivi deceduto il 23 agosto 1996. Berardo detto Dino di proprietà dell'Interamnia Teramo. Viene provato nel corso della partita di allenamento nel tra titolari ed allievi del 12 maggio 1938. Fu di nuovo provato in una partita di allenamento il 26 giugno 1940 tra riserve laziali. Durante la Seconda Guerra Mondiale divenne Partigiano e combattè nella battaglia di "Bosco Martese" di cui riportiamo un articolo dell'epoca scritto da Ferruccio Parri:
Il combattimento di Bosco Martese fu definito da Ferruccio Parri la «prima nostra battaglia in campo aperto» a cui «tutti i resistenti italiani rendono onore». Fu uno dei pochissimi scontri, all'indomani dell'armistizio, che vide le forze partigiane sconfiggere le truppe tedesche. Oltre l'aspetto epico, a renderla unica furono anche le circostanze che portarono centinaia di civili teramani, antifascisti, soldati italiani, prigionieri di guerra e internati stranieri a prendere parte alla battaglia. La battaglia si svolse nella località che si trova a circa 30 chilometri da Teramo, sui Monti della Laga. Secondo alcune relazioni partigiane, furono almeno 50 i tedeschi uccisi, 5 i camion e 2 le autovetture distrutte. Sconfitti, i tedeschi si ritirarono, prima però si vendicarono uccidendo cinque ostaggi catturati a Torricella Sicura, al Mulino di De Jacobis.
Berardo Lanciaprima era il 6° partigiano catturato, ma riuscì a scappare lanciandosi in un fossato ed iniziando a correre velocemente, ferito ad una spalla, tanto da raggiungere Teramo distante 30 Km, in poco tempo e mettersi in salvo nascosto in una casa. La sua carriera si svolse nel Teramo dal 1937 al 1940 per poi passare al Torino dove non trovò mai spazio. Nel 1941 vestì la casacca del Pescara ove rimase 7 stagioni per passare al Foggia, infine nel 1956 chiuse la carriera nel Teramo dove era ritornato 4 anni prima.
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Dino Lanciaprima
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Dino Lanciaprima
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