La guerra in Italia smembra la Lazio: differenze tra le versioni

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[[File:Squadra4243.jpg|left|200px|thumb|Una formazione del 1942/43]]
Domenica [[25 aprile ]] [[1943]]. Si gioca l’ultima giornata di campionato che vede i biancazzurri impegnati in [[Domenica 25 aprile 1943 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Atalanta 3-2|casa contro l’Atalanta]].La gara finisce 3-2 per i biancazzurri, ma gli animi e le menti sono rivolti altrove.
[[image:roma_brucia.jpg|200px|thumb|right|San Lorenzo devastata dalle bombe]]
L’Italia sta perdendo la guerra e le prime truppe tedesche scese dal Brennero si affacciano a Roma e nelle altre città della penisola.
[[image:roma_brucia2.jpg|200px|thumb|left|Il cimitero del Verano distrutto dalle bombe e le bare dei civili morti]]
Centinaia di militari italiani sono caduti al fronte o fatti prigionieri. Non c'è una famiglia in Italia che non abbia avuto un lutto.
[[image:roma_brucia1.jpg|200px|thumb|right|Roma vista dall'alto dopo il bombardamento]]
La sensazione che l’ecatombe si sta avvicinando è sentore di tanti. Sei giorni prima il ghetto ebraico di Varsavia è insorto. Sarà una strage di innocenti.
[[image:roma_brucia3.jpg|200px|thumb|left|La zona, oggi chiamata "vecchio reparto", nei giorni seguenti il bombardamento del 19 luglio. Le vampe e gli spostamenti d'aria delle bombe cadute a circa 100 metri avevano divelto molti alberi, crollati sulle tombe e staccato quasi tutte le lapidi "a bandiera" e smurato quelle incollate a muro.(Foto Getty Images)]]


► [[1942/43|Stagione 1942/43]]
L’[[11 giugno]] gli anglo-americani sbarcano a Lampedusa Pantelleria, e Sicilia mentre il [[19 luglio]] la capitale è devastata dai bombardamenti sui quartieri San Lorenzo, Prenestino, Labicano, Tiburtino. Sarà un strage di civili.


► [[1943/44|Stagione 1943/44]]
In questo tragico contesto molti giocatori della Lazio non romani cercano rifugio dove possono, allontanandosi dalla capitale con ogni mezzo, e cercando di raggiungere le città natie.
[[Ramella Luciano|Ramella]] si stabilisce al Nord dalle parti del Lago di Como (indosserà la maglia dei lariani tra il [[1944]] e [[1945]] ).
[[Gradella Uber|Gradella]]: si trasferisce a Biella dove ci rimarrà per i mesi a seguire fino alla liberazione.
[[Puccinelli Aldo|Puccinelli]] si rifugia in Toscana per essere vicino alla famiglia, mentre
[[Siena Emilio|Emilio Siena]] va in Umbria nel folignate.


Alcuni giocatori indossano la divisa militare come [[Monza (II) Alfredo|Monza]] che si trova nella zona di Cremona. Cosi come l’altro militare [[Ferri Alessandro|Ferri]], che presta servizio a Taranto .


Domenica [[25 aprile]] [[1943]]. Si gioca l'ultima giornata di [[campionato]] che vede i biancazzurri impegnati in casa contro l'[[Atalanta]]. [[Domenica 25 aprile 1943 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Atalanta 3-2|La gara finisce 3-2]] per la Lazio, ma gli animi e le menti sono rivolti altrove. L'Italia sta perdendo la guerra e le prime truppe tedesche scese dal Brennero si affacciano a Roma e nelle altre città della penisola. Centinaia di militari italiani sono caduti al fronte o fatti prigionieri. Non c'è una famiglia in Italia che non abbia avuto un lutto. La sensazione che l'ecatombe si stia avvicinando è sentore di tanti. Sei giorni prima il ghetto ebraico di Varsavia è insorto. Sarà una strage di innocenti. L'[[11 giugno]] gli anglo-americani sbarcano a Lampedusa, Pantelleria ed in Sicilia mentre il [[19 luglio]] la capitale è devastata dai bombardamenti sui quartieri San Lorenzo, Prenestino, Labicano, Tiburtino. Sarà un strage di civili.
Ma la fuga piu eclatante è quella dei fratelli Pisa, assieme a Flamini e Fazio.
Avendo tutti passaporto Argentino (oltre a quello italiano) riescono probabilmente ad arrivare a Genova dove trovano un imbarco su una nave che li porta (navigando sottocosta lontano dai sommergibili alleati) a Barcellona.
La rotta Genova-Barcellona era la più sicura di tutte, perché costeggiava la Francia occupata dai nazisti ed evitava il mare aperto). Mentre era un suicidio partire da Livorno o Napoli o magari cercare di attraversare le bocche di Bonifacio ormai pattugliate dalle navi angloamericane.


In questo tragico contesto molti giocatori della Lazio non romani cercano rifugio dove possono, allontanandosi dalla capitale con ogni mezzo, e cercando di raggiungere le città natie. [[Ramella Luciano|Luciano Ramella]] si stabilisce al Nord dalle parti del Lago di Como (indosserà la maglia dei lariani tra il [[1944]] e [[1945]]). [[Gradella Uber|Uber Gradella]] si trasferisce a Biella, dove vi rimarrà per i mesi a seguire fino alla liberazione. [[Puccinelli Aldo|Aldo Puccinelli]] si rifugia in Toscana per essere vicino alla famiglia, mentre [[Siena Emilio|Emilio Siena]] va in Umbria nel folignate. Alcuni giocatori indossano la divisa militare come [[Monza (II) Alfredo|Alfredo Monza]] che si trova nella zona di Cremona. Così come l'altro militare [[Ferri Alessandro|Alessandro Ferri]] che presta servizio a Taranto.
Da qui dopo aver inutilmente cercato un ingaggio (forse perché oriundi italiani, in una regione, la Catalogna, antifascista e avversa al caudillo Franco) riescono a tornare in Argentina con una nave probabilmente partita dal Portogallo (era praticamente impossibile navigare per lo stretto di Gibilterra). Arriveranno dopo molti mesi sani e salvi.
[[Piola Silvio|Silvio Piola]] si rifugia a Torino dove trova da giocare vestendo la maglia del Torino Fiat. L'[[11 gennaio]] [[1945]] si diffonde nelle zone liberate del sud Italia, per opera del giornalista Eugenio Danese, la notizia della morte del calciatore, vittima di un bombardamento sulla città di Milano; per circa quattro mesi si tennero messe in suffragio e si susseguirono conferme e smentite, fino a quando la notizia non fu smentita ufficialmente da Nuovo Sport, il [[20 maggio]].


Ma il viaggio più eclatante ed avventuroso è quella dei fratelli Pisa, assieme a [[Flamini Enrico|Enrico Flamini]] e [[Fazio Alberto|Alberto Fazio]]. Avendo tutti passaporto argentino (oltre a quello italiano) riescono probabilmente ad arrivare a Genova dove trovano un imbarco su una nave che li porta a Barcellona navigando sottocosta lontano dai sommergibili alleati. La rotta Genova-Barcellona è la più sicura di tutte perché costeggia la Francia occupata dai nazisti ed evita il mare aperto mentre è un suicidio partire da Livorno o Napoli o magari cercare di attraversare le bocche di Bonifacio ormai pattugliate dalle navi angloamericane. Da qui, dopo aver inutilmente cercato un ingaggio nelle due squadre catalane [[Espanyol]] e [[Barcellona]] (forse perché oriundi italiani, in una regione, la Catalogna, antifascista e avversa al caudillo Franco o forse per evitare qualsiasi problema sempre di natura politica,) riescono a tornare in Argentina con una nave probabilmente partita dal Portogallo (è praticamente impossibile navigare per lo stretto di Gibilterra). Arriveranno dopo molti mesi sani e salvi.
A Roma per chi era rimasto la situazione non era rosea.
Dopo l' [[8 settembre]] la città fu occupata dai tedeschi che per oltre 9 mesi attuarono una repressione totale costringendo la città alla fame.
Emblematico l'episodio che vide Valenti che insieme ai compagni di squadra Rega e De Pierro fu fermato dai Tedeschi dopo l'attentato di Via Rasella e liberato solo dopo aver dimostrato l'appartenenza ad una squadra come giocatore professionista.
Per poco non furono mandati assieme ad altri fermati alle Fosse Ardeatine.


A Roma, invece, per chi è rimasto, la situazione non è rosea. Dopo l'armistizio dell'[[8 settembre]] la città viene occupata dai tedeschi che per oltre 9 mesi attuano una repressione totale costringendo la città alla fame e alla paura. Emblematico è l'episodio che vede [[Valenti Edoardo|Edoardo Valenti]] il quale, insieme ai compagni di squadra [[Rega (I) Amedeo|Amedeo Rega]] e [[De Pierro Aldo|Aldo De Pierro]], viene fermato dai militari tedeschi dopo l'attentato di Via Rasella e liberato solo dopo aver dimostrato l'appartenenza ad una squadra come giocatore professionista. Per poco non sono mandati alle Fosse Ardeatine assieme ad altri fermati.
[[Categoria:Cronaca|La guerra in Italia smembra la Lazio]]

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Una formazione del 1942/43
San Lorenzo devastata dalle bombe
Il cimitero del Verano distrutto dalle bombe e le bare dei civili morti
Roma vista dall'alto dopo il bombardamento
La zona, oggi chiamata "vecchio reparto", nei giorni seguenti il bombardamento del 19 luglio. Le vampe e gli spostamenti d'aria delle bombe cadute a circa 100 metri avevano divelto molti alberi, crollati sulle tombe e staccato quasi tutte le lapidi "a bandiera" e smurato quelle incollate a muro.(Foto Getty Images)

Stagione 1942/43

Stagione 1943/44


Domenica 25 aprile 1943. Si gioca l'ultima giornata di campionato che vede i biancazzurri impegnati in casa contro l'Atalanta. La gara finisce 3-2 per la Lazio, ma gli animi e le menti sono rivolti altrove. L'Italia sta perdendo la guerra e le prime truppe tedesche scese dal Brennero si affacciano a Roma e nelle altre città della penisola. Centinaia di militari italiani sono caduti al fronte o fatti prigionieri. Non c'è una famiglia in Italia che non abbia avuto un lutto. La sensazione che l'ecatombe si stia avvicinando è sentore di tanti. Sei giorni prima il ghetto ebraico di Varsavia è insorto. Sarà una strage di innocenti. L'11 giugno gli anglo-americani sbarcano a Lampedusa, Pantelleria ed in Sicilia mentre il 19 luglio la capitale è devastata dai bombardamenti sui quartieri San Lorenzo, Prenestino, Labicano, Tiburtino. Sarà un strage di civili.

In questo tragico contesto molti giocatori della Lazio non romani cercano rifugio dove possono, allontanandosi dalla capitale con ogni mezzo, e cercando di raggiungere le città natie. Luciano Ramella si stabilisce al Nord dalle parti del Lago di Como (indosserà la maglia dei lariani tra il 1944 e 1945). Uber Gradella si trasferisce a Biella, dove vi rimarrà per i mesi a seguire fino alla liberazione. Aldo Puccinelli si rifugia in Toscana per essere vicino alla famiglia, mentre Emilio Siena va in Umbria nel folignate. Alcuni giocatori indossano la divisa militare come Alfredo Monza che si trova nella zona di Cremona. Così come l'altro militare Alessandro Ferri che presta servizio a Taranto. Silvio Piola si rifugia a Torino dove trova da giocare vestendo la maglia del Torino Fiat. L'11 gennaio 1945 si diffonde nelle zone liberate del sud Italia, per opera del giornalista Eugenio Danese, la notizia della morte del calciatore, vittima di un bombardamento sulla città di Milano; per circa quattro mesi si tennero messe in suffragio e si susseguirono conferme e smentite, fino a quando la notizia non fu smentita ufficialmente da Nuovo Sport, il 20 maggio.

Ma il viaggio più eclatante ed avventuroso è quella dei fratelli Pisa, assieme a Enrico Flamini e Alberto Fazio. Avendo tutti passaporto argentino (oltre a quello italiano) riescono probabilmente ad arrivare a Genova dove trovano un imbarco su una nave che li porta a Barcellona navigando sottocosta lontano dai sommergibili alleati. La rotta Genova-Barcellona è la più sicura di tutte perché costeggia la Francia occupata dai nazisti ed evita il mare aperto mentre è un suicidio partire da Livorno o Napoli o magari cercare di attraversare le bocche di Bonifacio ormai pattugliate dalle navi angloamericane. Da qui, dopo aver inutilmente cercato un ingaggio nelle due squadre catalane Espanyol de Barcelona e Barcelona (forse perché oriundi italiani, in una regione, la Catalogna, antifascista e avversa al caudillo Franco o forse per evitare qualsiasi problema sempre di natura politica,) riescono a tornare in Argentina con una nave probabilmente partita dal Portogallo (è praticamente impossibile navigare per lo stretto di Gibilterra). Arriveranno dopo molti mesi sani e salvi.

A Roma, invece, per chi è rimasto, la situazione non è rosea. Dopo l'armistizio dell'8 settembre la città viene occupata dai tedeschi che per oltre 9 mesi attuano una repressione totale costringendo la città alla fame e alla paura. Emblematico è l'episodio che vede Edoardo Valenti il quale, insieme ai compagni di squadra Amedeo Rega e Aldo De Pierro, viene fermato dai militari tedeschi dopo l'attentato di Via Rasella e liberato solo dopo aver dimostrato l'appartenenza ad una squadra come giocatore professionista. Per poco non sono mandati alle Fosse Ardeatine assieme ad altri fermati.



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