Micozzi Ercole: differenze tra le versioni
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[[File:micozzi e.jpg|thumb|right|200px|Una breve biografia di Ercole Micozzi fino al 1919. Da "Il Messaggero"]] |
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Ragioniere e avvocato. Nato a Roma il [[12 aprile]] [[1878]] in Borgo Vittorio. Figlio di Filippo, oste, e di Canestrari Filomena. Fu Presidente Generale della Lazio dal [[1925]] e fino a giugno [[1926]]. Fu sostituito, strategicamente, nel ruolo dal federale [[Maraini Nicolò|Nicolò Maraini]] per contrastare il tentativo di annettere anche la Lazio nel progetto di fusione delle squadre romane per dare vita alla A.S. Roma. Infatti il fautore di questa bizzarra unificazione, il federale di Roma Italo Foschi, politicamente più potente dell'avv. Micozzi, fu così costretto a trattare con l'influente Maraini e con l'ispiratore del piano anti-fusione, il generale della milizia [[Vaccaro Giorgio|Giorgio Vaccaro]]. La manovra ebbe successo e la Lazio rimase autonoma. Nell'importante assemblea del [[19 giugno]] [[1926]] fu eletto Presidente delle Assemblee sociali della Lazio. |
Ragioniere e avvocato. Nato a Roma il [[12 aprile]] [[1878]] in Borgo Vittorio 107. Figlio di Filippo, oste, e di Canestrari Filomena. Fu Presidente Generale della Lazio dal [[1925]] e fino a giugno [[1926]]. Fu sostituito, strategicamente, nel ruolo dal federale [[Maraini Nicolò|Nicolò Maraini]] per contrastare il tentativo di annettere anche la Lazio nel progetto di fusione delle squadre romane per dare vita alla A.S. Roma. Infatti il fautore di questa bizzarra unificazione, il federale di Roma Italo Foschi, politicamente più potente dell'avv. Micozzi, fu così costretto a trattare con l'influente Maraini e con l'ispiratore del piano anti-fusione, il generale della milizia [[Vaccaro Giorgio|Giorgio Vaccaro]]. La manovra ebbe successo e la Lazio rimase autonoma. Nell'importante assemblea del [[19 giugno]] [[1926]] fu eletto Presidente delle Assemblee sociali della Lazio. |
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Politicamente Micozzi fu Consigliere comunale della Giunta Nathan. Già segretario politico del Partito Democratico Costituzionale (quindi al servizio di Boselli), dirigente al Ministero delle Poste e Telegrafi, studioso delle discipline economiche con un'inclinazione al sociale a vantaggio delle classi popolari (non poteva essere altrimenti per un “boselliano” massone), ma, soprattutto, nel [[1925]] presidente della Banca Nazionale del Reduce e amministratore delegato della fabbrica Viscosa. |
Politicamente Micozzi fu Consigliere comunale della Giunta Nathan. Già segretario politico del Partito Democratico Costituzionale (quindi al servizio di Boselli), dirigente al Ministero delle Poste e Telegrafi, studioso delle discipline economiche con un'inclinazione al sociale a vantaggio delle classi popolari (non poteva essere altrimenti per un “boselliano” massone), ma, soprattutto, nel [[1925]] presidente della Banca Nazionale del Reduce e amministratore delegato della fabbrica Viscosa, ricca di capitali americani. |
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Nel [[1930]] acquistò dalla nobile famiglia Pecci l'abitato e i terreni di pertinenza del paese di Maenza (FR). |
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Versione attuale delle 17:44, 7 feb 2023



Ragioniere e avvocato. Nato a Roma il 12 aprile 1878 in Borgo Vittorio 107. Figlio di Filippo, oste, e di Canestrari Filomena. Fu Presidente Generale della Lazio dal 1925 e fino a giugno 1926. Fu sostituito, strategicamente, nel ruolo dal federale Nicolò Maraini per contrastare il tentativo di annettere anche la Lazio nel progetto di fusione delle squadre romane per dare vita alla A.S. Roma. Infatti il fautore di questa bizzarra unificazione, il federale di Roma Italo Foschi, politicamente più potente dell'avv. Micozzi, fu così costretto a trattare con l'influente Maraini e con l'ispiratore del piano anti-fusione, il generale della milizia Giorgio Vaccaro. La manovra ebbe successo e la Lazio rimase autonoma. Nell'importante assemblea del 19 giugno 1926 fu eletto Presidente delle Assemblee sociali della Lazio. Politicamente Micozzi fu Consigliere comunale della Giunta Nathan. Già segretario politico del Partito Democratico Costituzionale (quindi al servizio di Boselli), dirigente al Ministero delle Poste e Telegrafi, studioso delle discipline economiche con un'inclinazione al sociale a vantaggio delle classi popolari (non poteva essere altrimenti per un “boselliano” massone), ma, soprattutto, nel 1925 presidente della Banca Nazionale del Reduce e amministratore delegato della fabbrica Viscosa, ricca di capitali americani. Nel 1930 acquistò dalla nobile famiglia Pecci l'abitato e i terreni di pertinenza del paese di Maenza (FR).