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== Hatayspor-Lazio 2-5 == |
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(articolo del [[Corriere dello Sport]] - versione on line) |
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MANAVGAT - Due vittorie su due. La Lazio chiude il ritiro in Turchia a bottino pieno. Dopo il 2-1 al [[Galatasaray]] ecco il 5-2 all’[[Hatayspor]]. Sette gol totali e 3 subiti. All’Emirhan Sport Center apre le marcature [[Vecino]]. Pareggio turco, poi vantaggio di [[Immobile Ciro|Immobile]] su rigore e rete di [[Pedro]]. Andrade accorcia le distanze nella ripresa. Biancocelesti scatenati con [[Zaccagni Mattia|Zaccagni]] (ancora dagli undici metri) e rete finale per la cinquina firmata [[Romero Bezzana Luka|Luka Romero]]. Sabato il ritorno a Roma, chiusa così la fase due della preparazione invernale. [[Sarri Maurizio|Sarri]] soddisfatto. Al [[4 gennaio]], giorno di ripresa ufficiale della stagione, manca sempre meno. La sua Lazio lancia segnali positivi. |
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► Il [[Corriere dello Sport]] titola: [[Sarri Maurizio|Sarri]] si mette Mou alle spalle. Mau imbriglia i giallorossi, un erroraccio di Ibañez favorisce il gol decisivo di [[Felipe Anderson (Pereira Gomes Felipe Anderson)|Felipe Anderson]]: la Lazio scavalca una [[Roma]] deludente. E Pellegrini va ko. Senza [[Immobile Ciro|Immobile]] e [[Milinkovic Savic|Milinkovic]], i biancocelesti vincono un [[derby]] combattuto ma poco spettacolare. José assiste alla sterilità offensiva della sua squadra: solo una traversa di Zaniolo". |
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Prosegue il quotidiano sportivo romano: La Lazio vince un [[derby]] complicato, con un gol regalato dalla [[Roma]]. La Lazio ha meritato di vincere, è sembrata più squadra della [[Roma]], ha saputo difendersi con ordine, senza concedere niente all’attacco spuntato di Mourinho nel secondo tempo durante il tentativo di rimonta. Il gol che ha deciso un [[derby]] dove lo spettacolo si è consumato soprattutto sugli spalti con coreografie da parte delle due tifoserie mai viste prima, è stato firmato da [[Felipe Anderson (Pereira Gomes Felipe Anderson)|Felipe Anderson]], al terzo gol contro la squadra giallorossa. La Lazio ha vinto il [[derby]] degli assenti. Senza [[Immobile Ciro|Immobile]] e [[Milinkovic Savic|Milinkovic Savic]] è riuscita a cambiare pelle per complicare i piani di Mourinho, che mai come in questa partita ha avvertito l’assenza di Dybala. La Lazio ha snaturato il suo modo di giocare, è rimasta bassa e alla fine ha vinto il [[derby]] degli italiani. Sei in campo dall’inizio, più [[Cancellieri Matteo|Cancellieri]] entrato nella ripresa. Nella [[Roma]] quattro titolari, più Belotti ed El Shaarawy. Non è facile vedere così tanti italiani in campo in [[serie A]] come nel [[derby]] capitolino. La Lazio ha scavalcato nuovamente la [[Roma]] in classifica e adesso è al terzo posto con l’[[Atalanta]]: l’eliminazione dall’[[Europa League]] fa meno male con questo successo che pesa. |
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La partita del [[6 novembre]] [[2022]] [[Roma]]-Lazio [[Domenica 6 novembre 2022 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 0-1|è terminata 0-1]] per i biancocelesti. |
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Lazio insolita. Mourinho ha preferito Camara a Matic, con Karsdorp a destra e Zalewski a sinistra ha messo in difficoltà [[Sarri Maurizio|Sarri]], che ha tenuto bloccata la linea difensiva e quindi ha concesso spazio ai due esterni giallorossi. La Lazio con [[Luis Alberto]] dall’inizio ha dato fastidio alla [[Roma]], ma ha fatto fatica a salire senza un centravanti sul quale giocare. [[Immobile Ciro|Immobile]] è andato in extremis in panchina, ma non era in grado di scendere in campo. Più compatta la squadra biancoceleste, che ha tenuto il baricentro più basso del solito e ha lasciato il possesso palla alla [[Roma]]. Marcature personalizzate a centrocampo: [[Cataldi Danilo|Cataldi]] ha fatto da schermo a Pellegrini (meno ispirato rispetto a giovedì scorso e condizionato dal problema muscolare che lo ha costretto alla resa all’inizio della ripresa), Cristante ha aspettato [[Vecino]] e Camara ha arginato [[Luis Alberto]]. La [[Roma]] ha attaccato dall’inizio, con Abraham troppo lontano dalla porta, in difesa ha concesso poco, ma un errore è stato fatale. Da una rimessa dal fondo Ibañez ha perso il pallone sulla pressione di [[Pedro]], che lo conosce e gli ha rubato palla. Per [[Felipe Anderson]] è stato un gioco da ragazzi arrivare in corsa e battere Rui Patricio. Dietro anche Mancini ha faticato. Ammonito dopo 9 minuti, ha rischiato il rosso e Mourinho è stato costretto a lasciarlo negli spogliatoi nell’intervallo, inserendo Celik. Al 33' l’unica vera occasione dei giallorossi: Zaniolo, liberato da Abraham, ha centrato la traversa, dopo la deviazione di [[Marusic Adam|Marusic]]. |
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Il [[derby]] [[Roma]]-Lazio si è giocato in data [[6 novembre|6/11]]. |
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'''Testo in grassetto''' |
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''Testo in corsivo'' |
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'''L’amor di bandiera''', ha scelto questa tattica per preparare e vincere il [[derby]]: ''"La dedica va al nostro popolo che ci criticherà anche, ma fondamentalmente ci è sempre vicino. Era d’obbligo "sparare" una prestazione di questo tipo"''. La lazialità ereditata e assorbita da [[Sarri Maurizio|Maurizio Sarri]] è stata continuamente allenata nei giorni pre-[[derby]]: ''"Ai ragazzi in mattinata ho detto "Oggi non si gioca per i punti, sono un nostro obiettivo, si gioca per il popolo laziale, pretende una prestazione di anima, cuore, personalità, generosità. Finirà come finirà, se daremo questo i tifosi saranno comunque contenti""''. Niente calcio sgargiante, tanta forza e tanto sentimento, così [[Sarri Maurizio|Sarri]] s’è preso il secondo [[derby]] su tre contro Mourinho, lavorando su teste e cuori. S’è sciolto anche il maestro del calcio-scientifico, rimasto senza armi: ''"Vedere giocare i ragazzi con cuore e anima è ancora piu soddisfacente di vedere ordine e applicazione tattica. Questo è uno dei [[derby]] più sentiti del mondo, è diverso dagli altri. Io a Londra ne ho giocati tanti, ma non c’è certo la partecipazione emotiva di questo [[derby]]. Non è una partita normale e in questa settimana l’abbiamo pagata. La testa era qui"''. |
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Il tecnico: ''"Oggi abbiamo giocato bene"'' - chiosa [[Sarri Maurizio|Sarri]] - ''dobbiamo continuare così"''. |
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• [[Il Tempo]] titola: "Suicidio [[Roma]]. La Lazio gode. I biancocelesti vincono di misura il 157° [[derby]] della Capitale. Decide [[Felipe Anderson|Anderson]] bravo ad approfittare dell’errore di Ibanez. Controsorpasso in classifica con la squadra di [[Sarri Maurizio|Sarri]] ora terza. Altra tegola Mourinho che perde Pellegrini per infortunio". |
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Prosegue il quotidiano romano: La [[Roma]] si suicida e la Lazio gode portando a casa il 157° [[derby]] della Capitale con un solo tiro in porta: anzi due. Ma basta e avanza per far male a una [[Roma]] che non fa molto di più se non attaccare in maniera sterile per tutta la gara senza mai trovare però la qualità giusta o la giocata decisiva per rientrare in partita dopo il generoso regalo di Ibanez alla mezz’ora. È l’episodio che, come spesso accade in una stracittadina, decide la sfida. La Lazio svolta quando il difensore brasiliano commette l’ennesima ingenuità (la quarta stagionale costata un gol per la retroguardia giallorossa) facendosi sfilare dai piedi una palla dolorosissima dall’ex compagno [[Pedro]]. Lo spagnolo è rapido e cattivo (tra i migliori dei suoi finché resta in campo), palla a [[Felipe Anderson]] e ospiti avanti. Il resto è una partita brutta, spesso interrotta, nella quale si concretizza raramente sotto porta. |
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La [[Roma]] attacca e la Lazio che fa quello che deve fare: ribatte colpo su colpo, sta stretta lì dietro e rinuncia al suo solito gioco per portare a casa la pagnotta: e gli riesce. Anzi, avrebbe segnato anche il raddoppio se Rui Patricio non avesse fatto un mezzo miracolo sempre su Anderson. Ma è chiaro che senza [[Immobile Ciro|Immobile]] e [[Milinkovic Savic|Milinkovic]] la qualità davanti cala e i soliti meccanismi faticano a mettersi in moto per trovare la consueta fluidità. Però va bene anche così, perché dall’altra parte del campo c’è una squadra che non trova mai la lucidità e la concretezza per far male. Troppo poco la traversa colpita da Zaniolo (complice la deviazione di [[Marusic Adam|Marusic]]), così come l’apporto di Abraham: prob1ema che Mourinho prima o poi dovrà affrontare. E, visto che piove sempre sul bagnato, Mou perde anche Pellegrini in vista delle ultime due uscite di campionato prima della lunga pausa mondiale: altro infortunio, ancora una volta all'[[Olimpico]]... vorrà dire qualcosa? |
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Il bilancio finale rispetta i pronostici della vigilia che confermano come Orsato sia la bestia nera per la [[Roma]] al [[derby]] (mai vinto con lui a dirigere) pur non facendo errori clamorosi. E a proposito di scaramanzia, della serie "il pianto paga", ha vinto ancora una volta la squadra che ci è arrivava peggio a questa stracittadina. Tradizione rispettata al netto delle assenze pesanti con le quali entrambe le squadre si sono presentate all’evento dell’[[Olimpico]]. [[Cataldi Danilo|Cataldi]] va sotto la Nord a raccogliere i frutti del suo primo [[derby]] giocato con la fascia da capitano, Pellegrini passa in rassegna i suoi provando ad andare oltre perché il controsorpasso in campionato cambia più alla testa e all’umore che non a una classifica ancora tutta da definire. Lazio al terzo posto e [[Roma]] quinta agganciata dalla [[Juventus|Juve]] e condannata (Ibanez in primis) a qualche giorno di penitenza cosi come i suoi tifosi costretti ad "abbozzare" alle battute dei rivali di sempre. Anche questo è [[derby]]. |
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'''Luigi Bigiarelli''' |
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Luigi Bigiarelli fondò la Lazio. Fino al [[2007]] non erano molte le notizie biografiche su questo personaggio e ciò rendeva complessa una ricostruzione esaustiva delle vicende umane e sportive dell'uomo che ebbe "l'Idea". L'impegno di LazioWiki, a partire da quell'anno, fu focalizzato a portare alla luce quanto più materiale possibile di questo straordinario uomo e sportivo. Nel [[2009]] le ricerche poterono dirsi concluse con l'acquisizione di molti documenti e immagini inediti e pertanto, con orgoglio, LazioWiki può vantarsi di aver ricostruito, per prima in assoluto, il percorso umano del Fondatore della Lazio. |
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Nato a Roma il [[20 agosto]] [[1875]], figlio di Mariano, nato a Roma nel 1835 e deceduto a Roma il [[6 luglio]] [[1896]] nella sua casa di [[Vicolo degli osti, 15|Via degli osti n. 15]] posta al 1° piano, 1° sergente della Guardia Pontificia e poi illustre botanico accademico, e Rosa Manni nata a Roma nel 1848 e deceduta a Roma l'[[8 gennaio]] [[1880]]. Luigi morì a Bruxelles il [[16 febbraio]] [[1908]]. Resideva a Roma, alla nascita, in Borgo Vecchio n. 16, piano 2°, anche se sull'atto di nascita risultava nato in piazza Santa Marta n. 6 in territorio vaticano, nell'edificio oggi occupato dal Pontificium Hospitium Sanctae Marthae, voluto nel [[1891]] da Papa Leone XIII. |
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Anche lo zio paterno Pio era sergente della Guardia Pontificia. Il [[28 giugno]] [[1895]] risultava già al servizio quale volontario ordinario nel 12° Bersaglieri con matricola 2.279. Il cognome "Bigiarelli" in Italia non è molto diffuso, ma si ritrova con una certa frequenza in una "enclave" delle Marche compresa nella zona tra Tolentino e Fabriano. E' probabile che gli avi di Luigi fossero quindi, come tanti romani, originari di tale regione. Ma tale ascendenza è molto remota se si pensa che il bisnonno, il nonno e il padre erano nati a Roma. Sappiamo anche che aveva un fratello minore di nome [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo]] e due sorelle più grandi, Pia nata a Roma il [[18 ottobre]] [[1872]] e deceduta a Roma il [[6 gennaio]] [[1956]] e Anna, nata a Roma nel [[1886]] e deceduta a Roma nel [[1955]]. Più grandi di Luigi erano anche gli altri suoi fratelli Giuseppe, nato nel [[1872]] e morto giovanissimo e Camillo nato nel [[1863]] e morto a quasi 17 anni il [[3 gennaio]] [[1880]], solo 5 giorni prima della morte della madre Rosa Manni. Una volta morta quest'ultima, Mariano prese in moglie in seconde nozze, [[20 maggio]] [[1882]], la nobildonna Giulia Bellotti, nata a Roma nel [[1832]] e deceduta, sempre a Roma, l'[[11 giugno]] [[1910]]. |
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Luigi risulta che da sergente del 14° Battaglione di Fanteria Africa prese parte alla tragica battaglia di Adua dell'[[1 marzo]] [[1896]] in cui furono uccisi, dagli Etiopi del Ras Maconnen, più di 5.000 soldati italiani del corpo d'armata del Gen. Oreste Baratieri, lì inviato dal Governo Crispi in un'illusoria ottica di espansionismo coloniale. Il [[1 marzo]] [[1896]] ad Adua sono presenti due battaglioni di Bersaglieri per un totale di 773 uomini. A causa di problemi topografici i Bersaglieri, dopo una lunga marcia di avvicinamento, giungono in linea in ritardo sulle pendici del monte Zeban Daro, posizione che gli era stata affidata. L'occupazione viene perciò completata solo sulle pendici poiché l'ascensione presenta le difficoltà di una vera scalata alpina. Nonostante questo alcuni vi si accingono, ma trovano la vetta già occupata dal nemico e comunque riescono a farsi largo alla baionetta. La situazione si fa difficile per un continuo afflusso di soldati abissini che in questo settore sono in rapporto di 1 a 20 e che riescono a sfondare presto il reparto sul loro fianco. I Bersaglieri, presi d'infilata, per non finire accerchiati debbono retrocedere, ma lo fanno con ordine e sempre tenendo testa al nemico. Chi si salva deve sostenere violenti corpo a corpo. Dei 10.226 soldati bianchi impegnati ne morirono 4.050, oltre agli indigeni che combattevano al nostro fianco; molto più gravi le perdite subite dal nemico. Il nostro Fondatore era lì. Era partito, per questa sanguinosa guerra, da Napoli con il piroscafo Singapore il [[16 dicembre]] [[1895]] ed era sbarcato a Massaua il giorno di Natale. |
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Scampato alla morte, Luigi tornò in Italia partendo da Massaua il [[23 aprile]] [[1896]] e giungendo a Napoli il [[3 maggio]] [[1896]] a bordo del piroscafo Vincenzo Florio. Ammalato, fu ricoverato per diverse settimane in ospedale. Tornato a Roma, essendo un giovane pieno di energia, decise di cimentarsi in prove sportive di vario genere, ma con una certa predilezione per il podismo. Già nel periodo di leva, del resto, aveva preso parte a gare di ginnastica, vincendo nel [[1894]] il Premio di S.A.R. il Duca d'Aosta (cronometro d'argento). Da alcuni documenti sembra che l'attività sportiva fosse stata intrapresa da Luigi per distrarsi dal ricordo assillante e doloroso di una storia d'amore finita male. Il luogo di Roma dove più si praticava lo sport era sicuramente quello compreso tra la sponda destra del Tevere e la collina di Monte Mario in cui vi era l'ampia spianata della [[Piazza d'Armi]] che ogni mattina vedeva le esercitazioni militari, ma di pomeriggio, era in uso agli atleti di varie discipline sportive. Qui il giovane Bigiarelli, insieme al fratello, si cimentava in allenamenti atletici di resistenza allo sforzo, di velocità e nel nuoto in cui aveva vinto delle gare. Il Tevere con i suoi aristocratici circoli natatori e di canottaggio, inavvicinabili dai più, era comunque il luogo per fare amicizia con altri sportivi e iscriversi alle varie gare che si organizzavano a Roma soprattutto per celebrare con l'esercizio fisico alcuni importanti avvenimenti cittadini. Alcuni di questi sportivi, tra cui Luigi e [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo]], facevano parte di un gruppo non ufficiale chiamato "Liberi nantes" che faceva base su un barcone ancorato proprio sotto [[Ponte Regina Margherita|ponte Margherita]] che possedeva qualche scafo scartato dai circoli più ricchi e risistemato dal gestore. |
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Nel periodo più caldo invece si appoggiavano al galleggiante del [[Bagno Talacchi|"Bagno Talacchi"]] che si trovava sull'altra sponda. Il nome di questi atleti appassionati è stato tramandato dalla tradizione orale e da qualche documento e risultano essere stati nove e più precisamente: Luigi Bigiarelli, [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo Bigiarelli]], [[Aloisi Odoacre|Odoacre Aloisi]], [[Grifoni Alceste|Alceste Grifoni]], [[Massa Galileo|Galileo Massa]], [[Balestrieri Arturo|Arturo Balestrieri]], [[Lefevre Giulio|Giulio Lefevre]], [[Venier Enrico|Enrico Venier]], [[Mesones Alberto|Alberto Mesones]]. Costoro sono ricordati come i [[Fondatori della Società Podistica Lazio 1900|Fondatori]] ma sicuramente vi erano altri giovani che facevano parte del gruppo come [[Bastianini Aurelio|Aurelio Bastianini]], [[Golini Angelo|Angelo Golini]], [[Novelli Ugo|Ugo Novelli]], [[Annibaldi Guido|Guido Annibaldi]], [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]], [[Masini Tito|Tito Masini]], [[Mestorino Tullio|Tullio Mestorino]], [[Valle Giuseppe|Giuseppe Valle]], [[Fortini Rinaldo|Rinaldo Fortini]] ed è sicuramente tra questi che vanno identificati gli altri sei che nel giornale "La bicicletta" del [[18 gennaio]] [[1900]] vengono aggiunti, senza indicarli con il nome, ai nove tradizionalmente ritenuti fondatori. Il più determinato tra tutti era sicuramente Luigi. Costui aveva già partecipato a gare di podismo e aveva coperto la Roma-Firenze in 67 ore facendosi conoscere negli ambienti sportivi nazionali. Inoltre nel maggio [[1899]] aveva vinto una gara sui 120 m a Villa Pamphili che gli aveva permesso di divenire Campione del Lazio di corsa veloce. Insieme al podismo Luigi praticava con grande successo anche il nuoto e i giornali dell'epoca lo citavano sovente come specialista delle gare di fondo. Il [[31 luglio]] [[1898]], ad esempio, si piazzò al secondo posto nel Campionato Roma su un percorso di m 7.500 che si sviluppava dalla foce dell'Aniene allo scalo della casina sociale della Rari Nantes in Riva Albero Bello, 22A. Erano convenuti i migliori specialisti romani e Bigiarelli fu battuto soltanto dal fortissimo Leonardo Forlivesi che impiegò 59 minuti contro i 70 di Luigi. La gara era stata organizzata del giornale [[La Tribuna|"La Tribuna"]] e valeva per il titolo di campione romano del [[1898]]. |
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Il [[14 agosto]] dello stesso anno Bigiarelli partecipò ad una grande gara di campionato ad Anguillara e si misurò con i ventotto migliori nuotatori italiani giungendo nelle prime posizioni. Di lui abbiamo la descrizione fisica che ci è stata tramandata dai suoi amici: era di media statura, begli occhi azzurri e sinceri, lineamenti regolari e carnagione bruna. Era soprannominato, con tipica ironia romana, "er puntale" a causa di una barba che finiva con un angolo molto aguzzo. L'idea di formare una Società Sportiva venne a Luigi a cagione del fatto che il gruppo desiderava partecipare al "Giro di Castel Giubileo" del [[21 aprile]] (Natale di Roma) del [[1900]], ma ne era impedito dal regolamento che permetteva l'iscrizione solo agli atleti appartenenti a società sportive ufficiali e quindi l'unica possibilità fu quella di costituirne una. Si sa anche che questi amici si erano allenati duramente in previsione della gara. Fu proprio Luigi che ebbe l'idea di formare una società negli ultimi giorni del [[1899]] e lanciò la proposta ai compagni che l'accettarono entusiasticamente. Le strategie operative venivano studiate su una panchina dei giardini di [[Piazza della Libertà]], sovrastante il barcone succitato che fu chiamato beffardamente, per la sua modestia, [[Capanno di Pippanera|Pippa Nera]] forse come deformazione irriverente del nome del circolo remiero Nera che nel barcone, già appartenuto ad un celebre traghettatore chiamato Toto Bigio e ceduto poi a tale Gambadilegno, aveva la sede. |
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Dopo molte discussioni ed escludendo volutamente il nome di "Roma" in quanto già esisteva la "Ginnastica Roma" e volendo comprendere tutta l'area latina in cui era Roma, fu deciso di chiamare la nuova società come "Società Podistica Lazio". Studi recentissimi e attendibili del socio di LazioWiki Marco Impiglia e della stessa LazioWiki, hanno però messo in dubbio una ricostruzione molto fantasiosa, seppur acriticamente dai più accettata, circa la scelta dei colori sociali e della loro ispirazione alla bandiera greca, patria delle Olimpiadi. Fino al [[1904]] in alcun documento e in alcun giornale viene infatti accennato a tali colori come quelli sociali e neppure il materiale fotografico sembra supportare tale tesi. Si ha ragione di credere che il bianco celeste sia stato adottato ufficialmente nel [[1904]]. Da smentire decisamente anche la vulgata secondo la quale il simbolo dell'aquila fosse nato contemporaneamente alla creazione della Società. La prima immagine dell'aquila sul proprio stemma appare il [[1 ottobre]] [[1905]], sotto la presidenza di [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]]. |
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Molto difficile risulta risalire a chi ebbe l'onore di scegliere il nome di questa Società*. E' probabile che fu un'idea comune, nata dalle proposte di tutti nel gennaio [[1900]], sebbene la tradizione voglia che il nome si debba proprio al giovane [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]]. La Società nacque ufficialmente il [[9 gennaio]] [[1900]], come riportato da un articoletto del [[Il Messaggero|"Messaggero"]] del giorno seguente. Sul luogo di nascita, come segno della nascita della nuova Società, fu scritto a lettere grandi con la vernice sul parapetto del fiume "S.P. Lazio". Che il fondatore più rappresentativo fosse proprio Luigi è testimoniato dal fatto che il giornale consigliasse di rivolgersi, per avere informazioni, all'indirizzo di [[Vicolo degli osti, 15|Vicolo degli Osti 15]] al 1° piano, che era l'abitazione, dietro Piazza Navona nel Rione Ponte, dei fratelli Bigiarelli. Solo più tardi la Lazio poté ottenere in affitto la propria sede in [[Via Valadier 21|Via Valadier n. 21]]. E' curioso ricordare che la nuova Società aveva persino un inno, intitolato "Inno alla Lazio", che [[Balestrieri Arturo|Balestrieri]] eseguiva con la sua ocarina ogni volta che un nuovo atleta diveniva socio laziale. Un discorso a parte si dovrà fare, una volta esperite ricerche più approfondite, sulle idee personali e le assonanze politiche e sociali intercorrenti tra i giovani fondatori. Tra di loro era presente ogni ceto sociale, ma appare significativo che la notizia della fondazione della Lazio apparve immediatamente sul [[Il Messaggero|"Messaggero"]] che notoriamente era schierato politicamente in senso molto laico e teso a illustrare e denunciare lo stato di disagio delle classi più basse della città, la corruzione dei poteri forti ed a sviare i tentativi dell'aristocrazia "nera", legata al Vaticano, di speculare sull'urbanizzazione della città capitale. |
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Non si possono quindi sottacere le velate accuse di suggestioni massoniche che venivano rivolte alle linea politica del quotidiano. Molto interessanti, a tal proposito, sono alcune recenti (gennaio [[2012]]) notizie reperite su [[Il Messaggero|"Il Messaggero"]] del [[1898]]. Luigi, insieme al fratello [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo]] anch'esso ottimo nuotatore e ad altri futuri cofondatori della Lazio come [[Massa Galileo|Galileo Massa]] e [[Mesones Alberto|Alberto Mesones]], si appoggiava e apparteneva ad un'organizzazione chiamata "Gioventù cristiana" che possedeva delle strutture sportive nella città. Ma, contrariamente a quanto potrebbe far immaginare il nome, essa aveva un'ispirazione fortemente liberale e anticlericale, legata com'era a movimenti evangelici protestanti e alla massoneria (**). Bigiarelli comunque non volle che ci fosse un presidente in quanto lo sport da lui veniva inteso come assoluta uguaglianza fisica e intellettuale e quindi negava il concetto di "primus". Era un tentativo il suo, per lui che aveva conosciuto la violenza della guerra, di diffondere il più puro ideale sportivo in termini di fratellanza e di universalità. Il [[13 gennaio]] [[1900]] furono stabilite e pubblicate le ventuno regole dello statuto societario. Da quel freddissimo [[9 gennaio]], la Lazio ha cominciato quel percorso sportivo, sociale e culturale che non ha eguali a Roma e pochi rivali in Italia, in Europa e nel Mondo. Per pura informazione si ricorda che la corsa del [[21 aprile]] di Castel Giubileo vide la Società Podistica Lazio vincere la medaglia d'oro a squadre. La Lazio nel frattempo era cresciuta come fama e come numero di soci e il potenziamento delle strutture si rese ben presto necessario. Le quote sociali che gli atleti potevano versare per la gestione erano sempre insufficienti e presto cominciarono a presentarsi gravi problemi finanziari. |
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Si ritiene che furono venduti anche i trofei che erano stati vinti e questa probabilmente fu una decisione che Luigi non poté sopportare in quanto il suo idealismo e la sua concezione dello sport negavano qualsiasi commistione con il denaro. Nel frattempo capitò che il fratello [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo]] dovesse trasferirsi a Bruxelles per i suoi affari legati al commercio e Luigi fu costretto a seguirlo. La partenza avvenne nel [[1902]] ma Luigi volle portare con sé le magliette da gara con la scritta "S.P. Lazio" sul petto. Da notare che nel [[1900]] Luigi assunse il ruolo di Direttore Generale dell'Audax Podistico Italiano la cui sede da Milano fu trasferita a Roma sotto l'egida della S.P. Lazio, ritenuta garante dei valori costitutivi di questo ente. L'A.P.I. era infatti un'Associazione nazionale che organizzava cimenti pedestri e ciclistici di lunga durata come mezzo di formazione fisica e morale. I fratelli Bigiarelli ampliarono il raggio dei loro affari in Belgio creando, grazie al credito concesso dalla Walter Barth & Cie dopo indagini quasi poliziesche sull'affidabilità dei due fratelli, una florida Società per il commercio agroalimentare, la "Bigiarelli Frères". A Bruxelles la loro residenza era situata nella zona dei mercati, in Rue de Sainte Catherine n. 6 (v. foto di una lettera autografa originale della Ditta). Negli anni seguenti sia [[Il Messaggero|"Il Messaggero"]] che [[La Gazzetta dello Sport|"La Gazzetta dello Sport"]] riportarono i successi che Luigi coglieva in Francia e in Belgio in prestigiose gare podistiche internazionali, in cui il fondatore partecipava iscrivendosi, sia pur lontano, come atleta della Lazio di Roma. Sappiamo che Luigi fece registrare il tempo di 2 ore 28 minuti e 32 secondi sui 30 km di marcia che costituì, sia pur mai omologato, il record mondiale. La superiorità di Luigi era talmente netta che gli fu impedito di gareggiare in Belgio. Il vecchio ideale fu così eternato e propagato in Europa con infinito orgoglio di appartenenza e amore per quei due colori. |
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I risultati ottenuti e la conseguente fama acquisita portano Luigi Bigiarelli ad essere considerato un importante podista nel panorama pedestre italiano. Una riprova di ciò la possiamo trovare in un articolo de [[La Gazzetta dello Sport|"La Gazzetta dello Sport"]] del [[3 marzo]] [[1903]] (v. foto pubblicata) nel quale è riportata la notizia della visita di Luigi presso il Club podistico "Libertas" di Milano dove, acclamato e festeggiato, viene nominato socio onorario del sodalizio meneghino. Dopo appena un anno dal suo trasferimento, nell'aprile [[1903]] Luigi e [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo Bigiarelli]] ritornarono a Roma, forse per completare il trasloco, dove, come confermano i giornali dell'epoca, fu accolto con grande entusiasmo dalle società podistiche. Ad agosto Luigi e [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo]] partecipano ad un match di waterpolo ad Anzio (v. foto del ritaglio de [[Il Messaggero|"Il Messaggero"]]). Luigi Bigiarelli morì giovanissimo, a 32 anni, a Bruxelles il [[16 febbraio]] [[1908]] probabilmente per una polmonite trascurata. [[La Gazzetta dello Sport]] comunicò la notizia della scomparsa con accenti commossi, ricordando che Luigi, nel frattempo, come atleta della Lazio, era diventato Campione mondiale di marcia podistica. [[La Gazzetta dello Sport]] del [[2 marzo]] (v. foto) ne dava così notizia: ''"Qui non si parla di una nuova vittoria del forte marciatore romano. Da molto tempo Luigi Bigiarelli aveva abbandonato il suo sport preferito, pur rimanendo un amico appassionato, non dimenticando anche, nei brevi momenti lasciatigli liberi dalla sua professione, la nostra Gazzetta alla quale spesso collaborò. Oggi il suo nome è unito all'angoscioso annuncio della sua morte. A Bruxelles, dove con la sua attività insaziabile era riuscito a far prosperare una buona azienda, il nostro povero amico è stato strappato alla vita nell'ancora giovanissima età di trentadue anni. La notizia commoverà quanti come noi avendo conosciuto Luigi Bigiarelli ne apprezzarono le doti e la sincera sua passione per ogni manifestazione sportiva e riuscirà non meno dolorosa per quanti ricordano ancora il marciatore elegante e veloce e le sue clamorose vittorie. Luigi Bigiarelli fu con [[Balestrieri Arturo|Arturo Balestrieri]] l'entusiasta fondatore della Società Lazio"''. |
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La notizia giunse a Roma il [[5 marzo]] e, qualche mese più tardi, a Natale, così come si legge sul [[La Gazzetta dello Sport]] di dicembre, la Lazio organizzò, in memoria e in nome del suo compianto fondatore, una gara di corsa di 1.000 metri per giovanissimi al loro primo cimento sportivo . Il [[25 dicembre]] sul percorso di viale delle Milizie parteciparono alla manifestazione 38 corridori e il Gran Premio Luigi Bigiarelli fu vinto dal laziale [[Azzali Mario|Mario Azzali]]. L'anno seguente fu primo al traguardo Francesco Giuseppe De Vito. Nel [[1910]] il campo di gara fu spostato al Prato dei Daini e [[Marcucci Armando (*)|Armando Marcucci]] si classificò al primo posto. Il Premio Bigiarelli fu ripetuto anche negli anni successivi: se ne trova infatti notizia anche nel febbraio [[1912]] quando la gara, svoltasi al [[Parco dei Daini]], fu vinta da Costantino Crespi. Nell'agosto [[1908]] una lapide in memoria di Luigi fu donata, in una commovente cerimonia, dal Collegio Italiano dei Pionieri del Nuoto alla società [[Virtus Roma|Virtus]], società nata da una costola della Lazio e con diversi atleti che si erano affermati con i colori biancocelesti (Vedi ritaglio de [[Il Messaggero|"Il Messaggero"]] del [[20 agosto]] [[1908]]). E' curioso evidenziare come un battello da trasporto passeggeri e merci di nome "Lazio", proprio dalla fine del [[1899]] solcasse il Tevere e transitasse due volte al giorno davanti al [[Capanno di Pippanera|Pippanera]]. Una suggestione per la scelta del nome? |
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