Bloch Giorgio: differenze tra le versioni
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Sostenitore biancoceleste dalla fine degli anni '20 e poi socio della Lazio. Non mancava una partita della sua squadra sia in casa che in trasferta. Nato a Roma il [[22 novembre]] [[1895]]. Il [[4 agosto]] [[1965]] l'assemblea comunica che la società è sull'orlo di una crisi economica che sembra irreparabile. La squadra è in ritiro a [[Pievepelago]] e i giocatori non intendono firmare i contratti, per altro dignitosi, proposti dalla dirigenza e nonostante fossero al corrente dello stato di estremo disagio economico attraversato dalla società, fanno ritorno a Roma tra l'ostilità dei tifosi. Proprio in quell'assemblea prende la parola Bloch che afferma: "Ecco un mio assegno di mezzo milione. Sia dato al Comune di Roma per le scuole e gli ospedali a nome della società, ma non ai giocatori che non hanno capito l'onore di indossare la maglia biancoceleste." Dopo queste parole viene soffocato dagli abbracci e all'unanimità acclamato socio onorario. |
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Giorgio Bloch, insieme ai suoi due fratelli, era il proprietario dell'esercizio commerciale Schostal, fondato nel 1870 a Roma da due commercianti ebrei. L'azienda vendeva prodotti tessili di grande qualità. Il padre di Giorgio, Lazaro, fu prima direttore e poi proprietario dell'attività. Durante il fascismo il negozio era tenuto d'occhio e molte furono le azioni intraprese per ostacolarne l'attività commerciale. Nonostante ciò, Giorgio ebbe sempre un comportamento fiero e retto che gli consentì, nel dopoguerra, di fare del negozio un esercizio apprezzato e conosciuto a livello nazionale. |
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[[File:bloch tessera.jpg|thumb|left|200px|La tessera di Socio vitalizio di Giorgio Bloch. Contributo di Manfredi Bloch, nipote del dirigente laziale]] |
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[[File:block medaglie.jpg|thumb|right|200px|Medaglie celebrative dello scudetto 1973/74 di Giorgio Bloch. Contributo di Manfredi Bloch, nipote del dirigente laziale]] |
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[[File:bloch1.jpg|left|200px|]] |
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[[File:bloch2.jpg|thumb|left|200px|Un vivace ritratto di Giorgio Bloch nelle vesti di tifoso fatto da Quirinetto (Cesare Mariani) nel novembre 1928 su "Il Guerin Sportivo"]] |
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[[Categoria:Biografie|Bloch Giorgio]] |
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[[Categoria:Personaggi|Bloch Giorgio]] |
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Versione attuale delle 18:11, 22 feb 2023
Sostenitore biancoceleste dalla fine degli anni '20 e poi socio della Lazio. Non mancava una partita della sua squadra sia in casa che in trasferta. Nato a Roma il 22 novembre 1895. Il 4 agosto 1965 l'assemblea comunica che la società è sull'orlo di una crisi economica che sembra irreparabile. La squadra è in ritiro a Pievepelago e i giocatori non intendono firmare i contratti, per altro dignitosi, proposti dalla dirigenza e nonostante fossero al corrente dello stato di estremo disagio economico attraversato dalla società, fanno ritorno a Roma tra l'ostilità dei tifosi. Proprio in quell'assemblea prende la parola Bloch che afferma: "Ecco un mio assegno di mezzo milione. Sia dato al Comune di Roma per le scuole e gli ospedali a nome della società, ma non ai giocatori che non hanno capito l'onore di indossare la maglia biancoceleste." Dopo queste parole viene soffocato dagli abbracci e all'unanimità acclamato socio onorario. Giorgio Bloch, insieme ai suoi due fratelli, era il proprietario dell'esercizio commerciale Schostal, fondato nel 1870 a Roma da due commercianti ebrei. L'azienda vendeva prodotti tessili di grande qualità. Il padre di Giorgio, Lazaro, fu prima direttore e poi proprietario dell'attività. Durante il fascismo il negozio era tenuto d'occhio e molte furono le azioni intraprese per ostacolarne l'attività commerciale. Nonostante ciò, Giorgio ebbe sempre un comportamento fiero e retto che gli consentì, nel dopoguerra, di fare del negozio un esercizio apprezzato e conosciuto a livello nazionale.



