Laziali bastardi: differenze tra le versioni
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Autori: Guy Chiappaventi - Emanuele Palucci |
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Titolo: Laziali bastardi |
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Anno: 2021 |
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Casa editrice: Milieu - Collana Parterre |
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Pagine: 312 in brossura |
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Costo: € 22,00 - EPUB con Light DRM € 9,90 |
'''Costo:''' € 22,00 - EPUB con Light DRM € 9,90 |
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Recensione: Questo libro non è un'enciclopedia della Lazio. Qui non ci sono i giocatori più forti, non tutti almeno. Ci sono anche tanti altri che erano un po' scarpe ma buttavano il sangue in campo o che in qualche altro modo si sono fatti amare dai tifosi. I protagonisti sono cinquanta bastardi laziali, "bastardi senza gloria", ribelli, poeti, guerrieri, cagnacci, anche un infame che forse non era così infame, calciatori e allenatori che hanno segnato la storia della Lazio, hanno espresso un carattere tipicamente laziale, sono entrati in trance insieme alla curva, hanno lasciato un segno. Nel bene e qualche volta nel male. Sono i giocatori rimasti nel cuore dei tifosi perché hanno segnato l'immagine guerriera di una squadra emblematica di un calcio che non c'è più, ma rimane aggrappato alla memoria. Questo libro non è un album di campioni, c'è Guerino Gottardi e non c'è Roberto Mancini, non c'è l'elenco dei bomber con tutti i goal segnati e le partite giocate, anche se, ovviamente, ci sono Piola, Chinaglia, Giordano, Signori, Vieri, Klose e Immobile. C'è Paul Gascoigne, a proposito di pazzi. Di Canio e Sinisa Mihajlovic, a proposito di politicamente scorretti. O Simeone, l'argentino che ha trasformato il suo soprannome in una dottrina, il Cholismo. Ci sono i morti: Luciano Re Cecconi, ucciso in gioielleria con un colpo di pistola nel '77, e c'è Giuliano Fiorini che con un tiro di punta salvò la squadra dalle secche della serie C e dal fallimento. L'allenatore-padre, l'ex partigiano Tommaso Maestrelli. Ci sono i cavalieri del centrocampo di oggi: Milinkovic-Savic e Luis Alberto, zigano andaluso. Non ci sono i presidenti, i direttori sportivi, i general manager. C'è però uno che non ha giocato a pallone, è un bersagliere podista, Luigi Bigiarelli, che nel 1900 fondò la Lazio in una piazza del quartiere Prati, sopra il fiume Tevere. Anche lui è morto presto. Ci sono molte tragedie, molti scandali e molta identità. Nessuna squadra è come la Lazio. |
Recensione: Questo libro non è un'enciclopedia della Lazio. Qui non ci sono i giocatori più forti, non tutti almeno. Ci sono anche tanti altri che erano un po' scarpe ma buttavano il sangue in campo o che in qualche altro modo si sono fatti amare dai tifosi. I protagonisti sono cinquanta bastardi laziali, "bastardi senza gloria", ribelli, poeti, guerrieri, cagnacci, anche un infame che forse non era così infame, calciatori e allenatori che hanno segnato la storia della Lazio, hanno espresso un carattere tipicamente laziale, sono entrati in trance insieme alla curva, hanno lasciato un segno. Nel bene e qualche volta nel male. Sono i giocatori rimasti nel cuore dei tifosi perché hanno segnato l'immagine guerriera di una squadra emblematica di un calcio che non c'è più, ma rimane aggrappato alla memoria. Questo libro non è un album di campioni, c'è Guerino Gottardi e non c'è Roberto Mancini, non c'è l'elenco dei bomber con tutti i goal segnati e le partite giocate, anche se, ovviamente, ci sono Piola, Chinaglia, Giordano, Signori, Vieri, Klose e Immobile. C'è Paul Gascoigne, a proposito di pazzi. Di Canio e Sinisa Mihajlovic, a proposito di politicamente scorretti. O Simeone, l'argentino che ha trasformato il suo soprannome in una dottrina, il Cholismo. Ci sono i morti: Luciano Re Cecconi, ucciso in gioielleria con un colpo di pistola nel '77, e c'è Giuliano Fiorini che con un tiro di punta salvò la squadra dalle secche della serie C e dal fallimento. L'allenatore-padre, l'ex partigiano Tommaso Maestrelli. Ci sono i cavalieri del centrocampo di oggi: Milinkovic-Savic e Luis Alberto, zigano andaluso. Non ci sono i presidenti, i direttori sportivi, i general manager. C'è però uno che non ha giocato a pallone, è un bersagliere podista, Luigi Bigiarelli, che nel 1900 fondò la Lazio in una piazza del quartiere Prati, sopra il fiume Tevere. Anche lui è morto presto. Ci sono molte tragedie, molti scandali e molta identità. Nessuna squadra è come la Lazio. |
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[[Categoria:Editoria|Laziali Bastardi]] |
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[[Categoria:Editoria (libri)| 2021]] |
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Versione attuale delle 20:56, 10 mar 2025

Autori: Guy Chiappaventi - Emanuele Palucci
Titolo: Laziali bastardi
Anno: 2021
Casa editrice: Milieu - Collana Parterre
Pagine: 312 in brossura
Costo: € 22,00 - EPUB con Light DRM € 9,90
Recensione: Questo libro non è un'enciclopedia della Lazio. Qui non ci sono i giocatori più forti, non tutti almeno. Ci sono anche tanti altri che erano un po' scarpe ma buttavano il sangue in campo o che in qualche altro modo si sono fatti amare dai tifosi. I protagonisti sono cinquanta bastardi laziali, "bastardi senza gloria", ribelli, poeti, guerrieri, cagnacci, anche un infame che forse non era così infame, calciatori e allenatori che hanno segnato la storia della Lazio, hanno espresso un carattere tipicamente laziale, sono entrati in trance insieme alla curva, hanno lasciato un segno. Nel bene e qualche volta nel male. Sono i giocatori rimasti nel cuore dei tifosi perché hanno segnato l'immagine guerriera di una squadra emblematica di un calcio che non c'è più, ma rimane aggrappato alla memoria. Questo libro non è un album di campioni, c'è Guerino Gottardi e non c'è Roberto Mancini, non c'è l'elenco dei bomber con tutti i goal segnati e le partite giocate, anche se, ovviamente, ci sono Piola, Chinaglia, Giordano, Signori, Vieri, Klose e Immobile. C'è Paul Gascoigne, a proposito di pazzi. Di Canio e Sinisa Mihajlovic, a proposito di politicamente scorretti. O Simeone, l'argentino che ha trasformato il suo soprannome in una dottrina, il Cholismo. Ci sono i morti: Luciano Re Cecconi, ucciso in gioielleria con un colpo di pistola nel '77, e c'è Giuliano Fiorini che con un tiro di punta salvò la squadra dalle secche della serie C e dal fallimento. L'allenatore-padre, l'ex partigiano Tommaso Maestrelli. Ci sono i cavalieri del centrocampo di oggi: Milinkovic-Savic e Luis Alberto, zigano andaluso. Non ci sono i presidenti, i direttori sportivi, i general manager. C'è però uno che non ha giocato a pallone, è un bersagliere podista, Luigi Bigiarelli, che nel 1900 fondò la Lazio in una piazza del quartiere Prati, sopra il fiume Tevere. Anche lui è morto presto. Ci sono molte tragedie, molti scandali e molta identità. Nessuna squadra è come la Lazio.